Филип Дик - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
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- Название:Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
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- Год:1996
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Chissa perche la cosa non lo colse di sorpresa; lo fece solo sentire ancora peggio, un'ulteriore aggiunta alla quantita di peso che l'opprimeva da ogni parte. «Credo ci sia una clausola di garanzia nel contratto», disse. «Se l'animale si ammala entro novanta giorni il venditore e tenuto a...»
«Non era ammalata. Qualcuno...» Iran si schiari la gola e prosegui con voce strozzata, «qualcuno e venuto qui, ha preso la capra dalla gabbia e l'ha trascinata sul bordo della terrazza».
«E poi l'ha spinta di sotto?» chiese lui.
«Si», annui lei.
«Hai visto chi e stato?»
«L'ho visto benissimo», disse Iran. «Barbour era ancora in terrazza a gingillarsi con il cavallo; e sceso giu a chiamarmi e abbiamo telefonato alla polizia, ma a quel punto l'animale era gia morto e lei se ne era andata. Una ragazza giovane, piccolina, magra, dai capelli scuri e grandi occhi neri. Aveva un soprabito a squame di pesce e portava una specie di borsa da postino a tracolla. E non ha fatto niente per evitare di farsi vedere da noi. Sembrava che non le importasse niente».
«No, non le importava niente. A Rachael non gliene fregava niente se la vedevi o meno; anzi, voleva che la vedessi, cosi io avrei saputo chi era stato». Rick bacio sua moglie. «E tu sei rimasta qui ad aspettare^ tutto quel tempo?»
«No, solo da una mezz'ora. E successo poco fa, mezz'ora fa». Delicatamente Iran ricambio il bacio. «E terribile e, oltretutto, non ha alcun senso».
Rick si volto verso la macchina che aveva appena parcheggiato, apri la portiera e si rimise al volante. «No, un senso ce l'ha, eccome», mormoro. «Lei aveva o credeva di avere un motivo per farlo». Un motivo da androide, penso.
«Ma dove vai? Perche non vieni giu e... resti un po' con me? Alla televisione hanno dato una notizia sconvolgente; Buster Friendly sostiene che Mercer e una truffa. Tu che ne dici, Rick? Secondo te, e vero?»
«E tutto vero», rispose lui. «Tutto quello che la gente ha mai pensato e vero». Accese il motore dell'aereomobile.
«Ma tu stai bene?»
«Sto bene», la rassicuro, e sto per morire, aggiunse tra se e se. Anche entrambe queste cose sono vere. Chiuse la portiera e lancio un saluto con la mano a Iran, quindi decollo e spari ben presto in cielo.
Una volta, penso, avrei visto le stelle. Anni fa. Ma ora non c'e altro che polvere; sono anni che nessuno vede piu le stelle, perlomeno non dalla Terra. Magari me ne andro da qualche parte dove si vedono ancora le stelle, si disse, mentre la macchina guadagnava velocita e altitudine. Si allontano da San Francisco, verso i desolati deserti del nord. In un posto dove nessun essere vivente andrebbe. A meno che non sentisse che la sua fine fosse vicina.
CAPITOLO VENTUNESIMO
Alla luce dell'alba la terra sotto di lui sembrava estendersi per sempre, uniformemente grigia e cosparsa di rifiuti. Macigni grossi come case erano rotolati fino a fermarsi l'uno accanto all'altro e Rick penso: Ecome un ufficio spedizioni dopo che tutta la merce e stata mandata via. Rimangono solo pezzi di casse rotte, gli involucri che di per se non vogliono dir niente. Una volta, riflette, qui ci crescevano raccolti, gli animali cipascolavano. Pensare che degli esseri viventi potessero aver brucato l'erba in questo posto aveva un che di straordinario.
Che posto strano, riflette, e pensare che tutta quella vita e sparita.
Fece planare verso il basso l'aereomobile e per un bel pezzo segui il profilo della superficie. Che direbbe di me Dave Holden, se mi vedesse adesso?si chiese. In un certo senso, ora sono il piu grande cacciatore di taglie che sia mai vissuto; nessuno e mai riuscito a ritirare sei modelli Nexus-6 nell'arco di ventquattro ore e con ogni probabilita nessuno ci riuscira piu. Dovrei telefonargli, disse tra se e se.
Una collina affollata gli si paro dinanzi; si alzo con l'aereomobile, mentre il mondo gli pareva avvicinarsi a lui a gran velocita. La stanchezza, penso; non dovreicontinuare a guidare. Spense i motori e veleggio per un po', prima di atterrare. L'aereomobile rotolo e sobbalzo sul pendio della collina, smuovendo le pietre; risali qualche metro e poi si fermo stridendo e traballando.
Deckard prese il ricevitore del telefono di bordo e chiamo il centralino di San Francisco. «Mi passi l'ospedale Mount Zion», le disse. Ben presto apparve sullo schermo un'altra centralinista. «Qui ospedale Mount Zion, prego».
«Da voi c'e un paziente che si chiama Dave Holden. E possibile parlare con lui? E in grado di rispondere al telefono?»
«Un momento che controllo, signore». Lo schermo si svuoto. Il tempo passava. Rick inalo un pizzico di miscela del dottor Johnson e rabbrividi; con i riscaldamenti di bordo spenti, la temperatura era precipitata. «Il dottor Costa dice che il signor Holden non puo ricevere chiamate», gli disse la centralinista, riapparendo sullo schermo.
«Sono questioni di servizio», rispose lui, mostrando allo schermo i suoi documenti d'identita.
«Un attimo». La centralinista spari di nuovo alla vista. Rick annuso un altro pizzico di miscela del dottor Johnson; il sapore del mentolo gli diede un po' di nausea: era troppo presto di mattina. Tiro giu il finestrino dell'abitacolo e getto la scatoletta di latta gialla tra i detriti. «No, signore», disse la centralinista, riapparsa sullo schermo. «Il dottor Costa non crede che le condizioni del signor Holden gli permettano di ricevere delle chiamate, anche se sono urgenti, per almeno...»
«Va bene, va bene», taglio corto Rick e riappese.
Anche nell'aria c'era qualcosa che gli dava la nausea; rialzo il finestrino. Dave e fuori gioco, riflette. Chissa come mai a me non mi hanno beccato. Perche mi sono mosso in fretta, decise. Tutto in una giornata; non potevano aspettarselo. Harry Bryant aveva ragione.
Ormai faceva troppo freddo in macchina, cosi spalanco la portiera e scese. Un vento fastidioso e inaspettato gli si insinuo sotto i vestiti e allora comincio a camminale e a fregarsi le mani.
Sarebbe stato bello parlare con Dave, penso. Dave avrebbe approvato quel che ho fatto. Ma lui avrebbe capito anche l'attra parte, quella che secondo me neanche Mercer ha capito. Per Mercer e tutto facile, penso, perche lui accetta tutto. Nulla gli e alieno. Ma quello che ho fatto io. riflette, ormai e alieno anche a me stesso. Anzi, tutto quello che mi riguarda e diventato innaturale; sono diventato io stesso un essere innaturale.
S'inerpico su per la collina e a ogni passo il peso che l'opprimeva aumentava. Sono troppo stanco, penso, per arrampicarmi quassu. Si fermo e si asciugo il sudore che gli bruciava gli occhi, lacrime salate prodotte dalla sua pelle, da tutto il suo corpo indolenzito. Poi ebbe un moto di rabbia verso se stesso e sputo - sputo sul terreno spoglio per rabbia e per disprezzo verso se stesso, con odio genuino. Poi riprese ad avanzare a passi pesanti su per il pendio, in quel posto solitario e strano, lontano da qualsiasi cosa; dove non c'era niente di vivo, a parte lui.
Il calore. Ora faceva caldo; evidentemente era passato del tempo. E poi aveva fame. Non aveva mangiato chissa da quanto tempo. La sensazione combinata di calore e fame gli fece venire in bocca un sapore velenoso che somigliava alla sconfitta. Si, penso, ecco di che si tratta: in qualche misterioso modo sono stato sconfftto. Eper aver ucciso gli androidi? O perche Rachael mi ha ammazzato la capra? Non lo sapeva, ma man mano che arrancava una coltre indistinta e quasi allucinatoria gli annebbio pian piano la vista; a un certo punto, senza sapere come, si ritrovo a un passo dal precipitare in un burrone che quasi certamente gli sarebbe stato fatale - Una caduta cosi umiliante e inevitable, penso; una caduta senza fine e senza testimoni. Qui non c'era nessuno che potesse registrare la degradazione, sua o di chiunque altro, e anche qualsiasi reazione di coraggio o di orgoglio si fosse manifestata alla fine non sarebbe stata notata: le pietre morte, l'erbacce che la polvere aveva appassito e prosciugato non percepivano niente, non ricordavano niente, ne di lui ne di se stesse.
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