Emilio Salgari - Il re del mare

Здесь есть возможность читать онлайн «Emilio Salgari - Il re del mare» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Il re del mare: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Il re del mare»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Il re del mare — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Il re del mare», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

– Un buon bicchiere di bram innanzi tutto, – disse l’indiano, empiendo due bicchieri con quell’eccellente liquore composto con riso fermentato, zucchero e succhi di varie palme che lo profumano. – Arresta il sudore.

– Ed io sono inzuppato, come un cavallo che ha percorse dodici leghe tutte d’un fiato. Non sono più giovane, amico mio, – disse Yanez, vuotando poi d’un fiato il bicchiere. – Ed ora spiegami questo mistero.

– Una domanda prima di tutto, se me lo permetti. Come sei giunto?

– Colla Marianna e dopo d’aver forzata la foce del fiume. Più tardi ti narrerò i particolari di quella lotta.

– Dove l’hai lasciata?

– All’imbarcadero.

– È numeroso l’equipaggio?

– Ha forze uguali alle mie.

Tremal-Naik era diventato meditabondo ed inquieto.

– Sono uomini capaci di difendere il mio veliero, – disse Yanez che se n’era accorto.

– Sono molti i dayaki, più di quanti credevo e soprattutto ben armati e anche bene esercitati.

– Dal pellegrino?

– Sì, Yanez.

– L’avrai veduto, tu, quel briccone.

– Io? Mai!

– Non sai nemmeno tu chi è? – chiese Yanez al colmo dello stupore.

– No, – rispose Tremal-Naik. – Io gli ho mandato un messo due settimane or sono, pregandolo di presentarsi da me per spiegarmi i motivi del suo odio, promettendogli salva la vita.

– E lui si è guardato bene dall’obbedire?

– Mi ha fatto rispondere invece che andassi io da lui onde consegnargli la mia testa unitamente a quella di mia figlia.

– Tanta audacia ha avuto quel miserabile! – esclamò Yanez, indignato. – Udiamo: hai mai offeso qualche capo dayako? Quei tagliatori di teste sono ferocemente vendicativi.

– Io non ho mai fatto male a nessuno, e poi quell’uomo non è un dayako, – rispose l’indiano.

– Chi è dunque?

– Alcuni affermano che sia un vecchio arabo fanatico, altri un negro e altri ancora un indiano.

– Eppure ci deve essere un gran motivo per odiarti tanto.

– Certo, ma più ci penso meno riesco a scoprirlo, ed invano tormento il mio cervello. Mi è venuto perfino un sospetto.

– Quale?

– È così assurdo che rideresti se te lo dicessi. – disse Tremal-Naik.

– Gettalo fuori.

– Che potesse essere qualche thug.

Yanez invece di accogliere quelle parole con un sorriso, come l’indiano s’aspettava, era diventato lievemente pallido.

– Sei ben certo, Tremal-Naik, – disse poi con voce grave, – che tutti i luogotenenti di Suyodhana, il capo degli strangolatori, siano stati uccisi da noi nelle caverne di Raimangal o dagli inglesi nelle stragi di Delhi? Chi ce lo assicura?

– E tu vorresti che quel qualcuno avesse pensato a vendicare Suyodhana dopo undici anni?

– Tu hai provata la tenacia ed hai pure provato l’odio implacabile di quegli assassini. Tu sei stato la causa della loro fine.

Tremal-Naik era tornato a diventare pensieroso ed il suo viso tradiva una profonda angoscia. Ad un tratto, fece un gesto come per cacciare via qualche visione, poi disse:

– No, è impossibile, è assurdo. I thugs, ammesso che ve ne siano ancora in India, non avrebbero atteso tanto. Quel pellegrino deve essere qualche furfante che cerca d’imporsi ai dayaki per fondarsi qualche sultania e che finge di odiarmi. Avrà fatto spargere la voce che io non sono un mussulmano, che io sono forse un nemico dei dayaki, una creatura inglese incaricata di soggiogarli o qualche cosa d’altro per mandarmi via di qui. Sarà tutto quello che vorrai, anche un vero fanatico, ma non un thug.

– Sia come vuoi tu, ma mi pare che tu ti trovi in una non bella condizione. Hai perdute tutte le fattorie?

– Le hanno saccheggiate e poi arse.

– Sarebbe stato meglio che tu fossi rimasto con noi a Mompracem.

– Volevo tentare di colonizzare queste coste e incivilire questi barbari.

– E hai fatto un buco nell’acqua, – disse Yanez, ridendo.

– Purtroppo.

– E ci rimetterai qualche centinaio di migliaia di rupie. Meno male che le tue fattorie del Bengala possono pagare le spese. Quando sgombreremo?

– Ti chiedo solo ventiquattro ore, – rispose Tremal-Naik, – per poter raccogliere il meglio che posseggo, poi daremo fuoco a tutto e raggiungeremo la tua nave.

– E correremo al più presto verso Mompracem, – disse Yanez. – La nostra presenza è necessaria laggiù.

Aveva pronunciate quelle parole con un tono così grave, che l’indiano ne fu colpito.

– C’è qualche cosa in aria? – chiese.

– Ma… non si sa ancora. Corrono delle voci che inquietano la Tigre della Malesia.

– E quali?

– Che gli inglesi abbiano intenzione di farci sloggiare da Mompracem. È un po’ di tempo che tutti gli atti di pirateria che succedono lungo le coste occidentali dell’isola li addebitano a noi, quantunque da molti anni i nostri prahos dormano sulle loro àncore. Dicono che la nostra presenza incoraggia i pirati costieri e che noi direttamente o indirettamente li aizziamo contro le navi che si recano a Labuan. Frottole, ma già tu conosci la doppiezza del leopardo inglese.

– E anche la sua ingratitudine, – disse l’indiano. – Ecco come vorrebbero compensarci d’aver liberata l’India dalla setta dei thugs. E Sandokan cederebbe?

– Lui! Ah! Quell’uomo è capace di gettare il guanto di sfida contro tutta l’Inghilterra e di…

Un lontano colpo di cannone gli aveva interrotta la frase.

– Hai udito? – esclamò, balzando in piedi in preda ad una vivissima agitazione.

– Sì, il cannone tuona verso il sud.

– I dayaki attaccano la Marianna!

– Seguimi sull’osservatorio, Yanez, – disse Tremal-Naik. – Di lassù potremo udire meglio da quale parte giungono gli spari.

8. Lo scoppio della Marianna

I due uomini, visibilmente impressionati, uscirono dalla stanza e, salita una scala, si trovarono su una delle terrazze del bengalow su cui si alzava la torricella o meglio il minareto, essendo altissimo e sottilissimo, con una piccola gradinata esterna.

In pochi istanti raggiunsero la cima che terminava in una piccola piattaforma circolare, su cui trovavasi una grossa spingarda dalla canna lunghissima che doveva battere da quell’altezza tutti i punti dell’orizzonte.

Il sole erasi già alzato diffondendo sulla pianura i suoi raggi dorati, appena sorti e già subito ardentissimi, non essendovi in quelle regioni nessuna frescura, nemmeno nelle prime ore del mattino.

I dayaki che assediavano il kampong, coll’apparire della luce, si erano allontanati di sei o settecento metri, riparandosi dietro ai grossi tronchi d’alberi appositamente abbattuti onde servirsene a modo di trincee mobili, potendo farli scorrere innanzi o indietro, a loro piacimento.

Pareva che durante la notte fossero aumentati di numero, perchè Tremal-Naik, appena ebbe lanciato uno sguardo all’ingiro, non potè trattenersi dall’esclamare: – Ieri sera non ve n’erano tanti intorno a noi.

Yanez stava per chiedergli qualche cosa, quando un secondo colpo di cannone si udì rimbombare in lontananza, ripercuotendosi contro le cinte del kampong.

– Questo rombo viene dal sud! – esclamò il portoghese. – Sono i cannoni da caccia della Marianna che tirano. I dayaki hanno assalito i miei uomini.

– Sì, – confermò l’indiano, – viene dalla parte del Kabatuan. Credi che possano respingere il nemico, coi pezzi che hanno a loro disposizione?

– Bisognerebbe conoscere il numero degli assalitori. Di quali forze dispone quel maledetto pellegrino?

– Ha fanatizzato quattro tribù e ognuna deve avergli fornito non meno di centocinquanta guerrieri.

– E armati di fucili?

– Sì, Yanez. Quell’uomo misterioso ha portato con sè un vero arsenale e perfino dei lilà e dei mirim. Toh! Un altro colpo!

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Il re del mare»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Il re del mare» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Il re del mare»

Обсуждение, отзывы о книге «Il re del mare» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x