Hal Clement - Luce di stelle

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Chi non ricorda il pianeta Mesklin e i suoi straordinari abitanti, costretti a vivere in condizioni di gravità proibitive per gli esseri umani? Gli eroi meskliniti di Hal Clement tornano in questo romanzo, in sé pefettamente autonomo, che è di fatto il secondo capitolo della saga iniziata con
(
), tenuto a battesimo in Italia proprio sulle pagine di URANIA. Ancora una volta la pazienza, il coraggio e le straordinarie caratteristiche fisiche dei meskliniti permetteranno loro di avere ragione di un mondo in cui la forza di gravità è così schiacciante da rappresentare da sola il più terribile e immediato dei pericoli. Senza contare le numerose incognite di questa nuova e inedita missione nello spazio, scritta da un maestro della tecnologica…

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— Allora esiste la ragionevole possibilità che Barlennan non abbia risposto nulla per evitare educatamente di metterla in imbarazzo. Forse ha pensato bene di glissare su quella che gli è sembrata una pura e semplice svista.

— Debbo ammettere che questo è possibile — rispose Easy suonando dubbiosa suo malgrado. Sapeva bene che la sua risposta non sarebbe stata giudicata altrimenti obbiettiva.

— Allora penso — disse Aucoin lentamente e sovrappensiero — che sia meglio parlare con Barlennan a mia volta. Mi ha detto che nulla è successo sulla Esket dopo l’avvistamento di Cavanaugh, vero?

— Vero. La telecamera sul ponte naturalmente inquadra il buio più completo, ma le altre tre sono perfettamente illuminate e non hanno mostrato alcun movimento tranne quello menzionato.

— Bene. Barlennan parla a sufficienza la nostra lingua, così non avrò bisogno di traduzione.

— Non credo. Barlennan la capirà perfettamente. Questo significa che dovrei uscire?

— Oh no, certamente no. Anzi, le chiedo di restare in modo che possa eventualmente intervenire per evitare malintesi — fece Aucoin, raggiungendo la consolle della colonia e lanciando un’altra occhiata a Easy prima di premere il tasto di chiamata. — Non le importa se mi assicuro dell’opinione di Barlennan sulla faccenda di Kabremm, vero? Il nostro problema principale rimane la Kwembly, ma vorrei appianare anche questa questione. Visto che ormai è successo, non vorrei che Barlennan ricevesse l’impressione che noi operiamo qualche censura nei suoi confronti, per dirla come Ib alla riunione — concluse, lanciando un’occhiata anche a Ib che seguiva in silenzio. Aucoin si girò e premette nuovamente il tasto di chiamata. Sullo schermo comparve direttamente Barlennan, che evidentemente si trovava già nella sala radio della colonia. Una volta assicuratosi che il volto che vedeva sullo schermo appartenesse veramente al comandante mesclinita, Aucoin si identificò e cominciò a parlare.

Easy, Boyd e Ib trovarono che il discorso ripeteva in maniera irritante tutto quanto da loro riferito, ma dovettero ammirare l’abilità con cui Aucoin enfatizzava i propri punti di vista. In breve, cercava di prevenire l’eventuale invio di un ricognitore in soccorso della Kwembly senza far trasparire le sue reali intenzioni. Si trattava di un numero molto difficile di manipolazione del linguaggio, ma Aucoin aveva cominciato a prepararsi fin dal termine della riunione e quindi qualsiasi improvvisazione era esclusa. Poteva passare come una commedia di teatro, si disse più tardi Ib. Parlò anche della presunta identificazione di Kabremm, ma in modo così casuale che Easy si domandò se avesse capito cosa poteva significare un fatto del genere. Evitò di classificare il comportamento di Easy come giusto o sbagliato, ma si comportò in effetti come se la cosa fosse di nessuna importanza.

Peccato, si disse in seguito Easy, che tanta eloquenza venisse sprecata in modo tanto sciocco. Naturalmente Aucoin non sapeva, come tutti loro, che l’identificazione di Kabremm era la preoccupazione principale di Barlennan, che aveva trascorso le ultime due ore cercando disperatamente una via d’uscita. Davanti alla possibilità di un crollo repentino del complesso schema da lui sviluppato e preoccupato per la totale mancanza di qualsiasi alternativa, come comprese solo in quel momento, il comandante mesclinita non poté fare altro che spremersi le meningi in cerca di una soluzione. Nel momento stesso in cui Aucoin aveva chiamato, Barlennan stava discutendo i primi passi di una possibile azione di recupero e si sentiva tanto ansioso di metterla in pratica che non prestò la minima attenzione alle parole accuratamente selezionate del comandante umano. Quando Aucoin smise di parlare, Barlennan era già pronto a rispondere anche se quella risposta aveva molto poco a che fare con quanto era stato detto.

La pausa non significava che Aucoin stesse aspettando una risposta, ma che doveva semplicemente coordinare le idee prima di continuare. Mersereau comunque lo fermò prima che riprendesse.

— Ormai ha aspettato troppo a lungo e Barlennan avrà pensato che il discorso era finito — disse. — Meglio attendere. Probabilmente comincerà a parlare prima che qualsiasi cosa lei voglia aggiungere arrivi a destinazione.

L’amministratore attese ubbidiente: dopotutto, una convenzione andava rispettata. Preparò comunque il suo migliore sarcasmo, pronto a usarlo contro Mersereau se quanto aveva detto non si fosse rivelato realtà. Ma pochi attimi più tardi, la voce del comandante mesclinita risuonò chiara attraverso gli amplificatori: troppo chiara e troppo velocemente, si dissero più tardi Ib e Easy.

— Ho pensato molto da quando la signora Hoffman mi ha detto di Kabremm — disse — e credo che l’unica spiegazione possibile sia di questo tipo: tutti noi ci siamo sempre chiesti se Dhrawn non ospitasse una specie intelligente. Molti vostri scienziati ne erano convinti anche prima dell’inizio del progetto, per via dell’ossigeno contenuto nell’atmosfera del pianeta. Per quel che ne so io, i ricognitori non hanno trovato nulla se non batteri e piante molto semplici, ma la Esket stava esplorando una zona molto lontana di Alfa Inferiore e le condizioni in quell’area sono diverse: siamo certi che la temperatura sia molto più elevata, e non sappiamo quanti altri fattori diversi possano esistere.

“Fino a questo momento l’ipotesi che la scomparsa dell’equipaggio della Esket fosse dovuta all’azione di qualche forma di vita intelligente faceva parte del novero delle possibilità, senza mai acquistare abbastanza peso da distinguersi nettamente. In ogni caso, come subito ci avete fatto notare, l’equipaggio non sarebbe mai riuscito a sopravvivere privo com’era di sistema biorigenerativo e senza di esso nessuno avrebbe potuto coprire la distanza che separa la Esket dal ricognitore di Dondragmer. A questo punto, non risulta più azzardato pensare che la Esket sia stata assalita dai nativi di Dhrawn e che il suo equipaggio sia stato fatto prigioniero. Non ho idea di cosa ci facesse Kabremm nelle vicinanze della Kwembly; forse è scappato, ma potrebbero anche averlo rilasciato apposta per stabilire un contatto. Vi chiedo di riferire questa mia idea a Dondragmer e di chiedergli cosa ne pensa assieme all’ordine di interrogare Kabremm, sempre che si tratti proprio di lui. A proposito, non mi avete detto dove si trova adesso. Si trova ancora con la spedizione di ricerca? Attendo risposta.”

Molti tasselli assunsero la loro posizione nel mosaico mentale di Ib Hoffman. Il suo applauso silenzioso rimase un segreto anche per Easy.

13

Fatti inattendibili

Fantasie convincenti

Barlennan era molto compiaciuto con sé stesso per la capacità di convincimento dimostrata. Non aveva detto una singola bugia; al massimo, poteva venir accusato di fantasia troppo spigliata. Non vi era motivo per cui gli umani dovessero tacere la sua teoria a Dondragmer, a meno che fra di loro non circolassero già dei sospetti, e sapeva di poter contare in pieno sulla capacità del capitano della Kwembly di far sì che la faccenda assumesse un aspetto convincente anche in seguito. Il vero tocco di classe era stato, comunque, azzardare che Kabremm non fosse disponibile al momento per un interrogatorio. Peccato però giocare tanto in anticipo la carta della minaccia dei nativi: il piano prevedeva che fossero gli umani a tirar fuori l’argomento per primi, ma se un piano non poteva venir modificato a seconda delle circostanze non era un buon piano.

Aucoin venne preso totalmente alla sprovvista. Dentro di sé non aveva esitato un secondo a giudicare un clamoroso abbaglio il riconoscimento di Kabremm, dato che da molto tempo la Esket non faceva più parte dei suoi pensieri. Ma Barlennan aveva creduto Easy senza esitazioni e quello era stato un duro colpo per il suo orgoglio. Aucoin sapeva benissimo che Easy era la persona alla stazione che più conosceva i mescliniti, ma non si sarebbe mai aspettato che anche Barlennan ne fosse al corrente. Si rimproverò mentalmente per non aver prestato la necessaria attenzione ai quotidiani contatti tra la stazione spaziale e gli esploratori su Dhrawn, specialmente quando Easy ne era coinvolta. Gli eventi lo stavano scavalcando, un peccato mortale per un amministratore.

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