Michele Amari - Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I

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Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I: краткое содержание, описание и аннотация

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IV. Ibn-Rescîk(Abu-Ali-Hasan) forse di origine siciliana, nato in Affrica d'uno schiavo greco, orafo, l'anno mille; vivuto a corte dei principi Zîrîti a Mehdia e negli oficii pubblici a Kairewân; rifuggito poscia in Sicilia; e morto a Mazara, chi dice il millecinquantotto, chi il sessantatrè, e chi il settanta, fu uomo di molte lettere; del quale tratterò più largamente nel quarto libro di questa istoria. Tra le altre cose, ei scrisse una cronica di Kairewân, ove toccò talvolta i fatti di Sicilia: come si ritrae dalle citazioni di varii compilatori. L' Anmûdeg (il Tipo), opera del medesimo autore, contiene un aneddoto, trascrittoci da Ibn-Khallikân, risguardante il principe kelbita di Sicilia Iusûf. Da altri frammenti che abbiamo d'Ibn-Rescîk ei sembra informato della erudizione che potea rimanere in quel tempo tra i Greci di Sicilia: il che aumenta l'autorità sua come cronista.

V. Ibn-Iahîa(Abu-Ali-Hasan-el-Fakîh, ossia il giurista) scrisse un Târîkh-Sikillîa (Cronica di Sicilia) del quale i geografi Jakût e Kazwîni ci hanno conservato qualche squarcio. Ancorchè il soprannome e il nome proprio di costui si riscontrino con quei d'Ibn-Rescîk e l'uno e l'altro sembrin di certo vissuti al medesimo tempo, pure il divario dei nomi patronimici; la origine greca d'Ibn-Rescîk; la qualità di giurista data a Ibn-Iahîa; infine la diversità delle due croniche che s'intitolano, l'una di Kairewân e l'altra di Sicilia, fanno supporre con fondamento che ai tratti di due autori diversi.

VI. Abu-s-Salt-Omeîa(Ibn-Abd-el-'Azîz-ibn-abi-s-Salt) nato a Denia in Spagna il 1067, morto a Mehdia in Affrica il 1131 o pochi anni appresso, medico, poeta, erudito, meccanico, continuò la Cronica d'Ibn-Rekîk 34 34 Questo fatto si ricava da Tigiani, Rehela , versione francese, di M. Alph. Rousseau, p. 120. (Estratto dal Journal Asiatique , série IV, tomo XX, sept. 1852, p. 176.) . In questa, o altra opera, ci narra un curioso aneddoto della sconfitta dell'esercito siciliano al Capo Dimas il 1123. Imâd-ed-dîn da Ispahan, nella Kharîda , ci ha conservato alcuni squarci di poeti arabo-siculi e di loro biografie, raccolti da Abu-s-Salt 35 35 Veggansi su questo autore: Ibn-Khallikân, versione inglese, tomo I, p. 228; Dozy, Historia Abbadidarum , tomo I, p. 405, nota 52; Ibn-Abbâr, MS. sella Società Asiatica di Parigi, fog. 408 verso; Ibn-abi-Oseba, MS. della Bibl. imper. di Parigi, Suppl. Arabe, 673, fog. 191 recto, seg. in un'altra opera che ha per titolo Risâla min Ahl el-'Asr (Epistola su i contemporanei).

VII. Ibn-Sceddâd('Izz-ed-dîn-Abu-Mohammed-Abd-el-'Azîz-ibn-Sceddâd-ibn-Temîm) della tribù berbera di Senhâgia e della regia schiatta dei Zirîti, visse nella seconda metà del XII secolo, poichè l'avol suo Temîm, regnava a Mehdia dal 1062 al 1107. Secondo la espressa testimonianza di Abulfeda 36 36 Annales Moslemici , tomo II. p. 446, anno 336, e presso Di Gregorio, Rerum Arabic. , p. 81 a 83. Veggasi anche la Prefazione di Reiske nel primo volume degli Annales Moslemici , p. VIII. , ei compilò due istorie, di Kairewân, cioè, e di Sicilia. Di questa ultima troviamo squarci negli Annali d'Abulfeda, e perciò anche nell'opera di Scehâb-ed-dîn-Omari 37 37 Presso Di Gregorio, op. cit. p. 59. . In fine, il Tigiani tolse da Ibn-Sceddâd il racconto della espugnazione di Mehdia nel 1160, che quel cronista sapea da un testimonio oculare 38 38 Tigiani, Rehela , MS. di Parigi, fog. 141 recto, e versione di M. Rousseau, p. 261 (Estratto del Journal Asiatique .) .

Ibn-Sceddâd, di cui adesso abbiamo precise notizie 39 39 Veggansi: Ibn-Khallikân, edizione di M. De Slane, testo arabico, tomo I, 145, e versione inglese, tomo I, 282, seg.; Quatremère, Mémoires sur les Khalifes Fatimites , nel Journal Asiatique , série III, tomo II (1836), p. 131; Sacy, Exposé de la Religion des Druses , tomo I, p. CCCCLX. Il Sacy, Chrestomathie Arabe , tomo II, p. 295, 296, avea dato ragguagli meno esatti su questo autore. , è appunto l'Ascanagius del Caruso, l'Al-Sanhaj del Di Gregorio, ec. 40 40 Rerum Arabicarum , p. 37, 38. , come si trascriveva inesattamente il nome etnico di Es-Senhâgi col quale lo denotò Abulfeda. Monsignor Airoldi, nella prefazione al Codice diplomatico dell'abate Vella, diè i suoi nomi nella forma in cui li trovava presso D'Herbelot; aggiugnendo, su la fede dello impostore Vella, che l'opera in diciotto volumi si serbasse nella Biblioteca di Fez 41 41 Codice Diplomatico di Sicilia , introduzione, tomo I. p. 15. .

VIII. Ibn-Bescirûn(Othmân-ibn-Abd-er-Rahîm-ibn-abd-er-Rezzâk-ibn-Gia'far-ibn-Bescirûn-ibn-Scebib) della tribù arabica di Azd, detto Sikîlli e Mehdi, ossia Siciliano e da Mehdia (in Affrica), perchè nato forse in uno di cotesti paesi, non sappiamo quale, e passato a dimorare nell'altro, visse nella seconda metà del duodecimo secolo. Ei compilò un Mokhtâr fi-l-Nezm wa-l-Nethr li Afâdhil Ahl el-'Asr (Scelta di poesie e prose dei più illustri contemporanei), nel quale ricordò molti Spagnuoli, Affricani e Siciliani. Imad-ed-dîn da Ispahan 42 42 Veggasi la seconda parte di questa tavola, n. XXVIII. si servì di questa raccolta, che è notata altresì nella bibliografia di Hagi-Khalfa 43 43 Ediz. Fluegel, tomo IV, p. 146, e tomo V, p. 438, nº 11,590. . Dell'autore diremo nel sesto libro.

IX. Gemâl-ed-dîn(Mohammed-ibn-Sâlem) cadi supremo d'Egitto, nato il 1207, morto il 1297, conobbe di persona lo imperator Federigo Secondo; fu poi mandato ambasciatore a Manfredi dal Sultan di Egitto Bibars: e dimorò in Italia parecchi anni. Egli accennò, non sappiamo in quale delle opere sue, la condizione dei Saraceni di Lucera, la sconfitta di Manfredi, e il sapere di questo re in matematica, filosofia e lettere arabiche. Di questi squarci abbiamo una trascrizione o sunto negli annali di Abulfeda 44 44 Annales Moslemici , anno 697 (1297), V, p. 144. Abulfeda conoscea di persona Gemâl-ed-dîn. Su le opere di lui si vegga Reinaud, Extraits etc. des Croisades , p. XXV. .

X. Ibn-Sa'îd(Nûr-ed-dîn-Ali-ibn-Sa'id-ibn-Musa) da Granata, nato il 1214, morto il 1274, oltre il trattato di geografia di che sarà detto nella seconda parte di questa Tavola, e oltre un'opera istorica su l'Oriente, che non appartiene al soggetto nostro, ne pubblicò un'altra alla quale si lavorava in sua famiglia da due generazioni: opera compiuta da lui con ricerche in Oriente e segnatamente nelle biblioteche di Bagdad innanzi la irruzione dei Tartari 45 45 Riscontrinsi: Reinaud, Géographie d'Aboulfeda , introduzione, tomo I, p. CXLI, e Dozy, Historia Abbadidarum , tomo II, p. 150. . Voglio dire del Moghrib fi Holâ-el-Maghreb (Peregrino discorso su gli ornamenti dell'Occidente), del quale scrive il Makkari, che il primo libro trattasse della Spagna, il secondo della Sicilia, il terzo della Italia e altre province del continente 46 46 Makkari, The history of the Mohammedan Dynasties in Spain , versione del prof. Gayangos, tomo I, p. 204, 481. . Pertanto è da supporre molto importante quella storia di Sicilia i cui elementi furono apprestati forse alla famiglia di Ibn-Sa'îd da dotti Siciliani rifuggiti in Spagna. Persuaso di ciò, io ho tentato per dieci anni tutti i modi di aver questo libro; guidandomi cortesemente il professore Gayangos di Madrid, ch'io richiesi dapprima, e cooperando poi meco il Dozy, che dal canto suo desiderava anco di studiare quella celebre opera, intento, com'egli era ed è, a rifare la storia della Spagna Musulmana. Ma fallirono le speranze che noi avevamo posto in sir Thomas Read, console inglese a Tunis, credendo ch'ei possedesse una copia di Ibn-Sa'îd; al quale ancorchè io avessi scritto e fattogli scrivere da persone ch'ei conoscea, non n'ebbi risposta mai. M. Alphonse Rousseau, interprete della Legazione francese a Tunis, ch'è uom gentile ed erudito, si è adoperato anco invano a trovare quel MS. a Tunis. Pur non dispero che si venga a capo dell'intento, quando che sia; parendo che una copia dell'Ibn-Sa'id si conservi nella moschea principale di Tanger, e forse un'altra ve n'abbia a Pietroburgo 47 47 Veggasi a questo proposito la Historia Abbadidarum del Dozy, tomo I, p. 215 in nota. Sui varii titoli delle opere istoriche di Ibn-Sa'id, sia che tutti denotino opere diverse, o che alcuni indichino solemente diverse redazioni, si confrontino: Hagi Khalfa, edizione di Fluegel, tom. V, p. 438 e 647, n. 11,822 e 12,488; Casiri, Bibl. Arab. – Hisp., tomo II, p. 16; Abulfeda, Annal. Moslem., tomo I, p. viii, prefazione di Adler; Sacy, Chrestomathie Arabe , tomo I, p. 240; e gli scrittori nostri contemporanei che ho citato nelle note precedenti. , senza contare quella di sir Thomas Read.

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