Proseguirono in silenzio per un certo tempo. E, man mano che i suoi passi lo conducevano sempre più lontano dal dominio dei Veggenti, l’idea che forse non avrebbe risentito mai più Della, riempì Jared di novella disperazione. Era convinto, adesso, che si sarebbe stabilito volentieri con lei in un piccolo mondo isolato e che non avrebbe fatto la minima differenza che la ragazza gli fosse superiore o no, fintanto che fossero rimasti assieme.
Ma ora lei non c’era più e un’altra parte del suo universo, forse la più vitale ed importante, gli era crollata alle spalle. Si maledi’ per non aver saputo riconoscere in tempo ciò che Della significava per lui, per il suo distoìrto senso dei valori che l’aveva spinto a dare maggiore importanza ad un’insana ricerca della Luce e del Buio. Ritrovare Della — si giurò — sarebbe stato d’ora innanzi il suo unico scopo, anche se, per raggiungerlo, avesse dovuto arrivare sino agli Abissi Termonucleari della Radiazione. E se non fosse riuscito a strapparla alle grinfie dei mostri, allora la Radiazione sarebbe stata la sua giusta punizione.
Oltrepassarono un piccolo crepaccio e il capo dei Veggenti gli si affiancò. — Della diceva che stavi cercando la Luce e il Buio.
— Scordatene — ribatté secco Jared, deciso a dimenticarsene totalmente anche lui.
— Ma la cosa mi interessa molto! Se tu fossi stato un Veggente, avrei fatto una lunga chiacchierata con te.
Un po’ incuriosito, Jared domandò: — E su quale argomento?
— Non credo neanch’io molto alle leggende. Ho sempre ritenuto che la Grande Luce Onnipotente fosse una glorificazione non necessaria di qualcosa di molto comune.
— Davvero?
— Ho persino deciso che cos’è veramente la Luce.
Jared si fermò. — E che cos’è?
— Calore.
— Come fai a dirlo?
— C’è calore tutt’intorno a noi, vero? Il «freddo» è soltanto una quantità minore di calore. Più una cosa è calda, e più impressioni manda agli occhi di un Veggente.
Jared annuì, pensoso. — E vi permette di conoscere tutti gli oggetti senza sentirli, o toccarli, o fiutarli.
Mogan scrollò le spalle. — Che è proprio ciò che, secondo la leggenda, fa la Luce.
C’era qualcosa di inconsistente in quella spiegazione, ma Jared non riuscì a individuarlo. Forse si trattava soltanto della sua riluttanza ad ammettere che la Luce potesse essere una cosa tanto prosaica come il calore. Riprese la marcia, camminando più svelto non appena sentì una galleria più ampia davanti a loro.
Nello stesso momento, Mogan disse: — Percepisco un altro corridoio laggiù, uno grande.
Jared trotterellò in avanti, battendo rapidamente gli scandagli per adattare gli echi alla sua maggiore velocità. Ma si fermò di scatto, quando arrivò all’incrocio con il tunnel più vasto.
— Che c’è che non va? — Mogan gli si bloccò a fianco.
— Questo luogo è pieno del lezzo dei mostri! — Jared dilatò le narici, respirando profondamente. — E non è tutto. C’è anche l’odore di gente del Livello Superiore e di quello Inferiore… quasi altrettanto forte.
Dagli echi prodotti dalle sue pietre ricevette un’impressione del capo dei Veggenti che si passava una mano sugli occhi.
— Questo corridoio è infernale per gli occhi! — esclamò Mogan. — È troppo caldo. È difficile percepire distintamente le cose.
Anche Jared si era accorto del calore. Tuttavia c’era un’altra considerazione che lo preoccupava. C’era qualcosa di familiare in quel punto della galleria; aveva già sentito le formazioni di quegli ammassi di pietre. Poi, di colpo, ricordò. Certo!… Si trovavano appena aldilà della Barriera che divideva i Livelli dal Mondo Originario! Fece risuonare di nuovo i suoi scandagli e riuscì a distinguere la lastra di pietra, dietro cui lui ed Owen si erano nascosti quando si erano imbattuti per la prima volta in un mostro. Dietro la curva alla sua destra ci sarebbe stata l’entrata al Mondo Originario e, aldilà, la Barriera e i due Livelli.
— Da che parte dobbiamo andare? — domandò Mogan.
— A sinistra — suggerì impulsivamente Jared, dirigendosi in quella direzione.
Dopo alcuni passi, disse: — Così tu pensi che il calore sia la Luce.
— Sì.
— E il Buio?
— Semplice. Il Buio è il freddo.
Ora Jared aveva scoperto dov’era la contraddizione. — Ti sbagli. Soltanto i Veggenti possono avvertire il calore ed il freddo da lontano. Citami anche un’unica leggenda che dica che la Luce è proprietà esclusiva dei Veggenti. Tutte le credenze popolari affermano che tutti si riuniranno con la Luce.
— Ho ragionato anche su quello. Si tratta semplicemente di questo: i Veggenti sono il primo passo verso la Riconciliazione generale.
Jared stava per ribattere anche a quell’assunzione. Ma avevano appena oltrepassato una curva del passaggio e pensò che fosse il caso di fermarsi un attimo a riflettere. Sulla cresta degli echi dei suoi scandagli gli arrivarono i dettagli di un’altra curva proprio davanti a loro. E fu investito da un’onda tremenda di suono silente, che straripava da dietro quella curva. Era come se un migliaio dei mostri umanoidi stesse marciando verso di lui, e tutti gli proiettassero contro le loro urla mute.
— Non riesco a percepire un accidenti! — si lamentò Mogan, disperato.
Jared ascoltò attentamente, ma non riuscì a sentire nessun rumore udibile di mostri aldilà della curva. Con cautela, avanzò poco a poco, deciso, questa volta, a tenere gli occhi aperti. Il volto gli si contrasse in una smorfia di protesta contro la sua volontà, e i muscoli si tesero mentre tentavano senza successo di chiudere le palpebre che controllavano. Strizzando gli occhi e tremando, il giovane proseguì, dimenticando di usare gli scandagli.
Mogan lo seguiva, tenendosi però a considerevole distanza ed emettendo di tanto in tanto imprecazioni di rabbia e di paura.
Jared raggiunse infine la curva e vi girò attorno a passo svelto, temendo che, se avesse esitato, si sarebbe voltato e sarebbe scappato. Adesso il silenzio magico e terribile gli fluiva negli occhi con la forza di un centinaio di sorgenti calde e non riusciva più a tenerli aperti… Mentre le lacrime gli rigavano le guance, avanzò inciampando, affidandosi di nuovo agli echi prodotti dalle sue pietre.
I suoi passi, tuttavia, affondavano nel terrore. Infatti, nessun’eco prodotta dai suoi «click» ritornava da quanto gli stava davanti… assolutamente nulla! Ma ciò era impossibile! Nessuno aveva mai sentito un suono che non si riflettesse da tutte le direzioni. Ciononostante, qui c’era un’enorme, incredibile breccia nello schema sonoro!
La sua paura divenne infine una barriera invalicabile, e lui non riuscì più ad andare avanti. Rimanendo immobile come se fosse stato piantato là alla maniera di un albero di manna, si mise ad urlare.
Non ci fu nessuna riflessione sonora della sua voce né dal davanti, né da sopra, né dai lati! Dalle spalle invece, l’eco gli riportò la presenza di un grande muro di roccia che torreggiava altissimo, molte volte più alto perfino della volta del Mondo dei Veggenti. E in quel muro captò l’eco attutita e cava del corridoio da cui era appena uscito.
La soluzione lo investì con la violenza di un masso crollatogli addosso: Si trovava nell’infinito! E non era un interminabile canale di roccia ciò che lo circondava, ma una distesa sconfinata di… aria !
Atterrito, indietreggiò verso la galleria. Infatti, tutte le leggende affermavano che esistevano soltanto due infiniti: il Paradiso e la Radiazione.
Indietreggiò ancora di un passo e si scontrò con Mogan.
Il capo dei Veggenti esclamò: — Non riesco neppure a tenere gli occhi aperti! Dove siamo?
— Io… — Jared balbettò incoerentemente. — Credo che siamo nella Radiazione.
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