Pietro Giannone - Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8

Здесь есть возможность читать онлайн «Pietro Giannone - Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8 — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Presa terra a Porto Farina, Cesare diede il baston di Generale al Marchese del Vasto, con ordine, che tutti l'ubbidissero. Fu investita la Goletta, ed a' 4 luglio con gran travaglio e morte di molta gente fu quella presa. I Napoletani si portarono con molto valore; ed il Principe di Salerno Generale della fanteria Italiana si segnalò notabilmente: vi morirono il Conte di Sarno e Cesare Berlingiero, il Conte d'Anversa, Baldassar Caracciolo, Costanzo di Costanzo, Ottavio Monaco ed altri Napoletani. Fu anche presa Tunisi, cacciato Ariendino Barosso, fugato Barbarossa, e riposto dall'Imperadore nell'antico Seggio di quel Regno Muleasser, facendolo suo Tributario, obbligandosi mandargli per tal effetto ventimila scudi d'oro l'anno e sei cavalli moreschi.

Non mancò, chi giudicasse questa spedizione di Carlo con tanto apparato di guerra aver avuto infelice ed inutile successo per poco consiglio di Cesare, il quale potendosi far assoluto Signore di quel Regno, stimato da lui cotanto opportuno per salvar dall'incursione de' Turchi i Regni di Sicilia e di Napoli, e tutte le riviere del Mar Mediterraneo, avesse con renderselo sol tributario voluto lasciarlo al Re Muleasser. E Tommaso Campanella in que' suoi fantastici discorsi sopra la Monarchia di Spagna, non lascia per ciò di biasimarlo, e l'evento dimostrò, essere questa impresa stata affatto inutile, e senz'alcun profitto; poichè in discorso di tempo, mal soddisfatti i Tunisini del governo di Muleasser, aderirono ad Amida suo figliuolo, il quale aspirando al paterno Reame, non tralasciava l'occasioni di tendergli insidie: di che il Re insospettito, con imprudente consiglio, prese risoluzione di partirsi di Tunisi, e venire in Napoli per domandar soccorso ed ajuto dal Vicerè Toledo. Appena egli partito, Amida coll'ajuto degli Arabi, e di alcuni principali Mori, occupò il Regno: di che avvisato Muleasser affrettò il cammino verso Napoli, dove giunto nell'anno 1544, e ricevuto dal Vicerè con dimostrazioni reali, attese ad assoldar gente; ma non potendosi unirne tanta quanta il bisogno richiedea, il Toledo non tralasciò d'ammonirlo, che l'impresa dovea riuscirgli di grandissimo pericolo; poichè, se per riacquistare poc'anzi quel Regno, fu duopo che l'Imperadore stesso con grossa armata e forte esercito vi si adoperasse, quale speranza poteva aver egli in quei pochi soldati, che s'erano uniti, il cui numero non erano più di dumila? Ma il Re lusingato dalla fede che credeva durare in alcuni suoi Governadori, volle partire, e giunto alla Goletta, fidandosi nelle parole d'alcuni Mori, che con inganno gli dissero, che Amida era fuggito da Tunisi, si mosse con gran fretta a quella volta, dove, appena essendo comparso, fu assalito dal figliuolo, che ruppe il suo esercito, e rimaso prigione, lo fece barbaramente accecare. Così si perdè tutto, ed il Vicerè per tal nuova ebbe dispiacere grandissimo, considerando il danno, che da tal perdita avea da succedere al Regno: siccome fu, perchè perpetuamente restò esposto alle prede ed incursioni di que' barbari corsari.

§. I. Venuta di Cesare in Napoli

Disbrigato l'Imperadore dall'impresa di Tunisi, e lasciata fortificata la Goletta con presidio di Spagnuoli, ed in Tunisi Muleasser reso suo tributario, a' 17 agosto partì con tutta l'armata per Sicilia. Il Marchese del Vasto, ed i Principi di Salerno e di Bisignano, coll'occasione di questo ritorno, fecero grand'istanza a Cesare, che venisse a Napoli a dimorarvi qualche mese per vedere la bellezza di questa Città, ed onorarla colla sua presenza. Eran, fra gli altri stimoli, mossi costoro a desiderar la sua venuta in Napoli, perchè disgustati col Toledo per cagione del suo rigoroso governo, col quale teneva abbassata la Nobiltà, potessero con tal congiuntura indurre Cesare a rimoverlo. L'Imperadore si risolse venire, e giunto ai 20 agosto a Trapani, indi dopo un mese a Palermo, venne poi a Messina. Passato il Faro si portò a Reggio, e traversando le Calabrie e Basilicata, dove dalli Principi di Bisignano e di Salerno, siccome da tutti que' Baroni per li cui Stati passava, gli furono resi onori grandissimi, giunse a' 21 di novembre a Pietra Bianca, luogo tre miglia lontano da Napoli.

Entrò poi a' 25 di novembre giorno dedicato a Santa Catarina, con gran trionfo e celebrità, in Napoli; fu incontrato dalla Città e Clero, e da infinito numero di Baroni, con gran concorso del popolo. La celebrità ed apparati di quest'ingresso, le precedenze, l'ordine tenuto, le pompe, furono descritte con tanta esattezza e minuzia da molti Autori, che omai se ne trova scritto più di quel che converrebbe. Gregorio Rosso, che si trovava Eletto del Popolo, quando entrò Cesare a Napoli, ed ebbe gran parte in questa celebrità, le descrisse minutamente ne' suoi Giornali. Il Summonte e tanti altri ne empirono più carte; onde ci rimettiamo in ciò alle Istorie loro.

Non è però da tralasciare ciò che rapporta il Rosso con tal occasione della venuta di Cesare a Napoli; della pretensione, che mossero i Titolati del Regno di covrirsi innanzi a lui.

In Ispagna questa prerogativa è riputata la maggiore. I Baroni che si cuoprono sono Grandi, e coloro a' quali il Re ciò concede, divengono Grandi di Spagna, onore sopra tutti gli altri grandissimo. I nostri Re di Napoli non costituirono la grandezza de' loro Baroni in fargli coprire innanzi di loro, ma ne' titoli di Principi, di Duchi e negli Ufficj della Corona; ed i Titolati tutti innanzi al Re si coprivano.

Coll'occasione d'essersi negli anni precedenti portato Cesare in Bologna a coronarsi, essendo accorsi ivi molti Titolati del Regno, Carlo ne fece alcuni coprire ma non tutti; fra gli altri fece coprire il Principe di Salerno, il Marchese del Vasto ed il Marchese di Laino 8 8 Rosso pag. 67. ; ma poichè questo accadde fuori del Regno, era in suo arbitrio far poi ciò che egli voleva.

Ma giunto ora in Napoli, dove come Re di Napoli era stato ricevuto, pretesero tutti i Titolati del Regno di covrirsi, e d'essere trattati ed onorati, come facevano gli altri Re di Napoli predecessori di Carlo. S'allegava ancora un forte esempio del Re Cattolico, il quale, quando venne a Napoli, fece covrire In sua presenza tutti i Titolati.

Con tutto ciò l'imperadore non volle farlo; poichè trovandosi introdotto a' suoi tempi, che gli Spagnuoli questa prerogativa l'avean resa cotanto sublime, che se ne costituì il Grandato di Spagna, dignità sopra tutte le altre divenuta insigne, e che non si dava se non a' primi Signori e grandi Capitani, impedirono perciò, che Cesare, per non avvilirla, facesse tutti covrire.

Narra il Rosso, che il primo, che si pregiudicò a star discoverto innanzi all'Imperadore, fu il Marchese della Tripalda, l'esempio del quale fu poi seguitato dagli altri, i quali per non dimostrare di non volere per ciò seguitare il Padrone, se ne stavano scoverti.

Ma quello, di che i Titolati più s'offesero dell'Imperadore, fu il dispiacere che lor diede, di far con parzialità covrire alcuni ed altri no, così in Napoli, come in varie parti del Regno. Si covrirono i Principi di Squillace e di Sulmona, i Duchi di Castrovillari e di Nocera, li Marchesi di Castelvetere e di Vico ed il Conte di Conza. Ben potè essere, che ne facesse covrir altri; ma il Rosso testimonio di veduta, narra non saper egli più di questi, oltre al Duca di Montalto disceso da' Re, al Principe di Bisignano, a cui l'imperadore avea anche dato il Toson d'oro, ed a coloro, i quali s'erano coverti in Bologna e negli altri luoghi fuori del Regno, che tutti parimente si coprirono.

L'uso di Spagna era, che chi si copre una volta avanti il Re, si copre sempre; ma di questi Signori, che come Titolati si erano coverti nel Regno, dice questo Scrittore, che non si sapeva, se fuori del Regno l'Imperadore l'avrebbe fatti covrire.

Finite le pompe e celebrità dell'ingresso e del giuramento dato da Cesare nel Duomo per l'osservanza de' privilegj e grazie concedute da Re predecessori alla Città e Regno, l'Imperadore dimorando nel Castel Nuovo, luogo destinatogli per sua abitazione, con grande umanità cominciò a dar udienza a tutti, sentendo le querele e le lamentazioni di ognuno, particolarmente delle Terre del Regno contra i Baroni loro; e volendo una Domenica, che fu a' 28 di novembre calare alla Capella Regia del Castello, insorse una nuova contesa di precedenza; poichè nel sedere in quella, pretesero i Signori Grandi di Spagna, e quelli, che s'erano coverti fuori di Spagna a quell'uso, che dovessero precedere a tutti. All'incontro i Titolati di Napoli pretendevano, che il sedere dovesse regolarsi all'usanza di Napoli, dove i Titolati precedevano a tutti; l'Imperadore per toglier ogni briga, ordinò, che affatto nella Cappella non si ponessero sedili, e tutti coloro, che ci vennero, fece stare in piedi 9 9 Giorn. del Rosso, pag. 122. .

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8»

Обсуждение, отзывы о книге «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 8» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x