«D'accordo, dimmi che cosa sanno quelli del fisco.»
Già, raccontami una favola.
«Non posso farlo senza ammettere di aver violato un altro computer riservato. Come hai detto poco fa, Riker, è un reato federale.»
«Credi forse che ti tradirei?» Lentamente, Mallory cominciò a indietreggiare. Riker fece un passo verso di lei, che sollevò lo spolverino mostrando la pistola.
Non arriveresti a spararmi, vero, piccola? Ad alta voce disse: «Dammi qualcosa che possa riferire ai federali.»
«Il fratello di Babe Laurie sta architettando una frode fiscale. Sta liquidando le risorse della New Church trasferendole in un fondo protetto. È tutto organizzato perché il denaro finisca su un conto all'estero.»
«Senti senti.»
«E non è finita. Malcolm progetta di svignarsela. Ha appena concluso un affare riguardo le proprietà lungo il Lower Bayou. Ha venduto tutto quanto apparteneva ai suoi familiari, a loro insaputa. Per la fine del mese saranno senza un tetto e vivranno del sussidio di disoccupazione.»
«Ora capisco perché sei tornata a Dayborn adesso. Non volevi rischiare che qualcuno se la svignasse prima che tu potessi inchiodare i responsabili della morte di tua madre.»
Mallory lo guardava con freddezza, come si guarda un estraneo armato e pericoloso.
«Pensi che Babe Laurie fosse al corrente della truffa?»
«No» rispose lei. «Babe Laurie era uno stupido. Per Malcolm, coinvolgerlo sarebbe stato un rischio assurdo.»
«Forse Babe ha scoperto ciò che il fratello aveva in mente e quello lo ha ucciso.» Dimmi che esiste un altro colpevole per quest'omicidio. Ti crederò.
«Non è stato Malcolm» rispose lei. «Non farebbe nulla per attirare l'attenzione su di sé in questo momento. Lo stesso vale per gli investigatori dell'Ufficio delle imposte. Ma quando Malcolm Laurie cercherà di lasciare il paese, lo arresteranno per frode fiscale e appropriazione indebita. Se i federali fanno innervosire Malcolm e mandano all'aria l'operazione, quelli delle imposte li massacrano.»
Riker avanzò ancora verso di lei e fu un errore. Mallory arretrò, un'espressione minacciosa sul volto. Riker non credeva che gli avrebbe puntato contro la pistola, non ancora almeno.
«Mallory, questa storia dell'Ufficio delle imposte… mi posso fidare o sono tutte balle?»
Stava sorridendo? Nella luce bassa della stanza Riker riusciva a malapena a scorgere il suo volto.
«L'Ufficio delle imposte sta indagando sulla New Church» disse. «E sta conducendo accertamenti sulle scritture contabili.»
Voltò la testa verso la porta e Riker si spostò di lato, sbarrandole preventivamente la strada.
«Così quelli del fisco hanno dei sospetti. E allora? Sospettano di tutti. Ma non stanno davvero preparando un arresto, dico bene?»
«Vuoi la vera verità? Quando avrai fatto il tuo rapporto, l'FBI contatterà l'Ufficio delle imposte per ottenere notizie sulle indagini.» Parlava meccanicamente, senza tradire alcuna tensione. «Quelli delle imposte negheranno di stare indagando. Ma i federali sanno che il fisco tiene d'occhio tutte le organizzazioni del tipo della New Church, così penseranno che l'indagine c'è, e che l'Ufficio delle imposte stia preparando un arresto. Dieci minuti dopo aver parlato con i federali, l'Ufficio delle imposte avvierà un'azione penale. Spiccherà un mandato d'arresto per Malcolm sulla base delle irregolarità fiscali riscontrate durante i controlli. Soddisfatto?» Mallory riprese a indietreggiare.
Riker ridusse la distanza fra loro prima che il cinturone con la pistola scomparisse all'esterno del cono di luce della lampada.
Mai come in quel momento era stato consapevole del peso della pistola nella fondina. Mosse adagio la mano sotto la giacca. Se solo fosse riuscito a estrarre l'arma per primo, forse Mallory si sarebbe arresa. Altrimenti sarebbe morto. L'amicizia nei suoi confronti non avrebbe impedito a Mallory di portare a termine la sua missione: vendicare l'assassinio della madre.
«Mallory, lo sceriffo può trascinarti in tribunale. Sa che Babe Laurie era presente quando quel branco di gente impazzita ha lapidato tua madre. Ha individuato un movente…»
La mano di lei era posata sul cinturone, in attesa.
Riker sfilò la pistola dalla fondina, lento, per non indurla a estrarre la sua. Mallory era tanto più giovane e più veloce… «So quello che hai in mente. Tutte quelle persone. Non puoi farlo, Mallory.»
«Adesso basta, Riker.» Gli puntò addosso la pistola.
«Kathy!» urlò lui, dimenticando di avere a sua volta un'arma in pugno, invocando la bambina che aveva conosciuto tanti anni prima, augurandosi di riuscire a raggiungerla prima che quell'estranea potesse ucciderlo.
Il seminterrato piombò nell'oscurità più assoluta. La mano di Mallory aveva trovato la scatola dei fusibili. Aveva ucciso solo la luce. Pochi secondi, e Riker si ritrovò solo nella stanza.
Quando Charles entrò nella camera di Alma Furgueson, lo sceriffo se ne era già andato, ma c'era qualcun altro accanto al letto. La robusta proprietaria del Jane's Café stava sistemando delicati fiori di campo in un bicchiere sul comodino.
«Buongiorno!» Jane lo salutò con calore, benché non si fossero mai parlati. «Avevo sentito dire che era tornato in città. E così è venuto a trovare Alma. Be', è proprio gentile.» Si piegò sulla donna sdraiata nel letto e ripeté tutto, come se gli occhi di Alma, puntati sul gigantesco visitatore, non lo avessero visto.
«Saluta il signor Butler, Alma.» Jane prese i fiori dalle mani di Charles e cominciò a sistemarli nella brocca. Un po' d'acqua cadde sul tavolino, facendo sbavare l'inchiostro di un biglietto nel quale Jane augurava ad Alma una pronta guarigione.
«Mi dispiace che lei non stia bene, signora Furgueson.» Charles prese una sedia e si sedette accanto al letto. «So che la sua crisi è stata in parte causata dall'angelo nel…»
«Niente affatto» disse Jane, rispondendo per Alma. «Le capita almeno una volta l'anno. Sa, è un po' pazza. La chiami Alma, e basta, come facciamo tutti.»
Charles ricominciò daccapo, rivolgendosi ad Alma. «Io mi trovavo nel cimitero quando lei…»
«Che scena, vero?» esclamò Jane. «Penso che ci siano andati tutti, in paese. Ma, angelo o non angelo, per Alma era venuta l'ora di tagliarsi e versare un altro po' di sangue.»
Charles abbassò lo sguardo sui polsi fasciati della donna. Cicatrici più vecchie sbucavano dalle bende bianche. Allora era vero, per Alma era un rituale.
Questo mitigò solo un poco il suo senso di colpa. E se fosse morta?
«Mi risulta che lei sia una seguace della New Church» disse lui, deciso a stabilire una conversazione con l'aspirante suicida.
«Tutti a Owltown seguono la New Church» dichiarò Jane. «Ho cercato di convincere Alma a uscirne. Lei era una fervente cattolica. Fu pura follia trasferire la proprietà della casa alla New Church.» Ebbe una smorfia di disgusto, e per un attimo Charles pensò che avrebbe sputato sul pavimento.
Alma lo stava fissando con occhi sgranati. Non riusciva a interpretare l'espressione della donna. Era spaventata o contenta di avere un visitatore?
«Preferisce che me ne vada?» le chiese.
«Certo che no» rispose Jane.
Gli occhi di Alma non smettevano di fissarlo. Quando le sorrise, lei gli restituì il sorriso. Lui piaceva ai matti. C'era qualcosa nel suo sciocco sorriso che faceva credere loro di avere trovato un compagno.
Posò una mano su quella di Alma. «Forse dovrebbe riposare.»
«Non si preoccupi per lei» disse Jane. «È solo un po' pallida perché lo sceriffo era qui poco fa, a turbarla con un sacco di domande a proposito di una certa riunione. Urlava: "Di cosa avete parlato in quella riunione?" neanche Alma fosse sorda. E la poverina è diventata bianca come un lenzuolo. Ma ora sta bene.»
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