Jack Vance - Rhialto il meraviglioso
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- Название:Rhialto il meraviglioso
- Автор:
- Издательство:Fanucci
- Жанр:
- Год:1986
- Город:Roma
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Ildefonse si grattò un sopracciglio. «Uh… non saprei dove frugare, al momento. Comunque, Rhialto ha portato con sé, come reperto, una di quelle copie».
«Vedo», annuì Hache-Moncour. «Sfortunatamente questo reperto appare danneggiato. Dobbiamo insistere sull’assoluta completezza del testo originale, e l’unica garanzia è data dal Perciplex stesso. Lasciamo da parte le richieste stabilite da Rhialto: dobbiamo esaminare le Decretazioni alla cripta di Punta Eclisse. Allora e soltanto allora saremo in grado di votare con piena convinzione».
«Stai proponendo una mozione?», chiese Ildefonse.
«Proprio così».
«Colleghi», saltò su Herark il Precursore. «Appoggio la mozione!».
Il voto vide i Maghi riuniti in un generale sollevarsi di mani. Gli unici ad astenersi furono Ildefonse e Rhialto.
«L’ora è tarda», disse poi Herark. «E tutti abbiamo i nostri affari. Ciascuno di noi può andare a Punta Eclisse quando sarà in comodo, e leggere il Perciplex tranquillamente. In seguito, quando Ildefonse avrà stabilito che tutti hanno compiuto il loro dovere, convocherà un altro Conclave per riconsiderare la faccenda in un’atmosfera più conciliatrice, o così mi auguro».
Rhialto emise una risata secca e salì sul palco accanto a Ildefonse. «Chi vuole prendersela comoda vada pure a Punta Eclisse quando gli pare. Sono affari suoi. Io andrò immediatamente dal Giudicatore. E che nessuno provi a usare la sua magia contro di me! Non ho lasciato tutti i miei incantesimi a Palazzo Falu, e sono protetto in ogni dimensione».
Il Necrope Byzant ebbe un gesto di esasperazione. «Rhialto, siete un piantagrane! Il Giudicatore non sta lì per essere disturbato dalle vostre beghe o da sciocchi cavilli. Moderatevi».
«Ottimo consiglio», affermò Rhialto. «A Punta Eclisse intercederò per voi. Ildefonse, la “Lista delle Accuse”, prego. Il Giudicatore dovrà studiare con attenzione questo documento».
Hache-Moncour disse, indifferente: «Visto che Rhialto è ormai deciso, mi offro per tutelarlo dai pericoli che potrebbe incontrare a Punta Eclisse. Non possono essere sottovalutati».
«Di che parli?», chiese Ildefonse. «In che modo Rhialto incontrerebbe dei pericoli?».
«Non è chiaro? Le Decretazioni stabiliscono che se un individuo presenta una copia alterata o danneggiata del Codice Azzurro, allo scopo di influenzare una sentenza, è colpevole secondo quanto previsto dall’Articolo H ed è punibile con l’eliminazione. Rhialto, lo dico con riluttanza, ha appena commesso questo crimine viziando l’intero procedimento. Affrontando il Giudicatore rischia la vita».
Rhialto esaminò corrucciato la sua pergamena azzurra. «Non leggo niente del genere qui. Prego, indicatemi il passaggio che avete citato».
Hache-Moncour indietreggiò, alzando le mani. «Se lo facessi, diverrei automaticamente colpevole dello stesso reato di cui parlavo. Può darsi che quel pasaggio sia stato danneggiato o cancellato, no?».
«Sarebbe una coincidenza singolare», disse Rhialto.
Herark si fece avanti. «Rhialto, le vostre accuse sono state svuotate di contenuto da questo nuovo crimine, perciò rinunciate ad ogni pretesa e rassegnatevi. Ildefonse, chiedo che la seduta sia aggiornata».
«Non tanta fretta», rispose il Maestro. «Ci siamo trovati all’improvviso dinnanzi a un caso assai complesso. Vista l’ultima affermazione di Hache-Moncour, suggerisco che si mandi una commissione a Punta Eclisse per controllare questo Articolo H da lui menzionato, lasciando a dopo il resto del procedimento. Propongo che si vada almeno in quattro: io e Hache-Moncour, e inoltre Eshmiel e Barbanikos».
«Ci rivedremo qui», disse Rhialto. «Ma anche se quanto dice Hache-Moncour è vero, cosa di cui dubito, non sono stato io a danneggiare la mia copia delle Decretazioni. Dunque sono innocente».
«Non è esatto», disse Hache-Moncour. «Voi avete esaminato il documento prima della seduta, e poi avete deciso di utilizzarlo come prova spuria. Dunque questo crimine ha la precedenza, e potreste essere eliminato prima ancora di far esaminare al Giudicatore quella vostra lista. Vi invito a tornare immediatamente a Falu! Attribuiremo la vostra condotta erronea e illegale a un momentaneo disordine mentale».
Ildefonse sollevò una mano. «Questa intimazione non è affatto giustificata. Comunque, come Maestro, io ora ordino che tutti i presenti mi seguano a Punta Eclisse, dove esamineremo Le Decretazioni. Lo scopo sarà soltanto informativo: non disturberemo il Giudicatore. Seguitemi, Signori. Per il viaggio useremo il mio più spazioso velocifero».
5
L’elegante e silenziosissimo velivolo di Ildefonse si diresse a sud, sorvolando una regione di basse colline tondeggianti nel meridione di Ascolais. Alcuni dei Maghi andarono sul belvedere di prua, da cui si godeva il panorama, altri sedettero sui divani confortevoli del salone sottostante e si servirono da bere.
Il tempo s’era rannuvolato. Dai cirri filtravano obliqui raggi di sole che spandevano luce rossastra e delineavano cupe ombre sul terreno irregolare. I colli divennero erti e scoscesi. Nel centro della zona più dirupata comparve la sagoma verticale di Punta Eclisse, un immenso torrione nudo dalle pareti a picco.
Il velocifero si abbassò su una terrazza gelida. La roccia era incrostata qua e la di ghiaccio, e il vento chiamato lo Spazzino spirava da ovest in raffiche rigide e sabbiose. Scesi dal velivolo, i Maghi alzarono lo sguardo verso le colonne d’oro azzurro che circondavano i sei lati di una costruzione misteriosa e silente come un antico tempio.
Rhialto aveva visitato Punta Eclisse in un’altra occasione soltanto, per semplice curiosità, e come allora nel salire gli scalini di marmo nero dovette trattenere il mantello, che il vento rabbioso gli strappava quasi di dosso. Entrando nel vestibolo dovette fermarsi qualche momento, per consentire agli occhi di adattarsi alla penombra, quindi proseguì verso la sala centrale.
Dal pavimento nero s’innalzava l’aureo piedistallo che sosteneva l’Uovo: uno sferoide alto un metro la cui superficie metallica sembrava vibrare di strane energie. In esso si apriva una finestrella da cui era visibile il Perciplex, un prisma azzurro lungo una ventina di centimetri sulle cui superfici cristalline erano incise Le Decretazioni. Tramite la finestrella il Perciflex proiettava il testo in caratteri leggibili su una parete di materiale rosato, verticale, su cui le lettere si stagliavano in una nitida luce azzurra. Rhialto sapeva che il Perciplex era tanto impregnato di magia che, se un terremoto l’avesse fatto inclinare, si sarebbe rialzato da solo, tornando automaticamente nella posizione che gli consentiva di fornire ai visitatori un’immagine perfetta delle Decretazioni.
Il gruppo dei Maghi era entrato chiacchierando e gesticolando, mentre Rhialto si teneva sdegnosamente in disparte. Lasciò che gli altri lo precedessero nella sala, ma ad un tratto udì la voce di Hache-Moncour esclamare qualcosa in tono acuto e sbigottito, e sotto il soffitto a volta si levarono commenti stupefatti.
Facendosi strada fra i colleghi Rhialto poté vedere che tutto sembrava identico alla sua visita precedente. Il piedistallo sorreggeva l’Uovo, il Perciplex scintillava azzurrino, e sulla parete rosata era riflesso il testo delle Decretazioni. E tuttavia quel giorno c’era una differenza sorprendente, perché le parole e le frasi apparivano proiettate a rovescio, in un’immagine speculare.
Dinnanzi a quell’immagine Rhialto restò immobile, senza parole, mentre alle sue spalle Ildefonse esclamava a gran voce: «Ma è una cosa inconcepibile! Eretica! Il monitore rivela uno iato temporale! Chi può aver osato gettare un’incantesimo su di noi?»
«Questo è un oltraggio!», dichiarò Hache-Moncour. «Chiunque sia il colpevole, si faccia avanti e giustifichi la sua azione!»
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