Isaac Asimov - Il sole nudo

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Il Sole Nudo Ancora una volta un caso da risolvere.
Ancora una volta Uomo e Robot assieme.
Naturalmente, ancora una volta Baley e Olivaw.
E ricomincia il sottile duello tra uomo e robot, tra istinto e ragione. Un argomento che molti tratterebbero con superficiale banalità , ma che nella penna di Asimov raggiunge livelli di incredibile meraviglia.
Sarà  l’uomo a piegarsi alla razionalità  del robot, oppure R. Daneel Olivaw comprenderà  i meccanismi illogici del cervello umano?
Ancora una meravigliosa avventura che lascerà  il lettore estasiato.
La coppia più riuscita di tutta la letteratura di fantascienza.
Ancora una perla del geniale
Isaac Asimov.
Un romanzo degno del precedente (
) e un preludio eccellente al meraviglioso seguito:
.

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Cominciò a sorseggiare lentamente, gli occhi fissi su Baley.

Baley si strofinò pensierosamente una guancia con le nocche. «Ora se questo…»

Non finì, ma si piegò sulla sedia e quasi si lanciò verso l'altro, prima di ricordare che si trovava di fronte a un'immagine.

Perché Gruer, fissando selvaggiamente il suo drink, si era afferrato la gola, sussurrando rauco: «Brucia… Brucia…».

Il bicchiere gli cadde di mano, mentre il contenuto ne traboccava fuori. E insieme cadde anche Gruer, la faccia distorta per il dolore.

7. Un dottore viene strapazzato

In piedi sulla porta c'era Daneel. «Che cosa è successo, collega Eli…»

Ma non c'era bisogno di spiegazioni. La voce di Daneel si cambiò in un grido stentoreo: «Robot di Hannis Gruer! Il vostro padrone sta male! Robot!».

Immediatamente una figura metallica attraversò a grandi passi la stanza e dopo di quella, in un minuto o due, ne entrarono una dozzina. Tre portarono via Gruer con delicatezza. Gli altri si dedicarono indaffaratamente a rimettere a posto il disordine e a raccogliere il contenuto della tavola sparso sul pavimento.

All'improvviso Daneel si rivolse a loro. «Voi lì, robot, lasciate perdere il vasellame. Organizzate una ricerca. Cercate esseri umani per tutta la casa. Date l'allarme ai robot all'esterno. Fategli controllare ogni acro della tenuta. Se trovate un padrone, trattenetelo. Non fategli del male» (ordine non necessario) «ma non lasciatelo allontanare. Se non trovate nessun padrone, fatemelo sapere. Rimarrò a questo numero di visione.»

Poi, mentre i robot si sparpagliavano in giro, Elijah borbottò a Daneel: «S'incomincia. Era veleno, naturalmente».

«Sì. Questo è molto ovvio, collega Elijah.» Daneel sedette in modo strano, come se avesse le ginocchia deboli. Baley non lo aveva mai visto, nemmeno per un istante, abbandonarsi a un'azione che gli ricordasse una cosa tanto umana come una debolezza nelle ginocchia.

«Non fa bene ai miei meccanismi» disse Daneel «vedere star male un uomo.»

«Non c'era nulla che tu potessi fare.»

«Questo lo capisco, eppure è come se ci fossero dei corto-circuiti nei miei pensieri. In termini umani quello che provo potrebbe essere l'equivalente di uno shock.»

«Se è così, finiscila.» Baley non aveva né pazienza né simpatia per un robot con la nausea. «Dobbiamo considerare una piccola questione di responsabilità. Non c'è veleno senza avvelenatore.»

«Potrebbe essere stato cibo guasto.»

«Avvelenamento accidentale da cibi guasti? In un mondo tenuto così pulito? Mai. E poi il veleno era in un liquido, e i sintomi sono stati improvvisi e totali. Era una dose di veleno, e anche bella grossa. Senti, Daneel, io vado nell'altra stanza a pensarci su un po'. Tu chiama la signora Delmarre. Assicurati che sia a casa e controlla la distanza tra la sua tenuta e quella di Gruer.»

«Credi che lei…»

Baley alzò una mano. «Controlla e basta, vuoi?»

Uscì dal locale a grandi passi, in cerca di solitudine. Certamente non potevano esserci due tentativi di omicidio indipendenti l'uno dall'altro così vicini nel tempo su un mondo come Solaria. E se esisteva una connessione, l'ipotesi più facile da fare era che la storia di Gruer a proposito di una congiura era vera.

Baley sentì crescergli dentro una familiare eccitazione. Era venuto dalla Terra su questo mondo con in mente la situazione critica del suo pianeta, e anche la sua. L'assassinio in sé era stata una cosa lontana, ma non la caccia che stava cominciando. Gli si indurirono i muscoli della mascella.

Dopo tutto l'assassino e gli assassini (o l'assassina) avevano colpito in sua presenza, e questo lo stimolava. Lo tenevano in così poco conto? Avevano ferito il suo orgoglio professionale, Baley lo sapeva e diede il benvenuto al fatto. Almeno questo gli dava un motivo per vedere tutto questo come un caso d'omicidio, semplicemente, senza riferirlo necessariamente al pericolo per la Terra.

Daneel l'aveva trovato e stava venendo a grandi passi. «Ho fatto come mi hai chiesto, collega Elijah. Ho visionato la signora Delmarre. È a casa, il che significa che si trova a circa mille e seicento chilometri dalla tenuta dell'agente Gruer.»

«Più tardi la vedrò anch'io» disse Baley. «Voglio dire, la visionerò.» Fissò Daneel pensieroso. «Pensi che abbia a che fare con il delitto?»

«Non direttamente, sembra, collega Elijah.»

«Questo implica che potrebbe esserci un rapporto indiretto?»

«Potrebbe aver persuaso qualcun altro a farlo.»

«Qualcun altro?» chiese Baley. «Chi?»

«Questo, collega Elijah, non saprei dirlo.»

«Se qualcuno agiva in sua vece, quel qualcuno avrebbe dovuto essere sulla scena del delitto.»

«Sì,» confermò Daneel «qualcuno dev'essere stato là a mettere il veleno nella bevanda.»

«Non è possibile che il liquido avvelenato sia stato preparato prima? Forse molto tempo prima?»

«Ci avevo pensato, collega Elijah, ecco perché ho usato la parola “sembra” quando ho dichiarato che la signora Delmarre non aveva rapporto con il delitto. È per lei nel regno delle possibilità che sia stata sulla scena prima. Sarebbe bene controllare i suoi movimenti.»

«Lo faremo. Controlleremo se in un momento qualunque era fisicamente presente.»

Baley torse le labbra. Aveva pensato che in qualche modo la logica robotica dovesse fallire, e ora ne era convinto. Come aveva detto il roboticista: logico, ma non ragionevole.

Disse: «Torniamo nel parlatorio e visioniamo la tenuta di Gruer».

Il locale scintillava di freschezza e di ordine. Non c'era affatto segno che meno di un'ora prima un uomo agonizzava in collasso.

In piedi contro il muro stavano tre robot, nel solito atteggiamento di sottomissione rispettosa.

«Che novità ci sono a proposito del vostro padrone?» chiese Baley.

Rispose il robot di mezzo. «Lo sta esaminando il dottore, padrone.»

«Vedendo o visionando?»

«Visionando, padrone.»

«Che cosa dice il dottore? Vivrà il vostro padrone?»

«Non è ancora certo, padrone.»

«Avete frugato la casa?»

«Completamente, padrone.»

«C'era segno di qualche altro padrone, oltre il vostro?»

«No, padrone.»

«C'erano segni di una tale presenza in un passato recente?»

«Nessuno, padrone.»

«E avete frugato i dintorni?»

«Sì, padrone.»

«E i risultati, finora?»

«Nessuno, padrone.»

Baley annuì e proseguì: «Vorrei parlare con il robot che questa sera serviva a tavola».

«È trattenuto per l'ispezione, padrone. Le sue reazioni sono strane.»

«Può parlare?»

«Sì, padrone.»

«Allora che venga qui senza indugio.»

Ci fu indugio, invece, e Baley ricominciò: «Avevo detto…».

Lo interruppe sommesso Daneel. «Questi tipi solariani comunicano tra di loro per interradio. Il robot che desideri è stato chiamato. Se è lento a venire, questo dipende dall'alterazione sopravvenutagli in seguito a quanto è successo.»

Baley annuì. Avrebbe dovuto immaginarsi la faccenda dell'interradio. In un mondo tanto completamente dipendente dai robot, doveva per forza essere necessario qualche tipo di comunicazione tra di loro, se si voleva che il sistema non andasse a pezzi. Questo spiegava come potessero venire anche una dozzina di robot, quando un robot veniva chiamato ma solo quando erano necessari e non altrimenti.

Entrò un robot. Zoppicava, trascinando una gamba. Baley si chiese perché, poi scrollò le spalle. Anche tra i primitivi robot della Terra le reazioni a un danno ai circuiti positronici non erano mai comprensibili per l'uomo della strada. Un circuito interrotto poteva benissimo colpire le funzioni di una gamba, e il fatto sarebbe risultato molto significativo per un robotista e completamente inspiegabile per chiunque altro.

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