Филип Дик - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
Здесь есть возможность читать онлайн «Филип Дик - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Год выпуска: 1996, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
- Автор:
- Жанр:
- Год:1996
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:5 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 100
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Ma gli androidi sognano pecore elettriche?: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
Ma gli androidi sognano pecore elettriche? — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
Con indosso il grembiule di tela per vele blu incrostato di sudiciume, il tarchiato Milt Borogrove dalla pelle ruvida e granulosa comparve sulla soglia dell'ufficio. «Che cos'e tutto 'sto baccano?» borbotto. Vedendo il gatto, entro nell'ufficio e prese in mano l'animale.
«Guarda che cosa ci ha portato il cervello di gallina », disse Sloat. Non aveva mai usato prima d'allora quel termine in presenza di Isidore.
«Fosse stato ancora vivo», intervenne Milt, «l'avremmo potuto portare a un vero veterinario. Mi piacerebbe sapere quanto vale. Non c'e in giro una copia del Sidney?»
«Ma la s-s-sua ass-sicurazione non c-c-copre...?» chiese Isidore al signor Sloat. Le gambe gli tremavano ormai senza controllo e si rese conto che la stanza si stava colorando di un marrone scuro screziato di macchie verdi.
«Si», disse finalmente Sloat, quasi ringhiando. «Ma e un peccato, e lo spreco che mi fa imbestialire. La perdita di un'altra creatura vivente. Isidore, possibile che non sei capace di distinguere niente? Non hai notato l a differenza?»
«Ho pensato», riusci a dire Isidore, «che era davvero un bel lavoro. Tanto ben fatto da riuscire a mettermi nel sacco; cioe, sembrava vivo e un lavoro cosi ben fatto...»
«Non credo che Isidore sia in grado di notare la differenza», disse Milt conciliante. «Per lui sono tutti vivi, anche gli animali finti. Probabilmente ha anche provato a salvarlo». Rivolto a Isidore, disse: «Che hai fatto? Hai provato a ricaricargli le batterie? O hai cercato di individuare il corto circuito?»
«S-s-si», ammise Isidore.
«Probabilmente il gatto era gia talmente partito che non ce l'avrebbe fatta comunque», concluse Milt. «Lascia in pace il cervello di gallina, Han. Non ha tutti i torti; gli animali finti cominciano a essere maledettamente vicini a quelli veri. Pensa ai circuiti di malattia che inseriscono nei nuovi modelli. E poi, gli animali vivi muoiono; e uno dei rischi inevitabili per i proprietari. E che noi non ci siamo abituati perche vediamo solo animali finti».
«E uno spreco della malora», disse Sloat.
«Secondo M-m-mercer», puntualizzo Isidore, «ogni v-v-vita ritorna. Il ciclo e c-ccompleto anche p-p-per gli animali. Cioe, t-t-tutti ascendiamo c-c-con lui, t-t-tutti moriamo...»
«Vallo a raccontare al padrone del gatto», disse il signor Sloat.
Incerto se il suo principale stesse scherzando o dicesse sul serio, Isidore chiese: «Vuoi dire che devo dirglielo io? Ma lo sa che non sono in grado di fare le videofonate». Aveva una spiccata fobia nei confronti del videofono e per lui, specialmente se doveva contattare uno sconosciuto, era virtualmente impossibile fare una chiamata. Il signor Sloat, naturalmente, lo sapeva benissimo.
«Non farlo chiamare», disse Milt. «Chiamo io». Fece per prendere il ricevitore. «Dimmi il numero».
«Ce l'ho io da qualche parte», Isidore si mise a frugare nelle tasche del camice da lavoro.
Sloat insistette: «Voglio che chiami il cervello di gallina».
«N-n-non s-s-so usare il videofono», protesto Isidore con il cuore in gola. «Perche sono brutto, sporco, peloso, curvo, grigio, e ho i denti storti. E poi mi sento male per le radiazioni; mi sento di morire».
Milt sorrise e disse a Sloat: «Mi sa che se mi sentissi cosi, neanch'io vorrei usare il videofono. Su, Isidore; se non mi dai il numero del proprietario non posso chiamare e dovrai chiamare tu per davvero». Tese verso di lui la mano in modo garbato.
«Chiama il cervello di gallina», disse Sloat, «altrimenti lo licenzio». Non guardava ne Isidore ne Milt, ma teneva lo sguardo fisso davanti a se.
«Ma dai!» protesto Milt.
Isidore disse: «N-n-non v-v-voglio che mi si c-c-chiami cervello di gallina, capito? La p-ppolvere ha rovinato un bel po' anche v-v-voi. Nel c-c-corpo, anche se m-m-magari n-n-non vi ha p-p-preso il cervello, c-c-come nel mio c-c-caso». Sono licenziato, si disse. Non riesco a chiamare. E poi d'un tratto si ricordo che il proprietario del gatto era filato via al lavoro. A casa non ci doveva essere nessuno. «C-c-credo di riuscire a c-c-chiamare», disse, ripescando la targhetta con il numero.
«Visto?» disse a Milt il signor Sloat. «Quando e costretto, ci riesce».
Seduto al videofono, con il ricevitore in mano, Isidore compose il numero.
«Gia», disse Milt, «ma non dovrebbe esserci costretto. E poi ha ragione: la polvere si e fatta sentire anche per te; sei a un pelo dal diventare cieco, e tra un paio d'anni sarai anche sordo».
«Si e fatta sentire anche per te, Borogrove. Hai la pelle che sembra cacca di cane», ribatte Sloat.
Sul videoschermo apparve una faccia, una donna dall'aspetto mitteleuropaische, circospetta, con i capelli raccolti in uno stretto chignon. «Si?» disse.
«S-s-signora Pilsen?» chiese Isidore, improvvisamente inondato di paura; proprio non ci aveva pensato che il proprietario potesse avere una moglie e che naturalmente ella fosse a casa. «V-v-volevo d-d-dirle d-d-del suo g-g-g-g-g-g-...» Si interruppe, passandosi automaticamente piu volte la mano sul mento. «Del gatto».
«Oh, certo. E venuto a prendere Orazio», disse la signora Pilsen. «Allora era davvero polmonite come pensava mio marito?»
«Il gatto e morto», annuncio Isidore.
«Oh santo cielo, no!»
«Glielo sostituiremo», disse Isidore. «Siamo assicurati». Lancio un'occhiata al signor Sloat che parve approvare. «Il proprietario della nostra compagnia, il signor Hannibal Sloat...» Si impappino. «Provvedera personalmente...»
«No», disse Sloat, « le daremo un assegno. Il prezzo di listino del Sidney».
«...Provvedera personalmente alla scelta di un gatto che possa sostituire il vostro», si sorprese a dire Isidore. Iniziata una conversazione che non riusciva a sostenere, si scopri incapace di uscirne. Quel che diceva possedeva una logica intrinseca che non riusciva ad arginare; andava dritta verso le proprie conclusioni.
Il signor Sloat e Milt Borogrove lo fissavano stupiti mentre lui continuava a snocciolare: «Ci dia le caratteristiche specifiche del gatto che desiderate. Colore, sesso, razza; ad esempio, Persiano, Abissino, dell'Isola di Man...»
«Orazio e morto», disse la signora Pilsen.
«Polmonite», disse Isidore. «E deceduto durante il trasporto in ospedale. Il nostro primario, il dottor Hannibal Sloat, ha espresso il parere che nulla e nessuno a quel punto sarebbe riuscito a salvarlo. Ma non e una bella cosa, signora Pilsen, che gliene diamo un altro? Non ho ragione?»
La signora Pilsen, con le lacrime che iniziavano ad apparirle sul volto, disse, «Non c'e un altro gatto come Orazio. Ci guardava - quando era ancora un micetto - da sotto in su come se ci stesse chiedendo qualcosa. Non abbiamo mai capito la domanda. Forse ora Orazio ha trovato la risposta». Nuove lacrime sgorgarono. «Credo che tutti noi, prima o poi, la troveremo».
A Isidore venne un'ispirazione. «Che ne pensa di un perfetto duplicato elettrico del vostro gatto? Possiamo fornirle un perfetto manufatto della Wheelright & Carpenter. Ogni minimo particolare dell'animale defunto sara fedelmente replicato in modo durevole...»
«Ma e terribile!» esclamo la signora Pilsen. «Ma cosa sta dicendo? Non si azzardi a dirlo a mio marito, non glielo accenni nemmeno o lo fara andare su tutte le furie. Voleva bene a Orazio piu che a qualunque gatto abbia mai avuto fin dall'infanzia».
Togliendo il videoricevitore dalle mani di Isidore, Milt disse alla donna, «Possiamo darle un assegno con l'importo stabilito dal listino Sidney oppure, come le ha suggerito il signor Isidore, possiamo scegliere noi un gatto nuovo che vi aggradi. Ci spiace molto che il vostro gatto sia morto, ma come le ha gia fatto notare il signor Isidore, il gatto aveva la polmonite, che e quasi sempre inevitabilmente fatale». Sprizzava professionals da tutti i pori; di loro tre, alla Clinica per Animali Van Ness, Milt era quello che faceva le migliori videofonate di lavoro.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «Ma gli androidi sognano pecore elettriche?» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.