Come si arrangiava, Fredrica? Aveva qualche cosmetico per il trucco e molti preparati per la pelle. Brava, fai valere quello che è il tuo pregio. Clarice si sorprese a schierarsi dalla parte di Fredrica come se la cosa potesse avere qualche importanza.
In una scatola per sigari White Owl c'erano alcuni gioielli di poco conto. C'era una spilla d'oro a cerchietto che con ogni probabilità era appartenuta alla madre. Fredrica aveva fatto tagliare le dita a un paio di vecchi guanti di pizzo, per imitare Madonna, ma si erano tutti sfrangiati.
Aveva un giradischi Decca degli anni Cinquanta, con un temperino legato al braccio della testina per mezzo dì elastici, in modo da appesantirlo. Dischi di seconda mano. Temi d'amore di Zamfir, maestro del flauto di Pan.
Quando accese la luce dell'armadio a muro, Clarice rimase sorpresa nel vedere il guardaroba di Fredrica. Aveva tutti abiti piuttosto belli, non molto numerosi, ma abbastanza per la scuola, per lavorare in un ufficio e persino in una boutique elegante. Li guardò all'interno e comprese. Fredrica li aveva confezionati lei stessa, e l'aveva fatto molto bene: le cuciture erano ben fissate, le fodere tagliate e applicate con cura. Su un ripiano c'erano mucchi di cartamodelli. Quasi tutti erano di "Simplicity", ma ce n'erano un paio di "Vogue" che avevano tutta l'aria di essere difficili da realizzare.
Con ogni probabilità aveva indossato l'abito più bello, quando era andata a presentarsi per il posto di lavoro. Quale? Clarice sfogliò il dossier. Ecco: era stata vista l'ultima volta con un abito verde. Andiamo, agente, cosa diavolo è di preciso un "abito verde"?
Fredrica aveva risentito degli svantaggi di un guardaroba limitato per motivi economici: non aveva molte paia di scarpe, e con il suo peso le aveva sciupate in fretta. I mocassini erano deformati. Nei sandali aveva infilato solette deodoranti. Gli occhielli delle scarpe da ginnastica erano logori...
Forse Fredrica faceva ginnastica... aveva diverse tute molto abbondanti.
Le tute erano di Juno.
Anche Catherine Martin aveva diverse paia di pantaloni di Juno.
Clarice uscì a ritroso dall'armadio a muro. Sedette ai piedi del letto, con le braccia conserte, e fissò l'interno illuminato.
Juno era una marca comune, e si vendeva in una quantità di negozi "grandi taglie", ma sollevava il problema dell'abbigliamento. Ogni città di una certa importanza aveva almeno un negozio specializzato in grandi taglie.
Buffalo Bill teneva d'occhio quei negozi, sceglieva una cliente e poi la seguiva?
Entrava travestito da donna e si guardava intorno? Tutti i negozi grandi taglie hanno tra i clienti travestiti e omosessuali.
L'idea che Buffalo Bill cercasse di cambiare sesso era stata introdotta nelle indagini di recente, dopo che il dottor Lecter aveva spiegato a Clarice Starling la sua teoria. E i vestiti?
Tutte le vittime dovevano aver fatto acquisti nei negozi grandi taglie... Catherine Martin portava la taglia quarantotto, ma per le altre sarebbe stata troppo stretta; e Catherine doveva aver fatto acquisti in uno di quei negozi per scegliere le tute Juno.
Catherine portava il quarantotto. Era la più piccola delle vittime. Fredrica, la prima, era la più voluminosa. Come mai Buffalo Bill aveva optato per una taglia più piccola quando aveva scelto Catherine Martin? Catherine aveva un seno prosperoso, ma non aveva una circonferenza eccezionale. Buffalo Bill era dimagrito? Forse era entrato a far parte di un gruppo che seguiva una dieta, negli ultimi tempi? Kimberly Emberg era una specie di via di mezzo, grande e grossa, ma con la vita abbastanza sottile...
Clarice Starling aveva evitato volutamente di pensare a Kimberly Em-berg; ma il ricordo la travolse per un secondo. Rivide Kimberly nella sede delle pompe funebri di Potter. Buffalo Bill non si era curato delle sue gambe depilate con la ceretta, delle unghie meticolosamente laccate con lo smalto lucido: aveva guardato il seno piatto di Kimberly, aveva pensato che non andava bene, aveva preso la pistola e le aveva sparato al petto.
La porta della stanza si socchiuse. Clarice sentì il movimento nel cuore ancora prima di comprendere che cos'era. Entrò un gatto, un grosso gatto persiano con un occhio dorato e un occhio azzurro. Saltò sul letto e si strusciò contro di lei. Era venuto a cercare Fredrica.
Solitudine. Ragazze grandi e grosse che soffrivano di solitudine e tentavano di piacere a qualcuno.
La polizia aveva eliminato fin dall'inizio i club dei cuori solitari. Buffalo Bill conosceva un altro sistema per approfittare della solitudine. Niente ci rende più vulnerabili della solitudine, eccettuata l'avidità.
La solitudine poteva aver offerto a Buffalo Bill un'occasione per avvicinare Fredrica, ma non Catherine. Catherine non era certamente sola.
Kimberly lo era. Non incominciare. Kimberly, docile e inerte al di là del rigor mortis, che veniva girata sul tavolo dell'impresa di pompe funebri perché Clarice Starling potesse prendere le impronte digitali. Basta. Non posso. Kimberly, sola, ansiosa di piacere... si era mai girata docilmente per qualcuno, per sentire un cuore che batteva contro la sua schiena? Clarice si chiese se Kimberly aveva mai sentito un paio di baffi farle il solletico tra le scapole.
Fissò l'armadio a muro illuminato e ricordò la schiena grassa di Kim-berly, i lembi triangolari di pelle che mancavano dalle spalle.
Continuò a guardare nell'armadio e vide i triangoli sulle spalle di Kim-berly delineati con i tratti azzurri d'un gessetto per sartoria. L'idea si allontanò e ritornò, tornò abbastanza vicina perché questa volta potesse afferrarla con uno scatto di gioia rabbiosa, sOnO INSERTI... BUFFALO BILL HA PRESO I TRIANGOLI DI PELLE PER FARNE INSERTI CHE GLI SERVIVANO PER ALLARGARE LA PELLE IN VITA. QUEL BASTARDO SA CUCIRE. SA CUCIRE COME UNO DEL MESTIERE... NON SCEGLIE INDUMENTI PRONTI DA INDOSSARE.
Che cosa aveva detto Lecter? ”Si sta facendo una pelle di donna con le pelli di donne vere. ” E che cosa mi ha chiesto? ”Sa cucire, Clarice?” Certamente.
Clarice Starling inclinò la testa all'indietro e chiuse gli occhi per un secondo. Risolvere i problemi è come andare a caccia: è un piacere selvaggio, innato in tutti noi.
Aveva visto un telefono nel salotto. Clarice cominciò a scendere la scala ma la voce esile della signora Bimmel la stava già chiamando: c'era una telefonata per lei.
La signora Bimmel porse il ricevitore a Clarice e prese in braccio il bambino che piagnucolava. Non uscì dal salotto.
«Clarice Starling.»
«Jerry Burroughs. Starling...»
«Bene, Jerry, ascolti. Credo che Buffalo Bill sappia cucire. Ha tagliato quei triangoli... Un secondo, per favore... Signora Bimmel, posso pregarla di portare il piccolo in cucina? Devo parlare... Grazie... Jerry, sa cucire. Ha preso... »
«Starling...»
«Ha prelevato quei triangoli di pelle di Kimberly Emberg per farne inserti, tasselli da sarto, capisce che cosa sto dicendo? È un esperto, non sta lavorando in modo approssimativo, da uomo delle caverne. La Sezione Identificazione può cercare tra i pregiudicati... sarti, fabbricanti di vele, tappezzieri... È meglio controllare nei Segni Particolari, e cercare qualcuno che ha nei denti la tipica intaccatura del sarto...»
«Va bene, va bene. Mando subito una comunicazione. Ma adesso mi ascolti. Forse dovrò interrompere la comunicazione. Jack ha voluto che l'avvertissi. Abbiamo un nome e una località che sembrano promettenti. La Squadra Recupero Ostaggi è partita in aereo dalla base Andrews, Jack gli sta fornendo istruzioni per radiotelefono anti-intercettazioni.»
«E dove vanno?»
«A Calumet City, alla periferia di Chicago. Il soggetto si chiama Jame, come "Name" con una J; il cognome è Gumb, alias John Grant, bianco, maschio, trentaquattro anni, novanta chili, capelli bruni, occhi azzurri. Jack ha ricevuto una comunicazione dal Johns Hopkins... Le notizie che aveva fornito lei sulle differenze tra Buffalo Bill e un transessuale hanno fatto squillare un campanello. Il tipo aveva presentato domanda per cambiare sesso, tre anni fa. Ha malmenato un medico dopo che lo avevano respinto. Al Johns Hopkins aveva dato il nome Grant e l'indirizzo di un alberguccio di Harrisburg, Pennsylvania. La polizia ha trovato una ricevuta per la benzina con il suo numero di targa, e siamo partiti da lì. In California, da ragazzino l'aveva fatta grossa... uccise i nonni quando aveva dodici anni e si fece sei anni al centro psichiatrico di Tulare. Lo lasciarono andare sedici anni fa, quando chiusero il manicomio. Poi sparì per molto tempo. Si diverte a pestare gli omosessuali. Ha scatenato un paio di risse ad Harrisburg, ed è scomparso di nuovo.»
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