Jack Vance - Rhialto il meraviglioso
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- Название:Rhialto il meraviglioso
- Автор:
- Издательство:Fanucci
- Жанр:
- Год:1986
- Город:Roma
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«E perché non Verde Smeraldo?», suggerì Dulce-Lolo. «O magari Rosa Porpora, per ispirare un senso di nobiltà e magnificenza?».
«La tua proposta è troppo innovatrice», disse Ildefonse. «Perché creare un documento nuovo, quando il Codice Azzurro ha sempre servito bene allo scopo? La pergamena di Rhialto, per quanto strapazzata un tantino, dovrà intanto essere usata per le attuali necessità».
Hurtiancz s’affrettò ad alzarsi. «Se accettassimo il documento di Rhialto, le sue accuse prevarrebbero. Con un Perciplex nuovo, basato su quel simulacro, tutte le precedenti beghe, inclusa questa assurda domanda di un risarcimento triplo, verranno invece archiviate. E, volente o nolente, Rhialto dovrà pagare il prezzo delle sue malefatte».
«Una conclusione cristallina!», gridò Tchamast. «Hurtiancz ha saputo spazzare il sentiero dai viluppi di chiacchiere che ci intralciavano. Egli ha soffermato l’esatto nocciolo della situazione, con logica ammirevole». Detto ciò, il Mago rivolse un inchino a Hurtiancz, che gli rispose a sua volta con un sorriso ed annuì esibendo modestia e compiacimento.
Vermoulian il Viaggiatore del Sogno, un individuo alto e sottile con una gran cresta di capelli neri ritta come la pinna di un pescespada, non andava famoso per la sua loquacità. I suoi occhi sporgenti tendevano a focalizzarsi all’orizzonte invece che su chi gli stava dinnanzi, ed erano sovente oscurati da una membrana da nittalope che si supponeva gli fosse utile durante le sue esplorazioni di sogni. Nelle sessioni in cui si discuteva del Codice Azzurro, aveva fatto tesoro della terminologia legale più burocratica e, quando si alzò, assunse l’aria rigida di chi si accinge a parlare in precisi termini ufficiali.
«Propongo formalmente all’assemblea», disse, «che la tesi di Hurtiancz sia considerata una mozione, e chiedo il voto su di essa».
«Questa non è la procedura regolare», si oppose Ildefonse. «Al momento il nostro dovere è di chiarire cos’è accaduto al Perciplex. Niente deve distrarci da questo compito».
«Sottoscrivo il punto di vista di Ildefonse», disse Hache-Moncour. «Io stesso compirò ora una completa ed esauriente indagine su questa deplorevole questione, fino alle conseguenze più estreme. Nel frattempo, tuttavia, i lavori di questa assemblea devono procedere normalmente. Propongo perciò al Maestro che, vista la mia iniziativa, adesso si metta ai voti la mozione di Vermoulian».
In quel momento Rhialto gettò un’occhiata a Ildefonse. Poi alzò una mano alla bocca come per celare educatamente uno sbadiglio, includendo in un gesto un impercettibile segnale segreto. Ildefonse ebbe un moto di contrarietà ed esitò, a disagio, ma infine sussurrò le parole senza suono che invocavano l’Incantesimo della Stasi Temporale.
7
Rhialto e Ildefonse osservarono il salone dove i colleglli erano immobili, ciascuno congelato nella posizione in cui era stato colto dall’incantesimo.
«Questa è una bella seccatura», borbottò il Maestro. «Ognuno di loro ha un monitore, tanto per cautelarsi dagli imbrogli dei suoi rispettabili soci. Adesso i monitori registreranno lo iato temporale, e li avviseranno che è accaduto qualcosa di poco pulito alle loro spalle».
«Non vi preoccupate. Ho sviluppato una nuova tecnica grazie alla quale i monitori possono essere ingannati. Mi occorrono solo un paio di Mantra Sonici e un Sandestin Mexmer-D».
Ildefonse uscì per qualche istante, e fece ritorno con due talismani di forma esagonale ed un blocco irregolare di lucida folgorite, cavo all’interno. L’oggetto aveva una finestrella, alla quale era affacciato un volto semi-umano dai brillanti occhietti rossi.
«Questo è Osherl», disse il Mago. «Non ha mai voluto diventare un Mexmer-D, però è molto sveglio e veloce, per quanto a volte sia bizzoso. Ho un’ipoteca di cinque punti su di lui».
«Il tuo conteggio è troppo alto», disse Osherl. «Devi aver fatto un errore, da qualche parte».
«Il conteggio è giusto», lo corresse Ildefonse. «Sei sotto di cinque punti e un quarto, per la precisione».
Rhialto sì volse al minuscolo essere. «Vuoi ridurre il tuo debito?».
«Visto che Ildefonse il Maestro insiste a dire che è tanto alto, presumo che non mi resti scelta», si lamentò Osherl.
«Un semplice sì, o un no, saranno sufficienti. Rispondi».
«Come vi piace. Per me fa lo stesso».
Rhialto sospirò. «Oggi Ildefonse e io siamo di buon’umore. Per un paio di lavoretti da niente ti accrediteremo un punto intero».
«Cosa?», ruggì Ildefonse. «Rhialto, non sono abituato a distribuire punti ai miei Sandestin come un apprendista dalle mani bucate!».
«È per una buona causa», disse Rhialto. «Ricorda che intendo avere un triplo risarcimento danni in beni materiali, più una confisca totale in almeno un caso. Sia chiaro, inoltre, che voi tenete le mie Pietre Ioun solo in deposito cautelativo, senza che siano soggette a nessuna effettiva requisizione».
L’altro assunse un’aria offesa. «Certo. Per chi mi prendete? Prego, date le vostre istruzioni a Osherl».
Osherl sporse la testa dall’apertura. «Oggi è l’anniversario del Passaggio Bidimensionale. E, per lavorare in un giorno di festa, un solo punto striminzito è decisamente poco».
Rhialto si volse a Ildefonse. «Non avete un Sandestin meno propenso alla menzogna? I miei non oserebbero far sfoggio di tanta astuzia».
«Forse ho parlato senza riflettere», si corresse Osherl. «Quali sono le vostre richieste?».
«Innanzitutto visiterai ogni persona colpita dalla stasi, e userai questi Mantra Sonici per sfasare i loro monitori in modo che non registrino lo iato temporale».
«Questa è una cosa da niente». Un’ombra grigiastra fluttuò come nebbia nel salone per un paio di secondi, poi il Sandestin rimise fuori la testa. «Ecco fatto. E con ciò mi sono sdebitato di un intero punto. Siamo d’accordo?».
«Non ancora», disse Rhialto. «Il punto sarà tuo dopo che avrai fatto tutto il lavoro».
Osherl fece una smorfia cupa. «Sospettavo qualcosa del genere».
«Tuttavia hai cominciato bene», lo consolò Ildefonse. «Vedi com’è piacevole il lavoro quando si va d’accordo?».
«Il lavoro è piacevole solo quando siete generoso coi vostri punti», borbottò Osherl. «Che altro c’è, allora?».
«Adesso devi andare da tutti i Maghi presenti», spiegò Rhialto. «Con gran cura rimuoverai la polvere e ogni rimasuglio dalle scarpe di quelli che sono in sala, inclusi Ildefonse e me. Devi mettere poi ciò che preleverai da ogni paio di scarpe in bottiglie diverse, identificando ciascuna col nome del Mago a cui corrisponde il prelievo».
«Ma io non conosco i vostri nomi», disse Osherl. «Voi umani mi sembrate tutti uguali».
«Prepara una serie di bottiglie con l’etichetta. Io ci scriverò il nome e poi ti indicherò il Mago a cui ripulirai le scarpe. Così, benissimo. Cominciamo: per primo Herark il Precursore… quello là col sottile naso a becco. Ottimo. Adesso Ao degli Opali…» Rhialto proseguì con tutti i Maghi e, dopo cinque minuti, si trovò con ventidue bottiglie scintillanti allineate sul tavolo laterale. Ciascuna conteneva impercettibili quantità di polvere e detriti.
«Ammetto che non è stato un gran faticare», disse Osherl. «E ora?».
«Il prossimo incarico potrebbe portarti lontano. In ogni caso tu non distrarti e non perdere tempo per strada, altrimenti manderesti all’aria i nostri progetti».
«Per uno scarabeo stercorario, la collinetta che un dinosauro lascia dietro di sé rappresenta un lavoro problematico», disse Osherl.
Rhialto si accigliò. «Se si tratta di un’allusione, è superiore alle mie capacità intuitive. Spiegati, per favore».
Osherl ebbe un gesto vago. «È un concetto astratto. Sentiamo: di che lavoro si tratta?».
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