Fritz Leiber - I tre tempi del destino

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I tre tempi del destino: краткое содержание, описание и аннотация

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Il presupposto del romanzo è l’esistenza di un dispositivo, la “macchina delle probabilità” in grado di creare universi alternativi in cui qualcosa differisce da quello attuale. Grazie ad altri dispositivi, chiamati talismani, è possibile spostarsi da un universo all’altro.

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“Il talismano era inerte, in quel momento?” pensò subito Prim.

“Sì” pensò Oktav. “Un’idea-chiave, nota soltanto a me sarebbe necessaria per liberarne i poteri.”

“Questo è un argomento, sia pur minimo, che depone in tuo favore” pensò Prim.

“Sono gravemente colpevole” pensò Oktav. “Ma potrò facilmente rimediare. Prestatemi un altro talismano e io tornerò in quel mondo e ritroverò il mio.”

“Non possiamo permetterlo” pensò Prim. “Hai già trascorso troppo tempo nel mondo, Oktav. Sebbene tu sia il più giovane tra noi, il tuo corpo è senescente.”

Prima di potersi trattenere, o, perlomeno, prima di riuscire a evitare di trasmettere il pensiero, Oktav protestò:

“Sì, è facendo così ho imparato molto più di quanto voi, nella vostra stupida ritirata, possiate mai apprendere.”

“Il mondo e le sue emozioni ti hanno corrotto” pensò Prim. “E questo mi conduce al secondo argomento, il più importante, delle nostre lamentele.”

Oktav sentì che le sette menti convergevano, ostili, su di lui. Facendo attenzione a celare i suoi processi mentali, Oktav cercò di sondare gli altri, cercando possibili debolezze o simpatie. La mancanza del talismano lo aveva messo in una grave posizione di svantaggio. Ogni speranza cadde.

Prim pensò: “Abbiamo saputo che hai svelato dei segreti. Mosso da chissà quale emotività alterata, e sotto le spoglie incredibilmente primitive di un veggente, hai svelato cose proibite… forse in forma nebulosa, ma comunque senza possibilità di errore… ai mortali del mondo centrale.”

“Non lo nego” pensò Oktav, varcando il suo Rubicone. “Il mondo centrale deve sapere di più. È una vostra creatura. E come spesso accade, ora lo spingete, impreparato e senza aiuto, verso un avvenire incerto.”

Il pensiero di Prim, amplificato dal suo talismano, tuonò nell’oscurità senza limiti:

Noi siamo i giudici migliori di quanto può andare bene per il mondo. Le nostre menti si dedicano con molta più consapevolezza della tua al benesssere del mondo, e noi abbiamo scelto il solo metodo scientifico logico esistente per assicurare la continuazione e il raggiungimento del benessere assoluto del mondo. Una delle condizioni inderogabili di questo metodo è questa: nessun mortale deve avere il minimo sospetto della nostra esistenza. La tua mente si è dunque così allontanata dalla lucidità scientifica… forse a causa della decadenza del corpo, dovuta a un abuso incontrollato dello spazio-tempo… da costringermi a spiegare nuovamente a tuo esclusivo beneficio i nostri scopi e i nostri metodi?”

L’oscurità pulsò. Oktav non proiettò alcun pensiero, in risposta. Prim continuò, scegliendo accuratamente i pensieri, come se si rivolgesse a un bambino.

“Nessun esperimento scientifico è possibile senza controlli… dispositivi nei quali le condizioni sono inalterate, che servono da metro di paragone, per valutare gli esatti effetti dell’alterazione, là dove essa viene introdotta. Esiste un solo mondo in condizioni naturali. Di conseguenza, su di esso non possono venire compiuti esperimenti. Non si può applicare il metodo sperimentale per stabilire scientificamente la forma migliore di governo, il sistema sociale ideale, e così via. Ma la creazione di mondi probabili , da parte del Motore della Probabilità, cambia tutto.”

Il pensiero di Prim pulsò con forza nella mente di Oktav.

“È mai possibile che la logica del nostro procedimento ti sia sempre sfuggita? Dalla nostra posizione dominante noi osserviamo il mondo che corre all’interno del cono del futuro… un cono che si restringe sempre di più, dirigendosi verso la punta del presente, perché nel futuro remoto gli eventi possibili sono moltissimi, mentre nel futuro imminente questi eventi si riducono a ben pochi. Noi osserviamo l’avvicinarsi delle epoche cruciali, nelle quali il mondo deve fare una grande scelta, come, per esempio, tra democrazia e totalitarismo, tra il paternalismo e lo schiavismo, tra un’oligarchia benevola e uno spietato classismo, e così via. Allora, scegliendo accuratamente il momento giusto e sintonizzando il Motore della Probabilità soprattutto sulle menti dei capi del mondo, allarghiamo il cono del futuro. Allora, invece di una sola, vengono a realizzarsi due possibilità. Il tempo viene diviso in due, o magari tre, correnti parallele. Abbiamo così dei mondi alternati, che dapprima contengono molte persone e molte cose assolutamente simili, ma che man mano divergono sempre più, anche nei particolari… mentre si avvertono, le conseguenze delle diverse decisioni.”

“Obiezione” pensò Oktav, affrontando qualcosa di completamente sconosciuto. “Voi pensate in termini generici. State personificando il mondo, e dimenticate che quelle scelte di cui parlate, quelle grandi possibilità, non sono che l’accumularsi di tante piccole possibilità. Non credo che la distinzione tra le due principali possibilità alternate sia semplice. Affatto.”

L’idea era troppo nuova per produrre qualsiasi effetto immediato. L’unico pensiero che ebbero gli altri fu la sicurezza che quelle parole fossero dovute all’annebbiamento e alla debilitazione che il mondo aveva prodotto su Oktav. Prim continuò come se nulla fosse accaduto:

“Per esempio, abbiamo diviso la corrente del tempo per l’ultima volta trenta anni terrestri or sono. La scoperta dell’energia subtronica aveva fornito al mondo una sorgente di energia spazio-temporale praticamente inesauribile. L’ élite benevola che governava il mondo si trovò di fronte a tre alternative nettissime: sopprimere del tutto la scoperta, uccidendo gli inventori. Farne un segreto del Partito, un’arma, insomma. Oppure fornirne il mondo, tutto il mondo, e questo avrebbe distrutto la forza del Partito, anzi, lo avrebbe completamente dissolto, perché agendo a questo modo ogni persona, ogni piccolo gruppo di persone, avrebbe avuto tra le mani una forza sufficiente a distruggere il mondo. Allo stato naturale, solo una di queste possibilità poteva essere realizzata. La Terra avrebbe avuto soltanto una probabilità su tre di decidere nel modo giusto. Come abbiamo sistemato le cose noi, tutte e tre le possibilità si sono realizzate. Pochi anni di continua osservazione ci hanno permesso di concludere che la terza alternativa… quella di rendere l’energia subtronica di uso comune… era quella esatta. Le altre due avevano portato a orrori e miserie atroci e innominabili.”

“Sì, i mondi sbagliati” lo interruppe amaramente Oktav. “Quanti ce ne sono stati, Prim? Quanti, dall’inizio?”

“Nel creare il migliore dei mondi possibili, necessariamente dobbiamo creare anche il peggiore” replicò Prim, con aria un po’ stanca.

“Sì… mondi in cui ha regnato l’orrore, che forse non sarebbero mai esistiti se voi non aveste continuato a materializzare tutte le possibilità, riempiendole del bene e del male che vivono nelle menti degli uomini. Se voi non aveste interferito, l’uomo avrebbe potuto ugualmente raggiungere questo mondo ideale… eliminando tutte le possibilità negative.”

“Suggerisci forse che si debba lasciare tutto al caso?” esplose irato Prim. “Che si debba diventare fatalisti? Noi, che siamo i padroni del destino?”

“E poi” continuò Oktav, senza curarsi dell’interruzione “dopo aver creato questi mondi alternati negativi… ma sempre umani, vivi, con il loro bagaglio di orrori e di infelicità, popolati di esseri umani che continuano a lottare con forza di volontà e buone intenzioni per ottenere il meglio dall’orrore che li circonda… dopo avere fatto questo, voi li distruggete!”

“Ma certo!” rispose Prim, pieno di sacra indignazione. “Non appena scopriamo che si tratta delle alternative peggiori, li togliamo dal loro misero stato.”

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