Dolcemente stordita com’era dal vinello bevuto in compagnia di Paul, non le parve vero di mettersi a sedere. Scelse la poltroncina di fronte a Cita.
Kyle si appollaiò sull’orlo di una scrivania. — Vorrei parlarti di Joshua Huneker.
Heather s’irrigidì immediatamente. — Non ne vedo il motivo.
— Scusami. Lo so che mi hai chiesto di evitare ogni accenno a lui, ma oggi ho avuto un colloquio in cui è saltato fuori il suo nome.
Heather lo scrutò guardinga. — A che proposito?
— Non ci fu niente di strano nella sua morte?
— Che vorrebbe dire strano?
— Be’, dissero che si era ucciso perché era gay.
Heather annuì. — Personalmente non ne sapevo nulla, però in effetti dissero così. — Poi scrollò un poco le spalle, come a significare che erano cose di altri tempi e che al giorno d’oggi risultava difficile persino immaginare che qualcuno potesse uccidersi per un motivo del genere.
— Ma davvero non avevi nemmeno sospettato che fosse gay?
— Oh, accidenti, Kyle, non lo so. Lui sembrava sinceramente interessato a me, però dissero che aveva una relazione sessuale col tizio che io credevo fosse solo il suo compagno di stanza. Allora, vuoi dirmi cos’è questa storia?
Kyle trasse un profondo respiro. — Oggi è venuta a trovarmi una donna. Ha detto di rappresentare un consorzio che possiede copia di un disco contenente un radiomessaggio alieno ricevuto da Huneker poco prima della sua morte.
Heather annuì.
— Non mi sembri sorpresa.
— Be’, non è la prima volta che sento raccontare di questo messaggio che lui avrebbe individuato. È una voce che gira da anni negli ambienti del SETI. Ma insomma, sono solo chiacchiere.
— Comunque è una strana coincidenza, non credi? Pensa, due messaggi, provenienti probabilmente da due stelle diverse, a così breve distanza di tempo. Prima quello di fonte ignota captato a quanto dicono da Huneker e poi la serie di messaggi da Alpha Centauri, iniziata tredici anni dopo.
— Potrebbe anche non essere tanto strano — replicò Heather. — I ricercatori del SETI ritenevano all’inizio che avremmo dovuto captare molti più messaggi di quanti non ne siano giunti finora. Nel 1994 erano solo trent’anni che stavamo in attesa di segnali radio alieni. Prima che entrassero in funzione i radiotelescopi, avrebbero potuto benissimo essersi verificati innumerevoli tentativi di comunicare con noi, e un nuovo contatto potrebbe avvenire anche domani. Il fatto è che non abbiamo la minima idea di quanto spesso sia lecito attendersi una trasmissione radio da un’altra civiltà.
Kyle annuì. — Comunque l’osservatorio degli Algonchini venne chiuso poco dopo la presunta ricezione del messaggio da parte di Huneker.
Heather sorrise a denti stretti. — Sui tagli ai finanziamenti statali ne sai più di me. E poi, ammesso che quel disco esista, perché mai qualcuno dovrebbe venire a raccontartelo?
— Secondo quella donna, Huneker avrebbe cifrato il messaggio utilizzando l’RSA, cioè un sistema che utilizza numeri primi fattori di altri numeri molto grandi come chiave di decodifica.
— A quell’epoca facevano già cose del genere?
— Certamente. E anche prima. Nel settantasette i tre scienziati del MIT ideatori di quella tecnica, Rivest, Shamir e Adleman, cifrarono un messaggio usando un numero di 129 cifre ottenuto dal prodotto di due numeri primi. Offrirono un premio di cento dollari a chiunque fosse stato capace di decrittarlo.
— E qualcuno ci riuscì?
— Sì, ma diversi anni dopo. Nel novantaquattro, mi pare.
— Cosa diceva il messaggio?
— “Le parole magiche sono ossifraga schizzinosa”.
— Che diamine vuol dire ossifraga?
— È un rapace marino, credo. Ci vollero otto mesi di lavoro ininterrotto da parte di seicento volontari in ogni parte del mondo, ciascuno dei quali elaborò al computer una parte del problema, per decifrare il codice… più di cento quadrilioni di istruzioni.
— Allora perché non hanno fatto lo stesso col messaggio di Josh?
— Perché lui ha usato 512 cifre e ogni cifra in più comporta un ulteriore ordine di grandezza. È dalla sua morte che ci stanno lavorando coi soliti sistemi e non ci sono ancora riusciti.
— Sì, ma perché questa gente si sarebbe rivolta a te?
— Pensano che sia sul punto di fare un passo avanti decisivo nella tecnica del calcolo quantico. In realtà non sono ancora pronto, abbiamo solo realizzato un prototipo un po’ zoppicante, e anche se riusciamo a cavargli i difetti attuali, funzionerà solo con numeri di trecento cifre precise. Comunque, se la fortuna ci assiste, una volta messo a punto perfettamente il prototipo, tempo qualche altro mese avrò un sistema capace di decifrare quasi all’istante messaggi di qualunque lunghezza.
— Ah.
— Quella tizia che è venuta a trovarmi, credo che sia intenzionata a brevettare ogni eventuale innovazione tecnologica deducibile dal messaggio.
— È immorale! — reagì Heather. — Anche se tale messaggio esiste, e sinceramente ho i miei dubbi, appartiene al mondo intero. — Tacque un istante. — E inoltre…
— Cosa?
— Be’ — continuò Heather rabbuiandosi — se davvero esiste, allora Josh si è ucciso dopo averne visto il contenuto. Forse… forse sarebbe meglio non sapere che cosa c’è dentro.
— Vorresti dire che magari il suicidio è da mettersi in relazione col messaggio?
— Perché no? A quanto mi risulta, ti ripeto, lui non era né gay né bisex.
— Ma che razza di messaggio potrebbe indurre un uomo a togliersi la vita, non prima però di avere nascosto la sua scoperta al resto dell’umanità?
Heather rifletté qualche secondo. — Qualcosa come: “L’Aldilà esiste sul serio, è un vero paradiso, e dopo la morte ci andiamo tutti quanti”.
— Per quale motivo mantenere la cosa segreta?
— Per far sì che la razza umana non si estingua. Se una simile rivelazione venisse creduta, commetteremmo tutti suicidio pur di volare in cielo al più presto e l’Homo Sapiens scomparirebbe nel giro di poche ore.
Kyle ponderò l’ipotesi. — Ma allora perché prendersi il disturbo di lasciare una versione cifrata del messaggio? Non bastava semplicemente distruggerlo?
— Forse è come quella storia del Papa. — L’espressione di Kyle, quintessenza della perplessità, le suggerì di entrare nei dettagli. — Si racconta che nei sotterranei del Vaticano venga conservata in gran segreto una tremenda profezia. Ogni tanto un Papa scende a dare un’occhiatina, reagisce con orrore, e risigilla il tutto. Per lo meno, così dicono.
Kyle sbuffò d’impazienza. — Per farla breve, quelli del consorzio vorrebbero che lavorassi per loro e mi offrono un mucchio di soldi.
— Quanto? — volle sapere Heather.
Vide l’esitazione dipinta sul volto di lui. Ancor prima della risposta, seppe con esattezza ciò che suo marito stava pensando: se non ci dovessimo più riconciliare, sarà prudente da parte mia rivelare l’entità di una nuova fonte di reddito?… — Be’, una somma piuttosto consistente — si limitò a confermare Kyle.
— Capisco — si rassegnò Heather.
— A ogni modo hanno già messo gli occhi su un altro ricercatore, anche lui vicino al risultato. — Pausa. — Saperstein.
— Non lo puoi soffrire, vero?
— Esatto.
— Non so. Forse dovresti accettare.
— Perché?
— Be’, supponi che invece che a te lo facciano fare a Saperstein o a qualcun altro. Ciò non vuol dire che il messaggio di Huneker, ammesso che esista davvero, diverrà mai di dominio pubblico. Il governo ha di sicuro una copia del messaggio, ma ormai sono vent’anni che lo tiene segreto.
— Può darsi. Comunque sono certo che il consorzio mi farebbe firmare un IES.
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