Jack Vance - Rhialto il meraviglioso
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- Название:Rhialto il meraviglioso
- Автор:
- Издательство:Fanucci
- Жанр:
- Год:1986
- Город:Roma
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Nessuno dei presenti rispose alla sua sfida, ma Mune il Mago alzò una mano a indicare stupito la parete. «Le Decretazioni! Non erano capovolte? Adesso sembrano di nuovo in posizione corretta».
«Sconcertante», disse Ildefonse. «Molto sconcertante».
Hache-Moncour girò sui presenti uno sguardo irritato. «Questi stupidi scherzi sono intollerabili. Offendono la dignità di tutti noi. A tempo debito io stesso indagherò sulla faccenda, ma adesso il nostro compito è di determinare la piena entità della colpa di Rhialto. Esaminiamo le Decretazioni, Signori».
Hache-Moncour fissò la scritta, si accigliò, rivolse attorno uno sguardo perplesso e tornò a osservare i caratteri azzurrini. «Sembra più nitido che mai. Sarei portato a credere che per l’improvviso passaggio dalla luce alla penombra gli occhi ci abbiano giocato uno scherzo, e null’altro. Ma proseguiamo. È con vero rammarico che richiamo ora la vostra attenzione qui sulla Sezione Terza, Paragrafo D, dove si può leggere…».
Hache-Moncour ebbe un risolino. «Non è certo un disonore cader preda degli inganni dell’occhio, o di momentanei effetti ottici. Magari a colazione hai mangiato un po’ troppo, o il vinello che ci hai offerto durante la sessione era un tantino alcolico… o un bel po’, eh? Ha ha! Ma ti assicuro d’averlo gustato. E adesso possiamo continuare, Signori?».
«Niente affatto!», dichiarò bruscamente Ildefonse. «Torneremo a Palazzo Boumegarth per chiarire con un’indagine quella che a mio avviso è una situazione decisamente ingannevole».
In un mormorio di commenti borbottati in tutti i toni, i Maghi uscirono dal tempio. Rhialto, che aveva indugiato per esaminare l’Uovo, trattenne Ildefonse per un braccio e gli fece cenno di appartarsi un momento. Poi gli sussurrò all’orecchio. «Forse potrebbe interessarvi sapere che questo non è l’autentico Perciplex. È una contraffazione».
«Cosa?», ansimò Ildefonse. «Di certo vi sbagliate!».
«Guardate voi stesso. Il prisma è troppo piccolo per i supporti. La lavorazione è rozza. E, più significativo ancora, il vero Perciplex non può mai proiettare a rovescio. Ora state a vedere: scuoterò l’Uovo per far inclinare il prisma. Il vero Perciplex si raddrizzerebbe da solo».
Rhialto afferrò l’Uovo e lo scosse con forza sufficiente a far inclinare il prisma cristallino sul supporto, di qualche millimetro, e fu evidente che l’oggetto non riassumeva la posizione di perfetta verticalità.
Ildefonse fronteggiò il piedistallo. «Giudicatore! Sarsem! Io ti convoco. Parla!», ordinò.
Non accadde nulla e non ci fu risposta udibile.
«Rispondi, Giudicatore. È Ildefonse il Maestro che ti chiama!»
Di nuovo ci fu soltanto il silenzio.
Ildefonse si avviò alla porta. «Andiamo a Boumegarth. Il mistero s’infittisce. Non la si può più giudicare una questione da poco».
«Non è mai stata una questione da poco», precisò Rhialto.
«Non recriminate», disse l’altro a denti stretti. «Questo affare, ora che riguarda me, ha assunto una nuova e assai più ampia dimensione. A Boumegarth!».
6
Di nuovo riuniti nel salone del Conclave, i Maghi erano impegnati in un colloquio a molte voci, talora formando capannelli, talaltra azzittendosi per ascoltare l’opinione di un collega. Per un po’ di tempo Ildefonse partecipò a quell’informale scambio di pareri, poi sedette sul bordo del podio a tormentarsi la barbetta bionda e lasciò vagare i pallidi occhi azzurri sulle facce dei presenti.
La discussione si stava facendo accalorata. Il più veemente nelle sue argomentazioni era Haze delle Acque Stanche, una specie di elfo dagli occhi accesi che indossava un aderente abito verde ed esibiva una chioma di foglie giallastre in luogo dei capelli. L’ometto si fece avanti gesticolando.
«Che lo vogliate o no, testardi e presuntuosi, l’Azzurro è l’Azzurro!», gridò. «Come ha detto Hache-Moncour, il testo condanna Rhialto, e questo è tutto quello che deve bastarci. Cosa importa se per leggerlo si deve stare a testa in giù, o usare uno specchio?».
Haze balzò in piedi su una poltroncina e continuò a urlare la sua opinione, in tono così agitato che i colleghi cominciarono a temere che nel suo parossismo declamatorio si facesse del male, o che gli scappasse di bocca qualche maledizione così terribile da debilitare tutti quanti. Finalmente Ildefonse invocò l’Incantesimo del Quieto Silenzio e, sebbene Haze non cessasse di parlare, la sua voce si fece quasi inaudibile. Quando anch’egli se ne accorse, tornò a sedersi e rivolse al Maestro un gesto di disgusto.
Il grasso e solitamente torpido Dulce-Lolo, analizzò il singolare rovesciamento della proiezione: «Sospetto che il Giudicatore Sarsem sia diventato malaccorto e sbadato, lasciando che il Perciplex funzionasse al contrario. Quando poi si è accorto della nostra costernazione, ha gettato su di noi uno iato temporale, durante il quale ha rimesso a posto il prisma».
Ildefonse salì sul podio e chiese il silenzio. «Devo farvi un annuncio importante. Il prisma che avete visto questa sera era falso. Una rozza imitazione, un imbroglio. La questione del rovesciamento è irrilevante».
Darvilk il Rabdomante, di solito assai taciturno, mandò un grido d’esasperazione. «Se è così, perché hai fatto tante scene e ci hai portati pomposamente a Punta Eclisse? Perché, se era soltanto per ispezionare ciò che ora chiami un’imitazione?».
Shrue agitò rabbiosamente un dito. «Darvilk ha colpito nel segno, Ildefonse. La tua condotta merita un rimprovero».
Ildefonse aveva sollevato le mani. «Signori, mi sembra che nessuno di voi abbia afferrato il nocciolo della faccenda. Ve lo ripeto ancora: il testo delle Decretazioni, la base stessa della nostra Associazione, è stato rubato! Siamo stati lasciati senza legge, siamo nudi come quell’Uovo ormai senza significato, e ciò è stato fatto da un individuo che ora si trova in mezzo a noi. D’ora in poi non potremo far niente senza aver elaborato una strategia protettiva».
Hache-Moncour si fece avanti con un sorriso cordiale. «Ildefonse, mio caro amico! Ti pare il caso di considerare ciò un cataclisma, una tragedia? La nostra Associazione è fondata sulla lealtà di ogni membro».
Vermoulian il Viaggiatore del Sogno disse: «Prevedo che questo apparente mistero avrà presto una spiegazione semplice. Sarsem può aver rimosso il Perciplex per ripulirlo, lasciando temporaneamente al suo posto un valido simulacro».
«Questa dev’essere senz’altro la verità», approvò Hache-Moncour. «Nel frattempo tale simulacro può essere usato, se c’è bisogno».
«Proprio così», gridò Hurtiancz. «E non dimenticate che, facendo uso di questo Perciplex, per provvisorio che sia, rintuzzeremo la bestiale sete di vendetta di Rhialto e le sue insensate proteste».
Ildefonse batté energicamente il martelletto sul leggio. «Hurtiancz, non tollero osservazioni così fuori luogo. Vi prego di ricordare che Rhialto ha difeso la sua condotta civilmente, negando le accuse con parole se non altro rispettose di questa assemblea».
«Sto solo dando voce ai sentimenti generali», borbottò l’altro.
«I tuoi termini non sono appropriati alla circostanza. Rhialto, voi non avete ancora parlato. Qual è la vostra opinione?».
«Non sono ancora pronto ad esprimerla».
«Shrue, sentiamo la vostra».
«Ho da dire soltanto questo: in assenza delle Decretazioni, ogni atto di carattere legale dev’essere tenuto in sospeso. Suggerisco che lo “status quo” sia considerato definitivo».
«Nahourezzin, voi che ne pensate?».
Nahourezzin, conosciuto nella Vecchia Romarth come “Il Malinconico” aveva l’aria di chi pensa soprattutto a ciò che gli riserverà il futuro. «Se il Perciplex è stato rubato, dobbiamo farne un altro», disse. «Quindi, utilizzando il simulacro come campione, creeremo le Nuove Decretazioni su un cristallo nero, ed il testo diverrà noto come il Codice Rosso».
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