Clara
Per forza…
Silvio
Ma giacchè vedo che è stato inutile, sì, te lo voglio dire: la corte di Gino Ricciardi m'impensierisce, mi secca. Egli è più vanesio, ed è forse meno imbecille degli altri. Anzi… è un giovane intelligente, esperto, simpatico, colto, infarinato d'arte e di letteratura, ed è abituato a non farsi canzonare. Sicuro! Gino Ricciardi è un pericolo:… è un pericolo anche per una donna onesta.
Clara
Anche per me?
Silvio
Un uomo non sarebbe pericoloso se non lo fosse per tutte le donne!
Clara
E una donna non sarebbe onesta se non lo fosse per tutti gli uomini! (Pausa.) Ma già, perchè discutere? (Severa, nervosa) … Forse, non ci tengo neppure a essere una donna onesta, e non so neppure se lo sono. Ti sposai solamente perchè t'amavo; ti sono fedele solamente perchè t'amo. Se questa è onestà, io sono onesta. (Sempre acre, sempre nervosa) E del resto, tu lo sai, tu lo comprendi come e quanto io t'ami. Se tu non lo comprendessi più, io non ti amerei più. Ed è questa, in fondo, la chiave del sedicente enigma. Non mi basta, no, che tu non sembri geloso; è necessario che tu non lo sii. Il nostro patto dovea consistere non soltanto nella forma, ma anche nella sostanza. «Io, fedele; tu, fiducioso…» Ma tu, a quale programma ti sei uniformato? Sciocco! Credi tu che io non m'accorga delle tue continue indagini e di tutto ciò che fai allo scopo di ricostruire minutamente la mia giornata, di controllare quel che ti racconto, di tenermi d'occhio, di spiarmi?
Silvio
Di spiarti?!..
Clara
Di spiarmi, e peggio ancora. Un mese fa hai perfino aperta una lettera diretta a me!
Silvio
Clara!
Clara
Eppure, finsi di niente, perchè… (con un moto d'orgoglio e di gentilezza pietosa) perchè mi facesti pietà. Ma, bada, Silvio. Te lo avvertii quando eravamo sposati da pochi giorni e te lo avverto ora, solennemente, per l'ultima volta: la gelosia, a lungo andare, mi renderebbe infelice, e la infelicità potrebbe rendermi colpevole. Tanto, il mio carattere non so cambiarlo. Sono nata così. Io non commetterò mai neanche un peccato di pensiero; ma non rinunzierò mai alla mia innocua libertà!.. Sono civetta? Meglio! La civetteria di una moglie serve a tante cose! – Prima di tutto la civetteria è la valvola di sicurezza dell'onestà femminile, e poi è un eccellente regime per guarire la gelosia d'un marito. Ti sono e ti sarò fedele illimitatamente; ma saresti indegno di questa mia fedeltà se tu mi offendessi col dubbio, con la diffidenza, col sospetto. E, vedi, (molto energica) ti giuro che il giorno in cui tu osassi d'accusarmi davvero, io – mettitelo bene in mente, Silvio – io mi risolverei a tradirti davvero. E adesso vattene a teatro, e arrivederci.
(Un silenzio.)
Silvio
(umile) Arrivederci. (Indugiando ancora) Ora, sei in collera con me?..
Clara
Non sono in collera, no.
Silvio
Mi perdoni?
Clara
Ti ho già perdonato: e ti perdonerò anche meglio…
Silvio
(con ansia affettuosa) Quando?
Clara
Più tardi, più tardi…
Silvio
Ma quando?
Clara
… Te lo dico all'orecchio…
Silvio
Dimmelo forte: non c'è nessuno.
Clara
Come! Ci sei tu in frac e cravatta bianca, e ci sono io in gran toilette . In questi abiti, non si è mai veramente soli.
Silvio
E allora dimmelo all'orecchio.
Clara
(gli dice qualche cosa all'orecchio con graziosità intima e birichina.)
(Tutti e due ridono molto vivacemente.)
Clara
Ti conviene?
Silvio
Altro che mi conviene!.. (Continuando a ridere) Che matta!..
Un servo
(annunzia) Il signor Ricciardi. (Via.)
Clara
L'uomo del pericolo!
Silvio
Io te lo lascio tutto intero… sai… e me ne fuggo… perchè non vorrei che egli s'illudesse di darmi delle preoccupazioni… (Si avvia precipitosamente.)
GINO RICCIARDI, CLARA, SILVIO
Silvio
(incontrandosi con Gino Ricciardi ed esagerando eccessivamente la fretta) Oh! caro Gino… ti aspettavamo… cioè, mia moglie t'aspettava… Io corro… Non voglio perdere neanche una nota…
Ricciardi
Ma un momento… non scappare così …
Silvio
Ho fretta… ho fretta.
Ricciardi
È inutile d'aver fretta: il Lohengrin di stasera è andato a monte.
Silvio
(fermandosi) Davvero?
Ricciardi
(stringendo la mano a Clara) L'ho saputo un'ora fa.
Clara
E invece del Lohengrin ?
Ricciardi
Invece del Lohengrin … mi hanno annunziata la solita Gioconda .
Clara
Ah, io ve la regalo! Preferisco starmene in casa. Meno male per Silvio, a cui la Gioconda piace.
Silvio
No… in verità… non ho mai detto che la Gioconda mi piace.
Ricciardi
A me lo hai detto.
Silvio
L'ho detto a te?!
Clara
(guarda Silvio significativamente, avvertendolo così di non cercare pretesti per rimanere.)
Silvio
(intende.)
Ricciardi
(celiando) Tante volte!
Silvio
(celiando anche lui, ma a malincuore) Se tu mi assicuri… che io sono entusiasta della Gioconda , me la vado subito a godere.
Clara
Divèrtiti. E ti raccomando le danze.
Silvio
Nella Gioconda non c'è che la danza… delle Ore .
Ricciardi
Bada: ore carine, ma perdute .
Silvio
Per conto mio, molto perdute!.. Buona sera!
Ricciardi
Buona sera!
Silvio
(esce.)
CLARA e RICCIARDI
Clara
(sedendo) Venite qua, Gino. Avvicinatevi.
Ricciardi
(resta in piedi, lontano.)
Clara
Avvicinatevi.
Ricciardi
Non troppo, Clara. Stasera siete…
Clara
Sono?.. Come sono?
Ricciardi
Stasera avete…
Clara
Cosa ho? (Guardandosi) Nulla più del solito.
Ricciardi
(accennando appena con un gesto alla scollatura) Anzi… qualche cosa di meno…
Clara
Vi turba? Rimedieremo. Prendetemi quella ciarpa.
Ricciardi
(prende la ciarpa di merletto che era sopra una sedia) Questa?
Clara
Sì, questa.
Ricciardi
(gliela porge.)
Clara
(senza prenderla) Copritemi le spalle.
Ricciardi
Solamente… le spalle?
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