Lo sceriffo sfiorò la borsa da dottore, e sorrise a qualche ricordo più gradevole. «A volte mi dispiaceva per Babe: penso capitasse anche a Cass. Fu l'unica a dimostrargli un po' di gentilezza, e lo faceva in maniera disinteressata.»
«Allora lui non è un probabile sospetto nell'indagine per l'omicidio?»
«Non ho detto questo.» Si alzò dalla poltrona e si avviò verso le scale. «Non so se Babe le fosse tanto riconoscente. Lei doveva rincorrerlo per curarlo, sforzandosi di ignorare le sue bestemmie.»
Charles seguì lo sceriffo fino al vestibolo al pianterreno.
«E lei, come mai è qui, sceriffo?» gli chiese.
«La detenuta è evasa stamattina.» Jessop si diresse verso la porta principale.
Charles tacque, pensando che se avesse ceduto all'impulso di afferrare lo sceriffo per il bavero chiedendogli se Mallory fosse ferita, avrebbe rivelato qualcosa di più di una semplice curiosità nei confronti della ex detenuta.
«E la stava cercando qui?»
Lo sceriffo pareva imbarazzato quando guardò Charles negli occhi. «Ha visto quel vecchio labrador nero là fuori?»
Charles annuì.
«Era il cane di Kathy. Ho avuto la stupida idea che lei potesse tornare a salutarlo.» Si strinse nelle spalle e sorrise.
Charles non avrebbe mai pensato che Mallory potesse nutrire affetto per un cane. Era ordinata in modo maniacale, e i cani lasciavano peli dappertutto.
«È armata e pericolosa, signor Butler. Preferirei che le stesse lontano. E il fatto che sia fuggita è un'altra delle cose che mi piacerebbe tenesse per sé. Non voglio che i boschi si riempiano di Laurie a caccia: una buona metà di loro non sa sparare.»
«Perché non lasciarla andare? In fondo non aveva il diritto di trattenerla.»
«Come ho già detto, è una testimone oculare dell'assassinio della madre. È tutto legale.»
«Adesso capisco, testimone dell'assassinio della madre, e non di quello di Babe. Ma dubito che lei fosse qui quando la madre morì. Perché la folla avrebbe dovuto lasciarla andare se aveva assistito al linciaggio?»
«Io so che quel giorno lei era qui. Avrebbe dovuto andare in gita sul fiume insieme agli altri ragazzi della scuola. Ma nella lista degli imbarchi il suo nome non c'era. La sua insegnante disse che il venerdì aveva un forte raffreddore: forse Cass l'aveva tenuta a casa.»
«Forse Mallory aveva marinato la scuola ed era da tutt'altra parte. Come può sapere che era in casa quando ebbe luogo il delitto?»
«Le propongo un tour guidato, signor Butler, senza il quale non può sperare di comprendere la dinamica dell'accaduto.»
Lo sceriffo spalancò le porte del salotto, e indicò una finestra laterale. «La lapidazione ebbe luogo all'esterno della casa, su quel lato del cortile. Fu lì che i bastardi la lasciarono, credendola morta. Ma lei non era ancora morta.»
Aprì la porta d'ingresso. «Diciassette anni fa, il sangue di Cass ricopriva tutti i gradini e il portico.» Lo sceriffo guardò il pavimento dell'atrio. «Sul tappeto c'era una scia di sangue, perché si trascinò fin dentro casa. La scia continuava per le scale. Nonostante fosse ferita a morte, riuscì a salire. E sa perché? Stava cercando di arrivare alla sua bambina.»
Salì le scale, e Charles dietro di lui.
«Seguii la scia di sangue fino alla camera di Kathy.» Lo sceriffo si portò al centro della stanza. «Ed è qui che la scia si allargava in un lago di sangue. È qui che Cass morì. Allora, ecco come la vedo io: quando lei stramazzò nella stanza, Kathy era chiusa in quello sgabuzzino.»
Lo sceriffo si diresse verso lo sgabuzzino e aprì la porta. Un raggio di sole penetrò da una stretta finestrella. «Avrebbe dovuto vedere quel che una bambina così piccola riuscì a fare a questa porta, pur di arrivare alla madre. Kathy spaccò il pannello inferiore, per quanto solidamente costruito. Credo si sia scagliata contro il legno almeno un centinaio di volte, prima di riuscire a romperlo. E si ferì le mani per aprirsi un varco in modo da poter strisciare fuori. Fu quella la vista peggiore per me, trovare quelle piccole impronte insanguinate dentro lo stanzino e la traccia del sangue di Kathy fino al punto dov'era caduta la madre.»
Charles scosse il capo. «Se era chiusa lì dentro, non può aver assistito al linciaggio della madre né conoscere l'identità degli assassini.» Indicò la finestrella dello sgabuzzino. «Quella finestra è troppo alta anche per un adulto.»
«Forse. Però lei sa qualcosa. Potrebbe sapere chi portò via il corpo di Cass. O forse la madre riuscì a dirle qualcosa prima di morire.»
«Quindi darà la caccia a Mallory come se fosse un'assassina, e non la vittima che è in realtà.»
«Le persone che uccisero Cass sono ancora là fuori. A meno che lei non tradisca Ira, l'unica testimone è Mallory. Non crede che i colpevoli preferirebbero vederla morta?»
I due uomini si fissarono a vicenda, in un silenzio inquietante.
«È qualcosa di molto personale per lei, non è vero, sceriffo?»
«Stavolta ci ha azzeccato in pieno, signor Butler. È qualcosa di maledettamente personale. Lasci che le racconti l'altro piccolo dettaglio che mi tiene sveglio la notte. Prima di andare incontro ai suoi assassini, la dottoressa chiuse a chiave Kathy nello sgabuzzino e le disse di non far rumore. Forse le fece credere che si trattasse di un gioco. Credo che Cass li avesse visti arrivare dalla finestra della camera da letto. Gli assassini pensavano che lei fosse sola in casa, perché tutti i bambini del paese dovevano essere in gita sul battello. Ora, se Kathy avesse sentito urlare sua madre, lei crede che sarebbe rimasta zitta? No davvero. Quindi sono sicuro che non abbia sentito assolutamente nulla.»
«Neppure le voci degli assassini?»
«Le ho detto che fu un'esecuzione silenziosa. Non fecero rumore, nulla di quel che ci si aspetterebbe. Forse ci fu una conversazione. Forse lei sentì qualcosa. E più tardi potrebbero esserci state delle parole fra Kathy e sua madre. Soltanto parole, perché Kathy non ha mai sentito urla. M'immagino che Cass sia rimasta zitta per tutto il tempo in cui quei bastardi facevano a turno a lanciarle pietre. Lei non voleva che scoprissero che la bambina era in casa. Riesce a immaginare la scena? Io la rivedo ogni santo giorno della mia vita. Vedo una donna terrorizzata, distrutta dal dolore, che muore lapidata senza emettere un lamento. Io non ce l'avrei fatta. E lei?»
Lo sceriffo uscì nell'atrio. «Qualcuno di loro tornò indietro per il corpo.» Indicò la scala di servizio. «Devono averla portata fuori da lì. Quando arrivai qui, quei gradini erano stati lavati e il tappeto del vestibolo era umido, come se fosse stato smacchiato. Che strano! Una scala piena di sangue, e l'altra ben in ordine.»
In silenzio scesero per la scala padronale e uscirono dalla casa. Lo sceriffo era davanti alla portiera spalancata dell'auto quando il cane tornò a fare capolino dal retro.
«Non sono riuscito a impedire quello che è stato fatto alla madre, ma le garantisco che nessuno arriverà a Mallory. La riacciufferò e rimarrà in prigione fino a quando non avrà parlato. E si ricordi, signor Butler, la notizia della sua evasione circolerà anche troppo presto. Non ne faccia parola con nessuno, d'accordo?»
Il cane avanzò. I denti scoperti parevano più lunghi. Sembrava anche più robusto, come ringiovanito, mentre scattava veloce verso lo sceriffo con l'intenzione di attaccare.
Jessop non mosse un muscolo. Non mostrò paura: si sarebbe detto che avesse vissuto la scena.
La bestia si fermò poco distante dall'uomo. Sollevò il muso e annusò l'aria. Poi perdette l'equilibrio rischiando di cadere: in quel momento tornò improvvisamente vecchio. Si voltò e si allontanò, trascinando penosamente la zampa posteriore.
Charles guardò l'automobile dello sceriffo che si allontanava.
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