Michele Amari - Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I
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XII. Khodhâ'i(Abu-Abd-Allah-Mohammed-ibn-Selâma-ibn-Hedher), morto il 1062, dettò una storia generale, che può passare per buona cronica dei Fatemiti d'Egitto. Si addimanda 'Oiûn el-Me'ârif etc., ovvero Tarîkh el-Khodhâ'i (Fonti di cognizioni e varii ragguagli dei califi), ovvero Cronica di quel della tribù di Khodhâ' 59 59 Hagi-Khalfa, ediz. Fluegel, tomo IV, p. 293, nº 8,486, e tomo II, p. 142, nº 2,280.
. La Biblioteca di Parigi ne ha un MS., Ancien Fonds 761, dal quale ho cavato due righi sul liberto siciliano Giawher, che conquistò l'Egitto ai Fatemiti.
XIII. Ibn-'Awwâm(Abn-Zakarîa-Iahîa-ibn-Mohammed-ibn-Ahmed) da Siviglia, verso la metà dell'XI secolo, scrisse una bella opera intitolata Kitâb et-Felâh (Libro dell'agricoltura), che è stata pubblicata con versione spagnuola dal Banqueri 60 60 Libro de agricultura. Su autor el doctor… ebn el Awam Sevillano , Madrid 1802, due volumi in foglio.
. Quivi si descrive un modo di orticultura detto siciliano, e si trovano pochi altri squarci toccanti l'industria siciliana sotto gli Arabi. Li darò secondo il testo del Banqueri.
XIV. Bekri(Abu-Obeid-Allah-Abd-Allah-ibn-Abd-el-'Azîz), nobile arabo, nato in Spagna nella prima metà dell'XI secolo, compilò, tra le altre, un'opera geografica, intitolata El-Mesâlek wa l-Memâlek (Le vie e i Reami). Un volume staccato di questa opera si conserva nella Biblioteca di Parigi, Ancien Fonds 580; del quale il dotto M. Quatremère ha voltato in francese la descrizione dell'Affrica 61 61 Nell'opera intitolata: Notices et Extraits des MSS. , tomo XIII (1831) p. 437, seg.
, scritta il 1067 62 62 Ibid., p. 633
. Io ne ho cavato qualche cenno su le prime incursioni dei Musulmani in Sicilia. Su lo autore si vegga la prefazione di M. Quatremère; Reinaud, Géographie d'Aboulfeda , introd., p. CV; e Dozy, Recherches sur l'histoire de l'Espagne pendant le moyen-âge , tomo I, p. 296, seg.
XV. Momaidi( Abu-Abd-Allah-Mohammed-ibn-abi-Nasr), della tribù arabica di Azd, nato ad Algeziras innanzi il 1029 e morto il 1095, ci dà ragguagli di tre poeti siciliani suoi contemporanei. L'opera tratta principalmente della Storia letteraria della Spagna; si intitola Gezwat-el-Moktabis ec. (Tizzone per chi accatta il fuoco della dottrina); e ve n'ha un MS., bello e antico, nella Bodlejana a Oxford (Hunt. 464, catalogo, tomo I, nº DCCLXXXIII), dal quale ho copiato ciò che fa al nostro argomento.
XVI. Bellanôbi(Abu-Hasan-Ali-ibn-Abd-er-Rahmân) siciliano, detto il Bellanôbi ch'è a dir della città di Villanuova, fu Kâteb, ossia segretario in oficii pubblici. Le sue poesie trovansi nel MS. dell'Escuriale, nº CCCCLV, raccolte, insieme coi versi di altri poeti, dal Cadi Abd-Allah-'Othmâni, al quale erano state recitate il 1119 in Alessandria d'Egitto da un Ibn-Hamûd che le tenea dallo autore medesimo. Da ciò è chiaro che questi visse nella seconda metà dell'XI secolo. Casiri, copiato dal Di Gregorio 63 63 Rerum Arabicarum , p. 237.
, lesse il nome dell'autore Albalbuni; e, quel ch'è peggio, percorrendo il MS. più che di passo, suppose ch'egli avesse scritto a lode di parecchi principi siciliani, e segnatamente d'Ibn-Hamûd. Movendomi a curiosità questo gran nome, che fu portato da un ramo della regia famiglia degli Alidi, trapiantato in Sicilia e rimasovi celebre per liberalità e intrighi politici sotto la dominazione normanna, io feci opera ad aver copia del MS. dello Escuriale: onde pregatone il conte di Siracusa a Parigi, ei si piacque richieder la regina di Spagna, per cui volere fu fatto un bellissimo esemplare del MS. sotto la direzione del professor Gayangos. Avuto così alle mani il testo, le speranze mie si dileguavano. In vece di canti eroici o satire su la nobiltà musulmana di Sicilia, ho trovato una tenera elegia del Bellanôbi per la morte della propria madre e altri versi suoi; altri di Ibn-Rescîk, ricordato di sopra 64 64 Nella prima parte di questa Tavola, nº IV.
che fu siciliano per soggiorno; ho scoperto, infine, che Ibn-Hamûd entra in iscena, non da protagonista, ma da rawi come dicono gli Arabi, ossia recitatore degli altrui componimenti; e dubbio pur è s'ei fosse appartenuto alla illustre famiglia siciliana di tal nome. Darò dunque nella raccolta dei testi que' pochi cenni biografici e bibliografici che si possono ricavare dal MS., le poesie non già, non contenendo allusioni istoriche. E del Bellanôbi tornerò, a parlare, a luogo suo, nel quarto libro.
XVII. Ibn-Hamdîs(Abd-el-Gebbâr-ibn-Abi-Bekr-ibn-Mohammed), nato a Siracusa, verso il 1052, di nobile stirpe arabica, emigrato in Spagna, e morto a Majorca il 1132, noverato tra i più eleganti poeti dell'Occidente, spesso fece ricordo nei versi suoi della cara patria siciliana; e in parecchi poemetti toccò i costumi dei nobili musulmani dell'isola, al tempo di sua gioventù. Darò cotesti squarci, come documenti storici che son veramente; e vi aggiugnerò qualche nota biografica che li accompagna. Li traggo dal Diwân, o vogliam dire raccolta delle poesie, di Ibn-Hamdîs, MS. della Biblioteca imperiale di Pietroburgo, copiato il 1598 e proveniente da Costantinopoli, prestatomi dal governo russo a intercessione del duca di Serradifalco, e mandatomi cortesemente infino a Parigi l'anno 1846. Lo trascrissi tutto; e gli squarci che ho accennato or ora, sono stati confrontati, per favore del nostro orientalista il conte Miniscalchi da Verona; e dell'ellenista Pietro Matranga siciliano, scrittore alla Vaticana, con un MS. del 1210 che ne possiede quella splendida Biblioteca, antico, bello e corretto esemplare 65 65 È segnato col nº CCCCXLVII, e notato nel Catalogo di Stefano Assemani, presso Mai, Scriptorum Veterum Nova Collectio , tomo IV, p. 518.
. Ho detto qui del Diwân apposito di Ibn-Hamdis. Molti versi suoi son dati da altri scrittori che lungo sarebbe a nominare; dalle cui opere io li ho trascritto, e alcuni me ne ha copiato l'amicissimo professor Dozy dai MSS. di Leyde.
XVIII. Ibn-Bassâm(Abu-Hasan-Ali) da Santarem, scrisse, nei principii del duodecimo secolo, un'opera di Storia letteraria, intitolata la Dsakhîra ; della quale la Bodlejana di Oxford possiede una copia (Marsh. 407, catalogo, tomo I, nº DCCXLIX). Vi ho trovato due versi d'Ibn-Hamdîs. Su l'autore si vegga il Dozy, Historia Abbadidarum , tomo I, p. 189 seg.
XIX. Ibn-Besckhowal(figlio cioè di Pasquale, Abu-l-Kâsim-Khelaf) da Cordova, nella Sila fi tarîkh ec. (Dono della Storia de' principali dottori Spagnuoli), scritta il 1140, dà la biografia di un teologo musulmano di Sicilia, che io ho trascritto dal MS. della Società Asiatica di Parigi, copia moderna di un codice dell'Escuriale. Su lo autore si veggano: Ibn-Khallikân, versione del baron De Slane, tomo I, p. 191; e Dozy, Historia Abbadidarum , tomo I, p. 380.
XX. Edrisi(Abu-Abd-Allah-Mohammed) compilò la Geografia, intitolata Nozhat-el-Mosctâk ec. (Sollazzo di chi brama di percorrere le regioni), detta altresì il libro di Ruggiero, e pubblicata il 1154, pochi mesi innanzi la morte di quel re. Avrò a trattare largamente, nel sesto libro, di Edrisi e di questo lavoro geografico che primeggia tra tutti gli altri del medio evo. Basti qui notare che la descrizione fattavi della Sicilia contiene dati statistici; e però è documento importantissimo della storia. Un compendio, o piuttosto mutilazione, del Nazhat fu pubblicato a Roma il 1592 in arabico soltanto; e ristampato a Parigi il 1619 con la versione latina di due Maroniti, sotto il titolo di Geographia Nubiensis . Domenico Macrì maltese, nel 1632, voltò in italiano il capitolo della Sicilia, come lo si trovava nel compendio; la quale versione fu rinvenuta in Palermo tra i MSS. di Domenico Schiavo: e sì il 1764 comparve nel tomo VIII degli Opuscoli di autori siciliani, rabberciata, annotata, corredata di una prefazione e messovi il nome dell'autore, Scherif Elidris. E ciò per opera di Francesco Tardìa, da me ricordato nella Introduzione; il quale non avendo potuto aver alle mani il testo, si sforzò a correggere almeno i nomi topografici indovinando le lettere arabiche a traverso le trascrizioni del Macrì, e il più sovente sbagliò; ma del resto non si mostrò digiuno di erudizione arabica. Il Di Gregorio ristampava nel Rerum Arabicarum il detto capitolo, in arabico e latino, con qualche correzione. Ritrovatisi intanto i MSS. dell'opera originale, M. Jaubert, incoraggiato dalla Società Geografica di Parigi, la traducea tutta in francese 66 66 Géographie d'Edrisi , 2 volumi in-4. Paris, 1836, 1840.
non senza molte inesattezze. Adesso io ho riveduto il testo del Di Gregorio; aggiuntavi la introduzione che appartiene di dritto alla Storia letteraria di Sicilia, e i molti squarci dell'originale che mancano nel compendio; e altri squarci di più che danno notizie su la Storia di Sicilia, ancorchè si trovin fuori della descrizione geografica dell'isola. Ho adoperato i MSS. seguenti, che denoterò per lettere dell'alfabeto;
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