John Varley - Linea calda Ophiucus

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Linea calda Ophiucus: краткое содержание, описание и аннотация

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Lilo era morta, processata, condannata, suicidata. Ma era anche viva. Anzi, c’erano molte Lilo...
Negli anni della dispersione dell’umanità sugli altri pianeti del sistema solare, dopo che gli Invasori ebbero conquistato la Terra, la clonazione era un sistema di sicurezza ormai comune. Clonazione, ovvero riproduzione di un essere umano completo di personalità e memoria, una tecnica rivelata attraverso misteriose trasmissioni provenienti dallo spazio, la Linea Calda Ophiucus, appunto. Nessuno sapeva come e perché quelle trasmissioni avvenissero, ma tutti applicavano entusiasticamente la nuova tecnica. Eppure la donazione era anche un pericolo terribile. E quando venne nelle mani di Tweed, ex capo della Luna, il pericolo diventò realtà, e prese la forma di un complotto contro la Terra. Finché un nuovo messaggio giunse da Ophiucus...
John Varley, texano, autore di numerosi racconti di fantascienza, è al primo romanzo.
è stato accolto con grandissimo favore negli Stati Uniti, sollevando tra critici e fans una “scioccante ondata di eccitazione”.

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«L’universo è un posto più strano di quanto abbiate finora pensato. Ciò non costituirà una sorpresa per chi abbia cercato di rispondere agli interrogativi filosofici che la vostra razza si è posta da quando è scesa dagli alberi. Non crediate che stiamo per rispondere a quelle domande. Sotto molti aspetti siamo simili e sembra che anche per noi, come per voi, molti fatti siano destinati a restare avvolti nel mistero. Ma ci sono cose che abbiamo appreso e che voi dovreste sapere, ora che state per arrivare a una svolta decisiva per la vostra sopravvivenza o la vostra scomparsa come razza.

«Abbiamo chiamato questa trasmissione Gerarchie. Come vi è già stato dimostrato nel modo più convincente, la vostra razza non è destinata a diventare una di quelle che dominano sulla galassia. Il vostro pianeta vi è stato preso da esseri più potenti di voi. Non hanno incontrato nessuna difficoltà: è stato inevitabile come la legge di gravità. Adesso vivete in luoghi privi d’aria, nei deserti torridi o gelati del vostro sistema planetario. Alcuni di voi sperano nella liberazione. Altri tentano di fare qualcosa per ottenerla.

«Non sarete liberati. Vi restituiremmo il vostro pianeta, se potessimo, ma è al di là delle nostre capacità. I vostri sforzi per impadronirvi di nuovo della Terra saranno vani.

«Detto questo, dobbiamo adesso spiegarvi perché le cose stanno così. Un buon punto di partenza sarà raccontarvi qualcosa di noi.»

Il film durò circa un’ora. Lilo lasciò che le si chiudessero gli occhi, si allungò sulla comoda sedia, e si lasciò investire dalle informazioni. Il film era girato molto bene, in modo assai simile a un documentario pubblicitario, con rapidi tagli e meticolosa cura nei particolari.

Sentirono parlare degli Ophiuciti in forma riassuntiva, con sequenze che non mostravano mai un essere vivente. Il fatto non sorprese Javelin (come in seguito disse a Lilo) poiché nei quattrocento anni di trasmissioni della Linea non era mai stata data la minima informazione su chi fosse a trasmettere.

Secondo quanto dicevano, erano una razza senza un pianeta natale. Non erano nativi di 70 Ophiucus né di nessun altro sistema.

Javelin si chinò e sussurrò all’orecchio di Lilo: «Ne dubito. Penso che non vogliano dircelo.»

«È possibile.»

Sostenevano di esistere da moltissimo tempo: la loro origine precisa, come affermarono nel film, «si perdeva nei meandri della storia». Avevano reperti storici risalenti a sette milioni di anni prima, e anche a quel tempo la loro società era identica alla attuale.

Il filmato ricapitolò e confermò in gran parte le ipotesi degli uomini sugli Invasori.

«Gli esseri da voi chiamati Invasori appartengono a quello che può essere definito uno strato di intelligenza. Nella galassia ci sono molte razze simili alla loro, compresa una razza nativa del pianeta solare Giove. Queste specie si sviluppano solo su pianeti gassosi giganteschi. Non si servono di strumenti nel senso che intendiamo noi, ma sono piuttosto in grado di manipolare il mondo che li circonda con mezzi che sfuggono alla nostra comprensione. Può essere utile considerarli telecinetici; non lo sono, tuttavia molte delle loro azioni sono simili a quello che potremmo fare noi.

«Per gli Invasori il tempo è una dimensione di una sostanza. Possiamo solo ipotizzare che ciò influenzi la loro percezione della vita, ma non ci serve a molto. Ma questo li pone al di là della nostra portata nello stesso modo in cui noi saremmo al di sopra di un ipotetico mondo bidimensionale.»

Il seguito del filmato confermò quanto Lilo aveva appreso sui delfini molti anni prima, e cioè che rappresentavano un secondo livello di intelligenza. Vaffa sbuffò e Lilo la guardò, chiedendosi che effetto le facessero tutte quelle nozioni. I Terrestri Liberi credevano che i mammiferi acquatici fossero semplici animali e che la versione degli Invasori (secondo la quale erano venuti sulla Terra per liberarli) fosse pura leggenda.

«Le specie in grado di usare strumenti appartengono al terzo livello di intelligenza. Noi apparteniamo allo stesso livello, ma bisogna osservare che possono esserci vari gradi all’interno di un livello. Noi non siamo uguali a voi, e non lo saremo mai. Possiamo parlarvi di alcune cose, ma ce ne sono altre che voi non siete pronti a capire e altre ancora che noi non siamo pronti a rivelarvi. Adesso siamo arrivati al punto di questo messaggio, alla spiegazione di ciò che facciamo qui e del perché siamo stati in comunicazione con voi per tutti questi anni.»

Per la prima volta una faccia comparve sullo schermo. Era una faccia comune, gradevole ma senza caratteristiche particolari, e a Lilo ci volle un secondo prima di rendersi conto che quello era «William». Fece un altro sorriso, non convincente come quelli che Lilo gli aveva visto fare di persona.

«Come abbiamo detto prima, siamo una razza che ha perso contatto con le proprie radici. Per voi sarà forse difficile capire com’è successo. Possiamo solo fare delle ipotesi.»

Sullo schermo, sopra le spalle di William, apparve un pianeta simile alla Terra. «Dobbiamo esserci evoluti su un pianeta molto simile al vostro. Secondo il corso naturale degli eventi, ne venimmo cacciati, com’è successo a voi. Abbiamo osservato questo processo migliaia di volte, e varia pochissimo da razza a razza.» Sullo schermo, migliaia di navi fuggivano dal pianeta e andavano sulle diverse lune e sugli asteroidi del sistema.

«Dopo un po’ le razze come la vostra e la nostra cominciano a domandarsi se non possano riconquistare il proprio pianeta natale. Cominciano a compiere passi in quella direzione. Ma in breve gli esseri dei pianeti gassosi giganteschi mettono fine a questi esperimenti. Come prima, non incontrano nessuna difficoltà.» Lilo osservò forme indefinite levarsi dal pianeta azzurro e sciamare sugli altri. Quello che stava succedendo era chiaro, senza che ci fosse bisogno di commento. «Così è accaduto a noi. Già cacciati dal nostro mondo natale, venimmo attaccati nei luoghi nei quali c’eravamo rifugiati. Come nell’invasione originale, solo pochi di noi sopravvissero fuggendo sulle stelle più vicine. È’ il destino che aspetta voi fra poco. Siete tutti a conoscenza della sempre crescente importanza del gruppo denominato Partito per una Terra Libera. Sono ormai molti secoli che la vostra razza ha accettato l’esilio senza protestare. È venuto il tempo che si levino voci di dissenso. È improbabile che vengano soffocate. Possiamo dirvi — e lo facciamo in modo ufficiale in questo momento — che il capo dei Terrestri Liberi, Tweed, ha intrapreso su Giove e su un’orbita vicina alla Terra esperimenti che hanno certamente attratto l’attenzione degli Invasori per gli esseri umani viventi sugli Otto Mondi. Sono esperimenti dannosi, ma Tweed non è un mostro. Comprendiamo il suo desiderio di ristabilire il dominio umano sul pianeta natale». Notiamo soltanto che i suoi tentativi sono inefficaci.

«Se non l’avesse fatto Tweed, l’avrebbe fatto qualcun altro, se riuscirete a fermare Tweed ci saranno altri che ne prenderanno il posto. Sappiamo per esperienza che, quando è arrivato il momento che un’idea si affermi, non serve a niente cercare di sopprimerla. Alcuni di voi non ascolteranno i nostri avvertimenti, così continuerete per la stessa strada. Continuerete a misurarvi con gli Invasori. A un certo punto sarete pronti a tentarla voi un’invasione. Fallirà, e quelli di voi che resteranno negli Otto Mondi saranno sterminati.

«Qualcuno riuscirà a fuggire. I viaggi interstellari sono già alla vostra portata. Non c’è mai stata una sufficiente pressione economica che vi costringesse a ottenerli. Alcuni di voi, comunque, daranno ascolto, e se ne andranno in tempo. Vorrei potervi dire che a questo punto la storia è a lieto fine.» Una pausa. «La galassia è un luogo affollato,» continuò William. «La nostra razza non tardò a scoprirlo. La ricerca di un posto su cui vivere è lunga e difficile. Alcune specie non riescono mai a trovarlo. Si estinguono. Altre si frazionano e non sono in grado di mantenere contatti fra i loro frammenti sperduti. E a poco a poco mutano. Nuove razze nascono nello spazio interstellare. Fra le stelle si svolge un processo di evoluzione più severo di quello che ha fatto nascere la vostra razza sul vostro mondo. Dove c’è conflitto di interessi, la lotta è senza quartiere. Guerra è un termine troppo semplice per descriverla. Le specie possono cambiare, associarsi, assorbirsi l’una con l’altra.

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