Romualdo Bonfadini - Mezzo secolo di patriotismo

Здесь есть возможность читать онлайн «Romualdo Bonfadini - Mezzo secolo di patriotismo» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Mezzo secolo di patriotismo: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Mezzo secolo di patriotismo»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Mezzo secolo di patriotismo — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Mezzo secolo di patriotismo», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

In tutto questo periodo di romori e di magnificenze, Francesco Melzi tiene silenziosamente ma efficacemente il posto suo. L'austero vecchio vede esplicarsi e allargarsi le conseguenze dell'onesta attività da lui impressa alle cose pubbliche, e se ne compiace; vede i pericoli che preparano allo Stato le passioni sfrenate o frivole de' suoi condottieri, e si rammarica di non poterli evitare; vede le popolazioni cementarsi, malgrado ciò, in una forte ed omogenea comunanza di vita politica, e ne trae lusinghiere speranze per un avvenire ch'egli non è destinato a vedere.

L'imperatore Napoleone non gli scema, anzi gli accresce dimostrazioni d'amicizia e di stima. Gli aveva proposto in moglie la sorella Paolina, vedova del generale Leclerc; onore che Melzi declinò con grande riconoscenza e con maggiore prudenza. Quando la Repubblica fu tramutata in Regno, Napoleone lo nominò Gran Cancelliere Guardasigilli, coll'onorario di trentasei mila franchi; poi gli accordò, unico fra tutti gli Italiani, uno dei grandi feudi della Corona, col titolo di duca di Lodi e un appannaggio di duecento mila lire. Quando venne a Milano nel 1807, andò con grande ostentazione a visitare il Melzi nel palazzo Serbelloni, e non permise che l'illustre gottoso si alzasse dalla sua seggiola per riceverlo.

Le lettere poi che Napoleone scriveva da ogni angolo dell'Europa all'antico amico suo respirano sempre la più grande benevolenza e la più solida stima. “Je vois avec peine que vôtre santé n'est pas aussi bonne que vôtre tête.„ “Depuis que vous gérez les affaires de l'État son administration s'est considérablement ameliorée.„ Al principio del 1812, sul punto d'intraprendere la campagna di Russia, Napoleone sente il bisogno di avere intorno alla lontana Italia informazioni sicure, ed ordina a Melzi di fargli ogni giorno un rapporto sulla situazione del Regno. Nell'archivio della famiglia si conserva il protocollo di queste relazioni giornaliere, che, senza offendere l'autorità diretta del Vice-re, servivano forse, nel concetto dell'imperatore, a controllarne l'inesperta politica.

Fu detto che Francesco Melzi fosse stato assai offeso di vedersi, negli onori supremi del nuovo Regno, posposto ad un giovinetto senza titoli come Eugenio Beauharnais, e che il suo contegno riservato negli ultimi anni movesse da questa causa.

Tutti i precedenti dell'uomo, i suoi carteggi col principe Eugenio e la sua condotta all'epoca della finale catastrofe dimostrano come questa supposizione non regga. Può darsi che Melzi sentisse abbastanza alteramente di sè da credersi meglio indicato e meglio atto del principe Beauharnais a dirigere, sotto e contro Napoleone, gli affari italiani. In ogni caso, era una opinione che sarebbe stato solo a non avere fra gli uomini intelligenti al di qua delle Alpi. Ma nessuna attitudine sua autorizza il sospetto che questa opinione lo avesse, nè prima nè poi, reso più indifferente alle cose del Regno o meno zelante a rimuovere, d'innanzi al principe Eugenio, le difficoltà del Governo.

La severità del carattere si univa in lui all'artritide per allontanarlo da quelle pompe e da quelle pubblicità, onde troppo si compiaceva la giovanile spensieratezza del figlio di Giuseppina. Ma dei doveri della sua carica non fu dimentico mai e, quando vennero i tempi grossi, non risparmiò ad Eugenio consigli insieme affettuosi e severi, che, seguiti, avrebbero forse dato alle cose del Regno un avviamento migliore e prevenuta la tragedia del 20 aprile 1814.

Intorno a questa, ed alle cause, dirette o indirette, che la produssero, c'intratterremo con qualche larghezza nel successivo capitolo.

Francesco Melzi sopravvisse pochi mesi a quella funesta rivoluzione.

Ridottosi a vita privata, alternava i soggiorni fra il palazzo di Milano e l'artistica villa che s'era fabbricata a Bellagio; riceveva pochi e sicuri amici; discorreva con essi di questioni politiche e di riforme educative 8 8 Fra queste bisogna mettere in prima linea l'interesse vivo e costante che portò ai nuovi metodi inglesi d'istruzione e di educazione. Fu lui che acquistò nel 1812 da un Luigi Piccaluga l'antico convento di S. Maria delle Grazie in Lodi, per insediarvi appunto una di quelle istituzioni didattiche, venute più tardi in gran riputazione fra noi, sotto la denominazione di Dame inglesi . I suoi eredi e successori continuarono e completarono in questa materia le intenzioni del loro glorioso antenato; e nel 1830 il duca Gio. Francesco cedette, con pubblico istromento, alla signora Maria Cosway, rappresentata da don Palamede Carpani, allora consigliere ispettore delle scuole elementari, tutto l'edificio di Lodi, in cui ebbe sede d'allora in poi, e mantenne alto il principio educativo, l'Istituto chiamato appunto delle Dame Inglesi . ; si spense, religiosamente tranquillo, il 16 gennajo 1816. Uomo di carattere antico e di cultura moderna, che discende politicamente in retta linea dai grandi personaggi milanesi dei secoli antecedenti, dal Simonetta, dal Morene, da Bartolomeo Arese; austero come il primo, intelligente come il secondo; come il terzo, bramoso di conciliazioni fra le asprezze del tempo. Liberale di dottrina, perchè vissuto in mezzo ad abusi nobiliari ed a corruttele plebee, tenne sempre alti, innanzi a sè, interessi di paese, non di fazione; e per quelli non esitò ad affrontare nei pubblici uffizj Maria Teresa come i Giacobini, come il Primo Console, come l'Imperatore. Governò tempi di rivoluzione con guarentigie di conservazione; e dopo di lui bisogna giungere fino al conte di Cavour per trovare un altro italiano che abbia retto, con eguale autorità, compagine eguale di popoli appena riuniti. Ebbe a programma di rinnovazione la politica nazionale più unitaria che i tempi avessero consentito; come programma di conservazione, adottò un sistema di governo che non usciva dai limiti e non si perdeva per via; religione senza fanatismo, libertà senza frasi, disciplina senza pedanteria, ordine senza violenza, un gran sentimento di dignità dello Stato, una resistenza tranquilla ma severa alle tirannie che discendono e a quelle che salgono.

Nel complesso, può dirsi in Italia il creatore del partito liberale moderato negli ordini di governo; poichè, prima di lui, s'era governato o con riforme di principi assoluti o con assolutismi di apostoli democratici; e, se oggi vivesse, avrebbe poco a mutare degli scritti suoi, poco a modificare de' suoi metodi e de' suoi principj nelle questioni di Stato.

Quando morì, l'imperatore Francesco, pauroso della sua scomparsa come della sua presenza, vietò che i giornali ne annunciassero la morte. Era logico il sovrano straniero, desiderando di cancellare dall'affetto dei contemporanei e dalla memoria dei posteri il cittadino che aveva tratto governo riparatore da rivolgimento d'indipendenza. Ma non sarebbero logici i concittadini suoi, se a sentimenti affatto contrarj non dessero affermazione più decisa e più risoluta.

Milano ha tuttora un debito verso Francesco Melzi d'Eril, duca di Lodi. E noi ci uniamo al desiderio già espresso da un valente illustratore di storia patria 9 9 Il nobile Felice Calvi, vice-presidente della Società Storica Lombarda. , augurandoci che la nuova magistratura cittadina metta fra i cómpiti suoi quello di trarre dalla prossima riforma edilizia della città l'occasione di onorare in faccia ai posteri con durevole forma la memoria dell'unico milanese che nel corso dei secoli abbia governato sette milioni d'Italiani con metodi di libertà.

GIUSEPPE PRINA

E LA FINE DELL'EPOCA NAPOLEONICA

Si seguono ordinariamente due metodi nello studiare la storia. L'uno (ed era il metodo caro sopratutto agli antichi) considera l'uomo come fattore esclusivo dei fenomeni storici, come l'arbitro dei fatti e dei casi. Con questo metodo, la storia diventa in certo modo un dramma od una epopea. Lo svolgimento dei destini storici dipende dalla passione d'un uomo, da un affetto di donna, da un'eccentricità. Si può sostenere, per esempio, con questo metodo, che la Repubblica Romana è perita perchè Cesare aveva dei debiti da pagare; che l'Austria esiste perchè il pugnale di un fanatico, Ravaillac, ha spento trecent'anni fa il più formidabile dei suoi avversarj; che la riforma religiosa è divenuta potente in Europa perchè un Re libertino ha veduto due begli occhi in volto ad Anna Bolena. È un'esagerazione, che spegnerebbe ogni fede nelle ragioni del progresso e della civiltà.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Mezzo secolo di patriotismo»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Mezzo secolo di patriotismo» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Mezzo secolo di patriotismo»

Обсуждение, отзывы о книге «Mezzo secolo di patriotismo» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x