Isaac Asimov - La Fine Dell'Eternita
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Continuarono ad allontanarsi, e si udi la voce di Rice:
«Ma non puoi essere cosi drastico. Il volo spaziale e una preziosa valvola di sicurezza in certe civilta. Prendi la Realta 54 del 290°, che ricordo in maniera completa. In questo caso…»
Le voci tacquero: i due erano usciti. Twissell si strinse nelle spalle, e commento:
«Sennor e davvero un tipo strano. Il suo intelletto e quello di un gigante… domina tutti gli altri, me compreso, di almeno due lunghezze, ma il suo valore e reso pressoche nullo dalla fugacita dei suoi entusiasmi e dall'incostanza dei suoi umori.»
«Credete che abbia ragione, a proposito del volo spaziale?» domando Harlan.
«Ne dubito. Avremmo un'opportunita maggiore per giudicare la sua tesi, se Sennor volesse sottoporre al Consiglio il risultato delle sue ricerche, come ha promesso mentre sapeva che io potevo sentirlo… l'avrai notato anche tu, no? Ma ti posso garantire che non lo fara. Prima di riuscire a terminare la sua tesi, verra preso da un nuovo entusiasmo, e dimentichera completamente quello precedente. Ma non importa…» Batte col taglio della mano sulla sfera, che mando un rimbombo metallico, poi porto la mano alle labbra, per scuotere la cenere dalla solita sigaretta. «Riesci a immaginare che cos'e questa sfera, Tecnico?»
«Mi sembra un cronoscafo gigante, chiuso alla sommita,» disse Harlan.
«Esatto. Hai ragione. Hai centrato la soluzione in pieno. Vieni, entriamo.»
Harlan segui Twissell a bordo della sfera. Era abbastanza grande da poter contenere quattro o cinque uomini, ma era completamente vuota. Il pavimento era liscio e vuoto, la parete curva era interrotta soltanto da due finestrini. Non c'era altro.
«Non ci sono comandi?» domando Harlan.
«Comandi a distanza,» disse Twissell. Passo la mano sulla parete liscia, e disse, «La parete e doppia. L'intero volume dell'intercapedine e occupato da un Campo Temporale autonomo. Questo strumento e un cronoscafo che non deve funzionare necessariamente nelle gabbie, ma che puo oltrepassare il Terminale del Principio dell'Eternita… il Primo Terminale. E stato disegnato e costruito grazie ai preziosi indizi e suggerimenti che abbiamo trovato nel memoriale Mallansohn. Vieni con me.»
La cabina di comando era stata ricavata in un angolo del salone. Harlan vi entro, e studio con aria pensierosa gli strumenti.
Twissell disse:
«Mi senti, ragazzo?»
Harlan trasali, e si guardo intorno. Non si era accorto che Twissell non lo aveva seguito. Si avvicino automaticamente all'ampia finestra di osservazione, e Twissell gli rivolse un cenno.
«Vi sento, signore,» disse Harlan. «Avete bisogno di me fuori?»
«Affatto, figliolo. Sei chiuso dentro.»
Con un balzo, Harlan raggiunse la porta, e senti che una morsa gelida gli afferrava lo stomaco. Twissell aveva ragione; era chiuso dentro. Cosa stava succedendo, in nome del Tempo?
Twissell continuo a parlare.
«Penso che apprenderai con sollievo, ragazzo, che le tue responsabilita sono finite. Ti preoccupavi di quelle responsabilita; hai fatto delle domande acute, in merito; e credo di avere capito il senso delle tue preoccupazioni. Questa non deve essere una responsabilita tua. E mia, soltanto mia. Disgraziatamente, e necessario che tu sia nella sala di comando, poiche il memoriale dice che c'eri tu, e manovravi tu i controlli. Su questo punto, il memoriale Mallansohn e esplicito. Cooper ti vedra dalla finestra di osservazione, e cosi il problema sara risolto.
«Inoltre, ti chiedo di eseguire il contatto finale, secondo le istruzioni che ti forniro. Se pensi che anche questa responsabilita sia troppo grande per te, ti prego di rassicurarti. C'e un altro contatto, parallelo al tuo, con un altro operatore: se per qualunque motivo tu non fossi in grado di eseguire il contatto, interverra l'altro operatore. Inoltre, sto per interrompere il contatto radio dall'interno della sala di comando. Tu potrai sentirci, ma non potrai parlarci. Percio non dovrai temere che qualche involontaria esclamazione da parte tua possa spezzare il circolo.»
Harlan guardo attraverso la finestra di osservazione, raggelato.
Twissell prosegui:
«Cooper arrivera qui tra pochi istanti, e il suo viaggio nel Primitivo iniziera tra meno di due fisioore. E dopo, figliolo, il progetto sara concluso, e tu e io saremo liberi.»
Harlan si sentiva precipitare nei vortici vischiosi di un incubo a occhi aperti. Twissell lo aveva giocato? Tutto cio che aveva fatto aveva semplicemente lo scopo di rinchiudere Harlan nella sala di comando, senza che lui opponesse resistenza? Dopo avere scoperto che Harlan era al corrente della propria importanza, aveva forse improvvisato con astuzia diabolica, tenendolo occupato nella conversazione, drogandolo con parole e parole, guidandolo con mano sicura fino al momento in cui aveva potuto chiuderlo nella sala di comando?
Quella resa cosi sicura e rapida, a proposito di Noys. Non le sara fatto alcun male, aveva detto Twissell. E sana e salva. Andra tutto bene.
Come aveva potuto credere a quelle parole? Se non avessero avuto alcuna intenzione di farle del male, perche la barriera temporale nel 100.000°? Quel fatto, da solo, avrebbe denunciato le intenzioni di Twissell.
Ma lui aveva voluto credere… stupido che era stato!… aveva voluto fidarsi del grande Twissell. In fondo era stata questa la sua colpa. Si era lasciato guidare, nel corso di quelle ultime ore fisiologiche, ciecamente, si era lasciato rinchiudere in una sala di comando, dove non c'era piu bisogno di lui, neppure per inserire l'ultimo contatto.
Con un solo, magistrale colpo, era stata spogliata di tutta la sua importanza. La sua forza era stata genialmente trasformata in debolezza, e ormai Noys era perduta per sempre. Non gli importava sapere quale sarebbe stata la punizione, per lui. Noys era perduta per sempre. Per sempre!
Non aveva pensato mai che il progetto fosse cosi vicino alla fine. Questo, naturalmente, era stato il vero motivo della sua sconfitta.
La voce di Twissell parlo di nuovo, attutita:
«Ora stacchero i contatti radio, figliolo.»
Harlan era solo, impotente, inutile…
Capitolo Tredicesimo: Il Terminale Primo
Brinsley Cooper entro nella sala. Il suo volto magro era rosso per l'eccitazione, che gli dava un aspetto piu giovane, malgrado i folti baffi alla Mallansohn che gli adornavano il labbro superiore.
(Harlan pote vederlo, attraverso la finestra di osservazione, pote ascoltare chiaramente al sua voce, attraverso la radio della sala. Penso, amaramente: Baffi alla Mallansohn! E naturale! Perche non ci avevo pensato? )
Cooper si avvicino a Twissell a grandi passi.
«Non mi hanno fatto entrare fino a questo momento, Calcolatore.»
«Giustissimo,» disse Twissell. «Avevano ricevuto precise istruzioni.»
«E il momento, adesso? Partiro subito?»
«E quasi ora.»
«E potro ritornare presto? Rivedro l'Eternita?» Malgrado il corpo di Cooper fosse rigido, eretto, la sua voce tradiva una lieve incertezza.
(Nella sala di comando, Harlan appoggio le mani contratte sul vetro rinforzato della finestra di osservazione; ah, se avesse potuto romperlo, se avesse potuto uscire, per gridare: «Fermatevi! Accettate le mie condizioni, altrimenti…» Ma era inutile, inutile.)
Cooper si guardo intorno, senza rendersi conto, apparentemente, del fatto che Twissell non aveva risposto alla sua domanda. Il suo sguardo noto Harlan, alla finestra di osservazione della sala di comando.
Agito la mano, visibilmente eccitato.
«Tecnico Harlan! Venite fuori. Voglio stringervi la mano prima di partire.»
Twissell si affretto a intervenire:
«Ora non puo, ragazzo, ora non puo. E ai comandi.»
«Oh?» disse Cooper. «Sapete? Ha una strana faccia. Mi sembra che non stia bene.»
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