«C’è molta offerta di lavoro nel campo?»
«Niente affatto.»
«Ma Lisa ha trovato facilmente un posto grazie alla sua laurea?»
«Io… non proprio», rispose Breshear. La tazza continuava a nascondergli la bocca. Petra cambiò posizione e lui l’abbassò. «Ecco… mi hanno detto che aveva ottenuto il posto grazie alle sue conoscenze.»
«Chi gliel’ha detto?»
«Il mio principale, Steve Zamoutis. È il producer.»
«Quali conoscenze?»
«Ramsey. Lui ha telefonato e lei è stata assunta.»
«Sei mesi fa. Subito dopo il divorzio.»
Breshear annuì.
Una mano tesa all’ex. Confermava la separazione amichevole? Oppure Ramsey stava manovrando per cercare di riconquistarla?
«Vediamo di parlarci chiaro, signor Breshear. Lisa aveva le carte in regola per il lavoro che le era stato affidato?»
«Sì», rispose in fretta Breshear. «Considerata la sua inesperienza, era molto competente.»
Petra scrisse. E disegnò.
«Questo non vuol dire che non c’erano cose che non dovesse imparare», precisò Breshear.
Le ci volle un secondo per decifrare il doppio negativo. Aveva a che fare con una mente un po’ contorta o Breshear stava cercando qualcosa di meglio di una tazza dietro cui nascondersi?
«E lei le faceva da insegnante.»
«Mi ci provavo.»
«E lavoravate insieme agli stessi film.»
«Due pellicole», rispose lui, dandole i corrispondenti titoli.
Petra non li aveva mai sentiti.
«Non sono ancora usciti», aggiunse Breshear.
«Che genere di pellicole?»
«Commedie.»
«Non gialli, vero?»
Breshear rise a bocca chiusa poi parve rammaricarsene, perché trasse un respiro, cercò di ricomporsi. «Tutt’altro.» Guardò l’orologio.
«Che cos’altro mi può dire su Lisa?» chiese lei.
«Non molto. Sul lavoro non aveva problemi. Quando ho saputo che era stata assassinata, sono stato male.»
«Ha idea di chi può averla uccisa?»
«Dicono tutti che è stato Ramsey, perché la picchiava, ma io non so.»
«Lisa gliene aveva parlato?»
«Mai.»
Petra aggiunse qualche tocco finale al suo ritratto. Lo aveva raffigurato nervoso, con occhi tormentati. «Nemmeno una volta?»
«Nemmeno una volta, detective. Non ha mai pronunciato il nome di suo marito, punto e basta.»
«Ha mai visto Lisa fare uso di stupefacenti?»
Lui aprì e richiuse la bocca. Un altro grugnito in forma di riso. «Non vedo… è assolutamente necessario parlarne?»
«Sì, lo è.» Petra si protese in avanti, allungando la mano sul tavolo fino a pochi centimetri da quella di lui.
Breshear si ritrasse. «Mettiamola così: Lisa non era una consumatrice nel senso stretto del termine, ma nel nostro giro la gente tende a… sì, l’ho vista sniffare un paio di volte.»
«Un paio vuol dire due.»
«Forse un po’ di più. Tre o quattro.»
«E questo è successo sul lavoro?»
«No, no.» La sua pelle era abbastanza chiara perché si vedesse quando arrossiva. Bene. Gli occhi si abbassarono. «Sul lavoro no, in senso tecnico. Voglio dire che non stavamo veramente lavorando… Io sono il capo dell’équipe. Tutto quello che riguarda le persone sotto di me è responsabilità mia.»
«Capisco, signor Breshear. Lei non avrebbe mai permesso che la cocaina interferisse con il suo lavoro. Ma lei l’ha vista sniffare tre o quattro volte allo studio dopo il lavoro. È così?»
«In sala di montaggio, ma dopo l’orario di lavoro. Posso chiederle perché lo vuole sapere? Pensa che quanto è successo sia in relazione con questioni di droga? Guardi che il nostro non è un mondo di scoppiati. Qui si lavora tutti sodo, con la testa ben piantata sulle spalle. Non può essere altrimenti. Senza di noi i film non si fanno.»
Giustificazioni non sollecitate. Il colorito intenso rimaneva, attenuando il contrasto tra lentiggini e pelle.
«A parte la sala di montaggio, dove altro l’ha vista sniffare?»
«A… sulla mia macchina. E quella volta mi ha sorpreso davvero. Io guidavo e l’ho vista tirare fuori questo tubicino di vetro. Ha aspettato che mi fermassi a un semaforo rosso e l’ha tirato su con il naso.»
«A bordo della sua automobile», ripeté Petra scrivendo. Guardò gli occhi di Breshear compiere un piccolo giro di giostra. «Dove stavate andando?»
«Non ricordo.» Breshear afferrò la tazza e la svuotò. La cameriera tornò a versargli altro caffè e lui riprese a bere.
Petra rifiutò il bis e quando fu di nuovo sola con Breshear, tornò al suo ritratto, inserì contorni e ombreggiature, lo fece apparire più anziano. «Dunque non ricorda dov’eravate diretti. Quando è stato?»
La tazza si riabbassò. «Direi uno, forse due mesi fa.»
«Vi frequentavate, signor Breshear?»
«No, no… noi lavoravamo insieme. Fino a tardi. È così che funziona nel nostro mestiere. Ti chiamano, vai e tagli.»
Vai e tagli. La scelta di quel linguaggio gli era venuta spontanea.
«Dunque lei e Lisa lavoravate fino a tardi e…»
Lui non la soccorse e Petra domandò: «Com’è che siete finiti sulla sua macchina?»
«Probabilmente l’accompagnavo a casa, o forse si andava a mangiare un boccone insieme… Posso sapere perché mi sta interrogando?»
«Interroghiamo tutti gli uomini che Lisa conosceva, signor Breshear. Qualcuno ci ha detto che lei e Lisa vi frequentavate e noi vogliamo verificare.»
«Non è così. Non ci frequentavamo.»
«Dunque suppongo che la nostra fonte abbia sbagliato.» Sorrise, calcolando che l’esistenza di una «fonte» lo mettesse in affanno.
Lui arrossì di nuovo e i suoi occhi ripartirono. Quell’uomo non era uno schizofrenico, ma nascondeva qualcosa.
«Evidentemente», commentò.
«Può dirmi dove si trovava la notte in cui Lisa è stata uccisa?»
Lui la fissò. Si toccò la fronte, vi fece scorrere la mano anche se era asciutta. In quel momento i suoi occhi erano sgranati e impauriti, l’espressione era quella che Petra aveva disegnato. Guarda, papà, anch’io sono una profetessa!
«Ero con un’altra donna.» Appena sopra un bisbiglio.
«Posso avere un nome, per piacere?»
Breshear sorrise. Brutto sorriso, colpevole, sporco, sgradevole. «È un po’ un problema.»
«Come mai?»
«Perché io sono sposato e la donna non era mia moglie.»
«Se può essere discreta lei, so esserlo anch’io, signor Breshear.» Petra agitò la penna.
«Preferirei evitarlo», disse lui. «Senta… voglio essere franco con lei, detective Connor. Perché non voglio che lo venga a sapere da qualcun altro e che pensi che le ho nascosto qualcosa. Lisa e io abbiamo avuto una storia, ma assolutamente niente di importante.»
«Una storia.»
«Abbiamo dormito insieme. Sette volte.»
Aveva contato. Uno di quelli che mettono le tacche?
«Sette volte», ripeté lei.
«Storie di una settimana.»
Avrebbe voluto chiedergli: mi dica, caro signor Darrell, è stata una volta al giorno per sette giorni o in certi giorni avete fatto il bis e il tris e in altri vi siete concessi una pausa? «Storie di una settimana.»
«Proprio così.» Gli occhi ambra sussultarono. «Per la verità non abbiamo mai veramente dormito insieme. In senso stretto… Dio, è tutto così imbarazzante.»
«Che cosa?»
«Parlare dei particolari… Suppongo che se lei fosse un uomo sarebbe più facile.»
Petra sorrise con una punta di malizia. «Spiacente.»
Lui fissava di nuovo il caffè nella tazza e sembrava sul punto di scivolare sotto il tavolo.
«Allora», chiese Petra, «quando c’è stata questa storia tra lei e Lisa?»
«Un mese fa, forse sei settimane.»
Concordava con le dichiarazioni di Patsy K.
«Dunque avete avuto rapporti intimi», concluse Petra, addolcendo la voce. Voleva mantenere viva la sua preoccupazione, ma anche la sua disponibilità a confidarsi. «Però non avete mai dormito insieme.»
Читать дальше