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Fred Hoyle: La Nuvola nera

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Fred Hoyle La Nuvola nera

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L’ombra mortale di una nuvola di gas avvolge la Terra. Mentre i politici si agitano vanamente, alcuni scienziati giungono a una straordinaria scoperta: la Nuvola non è solo un ammasso di gas… In questo classico della fantascienza (1958), suspence, credibilità scientifica (Hoyle è uno scienziato), e infiniti spunti di riflessione sui rapporti scienza-politica.

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«La cosa migliore,» cominciò Marlowe, «è spiegare le cose cronologicamente, cominciando dalle lastre che Knut Jensen mi ha portato a casa ieri sera. Ora ve le mostro e così capirete perchè ho convocato qui questa riunione d emergenza.»

Emerson, che manovrava il proiettore, mise la diapositiva che Marlowe aveva fatto con la prima lastra di Jensen, quella impressionata la notte del 9 dicembre 1963.

«Il centro della macchia scura,» continuò Marlowe, «è in Ascensione Retta 5 ore 49 minuti, Declinazione meno 30 gradi 16 minuti, all’ingrosso.»

«Un bell’esempio di globulo di Bok,» disse Barnett. «Quanto è grande?»

«Circa due gradi e mezzo.»

Si sentì un fischio di meraviglia.

«Geoff, tieniti pure la tua bottiglia di whisky,» disse Harvey Smith.

«E anche la mia,» aggiunse Bill Barnett mentre gli altri ridevano.

«Eppure il whisky ti farà comodo quando avrai veduto l’altra lastra. Bert, fai passare alternativamente l’una e l’altra, in modo da poter fare una specie di confronto,» continuò Marlowe.

«È fantastico!» esplose Rogers, «pare che ci sia un intero anello di stelle oscillanti intorno alla nube. Ma come può essere?»

«Non può essere,» rispose Marlowe. «L’ho capito subito. Anche se ammettiamo l’ipotesi assai poco probabile che questa nube sia circondata da un alone di stelle variabili, è assolutamente inconcepibile che esse possano oscillare in fase l’una con l’altra, tutte in un senso nella prima lastra, tutte in senso opposto, nella seconda.»

«No, è assurdo,» intervenne Barnett. «Se non c’è qualche errore nella fotografia, allora resta soltanto una spiegazione possibile. La nuvola si muove verso di noi. Nella seconda lastra è più vicina e perciò oscura una porzione maggiore di stelle lontane. Che intervallo c’è tra le due lastre?»

«Meno di un mese.»

«Allora ci dev’essere un errore nella fotografia.»

«È proprio il ragionamento che ho fatto ieri notte. Ma poichè nelle lastre non c’era nulla di sbagliato, l’unica cosa era prendere altre fotografie. Se bastava un mese a creare tanta differenza tra la prima e la seconda lastra di Jensen, sarebbe stato facile scoprire anche la differenza di una settimana: L’ultima lastra di Jensen è stata presa il 4 gennaio e ieri era il 14 gennaio. Perciò son corso a Monte Wilson, ho strappato Harvey dal 60 pollici e ho passato la notte a fotografare i margini della nube. Ho qui una raccolta di diapositive nuove. Naturalmente non sono sulla stessa scala delle lastre di Jensen, ma voi sarete in grado di vedere perfettamente cosa succede. Falle passare una alla volta, Bert, e continua a confrontarle con la lastra di Jensen del 7 gennaio.»

Ci fu un silenzio di tomba per un quarto d’ora, mentre gli astronomi riuniti confrontavano con cura i campi di stelle ai margini della nuvola. Alla fine Barnett disse:

«Mi arrendo. Per quanto ne so io non c’è ombra di dubbio: questa nuvola viaggia verso di noi.»

Era chiaro che Barnett aveva espresso l’opinione di tutti. Ai margini della nuvola le stelle entravano nettamente in ombra, man mano che essa proseguiva nel suo viaggio verso il sistema solare.

«A questo punto non c’è più dubbio in proposito,» disse Marlowe. «Stamani ne ho parlato con il dottor Herrick ed egli ha osservato che noi abbiamo una fotografia di questa parte di cielo presa venti anni or sono.»

Herrick tirò fuori la fotografia.

«Non c’è stato tempo per farne la diapositiva,» disse, «perciò dovete farla passare in giro. La nuvola nera si vede, ma nella fotografia è così piccola, poco più di un minuscolo globulo. L’ho segnato con una freccia.»

La porse a Emerson il quale, dopo averla passata a Harvey Smith, disse:

«Certo, è cresciuta enormemente in venti anni. Mi preoccupa il pensiero di quello che può accadere nei prossimi venti. Mi pare che finirà col coprire tutta la costellazione di Orione. Presto gli astronomi dovranno cambiare mestiere.»

Fu allora che Dave Weichart parlò per la prima volta.

«Ci son due domande che vorrei fare. Prima di tutto la posizione della nuvola. Se ho ben capito quel che state dicendo, cresce la grandezza apparente della nuvola, perchè si avvicina a noi. Questo è chiaro. Ma io vorrei sapere se il centro della nuvola rimane nella stessa posizione o se si muove sullo sfondo delle stelle?»

«Ottima domanda. Il centro della nuvola, negli ultimi venti anni, pare che si sia mosso molto poco rispetto al campo stellare,» rispose Herrick.

«Allora ciò significa che la nuvola viaggia diritta contro il sistema solare.»

Weichart era abituato a pensare più in fretta degli altri, e quando vide che gli astronomi esitavano ad accettare la sua conclusione andò alla lavagna.

«Posso chiarirvelo con un disegno. Questa è la Terra. Supponiamo in un primo momento che la nuvola viaggi diritta contro di noi, cioè da A a B. In questo caso in B la nuvola apparirà più grande, ma il suo centro sarà nella stessa direzione. Dalla situazione che abbiamo osservata, appare chiaro che questo è il nostro caso.»

Ci fu un generale mormorio di assenso e Weichart continuò:

«Supponiamo ora che la nube si sposti lateralmente, pur continuando ad avanzare verso di noi, e supponiamo che il suo moto laterale sia eguale in velocità a quello in avanti. In questo caso la nuvola si muoverà così. Ora, se considerate il moto da A a B. vedrete che ci sono due effetti: la nuvola apparirà più grande in B che in A, proprio come nell’altro caso, ma il centro si sarà spostato, e continuerà a muoversi secondo l’angolo AEB, che dovrebbe essere di circa 30 gradi.»

«Non credo che il centro della nuvola si sia mosso per più di un quarto di grado,» osservò Marlowe.

«Ciò significa che il moto laterale non è superiore all’1 per cento, rispetto a quello verso di noi. Insomma pare che la nuvola punti sul sistema solare come un proiettile contro il bersaglio.»

«Ciò significa, Dave, che non c’è possibilità che la nuvola manchi il sistema solare, o, almeno, lo sfiori.»

«Ragionando sui fatti che ci sono stati presentati, bisogna concludere che la nuvola farà centro, piomberà proprio nel mezzo del bersaglio. Ricordiamoci che ha già un diametro di due gradi e mezzo. La velocità del moto laterale dovrebbe essere almeno il 10 per cento della velocità del moto radiale, per non colpirci. E ciò implicherebbe un moto angolare del centro della nuvola assai maggiore di quello dichiarato dal dottor Marlowe. Un’altra domanda vorrei fare: perchè la nuvola non è stata scoperta prima? Non voglio sembrarvi scortese, ma mi sorprende che nessuno l’abbia vista almeno una decina d’anni or sono.»

«Naturalmente questa è stata la prima cosa che ho pensato,» rispose Marlowe. «Mi sembrava così strana che da principio non volevo credere alla bontà del lavoro di Jensen. Ma poi ho scoperto vari buoni motivi. Se una nova lucente o una supernova esplodono in cielo, almeno un migliaio di dilettanti la scoprono, figuriamoci poi gli astronomi. Ma in questo caso non si tratta di un oggetto luminoso: è una cosa scura e non è facile scorgerla — una macchia scura si maschera bene contro il cielo. Certo, se una delle stelle nascoste dalla nuvola fosse stata per caso assai lucente, qualcuno l’avrebbe avvistata. La scomparsa di una stella lucente non è facile da scoprire come la comparsa di una nuova stella lucente, ma tuttavia gli astronomi, professionisti e dilettanti, l’avrebbero certo trovata. Purtroppo è accaduto che tutte le stelle vicine alla nuvola sono inferiori all’ottava grandezza, e si vedono solo al telescopio. Questo è il primo guaio. Poi dovete sapere che, per ottenere buone condizioni di visibilità, noi preferiamo lavorare su corpi celesti vicini allo zenit, mentre questa nuvola sta alquanto bassa sul nostro cielo. Naturalmente noi tendiamo a trascurare questa parte del cielo, a meno che per caso essa non contenga qualcosa di molto singolare; il che — secondo guaio — non è accaduto nel nostro caso. Nuvola a parte, certo. È vero che per gli osservatori dell’emisfero meridionale la nuvola è presso lo zenit, ma quegli osservatori, e con un personale alquanto ristretto, devono vedersela con altre questioni importanti, per esempio le Nubi di Magellano e il nucleo della Galassia. Prima o poi la nuvola si sarebbe scoperta. È accaduto, purtroppo, poi, ma avrebbe potuto accadere prima. Non ho altro da dire.»

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