Isaac Asimov - La Fine Dell'Eternita
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Avrebbe dovuto soltanto allungare una mano, per sentire il calore e la dolcezza della sua pelle, ma lui non aveva osato farlo, per timore di destarla dai suoi sogni. Era stato come se lei avesse sognato per entrambi, avesse sognato di se e di Harlan e di quanto era accaduto tra loro, e Harlan aveva avuto il timore che, svegliandola, tutto cio che era accaduto fosse stato cancellato per sempre.
Era stato un pensiero che gli era parso simile a quegli altri, strani pensieri che avevano popolato la sua mente, pochi istanti prima di…
Erano stati davvero dei pensieri strani, nati in lui nel momento che aveva diviso il mondo della ragione, il freddo mondo del Tecnico, da quell'altro mondo di assurda felicita. Aveva cercato di riafferrarli, ma invano. Eppure, d'un tratto gli era parso necessario riafferrarli, necessario come niente altro al mondo, perche, anche se non aveva potuto ricordare tutti i dettagli, era stato sicuro di ricordare che, per la frazione di un istante, lui aveva compreso qualcosa.
Non aveva ricordato con certezza la natura di quel «qualcosa», ma c'era stata l'assoluta certezza, la chiarezza lunare del dormiveglia, quando qualcosa di superiore agli occhi e alla mente dei mortali si destava dall'oscurita dell'inconscio e dava una vista interiore piu acuta e una percezione fatta di purissimo cristallo.
La sua ansia era cresciuta. Perche non aveva potuto ricordare? Perche non era riuscito a ricordare? Quello che aveva compreso in quel momento perduto era stato cosi enorme, cosi importante…
Per un momento, persino la ragazza addormentata al suo fianco era stata meno importante, si era ritirata sullo sfondo dei suoi pensieri.
Aveva cominciato a pensare: «Se riesco a seguire il filo… Stavo pensando alla Realta e all'Eternita… si, e a Mallansohn e al Cucciolo!»
Si era interrotto a quel punto. Perche il Cucciolo? Perche Cooper? Lui non aveva pensato a lui.
Ma se non aveva pensato a lui, per quale motivo il ricordo di Brinsley Sheridan Cooper era entrato nella sua mente in quel preciso momento?
Aveva corrugato la fronte. Qual era stata la verita che aveva collegato tutte queste cose? Che cosa aveva cercato di scoprire? Che cosa lo aveva reso cosi sicuro del fatto che ci fosse stato qualcosa da scoprire?
Harlan si era sentito raggelare, in quell'istante, perche insieme a quelle domande un lontano riverbero di quell'abbagliante luce mentale era sembrato balenare all'orizzonte della sua mente, e lui era stato sul punto di… capire.
Aveva trattenuto il respiro. Aveva deciso di non cercare. Non avrebbe dovuto sforzarsi. La luce avrebbe dovuto giungere da sola.
Da sola.
E nel silenzio di quella notte, una notte gia cosi importante, cosi unica, in tutta la sua vita, nella sua mente era apparsa una spiegazione, un'interpretazione degli eventi che in qualsiasi altro momento piu ragionevole e normale lui non avrebbe neppure preso in considerazione.
Aveva lasciato che quel pensiero germogliasse e fiorisse, come uno strano albero esotico. Aveva lasciato che da quel germoglio nascessero le spiegazioni di cento e cento punti che, altrimenti, sarebbero rimasti… sarebbero rimasti strani e inesplicabili.
E quel fiore era sbocciato dentro di lui.
Quei pensieri avevano trovato una ragione e una spiegazione, anche se prima di quella notte non li avrebbe accettati ne come ragione, ne come spiegazione, di nulla.
Avrebbe dovuto investigare, una volta ritornato nell'Eternita, avrebbe dovuto controllare dei punti, trovare la conferma di altri, ma in cuor suo aveva raggiunto la matematica certezza di essere a conoscenza di un terribile segreto che non avrebbe dovuto conoscere.
Un segreto che abbracciava tutta l'Eternita!
Capitolo Sesto: {rogettista Di Vita
Era passato un mese di tempo fisiologico, da quella notte del 482°, nella quale aveva avuto la rivelazione di molte cose. E ora, facendo un calcolo in tempo normale, lui si trovava a quasi duemila Secoli nel futuro di Noys Lambent, e tentava, un po' con le lusinghe e un po' con il ricatto, di scoprire che cosa le riserbava una nuova Realta.
Era contrario a ogni etica; era quasi un crimine; ma ormai lui aveva cessato di preoccuparsene. Nel fisiomese che era appena trascorso lui era diventato un criminale: questo lo sapeva lui stesso. Era impossibile negare questo fatto. Quest'ultima impresa non avrebbe aggiunto nulla alla sua condizione di criminale; quindi non aveva niente da perdere, e tutto da guadagnare, nella circostanza.
Ora, nel corso delle sue delittuose manovre (non cercava neppure di scegliere un'espressione piu mite) lui si trovava sulla barriera, sulla soglia del 2456°. Entrare nel Tempo era un'operazione assai piu complicata del semplice passaggio dall'Eternita ai cronoscafi e viceversa. Per entrare nel Tempo, dovevano essere prima di tutto fissate, con esattezza assoluta, le coordinate della esatta regione della Terra e dell'esatto momento del Tempo, nell'ambito del Secolo. Tuttavia, malgrado la tensione interiore, Harlan manovrava i controlli con la disinvoltura e la sicurezza dell'uomo dotato di grande esperienza e di ancor piu grande talento.
Harlan si trovo quindi nella sala macchine che aveva visto per la prima volta sullo schermo della sala di visione, nell'Eternita. In quello stesso momento fisiologico, il Sociologo Voy se ne stava tranquillamente seduto davanti allo schermo, in attesa di osservare il Tocco del Tecnico che avrebbe operato il Mutamento.
Harlan non aveva fretta. La sala macchine sarebbe rimasta vuota per i prossimi 156 minuti. Certo, la Carta Spazio-temporale gli concedeva solo 110 minuti, lasciando gli altri 46, come di consuetudine, per il prescritto «margine di sicurezza», che equivaleva al 40% del tempo totale. Il margine esisteva per qualsiasi caso di necessita, ma un Tecnico non ne aveva bisogno. Chiunque consumasse i «margini di sicurezza» non rimaneva Specialista per molto tempo.
Harlan, comunque, non prevedeva di utilizzare che 2 minuti dei 110 a disposizione. Sistemando il suo generatore di campo da polso in modo da essere circondato da un'aura di tempo fisiologico (quello che poteva essere definito un effluvio di Eternita) e, di conseguenza, da trovarsi al riparo da qualsiasi effetto del Mutamento di Realta, egli fece un passo verso la parete, sollevo un piccolo recipiente che stava su uno scaffale, e lo depose sul punto accuratamente scelto sullo scaffale sottostante.
Fatto questo, egli rientro nell'Eternita in un modo che gli parve prosaico come il passaggio da una porta qualsiasi. Se ci fosse stato un Temporale a osservare la scena, avrebbe avuto l'impressione che Harlan fosse semplicemente scomparso nel nulla.
Il piccolo recipiente rimase dove Harlan lo aveva messo. Non ebbe una parte immediata nella storia del mondo. La mano di un uomo, alcune ore piu tardi, si sarebbe allungata per prenderlo, e non l'avrebbe trovato. Sarebbe stata compiuta una ricerca, e il recipiente sarebbe stato trovato con un'altra mezz'ora di ritardo, ma nel frattempo un campo di forza si sarebbe spento, e un uomo avrebbe perduto la calma. Una decisione che nella precedente Realta non era stata presa, ora sarebbe stata presa sulla spinta dell'ira, e non della ragione. Un incontro non avrebbe avuto luogo; un uomo che sarebbe altrimenti morto avrebbe vissuto un anno ancora, in circostanze diverse; un altro che altrimenti avrebbe vissuto sarebbe morto prima.
Le onde si sarebbero allargate, raggiungendo il loro massimo nel 2481°, e cioe venticinque Secoli dopo il Tocco. L'intensita del Mutamento di Realta, dopo quell'epoca, avrebbe cominciato a declinare. I teorici affermavano che in nessun punto dell'infinito futuro il Mutamento avrebbe mai potuto raggiungere l'effetto zero, ma a cinquanta Secoli di distanza dal Tocco il Mutamento sarebbe diventato cosi lieve da richiedere l'uso dei Calcoli piu sottili per individuarlo; e questo, in pratica, equivaleva a ridurre a zero l'effetto. Ed era la pratica che gli Eterni consideravano, non le speculazioni teoriche.
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