Tim Powers - Mari stregati

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Mari stregati: краткое содержание, описание и аннотация

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Una fantasy orrorifica con i pirati, uno spadaccino voodoo? Chi potrebbe mai mescolare il mondo del pirata Barbanera con la magia nera se non Timothy Powers, il creatore di Le Porte di Anubis, l’autore più originale e geniale prodotto dal mondo fantascientifico e fantastico negli ultimi decenni. Lo scenario di questo eccezionale romanzo è il Mar dei Caraibi del 1718, periodo di grandi cambiamenti per i pirati, un tempo strumento dell’Impero Britannico, libera forza mercenaria che non riveste più nessuno scopo strategico per gli inglesi. È su questo scenario in evoluzione che compare il giovane John Chandagnac, ex burattinaio orfano alla ricerca di vendetta su uno zio malvagio. Ciurme di Zombie, magia nera, riti voodoo, giungle infestate da spettri: fra mille pericoli il protagonista inizierà una sorta di viaggio iniziatico che lo porterà in un luogo ignoto al di là del tempo e dello spazio, in un luogo mitico e terribile dove si cela la vagheggiata fonte della vita eterna. Partito per vendicarsi di un torto subito, Chandagnac andrà incontro al suo destino e troverà a sbarrargli la strada nientemeno che… il pirata Barbanera!

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Hurwood strinse gli occhi contro l’intensa luce del sole che entrava a fiotti attraverso la finestra dell’anticamera mentre restituiva la fiaschetta al suo testimone. «Grazie, Peter,» disse con un largo sorriso. Sbirciò nella fessura fra le due porte che costituivano l’ingresso laterale della chiesa, ma le persone si stavano ancora muovendo incerte lungo le navate e accomodando nei banchi, e l’officiante non era ancora apparso… sebbene ci fosse un chierichetto dall’espressione spaventata su uno degli inginocchiatoi più lontani sull’altare. «Ancora un po’ di tempo,» disse al suo testimone. «Voglio darmi solo un’altra occhiata allo specchio.»

Peter sorrise al nervosismo dello sposo mentre Hurwood raggiungeva ancora una volta lo specchio sistemato su una mensola vicina. «Peccato di vanità,» mormorò Peter.

«Credo che oggi un tocco di vanità possa essere scusato,» replicò Hurwood, rimettendo a posto con dei colpetti i riccioli bruni. Hurwood era uno studioso che conduceva vita ritirata, ma era orgoglioso dei suoi capelli, e, a dispetto della moda, non portava mai la parrucca — in società appariva sempre “coi suoi capelli”, e malgrado gli anni non c’era un’ombra di grigio in essi.

«Non vedo ancora Margaret,» osservò Peter, aprendo appena una delle porte e scrutando verso il fondo della chiesa. «Forse ci ha ripensato.»

La semplice allusione fece gelare lo stomaco di Hurwood. «Per il sangue di Dio, Peter, non ripetere più una cosa simile! Io… impazzirei. Io…»

«Era solo uno scherzo!» lo rassicurò Peter, con un accenno di preoccupazione intuibile dietro il suo tono gioviale. «Rilassati, Ben, è chiaro che verrà. Ecco, prendi un altro sorso di brandy… sei lo sposo più pallido che io abbia mai visto.»

Hurwood prese la fiaschetta che gli veniva offerta e bevve un lungo sorso. «Grazie… ma basta. Non si va ubriachi sull’altare.»

«Posso condurla nella barca?» chiese Peter, tirando in qualche modo una tenda davanti alla finestra cosicché rimasero al buio tranne che per la luce di una lampada che Hurwood non aveva notato. L’aria si fece improvvisamente più fresca, ma odorava di mare, e di acquitrini; di sfuggita a Hurwood venne in mente che avrebbero dovuto arieggiare più di frequente quelle stanze — un secolo di fumo d’incenso, di drappeggi crivellati dalle tignole e di rilegature essiccate di libri di preghiere produceva odori piuttosto sgradevoli.

«Credo sia tu quello che ha bevuto troppo,» scattò Hurwood, stizzito. Non riusciva più a vedere i suoi capelli nello specchio. «Tira via quella dannata tenda.»

«Non è il momento di avere visioni, Mr. Hurwood,» disse qualcuno, presumibilmente Peter. «È il momento di salire sulle barche.»

Hurwood, allarmato, vide che la lampada aveva in qualche modo acceso una fiamma nel vestibolo laterale… no, tre fiamme! «Peter!» gridò. «La chiesa sta bruciando!» Si voltò verso il suo testimone, ma invece della snella ed elegante figura di Peter vide un giovane mostruosamente grasso in abiti grotteschi. «Chi sei?» gli chiese Hurwood, spaventatissimo, perché adesso era certo che fosse accaduto qualcosa alla sua fidanzata. «Margaret sta bene?»

«È morta, Mr. Hurwood,» disse il giovanotto grasso, con impazienza. «È questa la ragione per cui siete qui, ricordate?»

«Morta!» Allora doveva trovarsi in chiesa per un funerale, non per un matrimonio… ma perché la bara era così piccola, una cassa quadrata di legno coi lati lunghi non più di un piede e mezzo? E perché aveva un odore così terroso e cattivo?

Allora si scosse, e i ricordi di quell’ultimo quarto di secolo si abbatterono su di lui come una frana, lasciandolo debole e canuto.

«Sì, morta,» ripeté Leo Friend. «E voi vi comporterete sensatamente per le prossime due ore, anche se dovrò essere io a controllarvi,» aggiunse, disperato, il grassone.

«Calmati, Leo,» disse Hurwood, riuscendo a inserire un briciolo di distaccato divertimento nella sua voce. «Sì, con qualsiasi mezzo conduci… Elizabeth nella barca.»

Hurwood scese fiducioso giù per il pendio, con passo deciso, in direzione del fiume, dove le barche erano state tirate in secco e la cassa di legno presa dalla scialuppa di Barbanera stava per essere aperta — anche se barcollava un poco, poiché a intervalli di pochi secondi gli sembrava di camminare con passo cerimoniosamente lento lungo la navata centrale della chiesa, attraverso chiazze alterne d’ombra e luce obliqua colorata quando superava, una per volta, le alte finestre dai vetri dipinti.

Le elastiche radici di mangrovia, simili a ragni, erano state asportate a colpi di sciabola da un tratto di un centinaio di piedi della riva del fiume, e degli uomini stavano immersi fino al ginocchio nell’acqua nera che scintillava alla luce delle torce, e afferravano gli involti di tela impermeabile lanciati dalla riva, sistemandoli nelle barche. C’era una torcia ardente collocata sulla prua di ognuna delle tre barche, e Hurwood vide che Davies e il cuoco erano già su una di esse, con Davies che la teneva ferma afferrando un troncone di mangrovia che sporgeva per un piede al di fuori dell’acqua.

«…e amarvi e onorarvi, per tutti i giorni della vostra vita, finché morte non vi separi?» chiese l’officiante, sorridendo con gentilezza alla fervente coppia inginocchiata davanti a lui. Con l’angolo dell’occhio Hurwood vide il chierichetto che aveva notato prima, che stava ancora sull’inginocchiatoio e appariva ancora spaventato… no, più perduto che spaventato.

«Sì,» disse Hurwood.

«Come hai detto, capo?» domandò il pirata che aveva appena preso l’ultimo involto di tela impermeabile dalla cassa di legno e lo lanciava agli uomini in acqua.

«Ha detto di sì,» disse ridacchiando l’uomo accanto a lui.

Il primo pirata strizzò l’occhio al compagno. «Pensavo che avesse proprio l’aspetto del tipo che ci sta, ma non ne ero sicuro.»

«Ah. Ah.»

Hurwood si guardò intorno battendo le palpebre, e sorrise loro. «Molto divertente. Prenderò sicuramente per voi gentiluomini un paio di ricordini dalla Fontana.»

Il sogghigno svanì dalle facce degli uomini. «Non volevamo mancare di rispetto, signore,» disse uno di loro di malumore.

«Non lo dimenticherò.» Guardando al di sopra della spalla Hurwood vide Leo Friend che scendeva arrancando giù per il declivio. «Andremo su quella,» disse Hurwood ai pirati intimoriti, indicando una delle barche. «Avvicinatela, per favore, e tenetela ben ferma, perché il mio compagno è pesante.»

Gli uomini eseguirono in silenzio ciò che era stato loro detto, e, ormai impauriti da Hurwood, trascinarono la barca così vicino alla riva che lui fu in grado di salirvi senza bagnarsi gli stivali.

Alcune persone lanciarono del riso a dispetto del desiderio espresso da Hurwood, ma lui sorrise mentre saliva sulla carrozza accanto alla sposa, poiché si sentiva troppo inebriato per notare delle insignificanti seccature.

Stava facendo un largo sorriso. «Grazie!» gridò ai pirati e a Leo Friend, che stavano guardando con la bocca spalancata. «Vi inviteremo tutti a pranzo quando torneremo dal continente!»

Shandy si sporse di lato, lontano dalla torcia della barca, per vedere meglio Hurwood. Il vecchio stava ancora sorridendo e agitando la mano verso la riva, con lo sbalordimento dei pirati e di Friend… e di Beth, che Stede Bonnett stava conducendo, come un sonnambulo, nella barca del. padre. Credo che abbia ragione, dopo tutto, pensò Shandy, nel ritenere che il padre sia pazzo.

Durante l’ultima mezzora la luna era stata alternativamente nascosta e rivelata dalle nuvole che scivolavano rapide sulla sua faccia, e adesso cominciò a cadere una pioggia calda. Le barche erano cariche, e i passeggeri erano tutti più o meno sistemati sulle traversine — Barbanera e il suo equivoco rematore nella prima barca, Hurwood, Friend, Elizabeth e Bonnett sulla seconda, e Shandy e Davies sulla terza. Shandy fu sorpreso di vedere che Woefully Fat non era con loro; il gigantesco bocor sapeva qualcosa, forse, che la gente sulle barche non sapeva?

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