«E poi è in rapporti maledettamente amichevoli con gli scienziati sovietici, no?» disse l’addetto stampa.
«Ma non credo che i russi siano già al corrente della cosa?» chiese il presidente. «Hanno anche loro i radiotelescopi, no?»
«Non so se al momento abbiano strumenti che operano al di sotto dei seicento megahertz» rispose il consigliere scientifico. «Dopo tutto, noi ci siamo imbattuti nei segnali solo perché uno dei nostri centri più vecchi stava lavorando a quell’estremità dello spettro.»
«E poi abbiamo Big Eye» disse il segretario alla Difesa. «I russi non hanno nessun telescopio orbitale paragonabile al nostro. I telescopi installati a terra, per quanto grandi, non sono in grado di individuare l’oggetto vicino a Saturno. Abbiamo controllato. Da qui non si può vedere. È troppo piccolo.»
«Che ne dice di una sonda spaziale?» propose il presidente. «Potremmo lanciare una sonda per scoprire se quell’oggetto è naturale o artificiale.»
Il consigliere scientifico aggrottò la fronte. Il segretario alla Difesa fece una smorfia.
«Occorrerebbero diversi anni per progettare, costruire e lanciare una sonda adatta» disse il consigliere scientifico. «Non è che abbiamo una riserva di navi spaziali pronte per essere lanciate. E occorrerebbe quasi un anno prima che la sonda possa arrivare nelle vicinanze di Giove, anche viaggiando alla massima velocità possibile.»
«E poi» disse il segretario alla Difesa «ormai sono anni che lanciamo Pioneers e Voyagers oltre Giove, e non hanno mai trovato una sola traccia di qualcosa del genere.»
«Torniamo al problema centrale» intervenne l’addetto stampa. «Qualsiasi cosa si faccia, ad Arecibo o in un altro posto, questa faccenda dev’essere orchestrata con molta cura. “Moltissima” cura. La gente dev’esserci preparata prima che noi diramiamo la notizia.»
«Riusciremo a impedire le fughe di notizie?» chiese il presidente.
«Sarebbe a dire» mormorò il segretario alla Difesa «che secondo lei non possiamo prevenirle?»
«Prevenire le fughe di notizie?» L’addetto stampa rise. «Non siamo nemmeno in grado di rallentarne il ritmo!»
«Il Dipartimento della Difesa…»
«È tutto una fuga di notizie.»
Il segretario avvampò, ma non rispose. Il consigliere scientifico soffocò una risatina.
«Dobbiamo condurre il gioco nel modo giusto» insistette l’addetto stampa. «Dobbiamo preparare il pubblico…»
Un colpo alla porta lo zittì. La segretaria del presidente addetta agli appuntamenti entrò di un solo passo nella stanza.
«Chiedo scusa, signore. La delegazione dell’Ufficio Agricolo Nazionale» disse dolcemente.
«Oh… Sì.» Il presidente si alzò, si lisciò la giacca. «C’è anche il segretario all’Agricoltura?»
«Sì, signore.»
Con un sospiro, il presidente si girò verso gli altri tre. «Preparate un piano d’azione e sottoponetemelo. Per stasera, se è possibile.»
I tre si alzarono quando il presidente uscì. Poi ricaddero a sedere.
«Allora, cosa ne pensi?» chiese il segretario alla Difesa.
L’addetto stampa ebbe una smorfia. «Il Gabinetto non lo sosterrà, e il Congresso gli sputa nell’occhio appena può. Al Senato ci sono quattro candidati alla presidenza, nel Gabinetto come minimo altri due, l’economia sta correndo verso il baratro, abbiamo ancora guai col petrolio, e adesso gli arrivano addosso i marziani.»
«I gioviani» corresse il consigliere scientifico.
«Quelli che sono. Dobbiamo prepararci al peggio. Insomma… ve lo immaginate cosa faranno i fanatici di dischi volanti quando si saprà la notizia?»
Il consigliere scientifico corresse: «Vuoi dire i ricercatori ufologici.»
«Voglio dire i fanatici dei dischi volanti! E i fanatici religiosi. Dio, qualche anno fa si sono suicidati a centinaia a Jonestown per “niente”! Cosa faranno quando racconteremo che stiamo per essere invasi da mostri alieni?»
«Dov’è Orson Welles quando ne abbiamo bisogno?»
«C’è poco da scherzare, Sally.»
«E per le altre nazioni?» chiese l’addetto stampa, a nessuno in particolare. «Non dovremmo informare in anticipo i nostri alleati della faccenda?»
«La NATO c’è già entrata» rispose il segretario alla Difesa. «Gli olandesi hanno captato i segnali radio in uno dei loro centri.»
«Dwingeloo» disse il consigliere scientifico.
Slacciandosi la cravatta, l’addetto stampa rifletté: «E se solo sollevassimo un polverone gigantesco per poi scoprire che è solo un falso allarme? I fanatici di UFO e gli invasati religiosi “non ci crederebbero più”. Penserebbero che vogliamo nascondere la verità.»
«Pensano già che teniamo nascosti gli atterraggi di UFO» disse il consigliere scientifico.
«E se avessero ragione?» chiese il segretario alla Difesa.
«Cosa?»
«Supponiamo… Insomma, se quella cosa fosse davvero una nave spaziale aliena e quegli esseri fossero ostili? Pericolosi?»
Il consigliere scientifico scosse la testa con aria grave. «Ecco esattamente quello che ci serve: un po’ di paranoia.»
L’EVANGELISTA URBANO PREVEDE “UN CAMBIAMENTO CHE SCUOTERÀ IL MONDO”
Atlanta (UPI). Il reverendo Willie Wilson, autodefinitosi “evangelista urbano”, ha dichiarato ieri che un grande e poderoso cambiamento, “un cambiamento capace di scuotere il mondo”, modificherà, nel giro dei prossimi mesi, l’esistenza di ogni abitante della Terra.
“Scrutate i cieli” ha detto il reverendo Wilson all’estatico pubblico di circa mille persone, allo Hyatt Regency Hotel. “Nessuno sulla Terra sarà più lo stesso, dopo che questo grande e poderoso cambiamento sarà sceso sul mondo.”
Il reverendo Wilson si è rifiutato di dare indicazioni specifiche sulla natura del cambiamento, dichiarano solo che “cristiani e non cristiani dovrebbero preparare le proprie anime a un mondo nuovo con la preghiera e le opere buone”.
Il raduno di revival religioso di ieri sera, tenutosi nel futuristico atrio dello Hyatt Regency, rientrava nella “crociata” che il reverendo Wilson sta conducendo a livello nazionale e che nei prossimi sei mesi lo porterà in diciassette delle maggiori città americane.
Ieri sera erano a fianco del reverendo Wilson…
Ramsey McDermott spostava avanti e indietro la sua vecchia poltrona di pelle, fumando furiosamente, riflettendo, interrogandosi, cercando di decidere quale fosse la strategia migliore.
“E se avesse ragione?” si chiese. “Se si tratta davvero di intelligenza extraterrestre, potrebbe scapparci un Nobel per me. Dopo tutto, sono io il direttore del progetto. Sono io che ho portato Stoner all’osservatorio. Era solo un astronauta messo a riposo, prima che io lo chiedessi alla NASA.”
L’ufficio era invaso dal buio del tardo pomeriggio. Fuori, il sole era già sceso dietro gli edifici a mattoni rossi che delimitavano il cortile.
“Quando sarò scomparso, metteranno una targa qui” si disse McDermott. “In memoria del professor Ramsey McDermott, scopritore della vita extraterrestre.” Immaginò la cerimonia del Nobel, il discorso che avrebbe tenuto a Stoccolma, le interviste con la stampa. Con un sobbalzo, capì che avrebbe dovuto dividere il premio con Stoner e Thompson, forse con un’altra persona o due.
Stoner gli avrebbe procurato guai, lo sapeva. Era un rompiballe nato.
“Forse non è IET” pensò. “È più probabile che sia un oggetto naturale, magari una nuova cometa oppure un meteorite catturato da Giove e inseritosi in orbita.
“E gli impulsi radio? Come spiegarli? Una coincidenza? Un’influenza reciproca tra l’oggetto che Stoner ha scoperto e le emissioni radio di Giove, come per esempio nel caso di Io che influenza le scariche radio?”
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