JAMES CHASE - Piombo e tritolo

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Glorie si volto e gli sorrise; fu un vero colpo. Lo guardava con gli occhioni spalancati, innocenti e buoni. «Cosa posso fare, ora?»

Lui si appoggio al muro e la fisso, assorto.

«E difficile capirti» disse alla fine l'investigatore. «Credevo che mi avresti dato un sacco di noie, e invece mi sbagliavo.»

La ragazza si giro sulla sedia, la schiena rivolta alla finestra. «Io penso sempre che tu sia bello» disse. Poi aggiunse: «Mi piaci sempre di piu.»

Gli occhi di Fenner furono distratti da qualcosa dietro di lei, giu nella strada. C'era una berlina nera parcheggiata sotto. Aveva gia visto quella macchina. Prima di avere il tempo di fiatare, vide il braccio dell'uomo apparire dal finestrino con la tendina. Il sole scintillo sopra la rivoltella. Fenner ne resto abbagliato e fu proprio questo che gli paralizzo il movimento, che gli fece perdere dei secondi preziosi. Udi il colpo soffocato della rivoltella che evidentemente aveva il silenziatore e poi Glorie che gridava. Non un grido acuto, ma leggero, rauco. La vide piegarsi sulle ginocchia. Prima che Fenner potesse fare qualcosa, lei scivolo sul pavimento.

La berlina gia filava via veloce; tutto era accaduto cosi fulmineamente che nessuno per strada se n'era accorto. Fenner si sporse dalla finestra e vide la berlina girare l'angolo e sparire.

Si ritrasse e si chino per terra. Mentre girava Glorie, con la mano destra incontro qualcosa di umido sul suo fianco, proprio sopra l'anca. Lei era terribilmente pallida, ma respirava. Fenner allungo un braccio e prese il cuscino da una sedia accanto e glielo sistemo sotto la testa. Poi corse in bagno. Riempi un bicchiere d'acqua, afferro la valigetta del pronto soccorso che portava sempre con se e torno in camera da letto.

Lei lo guardava, terrorizzata. «Non sento niente. Sono ferita gravemente?» chiese.

Fenner s'inginocchio. «Stai calma» disse. «Ora vediamo.»

Apri la valigetta e ne trasse un bisturi. «Mi dispiace per il tuo vestito» disse tagliando la seta con cura.

«Per fortuna ci sei tu» replico Glorie e incomincio a piangere.

Fenner taglio il reggicalze. «Appoggiati al gomito» disse, lavorando febbrilmente. «Forse dovro farti male.» Esamino la ferita, poi ghigno. «Al diavolo! Ti hanno preso di striscio. E soltanto un graffio.»

«Ho avuto paura di morire.»

«L'ho temuto anch'io.» Fenner tocco la ferita con dita esperte. «In ogni caso, e stato un bel colpo. Quello doveva essere un tiratore scelto.»

«Mi fa male, ora» disse Glorie con una vocina sottile sottile.

«Certo, deve farti male.» Fenner si alzo in piedi dopo averla medicata sommariamente e la guardo. «Dovrai stare a letto per qualche giorno. Magari ti servira a star lontana dai guai. Ti porto a casa. Dove abiti?»

Lei distolse lo sguardo, mentre il suo viso assumeva improvvisamente un'espressione vuota, poi fece una risatina che fini in un rantolo di dolore.

«Non ho una casa» rispose, appoggiando una mano sul fianco.

«Dove abitavi prima di metterti con Thayler?»

Lei lo guardo duramente, poi distolse gli occhi un'altra volta. «Non mi sono messa con Harry…»

Fenner si inginocchio accanto a lei. «Sei una bugiarda» disse. «Stanotte mi hai detto che eri andata a fare un viaggio a New York assieme a Harry; ora sostieni che non ti eri messa con lui. Contamela giusta, una volta!»

«Tu sei un poliziotto» replico, furiosa.

Fenner sbuffo. «Stammi a sentire, bellezza, non puoi dire una bugia sull'altra tutto il giorno. Ti devo scaricare da qualche parte. O mi dici dove abiti, oppure chiamo un'ambulanza.»

«Voglio restare qui.»

Fenner rispose, sgarbatamente: «Non ho intenzione di far da balia a te.

Sono occupato.»

«Qui sono piu al sicuro» ribatte, caparbia.

Fenner tacque, riflette, e poi disse: «Capisco.»

Prese la ragazza tra le braccia con molta attenzione e la adagio su una poltrona. Poi afferro il bisturi e taglio completamente il vestito sui due lati.

Durante l'operazione, lei si succhiava il labbro.

«Che disastro!» constato ed era cosi pallida che sembrava che stesse per svenire.

«Aggrappati» disse lui, secco, e la fece alzare in piedi.

Glorie appoggio la guancia contro quella di lui. «Sei bello» disse ancora con quella vocina.

Lui ritrasse la testa di scatto. «Piantala!» E la porto verso il letto. Quando la copri col lenzuolo, tiro il fiato.

Lei se ne stava distesa, con la bella chioma rossa sparsa sul cuscino, gli occhi alzati su di lui. Tutt'a un tratto gli parve di avere di fronte una ragazzina giovane e indifesa.

«Voglio dirti una parolina» disse Glorie.

Fenner scosse il capo. «Inventane un'altra. Questa e vecchia.»

Lei tese le braccia verso di lui. «Per piacere.»

Fenner chino il capo e lei lo bacio. Le sue labbra erano morbide. Era proprio un bacio da ragazzina, e a lui piacque, pienamente. Si rialzo e le scompiglio i capelli. «Sta' buona» disse. «Sistemero tutto.» La copri col lenzuolo fino al mento, porto il vestito e il resto della roba in bagno, poi scese a pianterreno.

Il direttore dell'albergo lo guardava con una strana faccia. Fenner si senti un po' in imbarazzo.

«La mia amica ha avuto un piccolo incidente» gli disse. «Dovra restare a letto. Vorrei che le procuraste una camicia da notte e qualsiasi altra cosa di cui possa aver bisogno. Mettete tutto sul mio conto.»

Il direttore obietto, molto serio: «Mi sembra un po' irregolare…»

Fenner lo interruppe. «Certo che e irregolare» disse, in tono asciutto «ma non tanto irregolare da darvi le convulsioni, percio sbrigatevi.»

Ando al telefono e compose un numero. Gli rispose una voce roca.

«Bugsey?» chiese Fenner. «Stammi a sentire, Bugsey. Ho un lavoretto per te. Si, proprio il tipo di lavoro che piace a te. Raggiungimi all'albergo, e non dimenticarti la rivoltella.»

Ando al bar e ordino due dita di whisky. Aveva bisogno di bere un sorso, dopo tutte quelle sorprese. Mentre aspettava Bugsey, gli venne in mente qualcosa. Tolse di tasca il portafoglio, e mentre l'apriva, corruccio le sopracciglia. Esclamo: «Che strano, davvero strano.»

I soldi e i documenti erano tutti ammucchiati nella parte destra del portafoglio, mentre lui sapeva che ieri erano in parte a destra e in parte a sinistra. Controllo i documenti attentamente e conto i soldi. Non mancava niente. Poi disse: «Bene, bene» perche la foto di Ricciolina, invece, era sparita. Controllo meglio, un'altra volta, ma non c'era. Rimise in tasca il portafoglio, perplesso, e fini il whisky.

A meno che qualcuno non fosse entrato mentre stava dormendo, qualcuno che non fosse Glorie, sapeva che non occorreva cercarla troppo lontano, quella foto. Ormai, era finita con la falsa identita di Ross. La ragazza, o chi per lei, doveva aver visto la sua licenza di investigatore privato. Accese una sigaretta e aspetto Bugsey, Sapeva che era una perdita di tempo cercare di far parlare Glorie in quel momento. Avrebbe finto di star male, e non avrebbe ottenuto niente.

Bugsey entro nel bar con la faccia che ha un cane quando sa che c'e l'osso. Portava un vestito grigio, pieno di macchie, e un feltro leggero, unto.

All'occhiello un fiore rosso. Fenner si chiese se il fiore era cresciuto li.

Bugsey si puli la bocca con il dorso della mano e guardo la fila delle bottiglie con un sorriso d'attesa. Fenner gli offri una birra grande e lo porto in fondo alla sala. Quando si furono seduti, Fenner disse: «Stammi a sentire, ragazzo, che ne diresti di lavorare per me?»

Gli occhi da uva spina di Bugsey si spalancarono. «Non ti seguo» replico.

«Ho un lavoretto che ti piacerebbe. Niente di speciale, ma vale cinquanta sacchi. Se andiamo d'accordo, ti assumo al mio servizio, ma attento, significherebbe dare l'addio al caro Carlos.»

«Tu non lavori piu per Carlos?»

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