Robert Silverberg - Invasori silenziosi

Здесь есть возможность читать онлайн «Robert Silverberg - Invasori silenziosi» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1975, Издательство: Mondadori, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Invasori silenziosi: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Invasori silenziosi»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Stavano scendendo, adesso. Il tassì si abbassò in cerchi sempre più stretti sulla rampa dello Spaceway Hotel. Il maggiore Harris pagò il conducente, entrò nell’albergo e salì direttamente nella sua stanza, dove accese il comunicatore a raggio stretto: “Carver? Qui Harris.” “Harris! Hai potuto fuggire?” “Non esattamente. Mi hanno lasciato andare.” “E perchè? Come?” “E’ una lunga storia...” “Ma perchè ti hanno lasciato andare?” insistette Carver. “Sono diventato un loro agente” disse Harris in tono cordiale “La mia prima missione è quella di assassinarti.”

Invasori silenziosi — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Invasori silenziosi», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Dentro, Harris trovò ad aspettarlo il suo bagaglio, presso un bancone con la scritta Ham-hat. Erano due valigie, entrambe con scomparti segreti che nessuno sarebbe stato capace di scoprire.

Consegnò il passaporto. Il funzionario della dogana gli diede un’occhiata, poi lo passò davanti a un dispositivo di controllo che ne fece una riproduzione istantanea.

«Aprite le valigie.»

Harris premette col pollice la piastra di apertura. Le valigie si spalancarono. Il funzionario tastò il contenuto superficialmente, annuì, premette un pulsante che azionava un raggio-spia elettronico e aspettò un eventuale ronzio di avvertimento. Nessun rumore.

«Niente da dichiarare?»

«Niente.»

«Okay. Siete a posto. Chiudete pure.»

Harris richiuse le valigie, e l’uomo le toccò per un attimo con un timbro-tracciatore radioattivo. Il timbro non lasciava nessuna impronta visibile, ma i dispositivi fotonici di controllo sistemati in corrispondenza di ogni porta ne avrebbero captato le radiazioni, e nessun passeggero con bagaglio non timbrato avrebbe potuto attraversare le barriere elettroniche.

«Dove vado, ora?» chiese Harris.

«La prossima tappa è all’Ufficio Immigrazione, maggiore.»

All’Immigrazione diedero un’altra rapida occhiata al passaporto, presero nota che lui era alle dipendenze dello Stato e lo passarono all’Ufficio Sanitario. Lì provò un attimo di paura. Ogni cinquanta passeggeri provenienti dalla nave, uno veniva trattenuto a caso per subire un completo esame medico che escludesse il contagio della peste. Se la scelta fosse caduta su di lui, tutto sarebbe finito lì. Dieci secondi davanti a un fluoroscopio avrebbero rivelato che un individuo con una struttura scheletrica come la sua non poteva essere nato a Cincinnati.

La scelta cadde altrove. Harris lasciò l’Ufficio Sanitario dopo un controllo molto superficiale. All’ultimo sportello, sul suo passaporto fu apposto un visto di rientro, e l’impiegato disse: «È molto che mancate dalla Terra, vero, maggiore?»

«Dieci anni. Spero che le cose non siano troppo cambiate.»

«Le donne, comunque, sono sempre le stesse» disse l’impiegato, con un’occhiata maliziosa. Prese i documenti di Harris in un fascio, li ficcò di nuovo nella busta e glieli restituì. «Tutto a posto, maggiore. Avanti diritto, poi prima porta a sinistra. E buona fortuna sulla Terra.»

Harris lo ringraziò e si avviò, una valigia per ciascuna mano. Un mese prima, all’inizio del viaggio, quelle valigie gli erano sembrate pesanti. Ma allora era lassù, su Darruu. Sulla Terra pesavano molto meno. E le portava con disinvoltura.

Presto sarà primavera, a casa pensò. Gli alberi di jasaar dalle rosse foglie fioriranno e il loro dolce profumo saturerà l’aria.

Scacciò rabbiosamente quel pensiero. Era sciocco tormentarsi così. Lui non era più un darruuese. Era il maggiore Abner Harris, di Cincinnati, che tornava sulla Terra per una vacanza di otto mesi.

Ricordava gli ordini. Doveva trovarsi una residenza, evitare di essere scoperto e, nella seconda settimana del suo soggiorno, mettersi in contatto con il capo degli agenti Darruuesi sulla Terra. Soltanto allora avrebbe ricevuto altre istruzioni.

2

Ci vollero venti minuti di elitassì dallo spazioporto all’area metropolitana. Maneggiando il denaro terrestre con disinvoltura, come se ci fosse abituato da sempre, Harris pagò il pilota, lasciandogli il quindici per cento esatto di mancia, e scese. Si era fatto condurre a un albergo nel cuore della città: lo Spaceways Hotel. Ce n’era uno in ogni città della galassia dotata di spazioporto; la catena era gestita dagli armatori spaziali e da una società a responsabilità limitata, per comodità dei viaggiatori che non avevano un alloggio sul pianeta di arrivo.

Harris firmò e gli fu assegnata una camera al 58° piano. Il terrestre di turno al bureau controllò i suoi documenti e, allungandogli la piastra di registrazione, disse: «A voi non dà noia l’altezza, vero, maggiore?»

«Per niente.»

Un ragazzo gli prese le valigie. Su Darruu sarebbe stata un’umiliazione portare i bagagli di un’altra persona, ma Harris si ripeté ancora una volta che quello non era Darruu. Quando fu nella sua stanza, diede al ragazzo una moneta da mezza unità; il lift si profuse in ringraziamenti, poi lo lasciò in pace.

Chiuse a chiave la porta. Per la prima volta dopo la sua partenza era veramente solo. Si avvicinò ai bagagli e praticò abilmente tutta una serie di pressioni e stiramenti che gli permisero di accedere alle parti nascoste. Come per miracolo, le valigie raddoppiarono di volume, mentre lui ne faceva scattare la serratura. Quello era il sistema ideale di riporre gli oggetti che si volevano nascondere ai funzionari della dogana.

Cominciò a disfare i bagagli.

La prima cosa che ne uscì fu un piccolo aggeggio che aderì perfettamente all’interno della porta della stanza, diventando praticamente invisibile. Era un dispositivo di disturbo per raggi-spia e garantiva l’indispensabile privacy.

Poi venne la volta di una pistola a raggio annientatore. Harris la fece scivolare nella tasca della giacca dopo averne controllato la carica.

C’erano anche parecchi libri, un fiasco di vino di Darruu e una foto dell’albero piantato nel giorno della sua nascita. Portandosi dietro tutte queste cose, non aveva aumentato i rischi che già correva. In realtà, possedeva oggetti assai più compromettenti.

Il comunicatore subspaziale, per esempio. O l’amplificatore a breve raggio che serviva a segnalare la sua presenza agli altri membri del gruppo segreto di Darruuesi stabilitosi sulla Terra.

Harris finì di disfare le valigie e le ridusse di nuovo al loro stato tridimensionale. Poi prese un piccolo bisturi dalla borsa degli attrezzi. Si sfilò rapidamente i calzoni e mise a nudo la zona desensibilizzata nella parte carnosa della coscia. Fissò per un attimo la rete di sottili fili d’argento che stava sotto la carne, e con tre soli giri di lame modificò la regolazione termostatica del suo corpo.

Rabbrividì, mentre il suo metabolismo si adattava al cambiamento. Poi, a poco a poco, cominciò a sentire caldo. Richiuse la ferita e ci applicò sopra del mastice speciale. Pochi minuti dopo era perfettamente rimarginata. Si rivestì.

Diede un’occhiata alla stanza. Venti metri quadrati, con un letto, una scrivania, un armadietto a muro e una toilette. C’era una piccola griglia per il condizionamento dell’aria montata nel soffitto. Le solite piastre emanavano una luce verdastra elettroluminescente. Sotto una finestra ovale, era sistemato un gruppo di comandi per la polarizzazione. C’erano anche un bagno e un lavabo molecolari. Insomma, non era la stanza più squallida, ma neanche la più elegante che avesse mai occupato. Cercando di adattarsi alla mentalità dei Terrestri, si disse che per venti unità alla settimana poteva andare.

Il calendario della stanza segnava le tre e mezzo pomeridiane del 22 maggio 2562. Lui doveva mettersi in contatto con la Centrale solo di lì a dieci giorni o più. Chiuse gli occhi e calcolò che sulla Terra sarebbe stata la prima settimana di giugno. Fino a quella data, avrebbe recitato la parte del terrestre in vacanza.

La chirurgia plastica aveva apportato alcune piccole modifiche al suo metabolismo, per dargli il gusto del cibo e delle bevande terrestri e per consentirgli di digerire i carboidrati che gli abitanti della Terra consumavano con tanta avidità. Non avevano trascurato proprio niente perché lui potesse impersonare alla perfezione il ruolo del maggiore Abner Harris. Gli avevano dato anche cinquantamila unità di denaro terrestre: gli sarebbero bastate per un bel po’.

Applicò con cura il dispositivo che serviva a tenere lontani gli eventuali «curiosi» mentre lui era assente. L’intruso che avesse cercato di entrare nella stanza furtivamente, avrebbe ricevuto una scarica di energia, non mortale, ma per niente piacevole. Controllò il portafoglio per essere certo di avere con sé il denaro e premette il congegno di apertura della porta scorrevole.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Invasori silenziosi»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Invasori silenziosi» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Robert Silverberg - He aquí el camino
Robert Silverberg
Robert Silverberg - Rządy terroru
Robert Silverberg
Robert Silverberg - Poznając smoka
Robert Silverberg
Robert Silverberg - The Old Man
Robert Silverberg
Robert Silverberg - The Nature of the Place
Robert Silverberg
Robert Silverberg - The Reality Trip
Robert Silverberg
Robert Silverberg - The Songs of Summer
Robert Silverberg
Robert Silverberg - The Secret Sharer
Robert Silverberg
Robert Silverberg - Good News from the Vatican
Robert Silverberg
Robert Silverberg - The Pope of the Chimps
Robert Silverberg
Отзывы о книге «Invasori silenziosi»

Обсуждение, отзывы о книге «Invasori silenziosi» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x