«Fredrica lavorava anche in negozio? Per prendere le misure? Si incontrava con i clienti o con i grossisti?»
«Qualche volta, ma non succedeva spesso. Io non lavoravo là tutti i giorni, comunque.»
«E la signora Burdine lavorava tutti i giorni? Potrebbe saperlo?»
«Sì, credo di sì.»
«Fredrica le ha mai detto che lavorava per una ditta che si chiamava Mr. Hide e aveva sede a Chicago o a Calumet City? Le ha detto che foderava capi in pelle, per caso?»
«Non lo so. Forse lo sapeva la signora Lippman.»
«Ha mai visto il marchio Mr. Hide? Da Richards' vendevano quelle confezioni? Oppure in una delle boutique?»
«No.»
«Sa dov'è la signora Lippman? Vorrei parlarne con lei.»
«È morta. Si ritirò dagli affari e andò in Florida. Morì laggiù, a quanto diceva Fredrica. Non la conoscevo, ma qualche volta io e Skip andavamo a casa sua a prendere Fredrica, quando aveva una quantità di lavoro. Magari
potrebbe parlare con i suoi parenti. Le scrivo l'indirizzo.»
Era una grossa seccatura, quando Clarice Starling voleva soprattutto avere notizie da Calumet City. I quaranta minuti erano passati. La Squadra Recupero Ostaggi doveva essere già atterrata. Si spostò per non dover guardare l'orologio e insistette.
«Stacy, dove comprava i suoi abiti Fredrica? Dove prendeva le tute e i maglioni Juno della sua taglia?»
«Si confezionava da sola quasi tutti gli abiti. Credo che i maglioni li comprasse da Richards'... si ricorda, quando tutte incominciarono a portarli molto ampi, tanto che arrivavano fino alle cosce? Allora li vendevano in moltissimi negozi. Da Richards' le facevano lo sconto perché lavorava per loro.»
«Fredrica faceva acquisti nei negozi specializzati in grandi taglie?»
«Andavamo a curiosare dappertutto, sa com'è. Entravamo da Personality Plus e lei cercava qualche idea, capisce? Qualche modello che stesse bene a una donna grande e grossa.»
«È mai capitato che qualcuno vi abbordasse in uno di quei negozi? Fre-drica aveva mai avuto la sensazione che qualcuno la tenesse d'occhio?»
Stacy fissò il soffitto per un momento, poi scosse la testa.
«Stacy, i travestiti venivano mai da Richards'? Ci venivano uomini che compravano vestiti da donna molto grandi? Le e mai capitato di notarlo?»
«No. Ma io e Skip ne vedemmo qualcuno in un bar di Columbus, una volta.»
«Fredrica era con voi?»
«No, di sicuro. Eravamo andati là a passare il fine settimana.»
«Potrebbe scrivermi i nomi dei negozi per grandi taglie dove andava con Fredrica? Pensa di poterli ricordare tutti?»
«Soltanto qui, oppure qui e a Columbus?»
«Qui e a Columbus. E mi dia anche l'indirizzo di Richards'. Voglio parlare con la signora Burdine.»
«Okay. È un bel lavoro, essere un'agente dell'FBI.»
«A me pare di sì.»
«Viaggerà molto, immagino. Voglio dire, andrà in tanti posti più belli di questo.»
«A volte capita.»
«E bisogna essere bene in ordine ed elegante tutti i giorni, giusto?»
«Be', sì. Bisogna avere un'aria professionale.»
«E come si fa a diventare agenti dell'FBI?»
«Prima bisogna diplomarsi in un college, Stacy.»
«Non è facile pagarsi gli studi, vero?»
«Già, non è facile. A volte comunque ci sono sovvenzioni e borse di studio. Vuole che le faccia avere qualche depliant?»
«Certo. Pensavo... Fredrica era così contenta per me quando avevo trovato questo impiego. Era davvero entusiasta... lei non aveva mai lavorato in un ufficio, credeva che avrei fatto chissà quanta strada. Tutto questo... le schede e Barry Manilow agli altoparlanti tutto il giorno... le sembrava chissà che cosa. Che ne sapeva lei, povera sciocca.»
Gli occhi di Stacy Hubka erano pieni di lacrime. Li spalancò e inclinò la testa all'indietro per evitare di doverli truccare di nuovo.
«E il mio elenco?»
«È meglio che lo prepari alla mia scrivania. Ho il mio schedario e poi mi occorre la rubrica telefonica e tutto il resto.» Stacy uscì tenendo la testa all'indietro e orientandosi con il soffitto.
Il telefono era una tentazione irresistibile per Clarice Starling. Nel momento in cui Stacy Hubka uscì dal piccolo ufficio, Clarice chiamò Washington, a carico del destinatario, per avere notizie.
In quel momento, sopra l'estremità meridionale del lago Michigan, un jet a ventiquattro posti con i contrassegni civili abbandonò la velocità massima di crociera e incominciò la grande curva per discendere verso Calumet City, Illinois.
I dodici uomini della Squadra Recupero Ostaggi sentirono nello stomaco l'effetto della manovra. Lungo la corsia qualcuno sbadigliò per la tensione.
II comandante della squadra, Joel Randall, seduto nella parte anteriore del compartimento passeggeri, si tolse la cùffia e diede un'occhiata agli appunti prima di alzarsi per parlare. Era certo di avere ai suoi ordini la squadra SWAT meglio addestrata del mondo, e forse aveva ragione. Molti dei suoi uomini non erano mai stati sotto il fuoco ma, per quanto potevano dimostrare le simulazioni e i test, erano i migliori di tutti.
Randall aveva trascorso molto tempo nelle corsie degli aerei, e mantenne facilmente l'equilibrio durante la discesa, nonostante i sobbalzi.
«Signori, i nostri mezzi di trasporto a terra sono gentilmente offerti dalla DEA. Hanno mandato un camioncino da fiorista e un furgone da idraulico. Quindi, Vernon ed Eddie, andrete in borghese. Se dovremo lanciare granate a effetto stordente, prima di entrare, ricordate che non avrete protezione antivampa sulla faccia.»
Vernon mormorò a Eddie: «Attento a coprirti le guance».
Vernon ed Eddie, che sarebbero stati i primi ad avvicinarsi alla porta, dovevano indossare un giubbotto antiproiettile sotto gli abiti borghesi. Gli altri sarebbero andati all'attacco con le corazze pesanti, impenetrabili ai colpi di fucile.
«Bobby, mi raccomando di mettere un microfono in ogni veicolo per il guidatore, così non combineremo un pasticcio parlando con quelli della DEA» disse Randall.
In azione, la Drug Enforcement Administration adopera radio UHF, mentre l'FBI ha le VHF. In passato c'erano stati parecchi problemi.
Erano equipaggiati per quasi tutte le possibili eventualità, di giorno e di notte; per scalare i muri avevano l'attrezzatura a corda doppia, per ascoltare avevano Wolfs Ears e un VanSleek Farfoon, per vedere avevano congegni a infrarossi. Le armi con i mirini speciali per la notte sembravano strumenti musicali nelle custodie ingombranti.
Doveva essere un'operazione chirurgica molto precisa, e le armi lo dimostravano... non ce n'era una che sparasse con l'otturatore aperto.
Gli uomini della squadra indossarono l'equipaggiamento mentre si abbassavano gli alettoni.
Randall ricevette notizie da Calumet attraverso la cuffia. Coprì il microfono con una mano e si rivolse di nuovo alla squadra. «Ragazzi, la selezione si è ridotta a due indirizzi. Noi andremo a quello più probabile, e lo SWAT di Chicago andrà all'altro.»
L'aeroporto era quello municipale di Lansing, il più vicino a Calumet sul lato sudorientale di Chicago. L'aereo fu autorizzato ad atterrare immediatamente. Il pilota lo fece fermare con un grande stridore di freni accanto a due veicoli in attesa con il motore al minimo, all'estremità del campo più lontano dal terminal.
Vi fu un frettoloso scambio di saluti accanto al camioncino da fiorista. Il comandante della DEA porse a Randall qualcosa che sembrava una vistosa composizione floreale. Era un maglio di cinque chili per sfondare le porte; la testa era avvolta in carta metallica a colori come un vaso di fiori, e il manico era mimetizzato dal fogliame.
«Può darsi che dobbiate consegnarlo a domicilio» disse. «Benvenuti a Chicago.»
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