Robert Silverberg - Padrone della vita, padrone della morte

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Padrone della vita, padrone della morte: краткое содержание, описание и аннотация

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Soprapopolazione globale, nuovo siero d’immortalità ed un ambasciatore extraterrestre ostile sono soltanto alcuni problemi di Roy Walton, recentemente nominato dal governo alla carica del Padrone della vita e della morte.

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— Lei è l’amministratore Walton? — domandò l’uomo alto e massiccio, con una voce incredibilmente profonda e gradevole. — Il Vicedirettore del Centro? Devo parlarle. Io sono Lyle Prior.

I tre agenti della sicurezza lo raggiunsero e lo afferrarono e cominciarono a perquisirlo. Uno di loro si rivolse a Walton, con aria di scusa.

— Siamo terribilmente spiacenti per questo incidente, signore. Quest’uomo ci è sfuggito e si è messo a correre, ecco tutto. Non riusciamo a capire come abbia fatto a giungere qui, ma ci è riuscito.

— Ah… sì. Mi pare di averlo notato — fece osservare Walton, in tono sferzante. — Cercate di vedere se non progettava di assassinare qualcuno, se la cosa non vi è di troppo disturbo.

— Amministratore Walton! — protestò Prior. — Io sono un uomo di pace! Come mi può accusare di…

Uno degli agenti della sicurezza lo colpì. Walton si irrigidì, e resisté all’impulso di rimproverarlo. Dopotutto, l’agente stava soltanto facendo il suo lavoro, niente di più e niente di meno.

— Perquisitelo — disse Walton.

I tre agenti proseguirono nel lavoro iniziato, e agirono in fretta e con competenza. La perquisizione fu un lavoro perfetto.

— È pulito, signor Walton. Dobbiamo portarlo alla centrale di sicurezza, o in basso, nella clinica?

— Né l’una né l’altra cosa. Lasciatelo qui con me.

— È ben certo di…

— Fuori di qui — disse Walton, bruscamente. Mentre i tre agenti della sicurezza si ritiravano, Walton aggiunse, in tono gelido: — E trovate un sistema un po’ più efficiente per proteggermi. Un giorno o l’altro un assassino riuscirà a infilarsi qua dentro, e a raggiungermi. Non che me ne importi un accidente della mia vita, vogliate capirlo; è, semplicemente, che io sono indispensabile. Non esiste un altro pazzo, in tutto il mondo, che voglia prendere il mio posto. E adesso “fuori”!

Non persero tempo in convenevoli, e se ne andarono come fulmini. Walton aspettò che la porta si chiudesse e la serratura scattasse. Schiacciò un bottone, e la serratura di sicurezza scattò a sua volta. La sua reprimenda, lo sapeva, era stata completamente ingiustificata; se lui avesse ricordato di usare la serratura speciale, com’era prescritto dai regolamenti, Prior non sarebbe mai riuscito a fare irruzione nel suo ufficio. Ma non avrebbe mai potuto ammettere questo di fronte alle guardie.

— Si accomodi, signor Prior.

— Devo ringraziarla per avermi concesso questa udienza — disse Prior, senza una sfumatura di sarcasmo nella voce tonante. — Mi rendo conto che lei è un uomo spaventosamente occupato.

— È vero. — Altri trenta centimetri di documenti si erano depositati sulla scrivania di Walton, da quando Prior aveva fatto il suo ingresso. — Lei è stato realmente fortunato, perché ha fatto il suo ingresso nel momento psicologicamente più adatto. In qualsiasi altro momento l’avrei fatta chiudere in cella per almeno un mese, ma adesso, proprio adesso, ho bisogno di qualche diversivo. Inoltre, ammiro moltissimo le sue opere, signor Prior.

— Grazie. — Di nuovo quell’umiltà, così sorprendente in un uomo tanto grande e imperioso. — Non mi ero aspettato di trovare… non avrei mai creduto che lei…

— Non avrebbe mai creduto che un burocrate potesse ammirare la poesia? È questo che sta cercando di dire, signor Prior?

Prior arrossì.

— Sì — ammise.

Sorridendo, Walton disse: — Dovrò pure fare “qualcosa” quando torno a casa, la sera. In realtà, non leggo i rapporti di Poppy per ventiquattro ore al giorno. Mai più di venti ore al giorno; questa è la mia regola. Il suo ultimo volume mi è sembrato davvero eccezionale.

— I critici non hanno pensato la stessa cosa — disse Prior, con diffidenza.

— I critici! Che ne sanno, loro? — chiese Walton. — Loro si muovono a cicli, come le comete. Cinque anni fa si trattava della forma e della tecnica, e si otteneva il Premio Melling. Adesso l’ultimo grido è il messaggio, è il contenuto politico che conta. Quella non è poesia, signor Prior… e saremo rimasti in pochi a sapere cos’è realmente la poesia, ma ci siamo ancora. Per esempio, consideri Yeats…

Walton era pronto a lanciarsi in una discussione su ogni poeta, risalendo nel tempo da Prior a Surrey e a Wyatt; avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di non pensare al lavoro che doveva affrontare, pur di non pensare a Poppy. Ma Prior si affrettò a interromperlo.

— Signor Walton…

— Sì?

— Mio figlio Philip… adesso ha due settimane di vita…

Walton capì.

— No, Prior. Per favore, non me lo chieda. — Sentì freddo, molto freddo; le sue mani, strette a pugno, volevano ricominciare a tremare.

— È stato condannato al Sonno Felice questa mattina… potenzialmente tubercoloso. Il bambino è perfettamente sano, signor Walton. Lei non potrebbe…

Walton si alzò.

— No — disse, in tono per metà imperioso, per metà supplichevole. — Non mi chieda di fare questo. Non posso fare nessuna eccezione, neppure per lei. Lei è un uomo intelligente; lei comprende il motivo del nostro programma.

— Io ho votato per Poppy. So tutto dei discorsi sulla Distribuzione e sul Piano per l’Eutanasia. Ma non mi sarei aspettato…

— Lei pensava che l’Eutanasia fosse una buona soluzione per gli “altri”. E l’hanno pensato anche tutti gli altri — disse Walton. — È per questo che la legge è stata approvata. — Con infinita gentilezza, aggiunse: — Non posso farlo. Non posso salvare suo figlio. I nostri medici danno a ogni bambino tutte le possibilità di vivere.

— Io “ero” tubercoloso. Mi hanno curato. E se una generazione fa avessero praticato l’Eutanasia? Dove sarebbero, adesso, le mie poesie?

Era una domanda alla quale non era possibile rispondere; Walton tentò di ignorarla.

— La tubercolosi è una malattia estremamente rara, signor Prior. Potremo eliminarla del tutto, se colpiamo coloro che hanno delle caratteristiche genetiche suscettibili di produrre la tubercolosi.

— Lei intende dire che ucciderete qualsiasi figlio che io possa avere? — chiese Prior.

— Quelli che erediteranno le sue condizioni fisiche — disse gentilmente Walton. — Torni a casa, signor Prior. Mi bruci in effigie. Scriva un poema su di me. Ma non mi chieda di fare l’impossibile. Non posso prendere nessuna stella cadente per lei.

Prior si alzò. Era immenso, una torreggiante figura tragica che fissava Walton con il viso accigliato. Per la prima volta, da quando il poeta aveva fatto irruzione nella stanza, Walton ebbe paura che l’uomo ricorresse alla violenza. Le sue dita cercarono il lancia-aghi che teneva nel cassetto della scrivania.

Ma non c’era violenza nel corpo e nello spirito di Prior.

— È opportuno che io me ne vada — disse in tono triste. — Sono spiacente, signore. Terribilmente spiacente. Per entrambi.

Walton schiacciò il pulsante che azionava la porta per fare uscire il poeta, poi richiuse la porta secondo i regolamenti e si appoggiò pesantemente allo schienale della poltrona. Altri tre rapporti uscirono dal condotto pneumatico e caddero sulla scrivania. Li guardò come se fossero stati tre basilischi.

Nelle tre settimane di vita di Poppy, tremila bambini erano stati mandati al Sonno Felice, e tremila gruppi di geni degenerati erano stati eliminati dalla razza. Diecimila maschi subnormali erano stati sterilizzati. Ottomila vecchi moribondi e stanchi avevano raggiunto la loro tomba prima del tempo naturale.

Era un programma duro, elaborato da una mente dura, e ci volevano degli uomini duri per portarlo avanti. Ma perché trasmettere dei morbi tremendi alle generazioni che ancora dovevano nascere? Perché permettere a un adulto idiota di sporcare il mondo con una progenie subnormale? Perché costringere un uomo malato di cancro incurabile a trascorrere giorni e mesi e anni di sofferenza ineluttabile, consumando del cibo prezioso e delle cure preziose e dello spazio prezioso?

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