«Che genere di riunione?» stavolta Charles si rivolse a Jane. E invece fu Alma a rispondere.
«Oh, nulla di speciale. Solo una riunione d'affari tra i membri del consiglio direttivo. L'ho detto allo sceriffo, stavamo parlando delle riparazioni da fare al tendone e del preventivo per i cataloghi delle vendite per corrispondenza. Poi è entrata Cass.»
Jane intervenne. «Cedendo la proprietà della sua casa, Alma si è guadagnata un posto nel comitato direttivo della New Church.»
Charles si rivolse ad Alma. «Che ci faceva Cass Shelley a quella riunione?»
Alma guardò il bicchiere e la brocca, tutti e due pieni di fiori. «Jane, potresti prendermi un po' d'acqua?»
Quando Jane fu uscita, Alma gli toccò il braccio. «Jane dice che lei è in grande confidenza con Malcolm.»
«Ci siamo conosciuti al Jane's Café. Io non…»
«E l'ho vista in prima fila alla cerimonia commemorativa, l'altra sera. Era seduto vicino ai membri della famiglia.» Gli afferrò un polso, affondandogli le unghie nella pelle e sorridendogli con occhi lucidi di febbre. «Non ho detto niente della lettera allo sceriffo.»
Ancora la lettera. Che cosa aveva detto Ira di quella lettera? «Vuol dire la lettera azzurra?»
«Sì, era azzurra.» Pareva compiaciuta, come se Charles avesse appena superato una sorta di esame. «Tom Jessop non è un credente, sa, non è uno di noi. Sa che c'ero anch'io quando è morta Cass, ma non ha mai capito l'importanza della sua ascesa al cielo. Adesso Cass è tornata per portarmi via. Ha sempre voluto farlo. Aveva messo insieme tutti i documenti legali, ma poi Jane… Oh, Jane adora dare battaglia. Così fece venire un avvocato da New Orleans, perché dichiarasse che non c'era motivo di portarmi in alcun posto. Ma ora Cass è tornata, e stavolta mi porterà via.»
Sì, Alma era pazza davvero. E qualcuno avrebbe dovuto curarla: ogni cicatrice su quei polsi rappresentava un'occasione perduta di farle avere l'aiuto di cui aveva bisogno. Era facile predire il suo futuro. Un giorno o l'altro ce l'avrebbe fatta a uccidersi, e sarebbe morta da sola. Che razza di amica, quella Jane!
«Che cosa ricorda della riunione?»
«Cass entrò mentre noi stavamo discutendo delle riparazioni da apportare alla tenda prima del nuovo giro di spettacoli. Era molto arrabbiata. C'era stato un furto nel suo ufficio. Lo sceriffo era fuori città e non so che cosa lei si aspettasse da noi. Continuava ad agitare quella lettera. Diceva che era stata rubata, ma ce l'aveva in mano.»
«Poteva essere una copia?»
«Già, non ci avevo pensato.»
«Lei sa cosa c'era scritto in quella lettera?»
«Sì, come no. Lei voleva portarmi via. Gliel'ho detto.»
«Bene, la riunione. C'è qualche legame tra quell'incontro e la lapidazione?»
«No, la morte di Cass fu opera del Signore. Le pietre vennero dal cielo come pioggia, e una mi cadde in mano. Non forte, badi, ma con dolcezza. La portai a casa con me, la tengo ancora sotto il letto. C'era un tale silenzio fra una pietra e l'altra!»
La voce di Alma era acuta adesso. «Cass non urlò, non disse nulla. Dio la stava mettendo alla prova e lei ne era consapevole.»
Alma si passò una mano fra i capelli. «E le pietre piovevano solo su Cass. Fu un miracolo.» Le lacrime le inondavano il viso e la voce si era fatta più alta, quasi un grido. «E ora lei è tornata, per compiere la missione divina. È tornata per me. Una volta avevo paura, ma ora non più. È giunto il momento di espiare i miei peccati.» Alzò gli occhi al soffitto, e urlò: «Signore perdonami, te ne prego!».
«Che cosa le ha fatto?» Jane ricomparve con in mano una brocca e un bicchiere. «Non deve subire forti emozioni. Credo sia il caso che se ne vada, signor Butler.»
Quando Charles uscì in corridoio, la porta sbatté dietro di lui.
Riker era appoggiato a un lettino, una sigaretta spenta fra le labbra. «Una bella visita, Charles? Si sarebbe detto un raduno di preghiera. Alma ha forse paura di finire all'inferno per quel che ha fatto?»
«Non sono sicuro che abbia fatto qualcosa di male. Dice di aver avuto una pietra in mano, ma di essersela portata a casa. Non è lucida, ma in questo le credo.»
«La pietra le è comparsa in mano tutto d'un tratto?»
«È convinta che sia caduta dal cielo.»
«Il vicesceriffo ha raccontato una storia simile, e lui non era di certo pazzo.»
«Non credo che Alma sopporterebbe altre domande, in caso tu…»
«Non è per questo che sono qui. Ti consiglio di aspettare che lo sceriffo se ne sia andato prima di filartela insieme a Mallory.»
«Di che cosa stai parlando?»
«Dacci un taglio, Charles. Le ho appena consegnato i medicinali della farmacia. Era nel seminterrato a rubare documenti. Sai a che cosa servono quelle medicine?»
«Sono per Augusta.»
Riker gli lanciò uno sguardo di commiserazione. «Mallory ha una ferita da arma da fuoco alla spalla, Charles. Ecco a cosa servono quelle medicine. Devo portarla via da qui prima che si becchi un'altra pallottola, e ho bisogno del tuo aiuto. Dirò allo sceriffo che mi dai uno strappo fino in città. Potremmo caricarla sulla tua macchina e tirare dritto, riportarcela a casa.»
Mallory ferita? Charles scosse il capo. Impossibile. Come avrebbe potuto…
«Charles, sai perfettamente che ha ucciso lei Babe Laurie.»
«No, io non lo so, e nemmeno tu.»
«Be', ricapitoliamo» disse Riker. «Abbiamo la mamma di Mallory, lapidata da una folla di invasati. E quelli della New Church sono una manica di invasati di prim'ordine, dico bene? Secondo i federali, Babe Laurie era a capo di quella setta. E il bastardo muore assassinato a nemmeno un'ora dall'arrivo di Mallory in città.»
«Mallory non avrebbe usato una pietra.»
«Perché no? È così che è stata uccisa sua madre. Devi ammettere che la ragazza ha un'idea interessante della giustizia.»
«Finiscila, Riker!»
«Lo sceriffo ha un bel ricordo di una certa bimbetta, troppo piccola per riuscire a impugnare una pistola. Ma, se Mallory resta qui ancora un po', sarà troppo tardi. Lo sceriffo si farà spedire il suo fascicolo dal dipartimento, profilo psichiatrico incluso. Vuoi che quell'uomo scopra di che pasta è veramente fatta Mallory?»
«Così vorresti attirare Mallory in macchina, e poi…»
«Già, lo devo a Lou Markowitz. Lui farebbe lo stesso, se fosse ancora vivo. Cristo, il vecchio la schiafferebbe nel bagagliaio e guiderebbe non-stop fino al mattino. Io voglio solo che sua figlia resti viva e fuori di prigione. Dammi una mano, Charles. Devo implorarti? Okay, allora ti imploro. Lou sarebbe in ginocchio, se fosse qui.».
«No.» Charles guardò in fondo al corridoio. Tom Jessop veniva verso di loro. «Lo sceriffo sta lasciando l'ospedale. Ciao, Riker.»
Riker si rivolse a Jessop: «Due minuti». Lo sceriffo fece un cenno con la mano e uscì.
«Charles, perché non ci dormi sopra? Ne possiamo riparlare domani. Se dovrò agire da solo potrei essere costretto a usare la forza, e preferirei evitarlo.»
«Non potresti mai farle del male. E non riuscirai a costringerla a partire con te, non da solo. Hai mai provato a portare Mallory in un posto qualsiasi?»
«Sì» rispose Riker. «Una volta l'ho portata allo zoo del Bronx. Aveva undici anni. Le scimmie non volevano giocare con lei. Penso che Kathy le innervosisse, non osavano avvicinarsi alle sbarre. In quei giorni ogni forma di rifiuto scatenava reazioni molto violente in Mallory. Così puntò il dito contro le scimmie e disse: "Sparagli".»
«Questa te la sei inventata.»
«Non ne sei del tutto sicuro, vero?»
«È la mia preferita» disse Malcolm Laurie, ammirando la statua che brandiva la spada.
Il sergente Riker era stupefatto. Non si aspettava che spuntasse qualcuno, non a quell'ora antelucana.
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