Bob Shaw - Autocombustione umana

Здесь есть возможность читать онлайн «Bob Shaw - Autocombustione umana» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1985, Издательство: Mondadori, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Autocombustione umana: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Autocombustione umana»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Nella cittadina americana di Whiteford una ragazza va in cucina a preparare il caffè lasciando il padre seduto nella sua poltrona. Quando ritorna dopo pochi minuti, la stanza è piena di fumo ma non c’è più incendio: ciò che è bruciato (dall’interno) e ridotto in finissima cenere, è soltanto suo padre. Si scopre allora che testimonianze più o meno credibili sul fenomeno del CUS (Combustione Umana Spontanea) si erano avute fin dall’antichità. E pochi giorni dopo, nella stessa cittadina — un secondo caso si verifica sotto gli occhi dello stesso scettico giornalista che sta indagando sul primo. L’“autocombustione umana” è ormai un fatto accertato. Resta solo da spiegare chi o che cosa “si nasconda” dietro il mostruoso fenomeno.

Autocombustione umana — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Autocombustione umana», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Ma le foto erano lì a dimostrare che aveva torto.

Le immagini, una penosa parata, erano fotografate con una precisione e una chiarezza che contemporaneamente ripugnava all’occhio e lo invitava a cercare altri orrori… Inoltre le immagini si somigliavano fra loro in modo impressionante. Jerome rimase attonito alla vista dei mucchietti di cenere i cui unici rapporti riconoscibili con l’umanità erano alcuni particolari; un piede infilato in una pantofola, una mano che sembrava un guanto gettato via.

Quando ebbe esaminato tutto il materiale di cui disponeva l’ Examiner arrivò a un’unica conclusione: l’unico schema era l’assoluta mancanza di uno schema. Era costretto ad accettare il fatto che chiunque poteva improvvisamente venire divorato dal fuoco in qualsiasi posto e in qualsiasi momento. Tutto dimostrava che si trattava di un evento che si verificava a caso, senza che le condizioni fisiche, materiali, ambientali o sociali delle vittime avessero una pur minima influenza… e Jerome si rifiutava di accettarlo.

Secondo lui doveva esserci una spiegazione logica, sia pur remota e nascosta. Basarsi sulla ragione significava che prima o poi la si sarebbe trovata. Nel caso di un fenomeno così sorprendente e ben documentato come la CUS dovrebbe essere stato facile scoprire uno schema o un fattore comune, ma era proprio questo che mancava. Molti ci si erano scervellati per anni: le “spiegazioni” addotte spaziavano dai poltergeist alle nuove classi delle particelle subatomiche; ma non esisteva il benché minimo indizio che spiegasse perché una persona piuttosto che un’altra si trasformava all’improvviso in torcia umana. A peggiorare le cose — secondo Jerome — i vari teorici, alcuni dei quali avevano scritto ponderosi libri sull’argomento, erano caduti ai primi ostacoli. Il fatto che il calore fosse circoscritto era uno dei particolari fondamentali di tutti i casi, particolare che aveva suscitato la meraviglia e i più disparati commenti nel corso dei secoli, e di cui nessuno aveva trovato una spiegazione logica…

«Qui non si pagano gli straordinari, sapete.» Anne Kruger parlava dalla soglia del suo ufficio, e la sua voce fece sussultare Jerome. Si guardò intorno e vide che erano le sette passate. Si era solo distrattamente reso conto che i colleghi avevano finito di lavorare ed erano andati a casa, ma non sapeva di essere lì solo da quasi tre ore. Gli bruciavano gli occhi a furia di tenerli fissi sullo schermo del VDU, e un minaccioso dolore al fondo della schiena gli diceva che si era stancato troppo.

«Avevo perso la nozione del tempo» disse. «L’argomento è molto interessante e credo che non ci sia niente di male se ho un po’ indagato in merito.»

«Perché quel tono difensivo, Ray? Mi fa piacere che i miei cronisti lavorino con tanto impegno.» Anne si avvicinò, splendida e piena di vitalità, truccata di fresco, e Jerome provò una punta di gelosia per lo sconosciuto giovanotto con cui avrebbe passato la serata. «Siete a buon punto?» chiese lei.

«So praticamente tutto quel che c’è da sapere sulla combustione umana spontanea.»

«Ne sono certa… darei non so cosa per avere una memoria come la vostra.» I suoi occhi bruni erano pieni di comprensione: «Non avete pensato che è ora di staccare e andare a mangiare un boccone?»

Jerome non resistette all’impulso, e disse: «No. Dove andiamo?»

«Io so dove vado» replicò Anne riassumendo di botto il tono distaccato del superiore che si rivolge a un dipendente: «E vi suggerisco di andar subito a mangiare se non volete che vi venga l’ulcera.»

«Sì, signora.» Sorrise nascondendo la vergogna per la gaffe, e la seguì con lo sguardo mentre si avviava verso l’ascensore, sicura di sé, autosufficiente, proprio quel tipo di persona che avrebbe avuto successo anche se suo padre non fosse stato proprietario di un giornale. Jerome si lasciò andare con la fantasia immaginandosi come poteva essere una serata con lei… i cibi squisiti… le danze… il ritorno in un appartamento lussuoso… il gusto dolce del rossetto che lui aveva quasi dimenticato…

Imprecando fra sé per aver lasciato aprire porte mentali che era meglio restassero chiuse, si guardò intorno con gli occhi stanchi. La luce rosso-dorata del sole che entrava dalle finestre rendeva squallido l’arredo dell’ufficio, mobili che la gente aveva messo in magazzino quando se n’era andata per dedicarsi alla vita vera. Quello non era il posto in cui rimanere in una bella serata di agosto, ma qual era l’alternativa? La sua casa, nella zona nord, sarebbe stata altrettanto squallida e desolata, e forse più ancora perché Carla aveva amato quella stagione, ed era troppo tardi per andare al vecchio chalet sul lago Parson.

Si tolse gli occhiali e strofinò le lenti mentre pensava al da farsi. Aveva intenzione di lavorare almeno fino a mezzanotte, tanto per garantirsi che si sarebbe addormentato senza difficoltà, e poteva continuare le ricerche anche a casa. La differenza fondamentale stava nel fatto che a casa poteva sedersi in poltrona e riposare la schiena. E il suo tè era migliore di quello che usciva dalla macchina dell’ufficio.

Così è , pensò mentre raccoglieva matite e notes. Niente vale di più che avere un ben definito scopo nella vita.

Qualche impacco agli occhi sortì un effetto così calmante che decise di guardare per un po’ la televisione prima di rimettersi al lavoro. Ripose gli avanzi dell’insalata Waldorf che aveva comprato da Harpo’s tornando a casa si installò nella poltrona più comoda con un bicchiere di tè ghiacciato in mano, e quando accese il televisore col telecomando, il notiziario trasmetteva notizie della guerra fra Cile e Argentina, e del fallimento dei negoziati sulla guerra biochimica, a Parigi.

Jerome, che aveva sperato di sapere qualcosa sulla spedizione su Mercurio, ascoltava con crescente insofferenza. Era nato un anno dopo la fine della seconda guerra mondiale ed era cresciuto attraverso i vari stadi della “guerra fredda” con l’istintiva convinzione che l’umanità aveva il dono di cavarsela in qualunque crisi. Come succedeva a molti, l’esperienza aveva rafforzato il suo naturale ottimismo inducendolo a non dar retta ai profeti di sventura. Tuttavia da qualche tempo aveva cominciato ad avere paura. Forse si trattava di una reazione psicologica alla morte di sua moglie, però adesso gli sembrava possibile che uomini politici e generali fossero sul punto di mettere la parola fine alla razza umana.

Secondo una sua teoria era stata proprio la prospettiva dell’estinzione totale dell’umanità ad avere alimentato a livello subconscio l’interesse per la missione Quicksilver. Fino all’anno precedente quel piccolo pianeta arido troppo vicino al sole non era stato preso in considerazione come meta di una qualsiasi missione spaziale, tantomeno di una con tre uomini a bordo. Poi un telescopio installato nello spazio aveva captato uno strano riflesso. Gli esami degli ingrandimenti fotografici avevano sollevato l’ipotesi che la macchia luminosa al polo nord di Mercurio, grande come un autobus, fosse il riflesso di una macchina di metallo.

Non appena tutti i membri del club spaziale avevano negato di saperne qualcosa erano nate le speculazioni su un contatto con altri mondi, e nel giro di pochi giorni aveva preso piede la convinzione quasi religiosa che una nave interstellare era scesa o precipitata su Mercurio. A una estremità dello spettro di questa convinzione, quella era una prova che da qualche parte stavano per giungere soccorsi, che si trattava di un intervento benevolo allo scopo di salvare l’umanità; all’estremità opposta c’era la magra consolazione di sapere che l’Uomo era stato per lo meno notato e che la sua autodistruzione sarebbe servita di lezione ad altri.

Stufo del notiziario, Jerome accese il suo terminal collegandolo al computer centrale dell’ Examiner e rilesse con attenzione le pagine che parlavano delle probabili cause della CUS. Trovò alcune sbalorditive teorie secondo cui le cellule muscolari subivano un cambiamento rigenerandosi così da trasformare le persone in batterie da milioni di volt, allusioni a Elia e al fuoco divino, paralleli con la bioluminescenza cui andavano soggetti talune vittime di avvelenamento da botulismo; altri spiegavano il fenomeno con le armi nucleari, e c’era perfino chi rispolverava la teoria di Leonardo secondo cui la principale funzione del cuore è quella di sviluppare calore. Non mancavano le accuse al campo magnetico terrestre, ai fantasmi incendiari, alle particelle atomiche non ancora scoperte che venivano battezzate pirotoni…

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Autocombustione umana»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Autocombustione umana» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Autocombustione umana»

Обсуждение, отзывы о книге «Autocombustione umana» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x