Guido Pagliarino - La Trasformazione - Sull'Eterno Corpo Glorioso Spirituale E Sul Nulla Eterno Infernale
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La Trasformazione: Sull'Eterno Corpo Glorioso Spirituale E Sul Nulla Eterno Infernale: краткое содержание, описание и аннотация
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Cenni allâidea dâinferno vissuto derivante dalla platonizzazione del Cristianesimo
Da un lato la nuova concezione favorisce la conversione al Cristianesimo dei colti greco-romani i quali giungono a intendere il pensiero cristiano come il compimento della filosofia greca; alcuni di loro, addirittura, divengono apologisti cristiani e altri, più tardi, padri della Chiesa; dâaltro lato, una volta che il pensiero cristiano si è generalmente platonizzato, cambia il concetto di perdizione del peccatore impenitente: prima, la persona dannata era vista come colui o colei che, meramente, muore per sempre perché non si trasforma in persona spirituale e perciò non è assumibile allo Spirito di Dio, ossia lâeternità infernale era il non vivere mai più, era il fallimento totale della propria esistenza; dopo la platonizzazione, lâinferno diventa atrocemente vissuto, infatti se lâanima umana è spirituale in sé fin dal concepimento della persona, essa è, logicamente, anche immortale e, allora, lâinferno in cui il dannato precipita devâessere sempiternamente da lui vissuto; quanto al corpo, ormai si pensa che Dio lo farà risorgere alla fine del mondo affinché soffra pur esso per sempre assieme allâanima.
Solo nel XX secolo, finalmente, durante e dopo il concilio ecumenico Vaticano II, nascono dibattiti sullo scandaloso inferno vissuto. Il Cristianesimo delle origini, restato nella semioscurità per tanto tempo, inizia di nuovo a mostrasi, dopo che teologi si sono accorti che certe lagnanze e miscredenze forse si sederebbero se si tornasse al pensiero della Chiesa dei primi due secoli.
Il corpo umano e la sua trasformazione secondo san Paolo
Vediamo meglio cosa vuol significare san Paolo, nelle sue Lettere neotestamentarie, laddove, nella loro versione italiana, leggiamo corpo, anima, spirito.
Lâapostolo delle genti usa i termini greci sarx e soma per indicare il corpo. Col primo vocabolo, traducibile anche come carne umana, intende lâintera persona quando non è in grazia di Dio e, essendo peccatrice mortale, è rivolta alla morte invece che alla Vita in Dio, a meno châella si converta. Con soma san Paolo dice dellâessere umano quando la sua fede, la pistis, nel battesimo ha incontrato la Charis, la Grazia, e dunque lâuomo, ripieno del Pneuma divino, ha la strada aperta per lâassunzione alla Vita: in senso stretto, solo Gesù risorge, perché egli è divino oltre che umano, i salvati sono assunti a Dio grazie a Cristo.
Tanto che la persona sia in grazia quanto che non lo sia, san Paolo considera psichico il corpo umano, in quanto è un corpo che ragiona e ha libertà di scelta: ognuno è una persona completa in corpo e anima-psiche; leggendo corpo dobbiamo comprendere anche la relativa psiche, cioè dobbiamo intendere che si tratta della persona completa: parlare di risurrezione del corpo è come parlare di risurrezione della persona.
Quando nelle versioni in italiano delle lettere paoline troviamo anima o spirito, dobbiamo far attenzione al contesto 7. Nellâoriginale certe volte, anche a proposito dellâessere umano, san Paolo usa pneyma, ma per indicare la situazione dellâessere umano sulla terra in Grazia, non additando cioè una sua anima personale spirituale, ma significando che lo Spirito, che è come dire lâAmore assoluto e lâassistenza spirituale del Paraclito (Avvocato, Protettore) cioè del medesimo Spirito santo, agiscono in lui. Altre volte san Paolo usa la parola psyché: come sâè detto, egli non si riferisce a unâessenza eterea ma alla concreta individuale ragione-psiche che ogni essere umano (malati psichici integrali a parte ovviamente) possiede e che è concepita dal corpo, che Dio ha creato capace, a differenza del corpo animale, di ragionare sofisticatamente ad alto livello e di sentirsi individuo elevato sulle altre specie e ulteriormente elevabile credendo in Dio e nella propria assunzione a lui nellâeterno.
Câè un che di diverso tra corpo glorioso e corpo su questa terra; san Paolo scrive nella 1 Corinzi: âMa qualcuno dirà : âCome risuscitano i morti? Con quale corpo verranno? Stolto! Ciò che tu semini non prende vita se prima non muore; e quello che tu semini non è il corpo che nascerà , ma un semplice chicco [â¦]. Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale (1 Cor 15, 35-44.). â Tra vita terrestre e vita in Dio degli assunti câè somiglianza, si tratta sempre di individui, non ci si confonde cioè nellâEssere perdendo la propria individualità come, invece, per certe filosofie religiose orientali. Risuscita, con lâindividuale psiche-anima, trasformato in spirituale il soma del giusto: il corpo risorto dellâessere umano giustificato da Cristo e perciò assunto a Dio è un corpo glorioso pneumatico, ineffabile, spirituale, eternamente vivo per e nel Pneuma divino; in altri termini, un corpo glorioso pneumatico è una persona ineffabile, spirituale, eternamente viva per e nel Pneuma divino.
Non risorge una greca anima-essenza secondo il platonismo, anche se questa è lâidea vincente nella Chiesa tra la fine del II secolo e il XX; e ancor oggi tuttavia, nonostante molte discussioni teologiche e saggi pubblicati al riguardo, posteriori al concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965), forse nel timore di scandalizzare fedeli, figura nel Catechismo della Chiesa cattolica lâaffermazione che anzitutto è lâanima spirituale del beato che va a Dio e châella si congiunge al corpo alla fine dei tempi.
Dobbiamo pensare più al neoplatonismo che a Platone e al platonismo di mezzo. Come rileva Aldo Moda 8, in particolare fu Plotino â peraltro, si può notare, filosofo assai critico verso il Cristianesimo â a rendere lâanima il substrato delle verità eterne, ad averne rifiutato la corporeità e ad averne affermato lâinseità , ad averne illustrato lâimmortalità in quanto natura unica, semplice, interamente inclusa nel fatto di essere vivente. Il fondamentale Padre della Chiesa santâAgostino, come già sâera accennato, oltre che da ormai consolidata tradizione ecclesiastica trasse, in primo luogo, dalla lettura delle Enneadi di quel filosofo neoplatonico la visione dellâanima in sé stessa spirituale e immortale.
II â OTTICHE ANTROPOLOGICHE CRISTIANE E CRISTIANEGGIANTI
La risurrezione di Cristo e, analogamente, lâassunzione a Dio per suo tramite degli esseri umani giustificati è un concetto inteso in tre guise diverse dai credenti, a seconda della loro ottica antropologica e, in generale, del loro pensiero metafisico-teologico:
1 Secondo i cristianeggianti gnostici, Gesù il Salvatore non porta in terra, come credono invece i cristiani, lâamore di Dio per ogni essere umano e lâinsegnamento ad amarsi gli uni gli altri fino al sacrificio, ma offre la conoscenza del divino, la gnosi; il dono è indirizzato solo ai migliori, gli spirituali o pneumatici, che posseggono lâanimo (o spirito o pneuma) oltre al corpo e allâanima-psiche, e non è rivolto agli esseri umani materiali, o ilici o terreni, che sono costituiti solo dal proprio corpo con la sua anima-psiche; per Valentino dâAlessandria (â 165 circa) e i suoi seguaci esiste pure una terza categoria di umani, gli psichici, i quali sono privi di animo ma hanno sia libero arbitrio sia unâanima-psiche sufficientemente intelligente per poter raggiungere un certo livello di gnosi: a seconda delle loro scelte intellettuali, costoro possono salvarsi, anche se solo ai margini del pleroma, oppure morire per sempre come i materiali: per gli gnostici valentiniani essi stessi e gli altri gnostici sono spirituali, i giudei e i cristiani, i quali credono errando che il Demiurgo-Jahvè sia Dio stesso, sono psichici e possono salvarsi solo se, avendo psiche molto intelligente, riescono a giungere a un livello sufficiente di conoscenza del vero divino, i pagani sono materiali e senzâaltro finiscono nel nulla della dannazione. Secondo il pensiero gnostico in genere, come dâaltronde per il platonismo, lâuomo spirituale che ha raggiunto la gnosi quando muore è ammesso appieno nel pleroma di Dio col proprio animo, mentre il suo materiale corpo psichico perisce, proprio come quello deglâilici e quello degli psichici che non si sono potuti o voluti elevare nella gnosi. Per gli gnostici anche Gesù il Salvatore risorge da morte soltanto come puro Spirito e non come corpo e anima umane; addirittura, per quei particolari gnostici che saranno detti doceti dagli studiosi â da dokeo, sembro â lâumanità di Cristo è soltanto apparente: apparenti sono il suo corpo psichico umano, la sua morte e la sua risurrezione, per essi Cristo è solo divino e semplicemente continua a essere nonostante lâapparenza della sua morte. Diversamente, secondo i cristiani il Salvatore oltre che Spirito è vero uomo in corpo e anima-psiche, egli è realmente ucciso e veramente risorge da morte. Tuttavia ci sono diversi modi cristiani dâintendere la Risurrezione:
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