«Ma come avrebbe saputo che Battle era implicato nella morte di sua moglie?»
«Canney potrebbe aver saputo del piano di ricatto di sua moglie ai danni di Battle. O è anche possibile che sia stato lui a elaborare il piano e sua moglie lo aiutasse a esercitare pesanti pressioni su Battle. E a un certo punto sua moglie viene opportunamente eliminata? Roger Canney è scaltro come una volpe. Anche sprovvisto di una prova sicura che si trattava di omicidio, è giunto ugualmente alle conclusioni giuste.»
«Sicché affronta Battle, gli dice cha sa che è l’assassino di sua moglie nonché il padre di Steve, e che vuole un bel mucchio di soldi per tenere la bocca chiusa.»
King annuì. «Tentando di evitare di essere ricattato come padre di un figlio illegittimo con l’assassinio della signora Canney, per ironia della sorte, Battle potrebbe essersi impegolato da solo in un nuovo ricatto come omicida.»
«Possibile che non si sia reso conto che se Canney avesse denunciato alla polizia l’assassino della consorte sarebbe stato per forza costretto a svelare la sua complicità con la moglie nel ricatto? Sarebbe stato cioè costretto a fornire agli inquirenti un movente plausibile.»
«Avrebbe potuto semplicemente sfruttare il fatto del figlio illegittimo. Avrebbe potuto dichiarare di essere completamente all’oscuro del ricatto attuato, o della fonte di qualsiasi somma di denaro, attribuendo la colpa interamente alla moglie defunta.»
«Un onest’uomo, insomma.»
«Già.»
«A quanto pare lo abbiamo talmente spaventato da farlo fuggire.»
«Speriamo che non sia fuggito troppo lontano. Abbiamo bisogno di lui per fare luce su diversi punti oscuri.»
Proprio mentre King stava per telefonare a Williams, il capo lo precedette di un soffio. King gli raccontò quello che Sally gli aveva rivelato la sera prima, e lo mise a parte dei suoi sospetti su Roger Canney, concludendo con la fuga di quest’ultimo. Williams fu concorde con lui sulla necessità di emettere subito un mandato di arresto e poi chiese loro di incontrarsi con lui a Casa Battle. Evitò di spiegare perché, e di rispondere alle loro incalzanti domande in merito a Sally.
King si accasciò sul sedile con espressione disperata. Era morta.
Quando arrivarono a Casa Battle, Williams e Chip Bailey accompagnarono King e Michelle alle scuderie. Strada facendo, Williams li informò dell’assassinio di Sally e di quanto era successo a Eddie. King impallidì visibilmente e si sostenne con una mano a una traversa dello steccato. Michelle lo prese a braccetto con il braccio sano.
«Cerca di rilassarti. Ci mancherebbe solo che ti sentissi male.»
«Il coltello usato per uccidere Sally è stato preso dal pannello degli attrezzi all’interno delle scuderie ed è stato abbandonato sul luogo del delitto» li informò Bailey. «Lo stesso dicasi per il rastrello. Sylvia se ne è appena andata, ma ha detto che la morte deve essere stata rapidissima.»
«Possiamo vedere il corpo?» domandò King.
«Non è una bella cosa, Sean» ribatté Williams. «Fossi in te lo eviterei.»
«Devo vederlo» disse King caparbiamente.
Williams li condusse con riluttanza all’interno fino al cadavere di Sally.
«Mio Dio» esclamò Michelle.
«È come se per qualche ragione l’assassino fosse infuriato con lei» osservò Williams. «Ha infierito colpendola alla testa.» Guardò King. «Forse Sally sapeva molto di più di quanto ti aveva detto.»
«Forse» ripeté King lentamente mentre distoglieva lo sguardo. Poi restò in piedi con aria solenne fuori delle scuderie a osservare mentre portavano via il corpo di Sally in una sacca nera.
Quando i portelli dell’ambulanza furono chiusi, si voltò verso Williams. «È colpa mia. L’ho costretta a dirmi la verità e non ho mai neppure pensato che a causa di ciò avrebbe potuto rischiare la vita.»
«Stavi lottando tra la vita e la morte, Sean» obiettò Williams. «Non hai realmente avuto occasione di pensare a nient’altro.»
«Come sta Eddie?» chiese Michelle.
Fu Bailey a rispondere. «Ho appena telefonato all’ospedale. Dicono che è ancora incosciente ma fuori pericolo.»
«Non sanno ancora di che cosa si è trattato?»
«No. Avrei intenzione di fare una scappata all’ospedale più tardi, se vuoi venire. Adesso voglio parlare di nuovo con Dorothea. Poi voglio interrogare Savannah, anche se ho sentito che è uno straccio.»
Mentre si avviavano, Williams si rivolse a King. «Se salta fuori che il killer è Canney, ti sarò debitore in eterno. Non ci sarei mai arrivato da solo.»
«Canney è solo una tessera del mosaico, Todd» replicò King.
Dorothea li ricevette sulla porta di casa sua. Era molto pallida e tesa. Mentre Williams, King e Michelle le rivolgevano parole di circostanza, Chip Bailey evitò di proposito ogni gentilezza. La fissò a lungo con un misto di collera e di determinazione. Effettuarono uno slalom sul pavimento infangato dell’ingresso ed entrarono nel soggiorno.
«A che ora lei e Eddie vi siete coricati?» domandò Williams.
«Più o meno a mezzanotte e mezzo. Era stato nel suo studio qui fuori a dipingere. Ma al suo rientro non siamo andati subito a dormire. Ci siamo andati circa un’ora dopo.» Dorothea sorrise con aria imbarazzata. «Non pensavo che essere forse implicati in un omicidio potesse favorire così tanto la vita sessuale di una persona. Ma in mezzo a questi avvenimenti frenetici Eddie è stato meraviglioso.»
«Difficile trovare un brav’uomo in tempi di crisi» sentenziò a denti stretti Michelle.
«Comincio a rendermene conto» rispose Dorothea con sorprendente sincerità.
Bailey si intromise. «È stato drogato, Dorothea. Ho parlato con i medici dell’ospedale e dicono che è sotto l’influsso di qualche potente narcotico.»
D’un tratto Dorothea parve spaventata. «È proprio quello che non riesco a spiegarmi. Devo… devo confessarvi che quando Savannah ha iniziato a bussare alla porta di casa, mi sono svegliata con la mente completamente annebbiata. Non mi sento ancora del tutto presente.»
Bailey la fissò con sospetto e disse: «Non ha accennato a niente di tutto ciò quando siamo venuti qui stamattina».
Dorothea fu pronta a ribattere. «È accaduto tutto così in fretta. Savannah era in uno stato pietoso, Sally era morta e io non riuscivo a svegliare Eddie. Dio, era una specie di incubo.»
«A che ora Savannah si è presentata alla porta?» domandò Bailey.
«Poco dopo le otto. Ricordo di aver guardato l’orologio nell’ingresso.»
«Che cosa aveva mangiato o bevuto Eddie ieri sera?»
«Abbiamo cenato insieme. Nulla di insolito. Un goccio di vino dopo cena, poi è andato nel suo studio qui accanto a dipingere. Io invece ho sistemato un po’ di scartoffie nel mio ufficio qui a casa.»
«Possiamo vedere gli avanzi della cena e della bottiglia di vino?» chiese Bailey.
«Non è rimasto niente. Penso che la bottiglia di vino sia ancora da qualche parte qui in giro.»
«Prima che me ne vada le sarei molto grato se mi facesse vedere dov’è» disse Bailey.
Dorothea assunse un’espressione di sfida. «Che cosa sta cercando di dimostrare precisamente?»
Baley le riservò un’occhiata gelida. «Che in un modo o nell’altro ieri sera a Eddie è stato somministrato qualcosa per metterlo completamente fuori combattimento, al punto che non si è ancora del tutto ripreso. Deve averlo assunto senza saperlo.»
«Be’, non ho la più pallida idea di come possa essere avvenuto» ribatté Dorothea scaldandosi.
«Si calmi. Fa parte del mio lavoro fare ipotesi. A proposito: gli stupefacenti che ha comprato da Kyle… ne ha ancora qualcuno qui?»
«Non so… non sono sicura. Posso guardare.»
«No. Le dirò che cosa ho intenzione di fare: le farò perquisire la casa. Questo le crea qualche problema?»
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