— Davvero? — disse Odeen, tentando di non sembrare troppo inorgoglito.
— D’altra parte potrei sbagliarmi — e Lpsten parve divertito all’improvviso calo dello scintillio di Odeen — ma non è questo che importa. Il punto importante è che tu, come Tritt, ricavi dalla fusione qualcosa di più della fusione stessa.
— Questo è più che certo.
— E che cosa ricava Dua dalla fusione, a parte la fusione?
Ci fu una lunga pausa. — Non lo so — disse Odeen, alla fine.
— Non glielo hai mai chiesto?
— Mai.
— Ma allora — riprese a dire Losten — se tutto quello che lei ricava dalla fusione è la fusione, e se tu e Tritt ne ricavate la fusione più qualcos’altro, per quale motivo lei dovrebbe essere desiderosa di fondersi più di voi due?
— Non mi pare che le altre Emotive abbiano bisogno… — cominciò a dire Odeen, in tono difensivo.
— Le altre Emotive non sono come Dua. Questo me lo hai detto abbastanza spesso e, ritengo, con una certa soddisfazione.
Odeen si sentì colmo di vergogna. — Avevo pensato che ci fosse qualcos’altro.
— Che cosa?
— È difficile da spiegare. Nella triade noi tre ci conosciamo bene, reciprocamente; ci sentiamo anche. In un certo senso è come se noi tre fossimo le tre parti di una sola persona. Una persona vaga, che va e viene. E quasi sempre a un livello non cosciente. Se ci pensiamo sopra con troppa concentrazione, la perdiamo, perciò non possiamo mai averne una visione reale. Noi… — Odeen s’interruppe, come per disperazione. — È difficile spiegare la triade a chi…
— Comunque sto tentando di capire. Tu ritieni di aver conosciuto o capito o sentito, nella parte della mente più profonda di Dua, qualcosa che lei ha sempre cercato di mantenere nascosto. Non è così?
— Non so. È un’impressione molto vaga, percepita appena con la coda della mia mente e solo di quando in quando.
— Allora?
— Ecco, qualche volta penso che Dua non voglia avere la nostra piccola Emotiva.
Losten lo guardò molto serio. — Fino a questo momento avete soltanto due bambini, mi pare. Il piccolo sinistride e il piccolo destride.
— Sì, solo due. L’Emotiva è difficile da iniziare, lo sapete.
— Lo so.
— E Dua non vuole assorbire l’energia necessaria. O quanto meno provarci. Ha sempre una quantità di scuse pronte, ma io non credo in nessuna. A me sembra che, per qualche suo motivo, semplicemente lei non voglia l’Emotiva. Per quanto mi riguarda… se davvero Dua non volesse il terzo bambino per un po’, ecco, io l’accontenterei. Ma Tritt è un Paterno e vuole l’Emotiva. Deve averla. E io non me la sento di deludere Tritt, nemmeno per Dua.
— Se Dua avesse un motivo razionale per non voler iniziare un’Emotiva, per te farebbe qualche differenza?
— Per me, certo. Ma non per Tritt. Lui non capisce certe cose.
— Ma tu ti daresti da fare per farlo pazientare?
— Sì, lo farei. Per tutto il tempo che mi fosse possibile.
Losten disse allora: — Ti è mai venuto in mente che è molto difficile che un Morbido… — Esitò, come se cercasse la parola adatta, poi usò l’abituale modo di dire dei Morbidi: — …trapassi prima che i bambini siano nati? Tutti e tre, cioè, con la piccola Emotiva per ultima?
— Sì, lo so. — Odeen si chiese come mai Losten lo ritenesse ignaro di una nozione tanto elementare.
— Allora la nascita di una piccola Emotiva equivale all’arrivo del giorno del trapasso.
— Di solito non succede finché l’Emotiva non è abbastanza grande da…
— Ma il giorno del trapasso è comunque in arrivo. Non può essere che Dua non voglia trapassare?
— Non è possibile, Losten! Quando viene il giorno di trapassare è come quando viene il giorno di fondersi. Come si fa a non volerlo? (I Duri non si fondevano: forse non erano in grado di capirlo.)
— Supponi semplicemente che Dua non voglia trapassare mai. Cosa ne diresti?
— Be’, che noi dobbiamo trapassare lo stesso, alla fine. Se Dua vuole solo ritardare l’arrivo dell’ultimo bambino, posso dargliela vinta e magari convincere anche Tritt… forse. Ma se non vuole averlo mai, ecco, questo non si può fare, semplicemente.
— Perché?
Odeen rimase un attimo a riflettere. — Non lo so, Losten maestro, ma so che dobbiamo trapassare. A ogni ciclo che passa lo so e lo sento meglio e con più forza, e talvolta penso quasi di capirne il perché.
— Io talvolta penso che tu sia un filosofo, Odeen — disse Losten, asciutto. — Ma riflettiamo. Dopo che il vostro terzo bambino sarà arrivato e sarà cresciuto, Tritt avrà avuto tutti e tre i suoi bambini e potrà attendere con serenità di trapassare, soddisfatto di avere pienamente vissuto. Anche tu avrai avuto la soddisfazione di avere molto imparato e anche tu, perciò, trapasserai dopo aver pienamente vissuto. Ma Dua?
— Non so — rispose Odeen, infelice. — Le altre Emotive non fanno altro che riunirsi in gruppo e sembrano ricavare molto piacere dal chiacchierare tra loro. Dua, però, non lo fa mai.
— Be’, lei è fuori del comune. Non c’è nient’altro che le piaccia fare?
— Le piace ascoltarmi quando parlo del mio lavoro — borbottò Odeen.
Losten disse: — Non devi vergognartene, Odeen. Tutti i Razionali parlano del loro lavoro ai loro congiunti, destroide e mediana. Dite tutti che non è vero, invece lo fate.
Odeen replicò: — Ma Dua ascolta , Losten maestro.
— Ne sono certo. E non come fanno le altre Emotive. E non ti sembra che lei capisca anche meglio dopo una fusione?
— Sì, me ne sono accorto. Non vi ho prestato molta attenzione, ma…
— Perché sei convinto che le Emotive non siano realmente in grado di capire le cose dei Razionali. Ma pare che in Dua ci sia una parte considerevole di Razionale.
(Odeen guardò Losten con improvvisa costernazione. Una volta Dua gli aveva detto della sua infanzia infelice. Soltanto una volta. E delle prese in giro delle altre Emotive, e dell’orribile nome che le davano: Emo-Sinistride. Che Losten ne avesse sentito parlare? Ma come?… No, Losten lo stava solo guardando, calmo.)
Disse: — Qualche volta l’ho pensato anch’io. — Poi proruppe: — E sono fiero di lei proprio per questo!
— Non c’è niente di male — commentò Losten. — Perché non lo dici anche a lei? E, se le piace indulgere alla sua parte di Razionalità, perché non permetterglielo? Insegnale quello che conosci meglio. Rispondi alle sue domande. Oppure sarebbe un disonore per la vostra triade fare una cosa del genere?
— Non me ne importa niente del disonore… E poi perché dovrebbe? Tritt penserà che è una pura perdita di tempo, ma so come trattarlo.
— Spiegagli che, se Dua otterrà di più dalla vita e ne ricaverà un senso di soddisfazione più completo, potrebbe superare la paura di trapassare ed essere più disposta ad avere la piccola Emotiva.
Per Odeen fu come se gli avessero tolto di dosso il tremendo peso di un disastro incombente. Si affrettò a dire: — Avete ragione. Sento che avete ragione. Losten maestro, voi capite tantissimo. Con voi alla guida dei Duri, come potremmo fallire nella prosecuzione del progetto relativo all’altro universo?
— Con me alla guida? — Losten era divertito. — Dimentichi che ora è Estwald che ci guida. È lui il vero protagonista del progetto. Senza di lui non saremmo approdati a niente.
— Ah, sì — mormorò Odeen, un po’ deluso. Non aveva ancora mai visto Estwald. A dir la verità, non sapeva di nessun Morbido che l’avesse effettivamente conosciuto, anche se ogni tanto qualcuno affermava di averlo intravisto in distanza. Estwald era un nuovo Duro; nuovo quanto meno nel senso che, da giovane, Odeen non aveva mai sentito parlare di lui. Il che poteva solo significare che Estwald era un Duro giovane, che era stato un bambino Duro quando Odeen era stato un bambino Morbido.
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