— È una cosa che fa pensare, no? — disse Jensen. — A volte mi dico che forse avremmo bisogno di un uomo di polso, di un vero capo che ci guidasse. Magari un militare.
— Cioè che i militari assumessero il controllo del governo? — disse J.J. duro.
— Quale governo? — sbottò Jensen. — Quel branco di idioti a Washington?
— State dicendo per caso che la democrazia secondo voi ha fatto il suo tempo? — disse J.J.
— Non c’è mai stata una vera democrazia — disse Jensen. — E certo non negli anni più recenti. Non dopo che i terroristi hanno cominciato a privare la gente del diritto di vivere e di prendere liberamente le sue decisioni.
J.J. annuì, cupo. — Ci sono sempre stati dei criminali tra noi, ma quando le metropoli sono diventate troppo grandi per poter essere governate bene, i criminali si sono trovati ad agire più liberamente. I cittadini di buon senso si sono tappati nei loro appartamenti appena hanno visto che li avevano privati del diritto di camminare tranquilli per le strade, e gli sforzi che sono stati fatti nei primi tempi per rimediare a questa situazione erano lontani centottanta gradi dal bersaglio. La scuola dei sociologi cuori teneri sosteneva che il criminale è solo un prodotto del suo ambiente, e che va compreso. Le pene per i criminali si son fatte sempre meno severe. Adesso, uno che commette un omicidio o resta libero come un fringuello, o fa al massimo tre anni di una galera che somiglia molto di più a un circolo sportivo che a un carcere. Quando i cuori teneri hanno fatto passare alla fine la legge anti-armi e di conseguenza hanno fatto requisire tutte le armi da fuoco in possesso dei cittadini rispettosi della legge, hanno lasciato in mano ai criminali abbastanza armi da permettere loro di fare una rivoluzione. Ed è stato allora che i terroristi hanno avuto modo di mettere radici nella società. In un primo tempo non c’è stata nessuna domanda internazionale, perché certi gruppi terroristici erano spalleggiati sotto sotto da alcuni paesi. L’individuo non era più difeso contro la violenza, e il governo veniva meno all’obbligo di proteggere la gente. Gli uomini di buon senso hanno finito per dimenticarsi che fin dai primordi c’è sempre stata una sola cosa capace di opporsi alla violenza: la violenza. L’uomo è sempre stato un predatore spietato contro gli altri uomini. E quando la maggioranza lascia che una minoranza composta di predatori controlli completamente la politica e faccia cadere i governi, è finita.
— State dicendo che la maggior parte di noi è troppo civilizzata — disse Doris.
— O scema — sospirò J.J. — Certo, è umano provare pietà per i meno fortunati e aiutarli quando si può. Ma non è assolutamente possibile dare a tutti gli individui del mondo i lussi che in passato erano la ricompensa di chi sapeva guadagnarseli. Facciamo qualche esempio banale. Al mondo non c’è abbastanza oro perché ciascuno possa avere un anello d’oro. E non c’è una produzione così vasta da permettere a tutte le donne del mondo di avere una lavatrice, una lavastoviglie, un tostapane e un televisore. Il mondo non è fatto per dare sostentamento a una popolazione così numerosa. Secondo me, la struttura stessa della realtà è tale per cui il nostro pianeta non può assolutamente offrire con le sue sole risorse una vita ideale a otto miliardi di persone.
— Il vecchio argomento a favore dello spazio — disse Ellen. — È destino dell’uomo andare nello spazio, perché il suo piccolo mondo non può soddisfare i suoi bisogni.
— Io credo che il posto dell’uomo sia nello spazio — disse Neil — ma non credo nel destino. Secondo me, le stelle semplicemente stanno là, e all’universo non interessa un bel niente se l’uomo le raggiunge oppure no.
— C’è ancora gente che pensa che nello spazio ci troveremo prima o poi faccia a faccia con Dio, e che ne saremo accecati — disse Art.
— Torniamo al discorso di Paul sull’uomo forte — disse Neil. — Mettiamo che a un certo punto comparisse questo uomo forte, e che creasse un’efficiente organizzazione capace di prendere il potere negli Stati Uniti. Se avesse uno e un solo obiettivo, ovvero di ristabilire la legge e l’ordine, quali provvedimenti dovrebbe prendere, e quanto lo sosterrebbero persone come noi?
— Io pretenderei da questo dottore che mi desse la garanzia di ristabilire prima o poi una forma di democrazia — disse Doris.
— Io mi armerei e mi arruolerei nel suo esercito — disse Paul.
— Io cercherei di diventargli amico e di avere voce in capitolo nelle decisioni importanti — disse ridendo J.J. — D’altronde, ho sempre pensato che una dittatura illuminata e benevola fosse la forma di governo migliore e più efficace.
— Purché sia io il dittatore benevolo — disse Dom. — Ma a parte gli scherzi, credo che sosterrei anch’io l’uomo giusto. È chiaro che le cose vanno male, ma non siamo ancora alla disperazione. Come Doris, vorrei anch’io che successivamente si tornasse a una forma di governo più moderata, diciamo però una repubblica, non una democrazia come ha detto lei. Il grand’uomo non dovrebbe lasciare eredi insomma; non dovrebbe lasciare al potere il tempo di corrompersi.
— Mi vengono in mente almeno una dozzina di uomini che saprebbero gestire la cosa pubblica meglio dei politici — disse Paul.
— Il guaio è che la rivoluzione, quando si verifica, viene fatta dalle persone sbagliate — disse Dom.
— Forse, se porteremo a termine la nostra missione, non ci sarà una rivoluzione — disse J.J. — Ciò che troveremo su Giove forse sarà rivoluzionario, ma nel senso migliore. Però Neil ha fatto una domanda giusta. Quanto in là saremmo disposti a spingerci, quante libertà personali saremmo disposti a mettere nel cassetto per restaurare un po’ d’ordine nel mondo? Ce la sentiremmo di spedire soldati armati contro un raduno di terristi, e di ammazzare centinaia di persone?
— Perché, pensi che sarebbe una perdita? — disse Neil.
— Ioiterristi li cannoneggerei — disse Paul.
— Io prima darei loro la possibilità di disperdersi pacificamente — disse Ellen.
— Eh no, bisognerebbe sterminarli tutti a vista — disse Neil.
— Mio marito si è opposto alla violenza con la violenza — disse Doris. — Ed è morto.
Ci fu un attimo di silenzio. — Siamo una bella compagnia assetata di sangue — disse Dom.
— Se deciderò di fare una rivoluzione, state certi che vi recluterò tutti.
— Perché, secondo te è disumano uccidereiterroristi per avere la pace? — disse J.J.
— Ritornate spesso su questa domanda, vero? — disse Ellen.
— Mi sta a cuore — disse J.J.
— È forse sbagliato anteporre la salvezza della razza umana alle considerazioni indubbiamente più effimere sulle libertà personali? Credete che la storia ci etichetterebbe come mostri se uccidessimo migliaia di persone per rendere migliore la vita di milioni di individui?
— È una domanda troppo impegnativa per me — disse Dom.
— Perché si potrebbe arrivare a questi estremi — disse J.J. — Potremmo essere costretti a prendere posizione, a combattere. Lo spazio e la speranza per il futuro, oppure la Terra in isolamento e in lento decadimento. Il futuro o il presente. Una pagnotta di pane per ciascun cittadino prima della morte per fame, oppure un po’ di fame adesso e un mucchio di pagnotte dopo.
— Io mi auguro una pagnotta adesso e più pagnotte in futuro — disse Dom. — Mi auguro che gli alieni su Giove abbiano la propulsione iperveloce, che riusciamo a rimorchiarli e a farci dire qual è il loro segreto. Mi auguro che riusciremo a costruire una flotta di astronavi, e che riusciremo a mandare nello spazio dei coloni che coltiveranno del buon grano, di modo che l’umanità non debba più temere la fame.
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