Lavorai fino a tardi e poi andai a letto. Prima di addormentarmi, lessi Via dalla pazza folla. Avevo ragione, riguardava le pecore. E le mode. Nel capitolo 5, una pecora cadeva in un burrone e le altre la seguivano, precipitando una dopo l’altra sulle rocce sottostanti.
“Prego, messeri” disse lui “riesco
con un potente incantesimo segreto
a convincere ogni essere vivente
che sotto il sole striscia o vola o corre
a lasciar tutto per venirmi dietro!”
ROBERT BROWNING
PARRUCCHE A DIORAMA (1750 – 60)
Moda della corte di Luigi XVI ispirata da Madame de Pompadour, che si divertiva a sfoggiare acconciature inusitate. I capelli venivano drappeggiati su un’intelaiatura imbottita di bambagia o di paglia e cementati con una pasta che si induriva; poi venivano incipriati e decorati con perle e fiori. La moda sfuggì rapidamente di mano. Le intelaiature arrivarono a essere alte anche un metro e le decorazioni divennero molto elaborate e poi pittoriche. Le acconciature comprendevano cascate, amorini e scene di romanzi. Battaglie navali, complete di navi e di fumo, dondolavano sulla testa delle donne, e una vedova, sopraffatta dal cordoglio per il marito defunto, si fece erigere fra i capelli la di lui pietra tombale. La moda morì con l’avvento della Rivoluzione francese e la conseguente scarsità di teste su cui mettere parrucche.
I fiumi non sono soltanto ampi corsi d’acqua. Sono bacini di drenaggio per decine, a volte centinaia di affluenti. Il fiume Lena, in Siberia, drena per esempio un’area di più di un milione di miglia quadrate, che comprende il Karenga, l’Olekma, il Vitim e l’Aldan, più un migliaio di torrenti e ruscelli di portata inferiore, alcuni dei quali seguono corsi così distanti e complicati che non si penserebbe mai che essi confluiscano nel Lena, distante mille miglia.
Gli eventi che conducono a una conquista scientifica sono di frequente non solo casuali, ma molto distanti dalla scienza. Prendiamo il morbillo. Einstein ebbe il morbillo a quattro anni, e suo padre cercava solo di distrarre un bimbo ammalato, quando gli diede come giocattolo un compasso tascabile. E le chiavi dell’universo.
La vita di Fleming è un intero sistema di coincidenze, a partire dal padre, giardiniere nella tenuta dei Churchill. Quando il decenne Winston cadde nel laghetto, il padre di Fleming si gettò in acqua e lo salvò. La famiglia riconoscente lo compensò mandando suo figlio Alexander alla scuola di medicina.
Prendiamo Penzias e Wilson. Robert Dicke, all’università di Princeton, suggerì a P.J.E. Peebles di calcolare quanto fosse caldo il Big Bang. Peebles eseguì i calcoli, capì che il Big Bang era stato abbastanza caldo da essere rilevabile come residuo di radiazione e disse a Peter G. Roll e a David T. Wilkinson che avrebbero dovuto cercare le microonde.
Peebles (mi seguite?) tenne una conferenza alla Johns Hopkins, nella quale accennò al progetto di Roll e Wilkinson. Ken Turner, del Carnegie Institute, ascoltò la conferenza e al MIT ne parlò con Bernard Burke, un amico di Penzias. (Continuate a seguirmi?).
Quando telefonò a Burke per parlare di tutt’altro (la festa di compleanno della figlia, probabilmente), Penzias accennò al rumore di fondo che non riusciva a eliminare. E Burke gli suggerì di parlarne con Wilkinson e Roll.
Tornando ai miei problemi, nella settimana seguente accaddero varie cose.
Inserii nel computer i dati riguardanti il flagpole-sitting e il Mah-jong ; Grancapo dichiarò che la HiTek era un edificio dove non si fumava; la figlia di Gina, Brittany, compì cinque anni; la dottoressa Turnbull, fra tutte le persone possibili, venne a trovarmi.
Aveva addosso una camicetta da campo di seta rosa postmoderno, jeans rosa e un sorriso amichevole. I jeans e la camicetta significavano che seguiva la norma in vigore alla HiTek, ossia vestire casual. Non avevo idea di cosa significasse il sorriso.
— Dottoressa Foster — disse la Turnbull, prendendomi di petto. — Proprio la persona che volevo vedere.
— Se cerca un pacco, dottoressa Turnbull — replicai cautamente — Flip non è ancora passata.
Si mise a ridere, una risata allegra, argentina, di cui non l’avrei mai ritenuta capace. — Mi chiami Alicia — disse. — Niente pacchi. Avevo solo pensato di venire a fare due chiacchiere. Sa, per conoscerci meglio. In pratica abbiamo parlato solo un paio di volte.
Una volta sola… e hai inveito contro di me, pensai; per cosa sei venuta, in realtà?
— Allora — disse, sedendosi su un banco di laboratorio e accavallando le gambe — dove è andata a scuola?
“Conoscerti meglio” alla HiTek di solito consiste in “Esci con qualcuno?” oppure, nel caso di Elaine, “Fai aerobica ad alto impatto?”, ma forse per Alicia era questa l’idea di quattro chiacchiere.
— Dottorato a Baylor — risposi.
Alicia sorrise più apertamente. — In sociologia, vero?
— E statistica.
— Due specializzazioni — disse Alicia con tono d’approvazione. — Ha fatto in quel campo il lavoro universitario?
Non poteva essere una spia industriale, lavoravamo per la stessa azienda. E poi tutte quelle notizie erano nel mio dossier all’ufficio Personale. — No — risposi. — E lei dove ha fatto il corso di perfezionamento?
Fine della conversazione. — Indiana — rispose secca Alicia, come se le avessi domandato una cosa che non mi riguardava. Fece scivolare giù dal banco le chiappe in rosa, ma non se ne andò. Rimase a guardare i mucchi di fogli sparsi per il laboratorio.
— Ha tanta di quella roba, qui — disse, esaminando una pila piuttosto disordinata.
Forse Grancapo l’aveva mandata a spiare per l’Organizzazione del Posto di Lavoro. — Pensavo di mettere un po’ d’ordine, una volta terminato di compilare il modulo per il finanziamento — dissi.
Alicia si spostò a guardare la pila riguardante il flagpole-sitting. — Il mio l’ho già consegnato.
Naturalmente.
— E il disordine va bene. Anche i laboratori di Susan Holyrood e di Dan Twofeathers erano sempre in disordine. Secondo R.C. Mendez, il disordine è un indicatore di creatività.
Non sapevo chi fossero quelle persone né che cosa ci fosse in ballo. Qualcosa c’era, ovviamente. Forse Grancapo l’aveva mandata a cercare tracce di fumo. Alicia aveva dimenticato del tutto il sorriso amichevole e girava in tondo per il laboratorio, come uno squalo.
— Bennett mi ha detto che lei lavora sull’analisi dell’origine delle mode. Perché ha deciso di occuparsi delle mode?
— Perché se ne occupavano tutti.
— Davvero? Chi sono gli altri scienziati?
— Era una battuta — dissi debolmente e mi preparai al disperato tentativo di spiegarla. — Sa, le mode… cose che la gente fa solo perché tutti le fanno.
— Ah, ho capito. — Il che significava che non aveva capito un bel niente. Ma pareva più perplessa che offesa. — Anche l’arguzia può essere un indicatore di creatività, no? Secondo lei, qual è la qualità più importante per uno scienziato?
— La fortuna.
Ora parve davvero offesa. — La fortuna?
— E buoni assistenti. Prenda Roy Plunkett. Proprio il fatto che il suo assistente usasse una guarnizione di argento nel serbatoio di clorofluorocarbonio ha portato alla scoperta del Teflon. E Becquerel? Ebbe la fortuna di assumere una giovane polacca che lo aiutasse nella terapia con le radiazioni. Si chiamava Marie Curie.
— Molto interessante — disse Alicia. — Dove ha detto d’avere svolto il lavoro universitario?
— Università dell’Oregon.
— A che età ha conseguito il dottorato?
Di nuovo il terzo grado. — Ventisei.
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