Kate Wilhelm - Gli eredi della Terra
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- Название:Gli eredi della Terra
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- Издательство:Armenia Editore
- Жанр:
- Год:1978
- Город:Milano
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Nominato per il premio Nebula per miglior romanzo in 1977.
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Lavorarono dunque indefessamente per tutto l'inverno, uscendo dal laboratorio soltanto per mangiare. Le piogge invernali lasciarono finalmente il posto a quelle primaverili, e l'aria fu impregnata da un'insperata mitezza.
David stava uscendo dalla tavola calda, la mente concentrata sul lavoro che l'aspettava, quando si sentì tirare per il braccio. Era sua madre. Non la vedeva da settimane, e le sarebbe passato accanto con un frettoloso ciao se lei non l'avesse fermato. Sua madre aveva un'aria strana, quasi complice. David distolse lo sguardo da lei, facendolo vagare distrattamente fuori della finestra, aspettando che lei gli lasciasse il braccio.
— Celia sta per tornare a casa — disse sua madre con voce sommessa. — Ha scritto che sta bene.
David si sentì raggelare; continuò a fissare fuori della finestra senza veder nulla. — Dove si trova, adesso? — Ascoltò il frusciare della carta da pochi soldi, e quand'ebbe l'impressione che sua madre esitasse troppo a lungo a rispondergli, si girò di scatto: — Dove si trova?
— Miami — disse infine sua madre, dopo aver dato una scorsa alle due pagine della lettera. — Mi sembra che ci sia il timbro di Miami. La data è il 28 maggio, due settimane fa. Celia non ha ricevuto nessuna delle nostre lettere. — Porse la lettera di Celia a David, gliela schiacciò con un gesto convulso. Le lagrime le traboccarono dagli occhi, ma lei non sembrò curarsene. Si allontanò rapidamente.
David non lesse la lettera finché sua madre non fu uscita dal refettorio. Sono rimasta in Colombia per un po', otto mesi, credo. E sono stata colpita dal germe che nessuno vuole nominare. La scrittura rivelava una mano debole, esitante. Dunque, Celia non stava bene. David si affrettò a cercare Walt.
— Devo andare a prenderla. Non può finire dritta tra le grinfie di quella gente, dai Wiston.
— Sai che non puoi andar via, adesso.
— Non è questione di potere e non potere. Devo farlo.
Walt lo scrutò per un momento, poi scrollò le spalle. — Come conti di andare fin laggiù e tornare? Niente benzina, per te. Sai che dobbiamo risparmiarla tutta per il raccolto.
— Lo so — replicò David, con tono impaziente. — Prenderò Mike e il carro. Con Mike mi butterò sulle strade secondarie. — Sapeva che Walt stava calcolando, come lui stesso del resto aveva fatto, il tempo che tutto ciò gli avrebbe portato via, e sentì i muscoli tenderglisi, le mascelle indurirsi per l'ansia. Ma Walt si limitò semplicemente ad annuire.
— Partirò alle prime luci dell'alba — disse David, e Walt ancora una volta annuì. — Grazie. — L'esclamazione scaturì improvvisa dalle labbra di David. E fu perché lui non si era messo a discutere, perché Walt non gli aveva fatto notare ciò che entrambi già sapevano, che non c'era alcun modo di sapere quanto a lungo lui avrebbe dovuto aspettare l'arrivo di Celia, e che forse lei non sarebbe mai riuscita ad arrivare fino alla fattoria.
A tre miglia dalla fattoria dei Wiston, David staccò il carro e lo nascose nel denso sottobosco. Cancellò le tracce là dove era uscito dalla strada battuta, e poi condusse Mike dentro il bosco. L'aria era calda e minacciosamente gravida di pioggia; alla sua sinistra David sentiva il rombo del Crooked Creek che scorreva furioso, perdendosi in distanza. Il terreno era inzuppato, ed egli s'incamminò cautamente, non volendo sprofondare fino alle ginocchia nel fango traditore delle terre basse. La fattoria dei Wiston era sempre stata incline agli allagamenti; nonno Wiston aveva ostinatamente affermato che ciò arricchiva il terreno, non essendo disposto a maledire la natura per le sue periodiche scorribande. — Dio non ha certo inteso che questo pezzo di terra debba soffrire anno dopo anno, senza sosta — soleva dire. — Viene il momento in cui la terra ha bisogno di riposo, come te e me. Per quest'anno lasceremo che le cose vadano così, spargeremo un po' di trifoglio quando il terreno si asciugherà.
David cominciò a salire, sempre guidando Mike che di tanto in tanto gli rivolgeva un sommesso nitrito. — Solo in cima al colle, ragazzo mio — lo rassicurò David. — Poi potrai riposarti e brucare l'erba del prato, finché lei non sarà arrivata.
Un giorno, nonno Wiston l'aveva condotto fino al colle: David aveva dodici anni. Ricordava quel giorno, caldo e immobile come oggi, pensò, e nonno Wiston era dritto e forte. Sul colle suo nonno si era fermato e aveva accarezzato il tronco massiccio di una quercia. — Quest'albero ha visto gli indiani in questa valle, David, e i primi coloni, e mio nonno, quando arrivò qui. È nostro amico, quest'albero, David. Conosce tutti i segreti della famiglia.
— Il terreno è ancora tuo, quassù, nonno?
— Sì, giusto fino a quest'albero, figliolo. Da qui in poi comincia il territorio della foresta demaniale, ma quest'albero è tutto nostro, mio e tuo. Un giorno, David, salirai fin quassù, appoggerai le mani su quest'albero e anche tu saprai che ti è amico, proprio come è stato amico mio per tutta la mia vita. Che Dio ci aiuti se un giorno qualcuno dovesse colpirlo con l'ascia.
Quel giorno lontano essi erano discesi sull'altro versante del colle, poi erano risaliti su un nuovo pendio, più ripido, fin quando ancora una volta suo nonno si era fermato per qualche momento, con la mano sulla spalla di David: — Ecco com'era questa terra un milione di anni fa.
Improvvisamente, per il ragazzo, il tempo aveva fatto un balzo: un milione di anni, cento milioni di anni, erano un unico, immenso, lontano passato, e David aveva immaginato il passo dei rettili giganteschi, l'alito fetido del tirannosauro…
Era freddo e nebbioso sotto gli alti alberi, e sotto di essi crescevano alberi più piccoli con i rami protesi orizzontalmente, come per afferrare ogni sperduto raggio di luce che fosse riuscito a penetrare sotto la volta verdeggiante. Là dove il sole era riuscito a trovare uno spiraglio, quel giorno, risplendeva morbido e carezzevole, il sole di un'altra, lontana era. Perfino tra le ombre più folte crescevano fitti i cespugli e gli arbusti, e i piedi di ogni tronco e di ogni sasso erano tappezzati di muschi e licheni, anemoni e felci. Le radici affioranti degli alberi, arcuate, erano ricoperte di vivo velluto color smeraldo.
David inciampò, e nel riprendere l'equilibrio finì per appoggiarsi contro la gigantesca quercia che per qualche ragione gli era amica. Premette una guancia contro la ruvida corteccia, per qualche istante, poi si staccò dal tronco, protendendo le braccia, e guardò in alto, attraverso i rami lussureggianti, ma non riuscì a intravvedere neppure un frammento di cielo. Quando avesse cominciato a piovere, l'albero lo avrebbe protetto dalla furia scatenata della tempesta; ma gli sarebbe comunque servito un riparo dai rivoli sottili che, scivolando di foglia in foglia, avrebbero finito per sgocciolare lentamente sul terreno poroso.
Prima di cominciare a fabbricarsi una sorta di tettoia, David scrutò la fattoria lontana col binocolo. Dietro l'edificio scorse cinque persone che lavoravano nell'orto; a quella distanza non riuscì a capire se fossero maschi o femmine. Capelli lunghi, jeans, erano tutti magri, e scalzi. Ma non aveva importanza. Vide comunque che l'orto non produceva ancora niente, le piante erano rade, e stente. Esaminò poi il campo a est della fattoria: si rese conto che aveva un aspetto insolito, ma non capì, sulle prime, in che cosa fosse cambiato. Poi si rese conto che vi stava crescendo il mais. Nonno Wiston su quel campo aveva alternato frumento, erba medica e soia, non vi aveva mai seminato il mais. I campi più bassi erano allagati, e il campo a nord era completamente invaso dalla gramigna e da altre erbacce. David spostò lentamente il binocolo così da inquadrare la fattoria. In tutto riuscì a contare diciassette persone. Nessun segno di Celia, né di qualche veicolo che avesse percorso di recente la strada, anch'essa completamente ricoperta di erbacce. Non c'era dubbio che la gente, là sotto, fosse felice che la strada finisse per cancellarsi completamente fra le erbacce.
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