Regis sfiorò il braccio di Callina.
«Non aspettare troppo tempo», le disse, e si ritirò.
Temevo che anche Callina si ritirasse, ma lei rimase in contatto con me, e questo mi fu di grande conforto. Mi tenne per mano, e mi accarezzò con i suoi pensieri. Io sentii di nuovo una dolcezza che mi parve stranamente familiare, e, nei miei pensieri, Diana e Callina cominciarono a confondersi, come le sfaccettature di una sola gemma.
Non so quanto sia durato quel periodo di riposo, ma all'improvviso, con un forte urto, sentimmo Regis nella nostra mente, e comprendemmo che aveva estratto la Spada dal fodero.
Un istante dopo, lo spazio parve allungarsi e restringersi bruscamente, e ci trovammo nel grande cortile del Castello dei Comyn. Davanti a noi c'era Regis che impugnava la Spada di Aldones, azzurra e scintillante di luce dalla punta all'elsa. Io trattenni il respiro e Callina emise un grido, prese la mia mano e la appoggiò su quella di Regis. Quando le nostre mani si toccarono, tornammo a essere un'unità.
Con i miei sensi resi molto più acuti dalla Spada, vidi in fondo al cortile una nebbia scura che pulsava come una fiamma. Il fuoco di Sharra! E sentii, più che vederla, la seconda triade.
Kadarin, Thyra e Dyan Ardais.
Nel vederli, impazzii per la collera. Per un attimo tornai a essere una sola persona e balzai contro Dyan, spezzando il collegamento. Ma, quando lo toccai, un'esplosione di fiamma azzurra ci separò, e Regis si trovò ad affrontare Kadarin, il quale impugnava la spada di Sharra.
Questa volta, le due spade non caddero a terra. Dalla Spada di Aldones uscì una nebbia luminosa che avvolse Regis in un alone color dell'arcobaleno, Callina in una luce dorata, e me in una luce bianca. Il chiarore sfiorò l'alone scuro di Sharra. E al centro di quell'alone nero, le sagome di Kadarin, Dyan e Thyra presero a pulsare come se fossero il cuore dell'entità che avevano evocato.
Poi, nell'oscurità presero a guizzare lampi di luce, e l'alone di luce venne attraversato da lampi neri, quando le spade si incrociarono. Non erano Regis e Kadarin a lottare con due spade simili, e non era neppure la lotta di una matrice contro l'altra, o di tre menti contro altre tre menti. No, dietro quelle spade c'erano due entità vive e tangibili, senzienti, che si affrontavano. Regis e Kadarin erano soltanto i poli del loro potere. Le forze reali non si affrontavano in questo mondo, perché erano così grandi da non poter essere contenute sul pianeta.
Ma anche la loro proiezione nella nostra realtà era pericolosa. Kadarin portò la mano alla cintura e, con un gesto troppo rapido perché il giovane Hastur potesse pararlo, piantò il coltello nel petto di Regis. Io, che in quel momento ero in lui, non capii se avesse colpito l'Hastur o me. Sentii solo il mortale dolore nel petto, sentii che la Spada gli cadeva di mano. Regis scivolò a terra, ma era ancora collegato con noi: mentre Kadarin si raddrizzava, io afferrai la Spada di Aldones e, usandola come una semplice lama, gliela piantai nel cuore. Kadarin cadde senza un grido. La spada di Sharra cadde a terra. Io estrassi dal suo corpo la Spada di Aldones. La lotta era finita.
La nebbia luminosa tornò a raccogliersi attorno a noi, la nebbia nera cominciò a svanire, adesso che il collegamento era interrotto. Poi, all'improvviso, io trasalii, perché Regis si stava rialzando. Mi tolse di mano la Spada di Aldones. Aveva una macchia rossa sul petto, ma non sembrava ferito. Il nostro collegamento si formò di nuovo. Accanto a me, Callina fissava Thyra con strana, terribile concentrazione, e anche Thyra era immobile, attenta. Nessuno di noi aveva pronunciato una sola parola da quando eravamo arrivati.
Poi, da una porta, uscì all'improvviso una giovane donna, che corse follemente, come se fosse sotto il dominio di un'altra volontà, verso Dyan.
Kathie!
Si fermò accanto a Dyan, terrorizzata, ma lui la prese per la vita e raccolse la spada di Sharra. Kathie urlò. In precedenza era protetta, ma da quando avevo tolto il mio blocco, nella Caverna Sacra, era stata sottoposta alle interferenze mentali darkovane. Era il duplicato di Linnell, e aveva i suoi stessi poteri mentali.
Dyan la costrinse a entrare nella triade di Sharra. Kathie, Dyan e Thyra parvero quasi fondersi tra loro.
La Spada di Aldones prese a vibrare come se fosse viva. Poi Callina, con tutta la sua forza, cercò di staccare Thyra dalla triade di Sharra. Era solo un contatto telepatico, non la nostra fusione delle menti, ma vidi quella specie di fulmine colpire Dyan, e nello stesso tempo sentii il grido mentale di Callina.
Adesso, Lew!
C'era solo una minima possibilità di riuscita, ma proiettai la mia mente verso Thyra, in modo da separarla da Dyan. Kadarin era stato per così tanto tempo sotto l'influsso di Sharra che non poteva più staccarsi da essa. Per quanto avesse odiato Dyan, era stato costretto ad aiutarlo. Ma Thyra, forse, poteva essere ancora raggiunta. Freneticamente, le trasmisi un solo pensiero.
Marja! Marja è morta! Dyan l'ha uccisa!
Thyra si mosse con la rapidità di un serpente. Strappò la spada di Sharra dalla mano di Dyan, e con tutta la forza della sua mente si rivoltò contro di lui. E anch'io, che un tempo ero stato collegato con Sharra, approfittai di quel ponte mentale per colpire Dyan con la Dote degli Alton.
In un attimo, Dyan scivolò a terra e la sua mente si spense. Era morto.
La nebbia scura continuò a pulsare come un cuore. E mi accorsi che cercava di attirarmi dentro di sé! Per un momento, Regis e Kathie vennero esclusi dal contatto e si formò una nuova triade: Thyra con la matrice di Sharra, Callina con quella di Aldones e io come polo di potere, preso tra loro in quel terribile scontro.
Ma il legame mentale tra me, Callina e Regis era più forte del potere di Sharra; il mio collegamento con Sharra si spezzò, e io mi liberai di essa. Mi avvicinai a Callina e formammo di nuovo la triade pura, quella che avevo spezzato quando ero corso verso Dyan: la mano di Callina come isolante tra quella di Regis, che teneva la spada, e la mia, e la sua mente come protezione reciproca. Se Regis e io fossimo entrati in contatto mentale diretto, o se ci fossimo toccati fisicamente, il potere della Spada ci avrebbe inceneriti.
La nebbia nera si raccolse su se stessa per un nuovo attacco, e indugiò sulle forme dei due uomini stesi a terra e su Thyra.
E Kadarin si alzò!
Era morto. Eppure, con i movimenti scattanti di una marionetta comandata dai fili, si alzò in piedi. Spinte dalla nebbia scura, tre mani si strinsero sull'impugnatura della spada di Sharra. La nebbia si illuminò e nel suo interno comparve una faccia. La faccia che avevo visto la notte della Festa, quando i Comyn erano stati colpiti dal terrore e Linnell era morta.
Ma adesso sapevo chi fosse.
Molto prima di Ashara, un'altra Guardiana — una Hastur, con la sua Dote nel corpo e nel cervello: la matrice vivente — aveva usato i suoi poteri per costituire una matrice che duplicasse il potere della Spada di Aldones. Ma due matrici identiche non possono esistere nello stesso universo, e Sharra, Guardiana degli Hastur, era finita all'esterno del nostro mondo.
Però, la matrice — non la matrice vivente del suo cervello, ma quella della spada di Sharra — era rimasta nel nostro mondo e le permetteva di entrare in contatto con esso, quando veniva evocata da telepatici dotati degli opportuni talismani. Benché nell'altro universo avesse cambiato la sua natura, possedeva ancora i suoi poteri, e venne chiamata dea, o demonio.
Ma Sharra era stata incatenata dal Figlio di Hastur, diceva la leggenda che Ashara mi aveva ricordato. E adesso un altro Figlio di Hastur, rafforzato dall'unione di tre menti dei Comyn, impugnava la matrice di Aldones e la ricacciava indietro.
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