Era strano sentire commenti così favorevoli su libri che in questa vita non aveva mai scritto. Ma a Laura non interessava tanto conoscere la trama di quei romanzi, ma piuttosto la risposta a una domanda inquietante: «In questa vita ero destinata a vivere, ma nell’altro 1984… ero sposata?»
«No.»
«Ma ho incontrato Danny e…»
«No. Non hai mai incontrato Danny. Non ti sei mai sposata.»
«E io non sono mai venuto al mondo!» esclamò Chris.
Stefan disse: «Tutte queste cose sono accadute perché tornai a Denver, Colorado, nel 1955 e impedii al dottor Markwell di seguire il tuo parto. Il dottore che sostituì Markwell non riuscì a salvare tua madre, ma ti fece nascere sana. E da quel punto in poi ogni cosa nella tua vita cambiò. Era il tuo passato ciò che stavo cambiando, certo, ma era anche il mio futuro. E dobbiamo ringraziare Dio di quella particolarità del viaggio nel tempo, perché altrimenti non sarei mai stato in grado di risparmiarti una vita come paraplegica».
Il vento soffiò con violenza e un’altra raffica di pioggia si abbattè contro la finestra dietro la quale stava Laura.
Fu nuovamente tormentata dalla sensazione che la stanza in cui si trovava, la terra su cui era costruita e l’universo in cui girava fosse inconsistente come il fumo, soggetta a un’improvviso cambiamento.
«Da quel momento controllai la tua vita», proseguì Stefan. «Dal gennaio del 1944 a metà marzo, feci più di trenta viaggi segreti per vedere in che modo proseguiva la tua vita. Durante il quarto di quei viaggi, nel 1964, scoprii che eri già morta da un anno. Tu e tuo padre eravate stati uccisi da quel tossicomane che aveva rapinato il negozio. Perciò ritornai al 1963 e lo uccisi prima che lui potesse uccidere voi.»
«Tossicomane?» ripetè Chris, sconcertato.
«Ti racconterò tutto più tardi, tesoro.»
Stefan proseguì: «E fino a quella notte in cui Kokoschka si presentò su quella strada di montagna ero riuscito in modo abbastanza soddisfacente, almeno credo, a rendere la tua vita più semplice e migliore. La mia interferenza non ti privò tuttavia della tua arte, né scrivesti libri meno belli di quelli che avevi scritto nell’altra vita. Libri diversi, ma con la stessa carica interiore».
Laura si sentì le ginocchia deboli e tornò a sedersi in poltrona. « Ma perché ? Perché hai voluto migliorare la mia vita?»
Stefan Krieger guardò Chris, poi si voltò verso Laura e infine chiuse gli occhi e parlò.
«Dopo averti vista su quella sedia a rotelle, mentre firmavi le copie di Ledges, e dopo aver letto i tuoi libri, mi innamorai di te… profondamente.»
Chris cominciò a dimenarsi nella poltrona, ovviamente imbarazzato nell’udire esternare quei sentimenti, soprattutto considerato che la persona in questione era sua madre.
«Il tuo animo era anche più bello del tuo volto», disse Stefan dolcemente, con gli occhi ancora chiusi. «M’innamorai del tuo grande coraggio, forse perché il vero coraggio era qualcosa che non avevo mai visto nel mio mondo di fanatici in uniforme. Commettevano atrocità in nome del popolo e le definivano coraggio. Erano disposti a morire per uno spregevole ideale totalitario e chiamavano coraggio ciò che in realtà non era che stupidità e follia. Mi innamorai della tua dignità perché in me non vi era né dignità né un rispetto simile a quello che vedevo risplendere in te. Mi innamorai della tua compassione, così viva nei tuoi libri, perché nel mio mondo ne avevo vista ben poca. Mi innamorai, Laura, e compresi che potevo fare per te ciò che tutti gli uomini farebbero per coloro che amano se avessero il potere di un dio: feci del mio meglio per risparmiarti la parte peggiore che il destino ti aveva riservato.»
Alla fine riaprì gli occhi.
Erano di un azzurro splendido. E tormentati.
Laura gli era immensamente grata. Non lo amava, certo, anche perché lo conosceva appena. Ma nel dichiarare la profondità del suo sentimento, una passione che lo aveva indotto a trasformare il suo destino e che lo aveva portato a solcare le vaste immensità del tempo per essere vicino a lei, io un certo senso Stefan aveva ricreato quell’aura magica nella quale Laura in passato lo aveva visto. Àncora una volta sembrava più prodigioso della vita stessa, un semidio, se non un dio, grazie a quell’altruismo che lo aveva portato a dedicarsi a lei.
Quella notte Chris divise il letto cigolante con Stefan Krieger. Laura cercò di dormire su una poltrona con le gambe appoggiate sull’altra.
La pioggia continuava a cadere con un ritmo incessante, monotono, che presto fece addormentare Chris. Laura poteva sentirne il respiro.
Rimase forse un’ora sdraiata nel buio, dopo di che sussurrò: «Dormi?»
«No», rispose prontamente Stefan.
«Danny», disse Laura. «Il mio Danny…»
«Sì?»
«Perché non…»
«Perché non ho fatto un secondo viaggio quella notte del 1988 e non ho soppresso Kokoschka prima che potesse uccidere Danny?»
«Sì. Perché non l’hai fatto?»
«Perché… vedi, Kokoschka veniva dal 1944, perciò il fatto che uccise Danny e la sua stessa morte facevano parte del mio passato, che non potevo manipolare. Se avessi cercato di tornare in quella notte dell’88, un attimo prima per fermare Kokoschkapwna che uccidesse Danny… sarei stato sbalzato immediatamente indietro attraverso il tunnel, sarei ritornato all’istituto, senza andare in nessun luogo; la legge della natura contro i paradossi mi avrebbe impedito di ritornare in quel punto.»
Laura rimase in silenzio.
Stefan le chiese: «Capisci?»
«Sì.»
«Riesci ad accettarlo?»
«Non accetterò mai la sua morte.»
«Ma… mi credi?»
«Penso di sì.»
«Laura, so perfettamente quanto amavi Danny Packard. Se avessi potuto salvarlo, anche a costo della mia stessa vita, l’avrei fatto. Non avrei esitato.»
«Ti credo», disse Laura. «Perché senza di te… non avrei mai avuto neppure Danny.»
«L’Anguilla», disse Laura.
«Il destino lotta per riaffermare il modello predestinato», le spiegò Stefan nella stanza immersa nell’oscurità. «Quando avevi otto anni, uccisi quel tossicomane impedendogli così di violentarti e ucciderti, ma inevitabilmente il destino portò sulla tua strada un altro squilibrato, che era potenzialmente un omicida. Willy Sheener. L’Anguilla. Ma quello stesso destino determinò che tu fossi una scrittrice e per giunta di successo, stabilì che tu portassi lo stesso messaggio al mondo con i tuoi libri, indipendentemente da ciò che io feci per cambiare la tua vita. Questo è un disegno positivo. C’è qualcosa di spaventoso e nello stesso tempo rassicurante nel modo in cui un certo potere cerca di ristabilire i disegni del destino che sono stati interrotti… quasi come se ci fosse uno scopo nell’universo, qualcosa che nonostante infierisca sulla nostra sofferenza, potremmo persino chiamare Dio.»
Per un po’ rimasero ad ascoltare il rumore della pioggia e del vento che spazzava il mondo.
Laura chiese: «E l’Anguilla?»
«Una notte lo attesi nel suo appartamento…»
«Lo picchiasti duramente. Sì, ero certa che fossi stato tu.»
«Lo picchiai e lo avvertii di starti lontano. Gli dissi che la prossima volta l’avrei ucciso.»
«Ma quella lezione non fece che renderlo ancor più determinato. Perché non lo uccidesti subito?»
«Avrei dovuto farlo. Ma… non so. Forse perché avevo visto tanti omicidi ai quali io stesso avevo contribuito che… sperai semplicemente che per una volta non fosse necessario uccidere.»
Laura pensò al suo mondo di guerra, ai campi di concentramento, ai genocidi e riuscì a capire perché avesse sperato di evitare un omicidio, anche se Sheener non meritava di vivere.
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