“No, per la verità non mi ha detto assolutamente nulla.” replicò Ernest, confermando l’ipotesi di Houg.
“Se non ho detto nulla è stato per non mettere troppe voci in giro, visto i brutti precedenti di un anno fa.” disse Roni, guardando Houg negli occhi.
“Si, ma io non vedo il motivo per cui Ernest, che è il tuo più caro amico e per di più l’uomo che ci può aiutare, non dovesse saperlo.” infierì Houg con un tono di rimprovero.
“Veramente, non vedo come io possa aiutarla.” intervenne Ernest che proprio non capiva cosa c’entrasse lui con quella storia.
Houg rimase un po’ in silenzio; poi rivolgendosi ad Ernest disse: “Lei mi può aiutare perché io sono una persona molto razionale e non credo nei fantasmi, quindi o l’immaginazione ha giocato un brutto scherzo a mio figlio, per cui ha creduto di vedere il fantasma di sua madre, oppure c’è qualcos’altro sotto; in ogni caso, penso che in tutto questo ci sia una spiegazione logica e vorrei che lei scoprisse qual è.”
“Allora, suo figlio ha visto il fantasma di sua madre?” chiese Ernest che era rimasto colpito per quella frase detta quasi di sfuggita.
“Si, è proprio così, chiedo scusa per non averlo detto prima, lo avevo quasi dimenticato.” replicò Houg.
“Eppure, non si può dimenticare così facilmente che si tratta del fantasma di sua moglie.” fece notare l’investigatore con tono provocatorio, e istintivamente gli occhi gli caddero sul quadro che raffigurava la moglie di Houg.
Ci fu un momento di silenzio e il banchiere abbassò gli occhi ma Ernest, che sembrava molto sicuro di sé, in fondo avvertiva un certo disagio nello stare davanti a quell’uomo così imponente che anche quando parlava di fantasmi sembrava che parlasse della cosa più naturale del mondo.
“Ha ragione, però questa storia mi mette in imbarazzo e non vedo l’ora che lei accetti la mia proposta e risolva il mistero.” disse Houg, come per giustificare il suo imbarazzo e i suoi strani modi.
“Prima di tutto io non ho ancora ricevuto alcuna proposta e in secondo luogo non penso che risolverò tutto con la bacchetta magica.” rispose Ernest.
“Se dovesse decidere di accettare la mia proposta la cifra sull’assegno la può mettere lei stesso, per me non ci sono problemi. Spero veramente che lei accetti perché sia il suo amico che io abbiamo molta fiducia in lei.” concluse Houg.
Ernest era sul punto di rispondere quando nel soggiorno entrò una ragazza. A giudicare dall’uniforme doveva essere una cameriera. Era una ragazza molto carina con i capelli biondi e corti. Appena vide i due uomini che stavano parlando con Houg fece un passo indietro, quasi spaventata.
“Dimmi, Rebecca, cosa c’è?” chiese Houg.
“Oh… chiedo scusa. Pensavo lei fosse da solo. Tolgo subito il disturbo” mormorò la ragazza che rapidamente uscì dalla stanza.
“È la tata dei miei figli ed è stata proprio lei a trovare mio figlio nella condizione di shock di cui le dicevo prima.” disse Houg e continuò “ Le altre spiegazioni le darò solo nel caso lei decida di accettare la mia proposta.”
“In tal caso, glie lo farò sapere” rispose Ernest e fece segno a Roni che la visita era finita.
“Spero di avere sue notizie al più presto.” disse Houg accompagnandoli alla porta.
Ernest fece un cenno della testa come per annuire e uscì andando verso la macchina. Invece Roni restò indietro e si fermò a parlare con Houg.
“Tutto questo è un po’ strano.” commentò Ernest con Roni appena furono partiti.
“Cosa?” chiese Roni.
“Tutto. La storia del fantasma, Houg che vuole ingaggiare me per risolvere il problema. Non sembra anche a te un po’ strano?”
“No, personalmente non ci vedo niente di strano. Spero solo che tu non ce l’abbia con me per non averti detto nulla.” rispose Roni.
“Non capisco una cosa. Come mai una persona con l’influenza e il potere di Houg vuole assumere proprio me per questo caso? Se solo volesse, potrebbe avere un esercito di investigatori, per non parlare del fatto che può contare anche sulla totale disponibilità di Scotland Yard. Perché solo un uomo? Perché?” si chiese ancora Ernest, monologando.
Roni sentì comunque il desiderio di rispondere: “Si, tutto quello che dici è vero, ma se hai prestato attenzione dovresti avere intuito che ha avuto una brutta esperienza un anno fa, quando è morta sua moglie. La maggior parte della stampa trattò l’argomento per molto tempo e alcuni quotidiani scrissero addirittura che la colpa per la morte di sua moglie era proprio sua, di Houg.”
“In che senso era colpa di Houg?” domandò incuriosito Ernest.
“Beh… non si è capito molto. So solo che sua moglie trascorse i suoi ultimi mesi di vita in un ospedale psichiatrico perché soffriva di una pesante forma di depressione. Sembra che fosse diventata violenta e pericolosa e quindi non era più possibile tenerla in casa. La versione ufficiale sul suo decesso è che morì in seguito ad una forte crisi di nervi che le provocò un arresto cardiaco. Da alcuni articoli venne fuori addirittura che si era trattato di suicidio e che Houg le avrebbe dato una mano.”
“In altre parole omicidio.” lo interruppe Ernest, che poi chiese “Ma per quale motivo lo avrebbe fatto?”
“Nessuno lo sa. Qualcuno scrisse che, essendo lui un noto uomo d’affari, una moglie in uno stato simile avrebbe costituito un motivo di imbarazzo.”
“A me non convince. Come fa un uomo ad uccidere la propria moglie solo perché si sente in imbarazzo?” mormorò Ernest scuotendo la testa.
“Infatti si tratta di chiacchiere. Dopo un po’ non si parlò più del caso e Houg da parte sua dichiarò che avrebbe querelato tutti i giornalisti che avessero fatto simili insinuazioni. D’altronde che lui amasse sua moglie era noto a tutti.”
“Anche questo è molto strano.” disse Ernest e continuò “Perché i giornali scrissero che era stato simulato un suicidio?”
“Questo non lo so.” rispose Roni.
“Ma è possibile che una forte crisi di nervi possa provocare un arresto cardiaco?”
“Non lo so Ernest, per questo devi parlare con un medico, io non so dirti niente. Ma perché ti interessa così tanto questa storia?” chiese Roni che non riusciva a capire dove volesse arrivare l’amico.
“Il nostro signor Houg è un uomo pieno di enigmi, non trovi?” considerò Ernest.
“Lui è solo un uomo ricco, e come tutti gli uomini ricchi è molto invidiato e soprattutto molto attaccato. Naturalmente può aver commesso qualche sbaglio, ma sostenere che sia un assassino mi sembra un po’ esagerato.” replicò Roni.
“Ma perché i giornali scrissero che era stato simulato un omicidio, che senso ha questo? Se il motivo della morte era un arresto cardiaco per quale ragione si sarebbe dovuto simulare un suicidio?” chiese di nuovo Ernest, dimostrando di non dare alcun peso alle parole di Roni.
Questi stava diventando nervoso per l’ossessione dell’amico. Per Roni la storia di come fosse morta la moglie di Houg era acqua passata e per di più chiarita. Voleva cambiare discorso, ma sapeva che con Ernest era molto difficile. Quando si metteva in testa qualcosa non la finiva più.
“Però è molto strano, non trovi? Veramente strano! A pensarci bene, la versione ufficiale non ha alcun senso… cioè… sul certificato di morte della signora Houg suppongo ci sia scritto che è deceduta in seguito ad un arresto cardiaco, ma qualcuno scrisse che era stato simulato un suicidio. Continuo a domandarmi perché.” seguitava a parlare Ernest e sembrava che aspettasse una risposta da Roni.
“Ti prego, Ernest, smettila di ripetere cento volte la stessa cosa! Ormai questa è una storia passata e non ha alcuna importanza e poi erano solo chiacchiere e basta!” esclamò Roni e, per cambiare discorso, domandò “Piuttosto, hai visto che bella tata ha il signor Houg?”
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