Isaac Asimov - La Fine Dell'Eternita

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La sua voce era metallica, cupa. Era in collera, perche la paura non entrava negli occhi di Finge, ma solo la preoccupazione. Il Calcolatore allungo la mano per prendere la camicia, e comincio a indossarla, in silenzio.

Harlan prosegui:

«Sai qual e il privilegio dei Tecnici, Finge? Non lo sei mai stato, quindi non puoi capire. Essere un Tecnico significa che nessuno bada a quello che fai, o a dove vai. Tutti guardano dall'altra parte, quando vedono un Tecnico, e si sforzano tanto per non vederti, che non ti vedono davvero. Io potrei, per esempio, andare nella biblioteca della Sezione, Finge, e prendere qualsiasi oggetto curioso, e il bibliotecario se ne starebbe chino sui suoi registri, e non mi guarderebbe nemmeno. Posso camminare attraverso i corridoi residenziali del 482°, e tutti coloro che mi incontrano si girano dall'altra parte, e se piu tardi qualcuno li interroga, giureranno di non avere visto nessuno. E automatico, Finge. E un condizionamento troppo forte. Cosi, vedi, posso andare dove voglio, fare quello che voglio. Posso entrare nell'appartamento privato del Calcolatore di una Sezione, e costringerlo a dirmi la verita, puntandogli contro un'arma, e nessuno mi puo fermare.»

Finge parlo, per la prima volta:

«Che cosa nascondi li?»

«Un'arma,» disse Harlan, e gliela mostro. «La riconosci?» Aveva una lunga canna, che terminava in una specie di bulbo metallico.

«Se mi uccidi…»

«Non ti uccidero.» disse Harlan. «Durante un nostro recente incontro, tu eri armato di disintegratore. Questo non e un disintegratore. E un'invenzione di una delle passate Realta del 575°. Forse non la conosci. E stata estirpata dalla Realta: troppo orribile. Puo uccidere, ma a bassa frequenza puo attivare i centri dolorifici del sistema nervoso, e puo anche paralizzare. Si chiama, o meglio, era chiamata, frusta neuronica. Funziona perfettamente. Questa e carica. L'ho provata su un dito.» Sollevo la mano sinistra, mostrando al Calcolatore il mignolo rigido e arrossato. «E stata un'esperienza davvero spiacevole.»

Finge era apparso finalmente turbato.

«Che cosa significa tutto questo, in nome del Tempo?»

«C'e una barriera che blocca i cronoscafi al 100.000°. Voglio che la barriera sia rimossa.»

«Una barriera che blocca i cronoscafi?»

«Non fingere di essere sorpreso. Ieri tu hai parlato a Twissell. Oggi c'e la barriera. Voglio sapere che cosa hai detto a Twissell. Voglio sapere che cosa e stato fatto, e che cosa sara fatto. Per il Tempo, Finge, se non parli, usero la frusta neuronica. Se dubiti delle mie intenzioni, mettimi alla prova. Non chiedo altro.»

«Ascolta…» La voce di Finge era esitante, e finalmente l'ombra della paura comincio a insinuarsi sul suo volto, insieme a una strana combinazione di collera e disperazione… «Se vuoi sapere la verita, te la diro subito. Sappiamo tutto di te e Noys.»

Harlan socchiuse gli occhi.

«Che cosa sapete, di me e Noys?»

Finge disse:

«Credevi davvero di potertela sempre cavare impunemente?» Il Calcolatore continuava a tenere lo sguardo fisso sulla frusta neuronica, e la sua fronte scintillava di sudore. «Per il Tempo, con la sovreccitazione che hai mostrato dopo il tuo periodo di Osservazione, con quello che hai fatto durante quel periodo, credi che noi non osservassimo te ? Meriterei di essere radiato dai Calcolatori, se trascurassi qualcosa di tanto evidente. Noi sappiamo che tu hai portato nell'Eternita Noys. L'abbiamo saputo dall'inizio. Volevi la verita: eccola.»

In quel momento, Harlan maledisse la propria stupidita.

«Allora tu lo sapevi? Anche altri lo sapevano?»

«Si. Sapevamo che tu avevi portato la ragazza nei Secoli Nascosti. Ti abbiamo osservato tutte le volte che sei entrato nel 482° per portarle le cose che le servivano… comportandoti come un idiota, violando in maniera disgustosa il tuo Giuramento di Eterno.»

«E allora perche non sono stato fermato?» Harlan si senti avvampare; doveva assaporare fino all'ultima goccia le amarezze dell'umiliazione, dunque!

«Continui a volere la verita?» domando seccamente Finge, e parve acquistare coraggio, mano a mano che Harlan mostrava la propria umiliazione.

«Continua.»

«E allora, lasciami dire che fin dal primo momento ho sempre pensato che tu non fossi un vero Eterno. Forse un geniale Osservatore, certo, e magari anche un Tecnico di talento… ma non un vero Eterno. Quando ti ho fatto venire qui, per questo ultimo lavoro, ho chiesto espressamente il tuo intervento anche per dimostrare che non eri un vero Eterno a Twissell, che per qualche suo oscuro motivo sembra stimarti. Non volevo semplicemente mettere alla prova la societa del 482° nella persona di quella ragazza: stavo mettendo alla prova anche te, e tu hai fallito alla prima prova, esattamente come avevo pensato. E adesso, riponi quell'aggeggio, quella frusta neuronica, ed esci dalle mie stanze.»

«E tu sei venuto nelle mie stanze private, una volta,» disse Harlan, lentamente, lottando per conservare la propria dignita che gli sfuggiva come sabbia tra le dita, sentendo la mente e la volonta intorpidite come il mignolo sul quale aveva sperimentato la frusta neuronica, «Sei venuto per spingermi a fare quello che ho fatto.»

«Si, naturalmente. Se vuoi esprimere esattamente quello che ho fatto, puoi dire che ti ho indotto in tentazione. Ti ho detto la verita letterale… e cioe che tu avresti potuto conservare Noys soltanto nella Realta di quel momento. Tu hai deciso di comportarti non da Eterno, ma da ladro. Esattamente quello che mi aspettavo.»

«E sarei pronto a rifarlo,» disse Harlan, rabbiosamente. «E dal momento che sapete tutto, non ho piu niente da perdere.» Punto con maggiore decisione la frusta neuronica contro il ventre sporgente del Calcolatore, e disse, a denti stretti, «Cosa ne e stato di Noys?»

«Non ne ho idea.»

«Non raccontarmi storie. Cosa e successo a Noys? »

«Ti dico che non lo so.»

Le dita di Harlan si strinsero sull'impugnatura della frusta neuronica; la sua voce risuono bassa e minacciosa.

«Comincero con la gamba. Ti fara male.»

«Per l'amor del Tempo, ascolta! Aspetta!»

«Va bene. Cosa le e successo?»

«No, stammi a sentire. Fino a ora, la tua e stata soltanto un'infrazione disciplinare. La Realta non e stata influenzata. Ho controllato io stesso. Le tue mancanze sono relativamente minori: si risolvono in un comportamento indisciplinato, e nel modo irrispettoso col quale hai invaso i miei quartieri, e nel tono offensivo con cui mi parli. C'e la sovreccitazione del momento, che puo essere considerata una scusante. Ne uscirai solamente con una nota di demerito, e con una degradazione temporanea. Se adesso mi uccidi, pero, o se mi ferisci con l'intenzione di uccidermi, avrai attaccato un tuo superiore. Trattandomi, come adesso, come un tuo pari, manchi solo di rispetto. Se mi attacchi fisicamente, ferendomi o uccidendomi, sarai condannato a morte. A morte, capisci?»

Harlan sorrise, di fronte alla futilita di quella minaccia. Di fronte a tutto cio che era gia accaduto, la morte avrebbe offerto una via d'uscita senza uguali, per la sua semplicita e per la sua irrevocabilita.

Evidentemente, Finge fraintese i motivi di quel breve sorriso, perche si affretto a dire:

«Non credere che la pena di morte non esista, nell'Eternita, solo perche non hai mai assistito a un'esecuzione. Noi lo sappiamo, noi Calcolatori. E c'e di piu; sono gia avvenute delle esecuzioni. E molto semplice: in ogni Realta esiste un certo numero di incidenti mortali nei quali i cadaveri non vengono piu ritrovati. Dei razzi che esplodono in volo, degli aerei che precipitano nell'oceano, o si disintegrano urtando una montagna. Un assassino puo essere costretto a salire a bordo di uno di quegli apparecchi pochi minuti, o pochi secondi, prima che avvenga l'irreparabile. Ti sembra un rischio da correre, questo?»

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