JAMES CHASE - Piombo e tritolo

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Fenner ando al tavolino, raccolse un foglio di carta e una matita e torno verso il letto. «Ricopia questa lettera per me» disse.

Mentre lei stava per alzarsi, lui la fermo. «Aspetta.» Dall'armadio tolse la giacca del suo pigiama e gliela butto. Poi ando in bagno e aspetto qualche secondo. Quando torno lei stava indossando la giacca e si stava arrotolando le maniche.

«Perche vuoi che la ricopi?» gli chiese.

«Fallo» aveva parlato con un tono molto secco.

Lei scribacchio sul foglio e glielo tese. Fenner confronto le due scritture.

Non avevano niente in comune. Butto il foglio sul tavolo e comincio a camminare avanti e indietro per la stanza, lentamente.

«Hai una sorella, vero?» chiese alla fine.

Lei esito, poi ammise: «Si, ma non ci vediamo da molto tempo.»

«Da quanto tempo? E perche?»

«Quattro o cinque anni, non mi ricordo bene. Marian e io non andiamo tanto d'accordo. Ha delle strambe idee su come io dovrei vivere. Non abbiamo litigato, ma lei aveva sempre quelle strane idee. Quando papa mori, ci siamo separate.»

«Tu menti. Non e vero che non vi siete viste per tutto quel tempo, perche e venuta da me tutta terrorizzata, dicendo che tu eri scomparsa.»

Due piccole macchie rosse brillavano sulle guance di Glorie. «Non sapevo che fosse venuta da te. Chi sei tu, comunque?»

«Poco importa chi sia io. Quando hai visto Marian l'ultima volta?»

Glorie s'incupi. «Ero a New York assieme ad Harry. Ci siamo incontrate per strada. E stato un paio di settimane fa. Io ero di passaggio. Marian voleva che andassi a trovarla nel suo albergo. Le ho detto di si, perche insisteva. C'era Harry con me. Era una situazione imbarazzante. Marian non ha mai sopportato Harry, cosi le ho fatto il bidone e sono tornata in Florida.»

Fenner si accosto e si sedette sul letto. «O mi stai raccontando un sacco di bugie, oppure c'e qualcosa che mi sfugge in tutto questo» disse.

Glorie giro il capo da una parte all'altra. «Non ti dico bugie» esclamo.

«Perche dovrei?»

«Stammi a sentire, hai parlato con tua sorella di dodici cinesi?»

«Dodici cinesi? E perche?»

«Smettila di chiedere perche» esclamo Fenner, furioso. «Mi confondi.»

Ora che aveva finalmente trovato la ragazza, non ne sapeva granche piu di prima. Penso, e poi chiese: «Perche Leadler, e non Daley?»

«Leadler e il mio nome da sposata» rispose Glorie. «Ho divorziato un anno fa.»

«Dov'e tuo marito?» grugni Fenner.

Lei scosse il capo. «Non lo so» rispose. «Perche?»

Fenner non rispose. Disse, invece: «Tua sorella e stata uccisa la settimana scorsa, in una casa di Brooklyn.»

Ci fu un lungo silenzio.

«Non ci credo» gli occhi di Glorie scrutavano il viso di Fenner, intensamente.

Fenner alzo le spalle. «Non sei obbligata a farlo» disse. «Comunque l'hanno veramente uccisa. Mi piaceva, quella ragazza. Era venuta da me in cerca di aiuto. Non mi piace che sia morta a quel modo e ho promesso a me stesso di farla pagare cara a quel porco che l'ha uccisa.»

Glorie lo afferro per la giacca. Tiro la giacca, scuotendolo. «Marian e morta?» disse. «Te ne stai li seduto e mi dici che e morta? Non hai pieta per me. Marian… Marian…»

Fenner la prese per il polso e strappo via la mano. «Piantala» esclamo.

«Non sai recitare. Non te ne importa niente di quello che e accaduto a Marian.»

Glorie lo guardo e poi ridacchio. Si mise una mano sulla bocca e gli occhi assunsero un'espressione spaventata.

«Non avrei dovuto farlo» disse. «Figurarsi, Marian che si fa ammazzare…» Rotolo sul letto e nascose la faccia nel cuscino. Comincio a ridere, scuotendosi tutta.

Fenner ebbe un'idea improvvisa. Mise una mano sulla testa della ragazza, schiacciandola contro il cuscino, mentre con l'altra mano strappava via il lenzuolo. Sempre tenendo ferma la ragazza, le alzo il pigiama fin sulle spalle e le guardo attentamente la schiena. Riabbasso il pigiama e la copri con il lenzuolo, poi fece un passo indietro.

Glorie si giro su se stessa, gli occhi scintillanti. «Perche… perche l'hai fatto?» grido.

«Lo sapevi che tua sorella aveva la schiena piena di lividi?» chiese Fenner.

«Tu sai tutto, eh?» Scoppio a piangere.

Quando Fenner vide le lacrime scivolare sul lenzuolo, si allontano, dirigendosi verso la finestra. Cominciava a sentirsi terribilmente stanco. Disse improvvisamente: «Parleremo meglio domani» e ando verso la porta. I singhiozzi della ragazza lo seguirono fin sulle scale. Penso: "Finiro per impazzire se non succede qualcosa, presto" e ando dal portiere a chiedere un'altra camera.

La viva luce del sole filtrava dalle tapparelle abbassate e disegnava delle sbarre sul letto di Fenner.

L'investigatore si mosse inquieto mentre un orologio dal pianterreno batteva le dieci. All'ottavo colpo, apri gli occhi e grugni. Si sentiva ancora stanco, gli doleva la testa. Vagamente conscio della luce del sole, richiuse gli occhi. Poi, mentre lottava contro il sonno, si rese conto di un peso ai piedi del letto e del profumo nell'aria. Mentre lui grugniva, Glorie ridacchio. La guardo con gli occhi socchiusi e i suoi sensi semisvegli gli dissero che quella ragazza era molto carina. Stava tutta rannicchiata, con la schiena appoggiata alla spalliera del letto, le lunghe gambe raccolte sotto il mento e le dita intrecciate sotto le ginocchia. Appoggio il mento sulle ginocchia e guardo Fenner con gli occhi che le brillavano.

«Quando dormi, sei bello e gentile» disse. «Non e una cosa meravigliosa?»

Fenner si alzo a sedere. Si passo le dita tra i capelli. Stava da cani.

«Ti dispiace andartene?» chiese pazientemente. «Quando ti vorro te lo faro sapere. Non voglio donne in camera mia, per principio. Sono un uomo all'antica e mi impressiono facilmente.»

Glorie ridacchio. «Sei bello» constato una volta di piu.

Fenner fece un altro grugnito. Ora che stava seduto, la testa gli doleva forte.

«Vattene» disse. «Togliti dai piedi. Sparisci.»

Glorie spalanco le braccia. I suoi occhi incredibilmente azzurri mandavano scintille. «Non ti piaccio? Non mi trovi meravigliosa?» chiese.

«Vuoi andartene?» replico lui poco cortesemente.

Glorie scivolo giu dal letto. Era buffa nel pigiama di Fenner. Le pendeva addosso come un sacco.

«Comunque, sembri uno di quegli stracci che i gatti si trascinano per casa» disse Fenner. «Perche non vai a vestirti, poi magari facciamo colazione insieme e continuiamo la chiacchierata?»

Glorie fece un'altra risatina e si avvio verso la porta a passo di danza.

Fenner penso che era il piu incantevole esempio di corruzione che avesse mai visto.

Lei gli rise in faccia: «Di' la verita, ti piaccio eh?» esclamo.

Fenner si appoggio su un gomito. «Va'» disse asciutto. «Non darmi noia proprio adesso.»

Lei s'imbroncio. «Dici sul serio?» Il dubbio le aveva velato gli occhi come una nuvola che passa lentamente sulla faccia della luna. Si accosto al letto e si sedette accanto a Dave Fenner.

Fenner le rispose annuendo. «Scaricati altrove, sorella» disse. «Ci vediamo piu tardi.»

Per un momento credette che lei volesse picchiarlo. Ma poi si alzo e usci dalla stanza lasciando la porta aperta. Fenner salto fuori dal letto, chiuse la porta con un calcio, e ando in bagno. Penso: "Bel modo di cominciare la mattinata".

Dopo la doccia si senti meglio e si fece mandare il caffe. Era gia vestito quando arrivo il cameriere con il caffe. Un paio di tazze lo rimisero in sesto; poi ando a trovare Glorie. Si era vestita anche lei. L'abito da sera nero appariva piuttosto stonato alla luce del sole. Era seduta accanto alla finestra e guardava giu nella strada.

Fenner entro e richiuse la porta dietro di se.

«Che cosa hai intenzione di fare, adesso?» le chiese.

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