Roberto Bracco
Nellina: Dramma in tre atti / (Taken from Roberto Bracco Teatro, Vol. VII)
PERSONAGGI:
Cesare D'Arconte
Giacomo, suo figlio
Gigetta
Nellina
Don Candido
Sofia
Ester
Zia Fanny
Due servi
Epoca attuale
Un salotto molto signorile. Una porta nella parete di fondo. Due porte laterali. Quella a destra è la comune. Tra la mobilia – di una eleganza severa – c'è un tavolino, verso il lato sinistro, e c'è un basso divano, addossato alla parete di fondo, tra l'uscio e l'angolo a destra. 1 1 Destra e sinistra , nelle indicazioni delle porte e delle pareti, s'intende per destra e sinistra dello spettatore.
SCENA I
CESARE, il SERVO, poi DON CANDIDO
Cesare
(è un uomo sulla cinquantina, alquanto emaciato. Il suo sguardo è scialbo, spesso smarrito nel vuoto. I suoi occhi sono cerchiati di livido. Il volto è pallido, ma gli zigomi sono come macchiati di rosso. Egli ha un portamento da gran signore e veste con sobrietà e raffinatezza. – È sdraiato su una poltrona, accanto al tavolino, con le gambe a cavalcioni, dondolando un piede. Cava da una saccoccia un massiccio portasigari di argento, piglia un grosso avana e l'accende.)
(Dal fondo, entra il Servo , recando un piccolo vassoio con una tazza, con la zuccheriera e con una caffettierina. Tutto è squisitamente elegante.)
Cesare
I liquori. (Si versa egli stesso il caffè.)
Il Servo
(lascia il vassoio sul tavolino, esce dal fondo, e, alla svelta, ritorna, recando, in un altro vassoio, il servizio dei liquori: bottiglie, bicchieri e bicchierini.)
Cesare
(sorseggiando il caffè) Un Cognac .
Il Servo
(versa il Cognac .)
Cesare
Avete portato il caffè alla signorina?
Il Servo
(ha l'aria di non capire.)
Cesare
Alla signorina Nellina… Fate lo gnorri?
Il Servo
Ah, alla signorina… Nellina…
Cesare
Ci sono forse altre signorine, in casa?
Il Servo
Non ho portato il caffè alla signorina Nellina, perchè, di solito, dopo la colazione, lei va a prenderselo da sè, in cucina.
Cesare
Da oggi innanzi, penserete di servirlo a lei come lo servite a me e a mio figlio.
Il Servo
Certamente. (Esce.)
Cesare
(un po' pensoso, ma non inquieto, manda in su grosse boccate di fumo. Poi, beve d'un fiato il Cognac .)
(Entra Don Candido dalla porta a destra.)
Don Candido
(età ambigua, viso spelato, faccia di prete spretato: un aspetto di persona molto zelante e untuosa. È vestito di scuro, con una redingote troppo lunga, alquanto frusta, ma ben pulita. Ha in mano un piccolo ramoscello di ulivo.) Riverisco, signor Cesare.
Cesare
Oh, vi si vede?
Don Candido
Un po' tardi?
Cesare
Crederei.
Don Candido
È domenica delle palme, signor Cesare: ho dovuto…
Cesare
Prendere parte alla messa cantata?
Don Candido
Questo no. Ma sono giornate in cui, diciamo così, non ci si sbriga sùbito, in chiesa. (Porgendo il ramoscello di ulivo) Posso offrirvi?..
Cesare
Grazie, non ne prendo. Mettetevi il ramoscello di ulivo… dove meglio vi piace, e sedete, perchè dobbiamo parlare.
Don Candido
(infila il ramoscello fra lo sparato della camicia e il panciotto, con le punte di fuori, le quali gli sfiorano quasi il mento, e siede di fronte a Cesare, in atto di obbediente attesa.)
Cesare
Oggi, caro don Candido, la vostra funzione di mio amministratore e segretario assume una importanza speciale.
Don Candido
Ne ho piacere.
Cesare
Faremo una liquidazione.
Don Candido
Ne ho dispiacere.
Cesare
Se non sapete di che si tratta…
Don Candido
Una liquidazione è quasi sempre determinata, diciamo così, da un fallimento.
Cesare
Io non sono fallito: voglio soltanto ritirarmi dagli affari.
Don Candido
Mi permetterei domandarvi quand'è che avete avuto degli affari.
Cesare
Mio Dio, ho avuto… delle donne.
Don Candido
Le chiamate affari ?
Cesare
Affari di cuore.
Don Candido
Di cuore?! (Ride un po' di un piccolo riso falsamente stupido.)
Cesare
La vostra incredulità è semplicemente bestiale. Io le ho sempre amate molto le donne.
Don Candido
Benissimo.
Cesare
Ma già, che potete capire, voi? Io ho amato ogni donna con la quale ho avuto qualche… dimestichezza, e ho cercato di avere qualche dimestichezza… con ogni donna che ho amata. Questo è tutto.
Don Candido
(risolino) Eh eh!..
Cesare
La varietà non esclude la intensità. Raramente, mio caro Don Candido, l'amore – che è poi una tirannica necessità di godimento complesso – raggiunge in altri uomini quel grado di spasimo e di frenesia che raggiunge in me.
Don Candido
E vi ritirate dagli affari ?
Cesare
(correggendosi) Non pigliate alla lettera le parole che ora mi sono uscite di bocca. Mi riferivo al passato. Mi riferivo a ciò che è accaduto in me sino a quando… ho sentita… la possibilità…
Don Candido
Diciamo così, della dimestichezza.
Cesare
Diciamo come volete.
Don Candido
Diciamo come vogliamo, ma io, alla faccenda del ritiro, non ci credo. (Fregandosi le mani) Non ci credo, non ci credo!
Cesare
Be', perchè non ci credete?
Don Candido
(risolino) Eh eh!.. Quel che si vede, si vede.
Cesare
Ma che cosa credete di vedere, voi? Sentiamo.
Don Candido
Credo di vedere… che… se si ha sotto mano un bocciuolo di rosa come quella piccina, che, per fare una buona azione, vi siete cresciuta in casa… non è molto facile… ritirarsi dagli affari.
Cesare
(lasciando trasparire la sua compiacenza) Sicchè… non vi sembra sgradevole la «piccina»?
Don Candido
(con un lampo di cupidigia) Tutt'altro! (Poi, rivolgendo immediatamente gli occhi al cielo) Sarebbe ingiusto disconoscere che la Provvidenza non le è stata avara.
Cesare
(con umoristica severità) Don Candido!
Don Candido
Che è?
Cesare
Voi avete fatti gli occhi lucidi!
Don Candido
Io ho fatto gli occhi lucidi?.. Non me ne sono accorto.
Cesare
Me ne sono accorto io.
Don Candido
Sarà stata la espressione spontanea del mio animo di buon credente al pensiero di quella cosa divina che si chiama la Provvidenza. (Con le braccia in atto ascetico e gli sguardi rivolti di nuovo al cielo) Voi lo sapete che io sono un…
Читать дальше