Kate Wilhelm - Gli eredi della Terra

Здесь есть возможность читать онлайн «Kate Wilhelm - Gli eredi della Terra» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1978, Издательство: Armenia Editore, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Gli eredi della Terra: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Gli eredi della Terra»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Gli eredi della Terra Vinto il premio Hugo per miglior romanzo in 1977.
Nominato per il premio Nebula per miglior romanzo in 1977.

Gli eredi della Terra — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Gli eredi della Terra», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

— È stato grave? Quando te lo sei preso?

— Diciotto mesi fa, credo. Subito prima che ci costringessero a lasciare il Brasile. Ha completamente spazzato Rio. È lì che ci hanno portato quando ci siamo ammalati. Pochissimi sono sopravvìssuti. Praticamente nessuno degli ultimi casi registrati. È diventato sempre più virulento, col passar del tempo.

David annuì. — Qui è stato lo stesso. Qualcosa come il sessanta per cento di mortalità, fino a raggiungere, negli ultimi tempi, l'ottanta per cento.

Vi fu un lungo silenzio, dopo queste parole, tanto che lui pensò che fosse nuovamente sprofondata nel sonno. La strada era ridotta a due solchi paralleli stretti sempre più d'assedio dal sottobosco. Già l'erba ricopriva quasi del tutto la traccia, fuorché nei punti dove la pioggia aveva dilavato il terriccio, lasciando la roccia nuda. Mike prese ad avanzare a passo e David non gli fece fretta.

— David, quanta gente c'è all'estremità nord della valle?

— Circa centodieci — disse David. E rifletté: due su tre sono morti; ma non lo disse a voce alta.

— E l'ospedale, è stato costruito?

— Sì. Walt lo dirige.

— David, ora che stai guidando e non puoi guardarmi e vedere le mie reazioni o altro, parlami di questo posto. Che cosa è successo, chi è vivo, chi è morto… tutto.

Quando si fermarono a mangiare qualcosa, alcune ore più tardi, Celia disse: — David, vuoi fare l'amore con me, adesso, prima che ricominci a piovere?

Giacquero sotto una distesa di pioppi gialli, le cui foglie frusciavano incessantemente anche se non si avvertiva il minimo alito di vento. Sotto gli alberi sussurranti, le loro voci divennero bisbigli. Lei era così magra e pallida… ma dentro era calda e viva; il suo corpo s'inarcò per incontrare quello di David, e i suoi seni sembrarono protendersi a cercare il tocco delle sue mani, delle sue labbra. Le dita di lei gli affondarono nei capelli, nella schiena, nei fianchi, ora rigide e imperiose, ora rilassate e tremanti, stringendosi a pugno per poi riaprirsi, e tutto con frenesia. Lui sentì le unghie di lei che lo artigliavano alla schiena, ma fu come qualcosa che avvenisse lontano da lui, a una grande distanza. E alla fine tornarono ad esserci soltanto le foglie sussurranti e di tanto in tanto un lungo, singhiozzante sospiro.

— Ti ho amata per più di vent'anni, lo sai? — disse David, dopo un lungo intervallo di silenzio.

Lei rise: — Ti ricordi quando ti ho rotto il braccio?

Più tardi, di nuovo sul carro, la voce di lei gli giunse da dietro le spalle, sommessa, triste: — Siamo finiti, non è vero, David? Tu, io, tutti noi?

Al diavolo Walt, egli pensò, al diavolo le promesse, al diavolo la segretezza. E le riferì tutto sui cloni che si stavano sviluppando sotto la montagna, nel laboratorio, giù nelle profondità della caverna.

CAPITOLO QUINTO

Celia cominciò a lavorare nel laboratorio una settimana dopo il suo arrivo alla fattoria. — È il solo modo, per me, di riuscire a vederti — spiegò, affettuosamente, quando David protestò. — Ho promesso a Walt che avrei lavorato soltanto quattro ore al giorno, all'inizio. Va bene?

La mattina dopo David l'accompagnò per una visita completa alle attrezzature. Il nuovo ingresso della caverna era nascosto nella stanza delle caldaie, nel seminterrato dell'ospedale. La porta d'acciaio era incastonata nella roccia calcarea che circondava l'intera zona. Non appena ebbe attraversato la soglia, l'aria si fece più fredda e David avvolse con un soprabito le spalle di Celia. — Li teniamo qua dentro — spiegò, mentre staccava un secondo soprabito dalla rastrelliera alla parete, — per non suscitare sospetti. Due volte sono capitati qui degli ispettori governativi, e avremmo potuto destare i loro sospetti facendo vedere che c'infilavamo dei soprabiti semplicemente per andare in cantina. Comunque, non torneranno più.

Si addentrarono in un corridoio fiocamente illuminato, dal liscio pavimento, che si prolungava per un centinaio di metri fino a un'altra porta d'acciaio. Questa si apriva su una prima, grande stanza dall'alto soffitto a cupola. Era stata lasciata quasi come l'avevano trovata, con stalattiti e stalagmiti da ogni parte, anche se vi erano adesso molte panche, tavole e tavolini e una cucina perfettamente attrezzata. — La nostra stanza di emergenza, in previsione di piogge radioattive — spiegò David, facendole attraversare in fretta la cavità echeggiante. In fondo si apriva un altro corridoio, più stretto e accidentato del primo, in fondo al quale si apriva la sala degli esperimenti con gli animali.

Una parete era stata scavata per installarvi un computer, il quale sembrava curiosamente fuori posto, così incassato nel travertino rosa pallido. Al centro della stanza c'erano serbatoi, vasche e tubazioni, il tutto in vetro e acciaio inossidabile. Su entrambi i lati c'erano le file con i contenitori degli embrioni degli animali. Celia fissò per parecchi istanti, immobile, la scena, poi si voltò a fissare David, gli occhi sgranati per la sorpresa! — Quanti serbatoi avete?

— Quanti bastano per clonare seicento animali di diverse dimensioni — rispose David. — Ne abbiamo tirati fuori parecchi e li abbiamo trasferiti nell'altro laboratorio: non usiamo tutti quelli che vedi qui. Temiamo che le nostre scorte di sostanze chimiche si esauriscano, e fino a questo momento non abbiamo trovato il modo di produrre qualcosa che possa sostituirle da quello che abbiamo a disposizione qui.

Eddie Beauchamp si avvicinò a loro uscendo dalle file dei contenitori, annotando cifre su un libro mastro. Sorrise a David e a Celia. — Vieni a visitare i bassifondi? — le chiese. Confrontò le proprie cifre con quelle di un quadrante e operò una leggera correzione, poi continuò a muoversi lungo la fila, controllando gli altri quadranti, fermandosi di tanto in tanto per compiere qualche piccola regolazione.

Gli occhi di Celia interrogarono quelli di David, ed egli scosse la testa. Eddie non sapeva quello che stavano facendo nell'altro laboratorio. Passarono davanti ai contenitori, tutti sigillati, fila dopo fila, gli aghi indicatori dei quadranti che di tanto in tanto oscillavano, indicando che c'era qualcosa dentro.

Tornarono nel corridoio. David le fece attraversare un'altra porta, una piccola anticamera, quindi entrarono in un secondo laboratorio, questo chiuso da una serratura di cui lui aveva la chiave. Walt alzò gli occhi quando entrarono, annuì, poi tornò a prestare tutta la sua attenzione al banco al quale stava lavorando. Vlasic non sollevò neppure lo sguardo. Sarah sorrise e passò frettolosamente loro accanto piazzandosi davanti alla consolle di un computer e cominciando a battere sulla tastiera. Un'altra donna, nella grande stanza, non sembrò neppure essersi accorta che qualcuno fosse entrato: era Hilda, la zia di Celia. David rivolse un'occhiata alla ragazza, ma lei stava fissando con gli occhi sgranati i contenitori, che in quella stanza avevano la parete frontale di vetro. Ognuno era pieno di un liquido pallido, di un giallo così evanescente da sembrare quasi del tutto incolore. All'interno di questi contenitori galleggiavano nel liquido degli oggetti simili a piccoli sacchi, delle dimensioni di piccoli pugni. Sottili tubi trasparenti collegavano i piccoli sacchi alla sommità dei serbatoi e di qui si dipartivano altri condotti che giungevano fino a un grande apparato in acciaio inossidabile, irto a sua volta d'indici e quadranti.

Celia s'incamminò lentamente lungo la corsia affiancata dai contenitori, si fermò a metà e restò immobile a lungo. David l'afferrò per un braccio. La ragazza tremava leggermente.

— Ti senti bene?

Celia annuì: — Io… è uno shock vederli. Io… forse non ci credevo del tutto. — Il suo volto era ricoperto da un sottile velo di sudore.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Gli eredi della Terra»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Gli eredi della Terra» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Gli eredi della Terra»

Обсуждение, отзывы о книге «Gli eredi della Terra» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x