Arthur Clarke - Le Guide del Tramonto
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- Название:Le Guide del Tramonto
- Автор:
- Издательство:URANIA
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- Год:1967
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«Ci sono dei bambini ai piedi della passerella. Gradirei che due di loro salissero a incontrarmi.»
Per un istante regnò un immenso silenzio. Quindi un bambino e una bambina uscirono dalla folla e si diressero, senza il minimo timore, verso la passerella per entrare nella storia. Altri li seguirono, ma si fermarono di colpo quando dalla nave giunse la risata di Karellen.
«Due bastano.»
Impazienti, pregustando già l’avventura, i due bambini — non dovevano avere più di sei anni — saltarono sulla pista metallica. E fu allora che si verificò il primo miracolo. Salutando allegramente con la mano la folla sottostante e i loro genitori, che probabilmente si ricordavano in ritardo della leggenda del Pifferaio di Hamelin, i bambini cominciarono a salire rapidamente sul piano incredibilmente inclinato. Ma le loro gambe erano immobili, e in breve si vide che i loro corpi erano inclinati ad angolo retto con la strana passerella che possedeva una sua propria forza di gravità, evidentemente capace di annullare quella della Terra. I bambini stavano ancora godendo la novità di quell’esperienza, chiedendosi forse quale fosse la forza che li attirava verso l’alto, quando scomparvero nell’interno della nave.
Un immenso silenzio calò sul mondo intero per lo spazio di venti secondi; anche se in seguito nessuno poté credere che l’intervallo fosse stato tanto breve. Poi l’ombra densa della grande apertura parve venire in avanti, e improvvisamente Karellen si materializzò nella luce del sole. Aveva il bambino seduto sul braccio sinistro, la bimba rannicchiata sul destro. Erano entrambi troppo occupati a giocare con le ali di Karellen per osservare la folla.
Fu un omaggio alla psicologia dei Superni e agli anni della loro meticolosa preparazione, che solo pochissimi dei presenti svenissero. Ma dovettero essere in numero ancora minore quelli che in tutto il mondo non sentirono un brivido dell’antico terrore sfiorare per un orribile istante le loro menti, prima che la ragione lo bandisse per sempre. Non c’era da sbagliarsi. Le ali di cuoio, le piccole corna, la coda forcuta erano là sotto gli occhi di tutti. La più terribile di tutte le narrazioni mistiche si era fatta realtà, uscendo da un passato lontanissimo. Ma ora stava sorridendo, in una sua maestà di ebano, con la luce del sole scintillante sul corpo terribile, e con un bambino d’uomo accoccolato su ogni braccio.
5
Cinquant’anni sono un periodo di tempo sufficientemente lungo a mutare un mondo e la sua popolazione fino a renderli irriconoscibili. Tutto quello che occorre è una profonda conoscenza della tecnica, una veduta molto chiara della mèta che ci si prefigge e potenza.
Tutte cose che i Superni possedevano. Sebbene il loro fine fosse un segreto, la loro scienza era palese, come la loro potenza. Questo potere si esplicava in forme diverse, forme che spesso non erano capite dai popoli al cui destino i Superni avevano presieduto. La potenza era rappresentata dalle grandi astronavi, e quelle, tutti potevano vederle. Ma dietro questa evidente forma di forza c’erano altri mezzi, e più sottili.
«Ogni problema politico» aveva detto una volta Karellen a Stormgren
«può essere risolto dal corretto uso del potere.»
«Mi sembra una affermazione alquanto cinica» aveva risposto Stormgren, poco convinto. «Sa un po’ di «Volere è potere». Nel nostro passato sono infiniti gli esempi di problemi che il potere non è riuscito a risolvere.»
«C’è un errore sostanziale. Voi non avete mai posseduto né potere reale né le capacità indispensabili per applicarlo. In questo, come in ogni problema, esistono modi efficaci o inefficaci di affrontare la soluzione. Supponete, ad esempio, che una delle nazioni terrestri sotto la guida di un capo fanatico tenti di ribellarsi a me. La risposta più inefficace a una minaccia del genere sarebbe l’uso dell’immensa energia racchiusa nelle bombe atomiche. Usando un certo numero di bombe si avrebbe una soluzione completa e definitiva. Ma, come ho detto, sarebbe una soluzione inefficace, anche a non voler tener conto degli altri difetti.»
«E quale sarebbe la soluzione efficace?»
«Quella che non richiede più potenza di una minuscola radio trasmittente, ma esige le stesse qualità occorrenti per costruire e far funzionare una simile radio. È il modo d’impiegare la potenza, qualunque potenza, non la quantità. Quanto credete che sarebbe durata la carriera di dittatore di Hitler se sempre, in qualsiasi posto, una voce tranquilla, pacata, gli avesse parlato all’orecchio? O se una nota musicale, sufficientemente alta da superare ogni altro suono e da impedirgli di dormire, gli fosse risuonata nel cervello giorno e notte? Niente di brutale, come vedete, eppure in ultima analisi un sistema infallibile come una bomba all’idrogeno.»
«Capisco» disse Stormgren. «E non sarebbe possibile sfuggire a questo sistema?»
«Non esiste nascondiglio dove i miei… diciamo sistemi non possano penetrare se io lo voglio. Ecco perché non devo mai ricorrere ai tradizionali mezzi drastici per conservare la mia posizione.»
Le grandi astronavi dei Superni non erano mai state altro che dei simboli, e adesso il mondo sapeva che solo una, solo quella di Karellen esisteva veramente: le altre erano soltanto immagini. Eppure era bastata la loro presenza a cambiare la storia della Terra. Adesso il loro compito era finito, ma l’eco di quel che avevano fatto sarebbe durato per secoli. I calcoli di Karellen erano stati esatti. Il primo istante di repulsione era passato rapidamente, sebbene fossero molti coloro che, mentre si vantavano di essere immuni d’ogni superstizione, non sarebbero mai stati capaci di guardare in faccia uno dei Superni. C’era qualche cosa di strano in questo, qualcosa che andava al di là della ragione e della logica. Nel Medio Evo, la gente credeva nel diavolo e lo temeva. Ma ora si viveva nel XXI secolo: possibile che, dopo tutto, esistesse ancora una memoria razziale?
Se ne era universalmente dedotto che i Superni, sempre uomini della stessa specie, si fossero trovati in conflitto violento con l’uomo preistorico, in un passato molto remoto dato che l’urto non aveva lasciato tracce nella storia scritta. Era questo un altro rompicapo, ma Karellen non aveva voluto dare nessun aiuto per la soluzione.
I Superni, sebbene si fossero ora mostrati all’uomo, lasciavano molto di rado la loro unica nave. Forse stare coi piedi sulla Terra era fisicamente penoso, dato che le loro dimensioni e l’esistenza delle ali indicavano la provenienza da un mondo di gravità notevolmente inferiore a quella terrestre. Non li si vedeva mai senza una cintura adorna di meccanismi complessi, che, si credeva generalmente, regolavano il loro peso e permettevano loro di comunicare l’uno con l’altro. La luce solare diretta era penosa ai loro occhi tanto che non vi restavano esposti più di qualche secondo. Quando dovevano uscire allo scoperto per una qualunque durata di tempo, portavano occhiali che conferivano loro un aspetto per lo meno incongruo. Quantunque sembrassero in grado di respirare l’aria terrestre, spesso portavano con sé dei piccoli cilindri di gas, a cui ogni tanto attinge-vano per rinfrescarsi i polmoni. Sotto molti punti di vista, la comparsa dei Superni aveva posto più problemi di quanti ne avesse risolti. La loro origine era ancora sconosciuta, la loro costituzione biologica fu fonte d’interminabili supposizioni. Di molti argomenti davano la spiegazione liberamente, ma a proposito di altri si poteva dire che il loro atteggiamento era ispirato al più geloso riserbo. Nell’insieme, tuttavia, ciò dispiaceva solo agli scienziati. L’uomo medio, pur preferendo non doversi incontrare coi Superni, era loro grato per quello che avevano fatto di bene al suo mondo.
Dal punto di vista di ère precedenti, era l’avvento di Utopia. Ignoranza, malattie, povertà e timore erano virtualmente scomparsi. Il ricordo della guerra sfumava nel passato come un incubo si dissolve ai primi albori: in breve sarebbe rimasta al di là delle esperienze di tutti i vivi. Con le energie del genere umano incanalate in numerosi sensi costruttivi, la faccia del mondo era stata rifatta. Era, quasi alla lettera, un nuovo mondo, le città che si erano rivelate utili alle generazioni precedenti erano state ricostruite o abbandonate, o trasformate in oggetti da museo quando avevano cessato di servire qualunque scopo utile. Molte città erano già state abbandonate in tal modo, perché tutto il sistema industriale e commerciale era cambiato radicalmente. La produzione adesso era prevalentemente automatica: le fabbriche-automa rovesciavano sul mercato beni di consumo in tali ininterrotte fiumane che tutti i generi di prima necessità erano virtualmente gratuiti. Gli uomini lavoravano per i generi voluttuari preferiti: o non lavoravano affatto. Era Un Solo Mondo. Gli antichi nomi delle nazioni erano ancora in uso, ma non rappresentavano più che comode divisioni postali. Non c’era nessuno sulla Terra che non parlasse inglese, che fosse analfabeta, che non si trovasse nelle immediate vicinanze di un televisore, che non potesse visitare l’altro emisfero entro ventiquattr’ore. La delinquenza era praticamente scomparsa. Era diventata inutile, e impossibile. Quando a un individuo non manca niente, rubare non ha senso. Inoltre, ogni criminale in potenza sapeva che era impossibile sfuggire alla sorveglianza dei Superni. Ai primordi del loro dominio, questi erano intervenuti con tale prontezza ed efficacia a favore della legge e dell’ordine, che la lezione non era stata più dimenticata.
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