Harris Thomas - Il silenzio degli innocenti

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Il silenzio degli innocenti: краткое содержание, описание и аннотация

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Hannibal Lecter è una psichiatra geniale, un uomo colto e raffinato, un perfetto gentiluomo dotato di un sottile senso dell'umorismo. Ha un unico difetto: è un pericoloso psicopatico e un feroce assassino. Quando Clarice Starling, brillante allieva della Sezione Scienza del Comportamento dell'Fbi, si reca a visitarlo nel manicomio criminale dove è rinchiuso, il dottor Lecter, attratto dalla ragazza e spinto dal desiderio di entrare nella sua personalita, decide di aiutarla. Clarice vuole da lui elementi utili alla cattura di Buffalo Bill, il "mostro" che terrorizza l'America. Ma il prezzo della collaborazione di Lecter è uno scambio perverso: le consegnerà Buffalo Bill solo se Clarice accetteràa di svelargli i suoi ricordi più tormentati.

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Jame Gumb decise di passare all'azione nel tardo pomeriggio.

Con gli occhi pieni di lacrime irrefrenabili, aveva visto e rivisto il suo video. Sul piccolo schermo, Mamma saliva la scaletta e si lasciava scivolare nella piscina, uiii giù nella piscina. Le lacrime offuscavano la vista di Jame Gumb come se nella piscina ci fosse anche lui.

La borsa dell'acqua calda che teneva sul ventre gorgogliava, come aveva gorgogliato lo stomaco della barboncina quando l'aveva tenuta in grembo.

Non poteva resistere... l'essere che stava nella cantina teneva prigioniera Precious, e la minacciava. Precious soffriva, lo sapeva con certezza. Non era sicuro di poter uccidere quell'essere prima che facesse del male a Precious ma doveva tentare. E subito.

Si tolse i vestiti e indossò la vestaglia... concludeva sempre il suo lavoro nudo e insanguinato come un neonato.

Dal grande armadio dei medicinali prelevò l'unguento che aveva usato per curare Precious quando un gatto l'aveva graffiata. Prese qualche cerotto e il "collare elisabettiano" di plastica che gli aveva dato il veterinario per impedire che la cagnetta si mordicchiasse dove le faceva male. In cantina aveva diversi abbassa-lingua da usare per steccarle la zampetta rotta, e un tubetto di Sting-Eez per alleviare il dolore se quello stupido essere l'avesse graffiata mentre si dibatteva prima di morire.

Un colpo ben diretto alla testa. Avrebbe sacrificato i capelli. Precious era molto più importante dei capelli, per lui. I capelli erano un sacrificio, un'offerta propiziatoria per la salvezza di Precious.

Scese le scale senza far rumore ed entrò in cucina. Si tolse le pantofole e scese la scala buia della cantina tenendosi rasente al muro per evitare che i gradini scricchiolassero.

Non accese la luce. Arrivato in fondo alla scala svoltò a destra, entrò in laboratorio muovendosi a tastoni nell'oscurità che gli era familiare e sentì il pavimento cambiare sotto i suoi piedi.

Sfiorò la gabbia con una manica e sentì lo stridio sommesso e iroso di una falena. Ecco l'armadietto. Trovò la lampada a infrarossi e mise gli occhialoni. Il mondo s'illuminò di verde. Per un momento attese nel gorgoglio confortevole dei serbatoi, nel caldo sibilare del vapore dei tubi. Era signore della tenebra, regina della tenebra.

Le falene libere nell'aria lasciavano scie verdi e fluorescenti davanti ai suoi occhi, e lievissimi soffi d'aria sul suo volto quando le loro ali piumose

sbattevano nell'oscurità.

Gumb controllò la Python. Era stata caricata con proiettili di piombo .38 Special. Sarebbero penetrati nel cranio e, espandendosi, avrebbero ucciso immediatamente. Se l'essere fosse stato in piedi quando lui avesse sparato, e se avesse mirato dall'alto alla sommità del cranio, era meno probabile che il proiettile uscisse dalla mascella e lacerasse il petto, come sarebbe invece avvenuto con una Magnum.

Si mosse piano, senza far rumore, con le ginocchia piegate e le dita dalle unghie laccate che stringevano le vecchie assi. Si mosse senza far rumore sul pavimento di sabbia della camera dov'era la segreta. Senza far rumore ma non troppo lentamente. Non voleva che il suo odore avesse il tempo di arrivare alla cagnolina, sul fondo del pozzo.

La parte superiore della segreta era illuminata di verde, le pietre e la calce apparivano nitide, la grana del legno del coperchio era ben distinta alla sua vista. Strinse la torcia e si sporse. Erano là sotto. L'essere giaceva sul fianco come un gambero gigantesco. Forse dormiva. Precious era raggomitolata lì accanto, e senza dubbio era addormentata... non poteva, oh no, non poteva essere morta.

La testa era scoperta. Mirare al collo... era una tentazione. Così avrebbe salvato i capelli. Ma era troppo rischioso.

Jame Gumb si sporse sopra l'apertura, scrutando con gli occhi peduncolati dei suoi occhialoni. La Python gli dava una sensazione piacevole, con quella canna pesante, meravigliosamente adatta a puntare verso il basso. Poteva tenerla nel raggio della lampada a infrarossi. Puntò il mirino sul lato della testa, dove i capelli erano umidi contro la tempia.

Forse fu il rumore o l'odore, non poteva saperlo... ma Precious si alzò e guaì, spiccando un balzo nell'oscurità, e Catherine Baker Martin si piegò sulla cagnolina e si tirò addosso il telo. Erano soltanto masse che si muovevano sotto il telo e Gumb non sapeva quale fosse la cagnetta e quale Catherine. Guardava verso il basso, all'infrarosso, e la sua percezione della profondità era menomata. Non riusciva a capire quale delle masse fosse Catherine.

Però aveva visto Precious spiccare un balzo. Sapeva che aveva la zampa illesa... e di colpo comprese qualcosa di più. Catherine Baker Martin non avrebbe fatto male alla barboncina, come non gliene avrebbe fatto lui. Oh, che immenso sollievo. Grazie al sentimento che avevano in comune avrebbe potuto spararle alle stramaledette gambe, e quando si fosse piegata per stringerle le avrebbe fatto esplodere quella testa fottuta. Non era necessario essere prudente.

Accese le luci, tutte le luci della cantina, e andò a prendere il riflettore dal magazzino. Era perfettamente padrone di sé, ragionava con assoluta lucidità... mentre attraversava il laboratorio ricordò di far scorrere un po' d'acqua nei lavelli, in modo che niente intasasse gli scarichi.

Mentre passava di corsa accanto alla scala reggendo il riflettore, finalmente pronto ad agire, sentì suonare il campanello.

Il campanello strideva e gracchiava e Gumb dovette soffermarsi per pensare che cosa fosse. Non lo sentiva da anni, non aveva mai neppure saputo se funzionava o no. La suoneria era installata sulla scala in modo che fosse possibile sentire il campanello al pianterreno e al primo piano; e adesso squillava, come una tetta di metallo nero coperta di polvere. Mentre la guardava suonò di nuovo e continuò a suonare. La polvere si sollevava dalla suoneria. C'era qualcuno alla porta principale e premeva il vecchio pulsante con la scritta SOVRINTENDENTE.

Se ne sarebbero andati.

Gumb preparò il riflettore.

No, non se ne andavano.

L'essere nel pozzo disse qualcosa, ma lui non gli prestò attenzione. Il campanello continuava con quel suono stridente. Stavano premendo il pulsante senza staccarsi.

Era meglio salire per guardare dalla finestra. La Python a canna lunga non sarebbe entrata nella tasca della vestaglia. La posò sul banco del laboratorio.

Era arrivato a metà della scala quando il campanello smise di suonare. Attese per qualche attimo. Silenzio. Decise di andare a guardare comunque. Mentre attraversava la cucina, un colpo battuto energicamente alla porta posteriore lo fece trasalire. Nella dispensa, vicino a quella porta c'era un fucile a pompa. Gumb sapeva che era carico.

L'uscio della scala della cantina era chiuso, e quindi nessuno poteva sentire l'essere che gridava là sotto, anche se urlava con tutte le sue forze... ne era sicuro.

Bussarono di nuovo. Gumb socchiuse appena la porta, senza togliere la catena.

«Ho provato a suonare alla porta principale ma non mi ha aperto nessuno» disse Clarice Starling. «Sto cercando la famiglia della signora Lippman. Lei può aiutarmi?»

«Non abitano più qui» disse Jame Gumb, e chiuse la porta. Si avviò verso la scala della cantina quando i colpi alla porta ricominciarono. Stavolta erano ancora più energici.

Aprì di nuovo la porta, e non tolse la catena.

La giovane donna avvicinò un tesserino allo spiraglio. C'era scritto Fe-deral Bureau of Investigation. «Mi scusi, ma ho bisogno di parlarle. Devo trovare la famiglia della signora Lippman. So che abitava qui. Vorrei che mi aiutasse, per favore.»

«La signora Lippman è morta da anni. E non aveva parenti, a quanto ne so.»

«Allora un avvocato, un amministratore? Qualcuno che avesse i documenti della sua attività. Lei ha conosciuto la signora Lippman?»

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