«Adorabili. Come si chiamano?»
«Quella più grande è Alicia e la piccolina è Beatrix. Noi la chiamiamo Bee, o Honeybee.»
A e B. Uno a cui piaceva l’ordine. Gli restituì le foto e lui vi diede un’occhiata prima di riporle dietro le carte di credito.
Arrivò la cameriera a domandare se erano pronti.
Petra sapeva che cosa voleva, ma consultò il menu per dargli tempo.
La cameriera cominciò a battere il piede. «Posso tornare…»
«No, credo che ci siamo. Io prendo un pastrami con insalata di cavolo. E patatine fritte.»
«E lei?»
«Per me tacchino affumicato su pane tedesco. E insalata di patate.»
«Da bere?»
«Caffè.»
«Le vedi spesso?» s’informò Petra quando furono di nuovo soli.
«Vivono con me.»
«Oh.»
«La mamma è spagnola. Addestra cavalli e insegna a cavalcare. È tornata a lavorare in un luogo di villeggiatura a Maiorca e mi ha ceduto la custodia. Ogni due o tre mesi fa un salto a trovare le bambine. Ancora non ha deciso dove fermarsi a vivere.»
«Dev’essere dura», commentò Petra.
«Lo è. Cerco di spiegare alle bambine che la mamma pensa sempre a loro, che il suo affetto per loro non è cambiato, ma loro capiscono solo quello che sanno, cioè che non c’è. Sì, non è divertente. Le ho appena affidate a una terapeuta. Spero che serva.»
Solitamente i poliziotti si tenevano alla larga da qualunque cosa in odore di psichiatria, a meno che volessero essere esonerati per incompatibilità con gli incarichi di lavoro. La serena ammissione di Banks suscitò il suo interesse.
Lo guardò mangiare un’altra fettina speziata. Mani affusolate. Quella libera continuava a tamburellare. Dita lunghe, ma forti. Unghie impeccabili.
Masticava lentamente. Tutti i suoi gesti sembravano rallentati e meditati. Eccetto le mani. Tutta la tensione filtrava dai polpastrelli. «Era lei che insisteva sempre che dovevo lasciarmi crescere i baffi. La mia ex. Diceva che era muy macho. » Rise. «Così quando se n’è andata, me li sono fatti crescere. Uno psichiatra avrebbe sicuramente qualcosa da dire in proposito. Comunque lei si sta ancora cercando. Spero che si trovi presto.»
«Quanto tempo è passato?»
«La sentenza del tribunale è di poco più di un anno fa. Ora riesco a dispiacermi per lei, a vederla come una persona con problemi seri, ma… Oh, a proposito, ho sentito lo sceriffo di Carpenteria e mi ha detto che nemmeno lì Lisa Ramsey ha mai sporto denuncia per percosse contro il marito. Non è mai stato chiesto un intervento della polizia a casa loro.»
Brusco cambio di rotta. Lui se ne rese conto e arrossì e Petra si sforzò di soccorrerlo.
Il problema fu risolto dalla cameriera che venne a posare il caffè con un gesto così violento da versarne nel piattino. «Le vostre ordinazioni sono quasi pronte», latrò.
«Grazie di aver controllato, Ron», disse Petra quando la cameriera si fu allontanata.
«Era il minimo.»
Si occuparono in silenzio di tazza e bicchiere. Il ristorante era quasi al completo, affollato della solita ressa di anziani sorbitori di minestre e depressi della generazione X desiderosi di far vedere che non avevano paura di rimpinzarsi di grassi. Al banco, i cuochi affettavano e incartavano e si scambiavano battute, in un’atmosfera che si andava saturando degli aromi di aringa e carni affumicate e ripiene, mentre dalla cucina arrivavano su carrelli di metallo forme fresche di pane di segale.
Improvvisamente Petra ebbe appetito e si sentì un po’ più rilassata.
«E tu?» chiese Banks. «Sei mai stata sposata?»
«Divorziata da due anni e mezzo, niente figli.» Facendo fuori anche quella prima che fosse lui a domandarglielo. «Dunque sono sempre con te. Dev’essere un bell’impegno.»
«Mi aiuta mia madre. Le va a prendere a scuola e mi fa da baby sitter quando devo lavorare fino a tardi. Sono delle gran brave bambine, buone, intelligenti, amanti dello sport. Alicia gioca a calcio e si mangia in insalata parecchi maschietti. Le preferenze di Bee non si sono ancora capite, però è molto coordinata.»
Il papà sportivo. Suo padre aveva percorso la stessa strada con tutti e cinque i figli. Football per i maschi, softball per lei. Tutte le domeniche in qualche orribile divisa. Aveva vissuto male l’esperienza sportiva, aveva finto entusiasmo per far contento lui, aveva subito soffrendo per tre estati. Anni più tardi lui le aveva confidato di aver accettato con profondo sollievo la sua decisione di smettere: aveva bisogno impellente di un po’ di tempo libero durante i fine settimana.
Un padre single. Era per quello che aveva accettato l’invito di Banks?
Le sembrava così vulnerabile. Come mai era diventato poliziotto? Glielo domandò.
«Mio padre era pompiere. Avevo da scegliere tra seguire le sue orme o entrare nella polizia. Non avrei considerato nessun’altra alternativa.»
«Non vorrei sembrare sciovinista, ma perché nell’ufficio di uno sceriffo e non al dipartimento?»
Lui fece un sorriso sornione. «Volevo fare vero lavoro di polizia», rispose. «No, parlando seriamente, Lulu, cioè la mia ex, aveva intenzione di aprire una scuola equestre tutta sua, un giorno o l’altro, così avevamo messo in conto di non vivere in una città e chiesi di entrare in un ufficio di sceriffo. E tu?»
Petra gli rese una versione molto succinta della sua transizione da artista a detective.
«Dipingi?» si meravigliò lui. «Beatrix ha una vena artistica. O almeno così sembra a me. Sua mamma aveva cercato di fare vasi. A casa ho ancora la ruota. Non la usa nessuno… Per caso la vuoi tu?»
«No grazie, Ron.»
«Sicura? Mi sembra così sprecata.»
«Sei gentile a offrirmela, ma io mi limito a dipingere.»
«D’accordo. Che genere di cose dipingi?»
«Qualsiasi cosa.»
«E lo hai fatto davvero come professione.»
«Non cerco di sostenere che ero un Rembrandt.»
«Però devi essere stata brava.»
Petra gli fornì un resoconto dei suoi giorni di grafica pubblicitaria e mentre la sua lingua lavorava, il suo cervello pensava: ma che bellezza, ciascuno dei due che sposta il centro del discorso sull’altro. Nel suo caso personale come arma di difesa, ma per Banks sembrava diverso, lui sembrava veramente interessato. L’opposto di Nick. Tutti gli altri uomini con cui era uscita dopo Nick… artisti e poi sbirri. Anche quando parlavano di te, era sempre e solo una via traversa per tornare a me me me.
Quello sembrava appartenere a un’altra categoria. O era una pia illusione?
Concluse la sua recita con: «Come ho detto, poca cosa».
«Resta il fatto che è sempre difficile guadagnarsi da vivere con un’attività creativa», insisté lui. «Io avevo uno zio che faceva sculture. Non ne ha mai cavato un centesimo. Ah, ecco che arriva. Ehi, che porzioni!»
Mangiò adagio, impedendo così a Petra di ingozzarsi. Influenza positiva, detective Banks.
Tra un boccone e l’altro, chiacchierarono di lavoro. Temi asettici: premi, contributi, assicurazioni, le lagnanze di sempre, confronti tra la burocrazia delle divise blu e quella delle divise beige, commenti sagaci sulle competizioni sportive tra le forze dell’ordine. Trovarono più punti in comune che differenze. Petra notò che non aveva portato la pistola.
Quand’ebbero finito i sandwich, ordinarono entrambi torta di mele à la mode. Petra fu la prima a finire e cercò distrattamente di pizzicare briciole con i rebbi della forchetta.
«Ti piace mangiare», osservò Banks. «Grazie al cielo.»
La forchetta rimase a mezz’aria. La posò.
Lui arrossì di nuovo. «Io… senza offesa… cioè, mi prende bene. Sul serio. Senza dubbio non si vede… almeno per quanto posso dire io…» Scosse la testa. «Oh, Madonna, non sono proprio capace.»
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