— Molto, bene, Maestà. La mia analisi della situazione in cui Kolcorron si trova oggi mostra che le difficoltà di reperire brakka e cristalli di energia aumenteranno finché…hmm…solo le misure più rigorose e a lungo termine non eviteranno un disastro nazionale. — La voce di Glo vibrava di fervore.
“È mia ponderata opinione, dal momento che i problemi che ci assillano crescono e si moltiplicano, che dobbiamo espandere di conseguenza le nostre capacità. Se vogliamo mantenere la nostra posizione di preminenza su Mondo dobbiamo volgere gli occhi non verso nazioni insignificanti ai nostri confini, con le loro magre risorse, ma verso il cielo!
“L’intero pianeta di Sopramondo è sospeso sopra di noi, in attesa, come un frutto maturo pronto per essere colto. Dipende solo dalle nostre capacità sviluppare i mezzi per raggiungerlo e per… — Il resto della frase di Glo fu sommerso da una crescente marea di risate.
Toller, il cui sguardo era incollato a quello di Leddravohr, voltò la testa quando sentì grida irose provenire dalla sua destra. Al di là della delegazione medica di Tunsfo, vide il Lord Prelato Balountar ritto in piedi che puntava su Glo il suo dito accusatore, con la piccola bocca distorta e tirata in una smorfia di violenta indignazione.
Borreat Hargeth si sporse dalla fila alle spalle di Toller e strinse la spalla di Lain. — Fai sedere quel vecchio pazzo — sussurrò scandalizzato. — Sapevi che stava per fare una cosa del genere?
— Certamente no! — Il viso sottile di Lain era esterrefatto. — E come posso fermarlo?
— Sarebbe meglio che facessi qualcosa tu prima che facciamo tutti la figura degli idioti.
— … da lungo tempo è risaputo che Mondo e Sopramondo hanno la stessa atmosfera — stava continuando il vecchio pazzo, apparentemente ignaro del trambusto che aveva provocato. — Gli archivi di Greenmount contengono progetti dettagliati per palloni aerostatici ad aria calda in grado di salire verso…
— In nome della Chiesa vi ordino di porre fine a queste bestemmie! — gridò il Lord Prelato Balountar, lasciando il suo posto per marciare su Glo, la testa in avanti che dondolava da una parte e dall’altra come quella di un trampoliere. Toller, agnostico per istinto, dedusse dalla violenza della sua reazione che Balountar doveva essere un rigido Alternazionista. A differenza di molti religiosi di alto grado, che tributavano una devozione formale al loro credo, allo scopo reale di raccogliere laute offerte, Balountar davvero credeva che dopo la morte lo spirito migrasse su Sopramondo, si reincarnasse in un neonato e infine tornasse su Mondo allo stesso modo, in un ciclo di esistenze senza fine.
Glo fece il gesto di allontanare il Lord Prelato. — La maggiore difficoltà è data dalla zona di gravità…hmm…neutrale del punto medio del volo dove, naturalmente, la differenza di densità tra aria fredda e calda non può avere alcun effetto. Questo problema può essere risolto munendo ogni mezzo di tubi reattori che…
Glo fu bruscamente messo a tacere quando Balountar, con le nere vesti che svolazzavano qua e là, superò la distanza che li separava con un balzo improvviso e gli mise con violenza una mano sulla bocca. Toller, che non aveva immaginato che l’ecclesiastico avrebbe usato la forza, schizzò dalla sedia, lo afferrò per i polsi e gli costrinse le braccia lungo i fianchi. Glo si portò le mani alla gola, con lo stomaco in subbuglio. Il Lord Prelato cercò di liberarsi dalla stretta, ma Toller lo sollevò con la stessa facilità con cui avrebbe spostato un fantoccio di paglia e lo buttò a terra qualche passo più in là, accorgendosi solo allora che il Re si era di nuovo alzato in piedi. Le risate nella sala morirono subito, lasciando il posto ad un silenzio teso.
— Tu! — La bocca di Balountar si contraeva spasmodicamente mentre levava lo sguardo su Toller. — Tu mi hai toccato!
— Agivo per difendere il mio maestro — si difese Toller, rendendosi conto che il suo gesto impulsivo era stata un’altra violazione del protocollo. Sentì un suono smorzato come di conati di vomito e voltandosi vide che Glo stava silenziosamente dando di stomaco, con entrambe le mani premute a coppa sulla bocca. Dalle sue dita colava un rivolo di vino nero che gli macchiava la tunica e sgocciolava sul pavimento.
Il Re parlò con voce alta e chiara, e ogni parola era come il colpo di una lama. — Lord Glo, non so cosa trovo più disgustoso, se il contenuto del vostro stomaco o il contenuto della vostra mente. Voi e il vostro gruppo sparirete dalla mia presenza immediatamente, e vi avverto, qui e adesso, che appena questioni più pressanti saranno risolte, penserò a lungo e con impegno al vostro futuro.
Glo si scoprì la bocca e tentò di parlare, mentre i paletti marrone dei suoi denti andavano su e giù, ma non riuscì a produrre altro che gracchianti suoni di gola.
— Toglietemelo dalla vista — disse Prad, spostando i suoi occhi duri sul Lord Prelato. — Quanto a voi, Balountar, sarete punito per esservi permesso un attacco fisico contro uno dei miei ministri, non importa quanto fosse grande la provocazione. Per questa ragione non avrete diritto a nessuna riparazione da parte del giovane che vi ha trattenuto, benché anche lui mi sembri mancare un po’ di autocontrollo. Tornerete al vostro posto e resterete là senza parlare finché il Lord Filosofo e il suo seguito di buffoni non si saranno allontanati. — Il Re si rimise a sedere e guardò fisso davanti a sé, mentre Lain e Hargeth sostenevano Glo e lo conducevano verso l’entrata principale della sala. Toller aggirò Vorndal Sisstt, che si era inginocchiato a pulire il pavimento con l’orlo della sua tunica, e aiutò i due assistenti di Lain a tirare su il cavalletto rovesciato e le tabelle. Mentre si alzava con il cavalletto sotto il braccio gli venne in mente che Leddravohr doveva aver ricevuto un ammonimento insolitamente severo per convincerlo a rimanere così calmo. Lanciò un’occhiata verso il palco e vide che il principe, sprofondato nel suo trono, lo stava fissando con uno sguardo volutamente risoluto. Toller, oppresso dalla vergogna collettiva, distolse immediatamente gli occhi, ma non prima di aver colto sul suo viso un sorriso di soddisfazione.
— Cosa stai aspettando? — borbottò Sisstt. — Porta questa roba fuori da qui prima che il Re decida di farci scorticare. Il cammino per i corridoi e le alte stanze del palazzo sembrò due volte più lungo di prima. Quando Glo si fu ripreso a sufficienza per liberarsi delle mani che lo sorreggevano, Toller capì che la notizia della disgrazia dei filosofi li aveva preceduti come per magia e veniva commentata a bassa voce da ogni gruppo che oltrepassavano. Fin dall’inizio aveva intuito che Lord Glo non sarebbe stato in grado di assolvere alle sue funzioni, ma non aveva previsto che ne sarebbe nato un pasticcio di quella portata. Re Prad era famoso per l’informalità e la tolleranza con cui si occupava degli affari reali, ma Glo era riuscito a trasgredire talmente tante regole che il futuro dell’intero ordine risultava, ora seriamente compromesso. E per di più, il piano ancora in embrione di Toller di entrare un giorno nell’esercito procurandosi il favore di Leddravohr era completamente saltato, dal momento che il principe soldato aveva fama di non dimenticare né di perdonare, mai.
Raggiunto il cortile principale, Glo si liberò finalmente lo stomaco e avanzò con fare disinvolto verso il suo cocchio. Si fermò un attimo, si voltò a guardare il resto del gruppo, e disse: — Bene, non è andata troppo male, no. Credo di poter dire in tutta onestà di aver piantato un seme nella mente del…hmm… Re. Voi cosa ne pensate?
Lain, Hargeth e Duthon si scambiarono sguardi stupefatti, ma Sisstt parlò immediatamente: — Avete assolutamente ragione, mylord.
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