Ali Bey - Viaggi di Ali Bey el-Abbassi in Africa ed in Asia, v. 3
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- Название:Viaggi di Ali Bey el-Abbassi in Africa ed in Asia, v. 3
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Gli obelischi, detti ancora guglie di Cleopatra , trovansi in sull'estremità del porto di levante, presso ad una grossa torre chiamata la torre lunga . Sono due, una in piedi e l'altra rovesciata in terra, ambedue di granito rosso di tegola, e coperte di geroglifici assai ben conservati sopra alcuni lati, in altri quasi affatto cancellati. Si fecero alcuni scavamenti per discoprirli del tutto; e perchè i dotti europei ne hanno fatta un'accurata descrizione, come pure della colonna di Pompeo, e delle catacombe reali, ne ho copiato i loro disegni. La base dell'obelisco in piedi è appoggiata sopra tre scaglioni di marmo bianco cocleare.
La colonna Pompea, colosso forse unico nel suo genere, dello stesso granito degli obelischi fu pure esattamente descritta. È questa composta di quattro blocchi 1 1 Termine usato universalmente dagli artisti per dinotare un pezzo di marmo grezzo.
che formano il piedestallo, la base, il fusto ed il capitello: il fusto è lungo sessantatrè piedi un pollice e tre linee, sopra otto piedi due pollici e due linee di diametro nella parte inferiore. Quanto mai sono fallaci i sensi degli uomini! In distanza di cinquanta passi da questo monumento, l'occhio ancora non s'accorge della grandezza del colosso che gli sta d'avanti; e l'immaginazione anche a brevissima distanza non è altrimenti colpita da così enorme mole. Ciò procede dal trovarsi la colonna sopra una piccola altura senza avere in vicinanza verun oggetto di ordinaria dimensione, che faccia le funzioni di scala di agguaglio. I sensi rappresentanci una grande colonna, e nulla più, ma quando s'arriva in distanza di soli dieci o dodici passi, allora, come ci cadesse tutt'ad un tratto una benda dagli occhi, vediamo tutta la grandiosità del monumento. Noi impariamo a vedere toccando, e qui l'occhio non dà la misura dell'oggetto che quando siamo vicini a toccarlo, o in istato almeno di agguagliare alcune delle sue parti col nostro corpo: allora un lampo di luce viene a sorprendere la nostra immaginazione scoprendoci la maravigliosa mole che abbiam sotto gli occhi. Io sperimentai più volte questo fenomeno dell'ottica, che le persone dell'arte hanno dottamente spiegato. Il capitello forato in più luoghi ci fa conoscere che altra volta sosteneva una statua. Ignorasi affatto l'epoca della colonna e degli obelischi; ed i nomi di Cleopatra e di Pompeo non possono risguardarsi che quali moderne intitolazioni, mentre questi monumenti sono più antichi de' personaggi da cui ebbero il nome. Quello di Severo dato da taluni alla colonna è ancora più assurdo perchè non ha altro fondamento che l'ignoranza della lingua araba. Questi popoli la chiamano el Souari , vocabolo che significa colonna, e che nella imperfezione della scrittura araba scrivesi cogli stessi caratteri o lettere che il vocabolo Severo ; lo che diede luogo all'errore.
Alcuni Arabi più istruiti pensano che la colonna sia opera d'Alessandro, da loro detto Scander : ma io ho trovato fra i dotti del paese una più rispettabile tradizione, e più analoga alla natura ed alla grandezza dell'oggetto; questa vuole che la colonna fosse inalzata a' tempi di Ercole, ch'essi dicono Scander-el-Carnéinn , ossia Alessandro dai due secoli , perchè la traduzione lo fa vivere due secoli; e non Alessandro dalle due corna , come alcuni autori tradussero questo nome. Carn significa secolo , e carneinn , duale di carn , due secoli .
Le catacombe o grotte che formano l'antica Necropoli , (città de' morti) sono un altro oggetto degno dell'attenzione del viaggiatore. Molte sono cavate nella roccia a guisa di camere più o meno grandi, con uno, due e tre ranghi di nicchie destinate a ricevere i corpi. Presso alla casa di un marabotto detto Sidi-el-Pabbari vedesi una specie di strada tutta composta di catacombe poste a' piedi di due côlli l'uno in faccia all'altro. Da una banda quasi tutte le catacombe sono chiuse dalla sabbia, ad eccezione di una grandissima che contiene tre sale ed un infinito numero di nicchie. Dall'altro lato numerai undici catacombe in generale assai ben conservate, le quali hanno tre ranghi di nicchie.
Ma le più magnifiche grotte sono quelle al S. O., due miglia distanti dalla città. Sembra che queste fossero destinate ai re d'Egitto; ed oggi sono ridotte ad estremo deperimento; onde non tutte sono praticabili. Prima d'inoltrarvisi convien tirare alcuni colpi di fucile o di pistola per atterrire le bestie feroci che d'ordinario ricoveransi in questi lugubri soggiorni, come per mettere l'aria in movimento. Si entra poscia con più fiaccole, e muniti d'una corda che serve di guida per il ritorno, attaccandone una estremità all'ingresso.
Per l'eccessivo calore che vi regna si suda come in un bagno a vapore, talchè prima d'uscire fummo forzati d'intrattenerci mezz'ora nel primo salone, mettendoci gradatamente al livello dell'esterna temperatura. Le tenebre sono così dense, che più fiaccole riunite appena bastano per distinguere alcuna cosa assai da vicino, anche dopo esservi rimasti un'ora, e quando la pupilla dell'occhio ha già acquistato tutto il dilatamento di cui è capace. Le bestie feroci che abitano queste catacombe vi portano le loro prede per divorarle, onde il suolo è pieno di ossa d'ogni specie d'animali, alcune delle quali recentemente spogliate. Non sonovi pipistrelli come in quelle di Amatunta, ma in vece un infinito numero di falene, ossiano farfalle notturne, e mosche di vivaci colori come le cantaridi. Vi si trovano pure molti rospi i di cui buchi s'internano nel suolo, ove trovano l'acqua a poca profondità: la loro pelle d'un bianco grigio sembra coperta di polvere. Tali sono i presenti abitatori di questo soggiorno della morte, che l'uomo preparò con tanto lusso onde perpetuare l'esistenza delle mortali sue spoglie. I corpi postivi dalla vanità, ridotti da più secoli in polvere, non lasciarono veruna traccia, ed ignoriamo i nomi di tutti coloro che fecero scavare questi monumenti.
A pochi passi all'ovest delle catacombe vedonsi i bagni di Cleopatra, i quali sono composti di tre camere cavate nella roccia, di forma quasi quadrata di circa undici piedi da ogni lato. L'acqua del mare può entrarvi per tre aperture alcuni piedi più alte del suolo. Bagni accanto alle case della morte?.. Per chi, ed in qual tempo furon fatti?.. Nulla, assolutamente nulla sappiamo di tutto questo. Oh perdita irreparabile della biblioteca d'Alessandria…! Ma io rispetto la decisione del Califfo del maggior de' profeti.
Seguendo la riva del mare una lega più all'O. si trova l'abitazione d'un marabotto detto Sid iel-Ajami . È questo il luogo in cui sbarcò l'armata francese.
CAPITOLO XXIX
Abitanti d'Alessandria. – Corrispondenza. – Clima. – Notizie storiche.
La mescolanza degli abitanti d'Alessandria è cagione che vi si parlino tutte le lingue del mondo; ma tutte male, perchè in questa moderna Babele si dimentica poc'a poco il linguaggio materno per parlare i diversi idiomi di coloro, dai quali desideriamo di essere intesi. I fanciulli imparano nello stesso tempo senza maestro tre o quattro lingue senza che mai ne sappiano una perfettamente.
I Cofti discendenti, come ognun sa, dagli antichi abitanti d'Alessandria e dell'Egitto sono adesso ridotti ad un migliajo d'individui o poco più, quasi tutti commercianti. Avevano altra volta pel loro culto un magnifico tempio, che fu spianato per iscoprire il fuoco della piazza.
Di Greci stabilmente domiciliati in Alessandria non vi sono quaranta famiglie; ma sempre vi sono molti Greci di passaggio, perchè la maggior parte de' bastimenti che vi approdano o sono greci o con equipaggio greco. Il patriarca d'Alessandria, uomo rispettabile e dotto, risiede col vescovo nel convento di questa religione. Sonovi inoltre alcuni cattolici della Siria, che fanno un piccolo commercio eventuale.
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